God of War: Chains of Olympus
“God of War: Chains of Olympus” è il terzo capitolo della saga di “God of War”, prequel del primo gioco uscito nel 2005 su PS2 e primo titolo sviluppato per console portatile. Nel complesso direi che si è rivelato un capitolo piuttosto riuscito, anche se non mi ha entusiasmato quanto i primi due. Se da un lato infatti bisogna ammettere che il gioco riesce a valorizzare a pieno le capacità della console portatile di Sony, dall’altro si denota una certa mancanza di personalità, visto che l’esperienza è di fatto identica a quelle già provate su PS2, con davvero pochi spunti di originalità. Il che è comunque sorprendente perché il gioco non fa mai rimpiangere la mancanza dei comandi del Dualshock e anche graficamente, considerando i limiti della PSP è davvero ottimo. Eppure, la sensazione dominante che mi ha accompagnato per tutta la durata del titolo è stata quella di giocare ad un “more of the same”, seppur realizzato in modo impeccabile. Rimane comunque un tassello importante nell’economia della saga, con una storia che, come per i titoli precedenti, non sarà il punto nodale del gioco, ma è comunque piacevole ed emozionante.
Insomma, “God of War: Chains of Olympus” è un buon gioco, che stupisce per come è riuscito a riproporre il gameplay visto su PS2 in modo altrettanto soddisfacente, con un comparto tecnico al top per la PSP. Al tempo stesso però, soffre la mancanza di alcune caratteristiche peculiari che avrebbero potuto distinguerlo dai primi due capitoli, e di conseguenza a tratti risulta stancante, seppur nella sua relativa brevità. Spero che i titoli successivi, per me che li sto ancora recuperando, abbiano in serbo qualcosa di più innovativo per la saga.
Insomma, “God of War: Chains of Olympus” è un buon gioco, che stupisce per come è riuscito a riproporre il gameplay visto su PS2 in modo altrettanto soddisfacente, con un comparto tecnico al top per la PSP. Al tempo stesso però, soffre la mancanza di alcune caratteristiche peculiari che avrebbero potuto distinguerlo dai primi due capitoli, e di conseguenza a tratti risulta stancante, seppur nella sua relativa brevità. Spero che i titoli successivi, per me che li sto ancora recuperando, abbiano in serbo qualcosa di più innovativo per la saga.