Castlevania: Harmony of Dissonance
“Castlevania: Harmony of Dissonance” è il secondo capitolo della serie uscito su GBA, nonché il secondo tentativo di replicare in chiave portatile la formula vincente di “Castlevania: Symphony of the Night”. Il risultato è convincente su tutti i fronti, con giusto qualche limite qua e là.
Partiamo dicendo che questo capitolo, a differenza del precedente “Circle of the Moon”, cerca di replicare pedissequamente la formala di SOTH in modo quasi sfacciato, evitando ogni compromesso o soluzione originale. Su questo punto bisogna essere chiari, tutto quello che questo gioco ha da offrire, bene o male lo si era già visto in passato. Eppure, i miglioramenti rispetto al predecessore sono comunque tanti.
In primo luogo i controlli, drasticamente migliorati, rendono le battaglie decisamente più avvincenti e spettacolari. In generale l’esperienza che il gameplay offre, riesce a garantire un buon bilanciamento della difficoltà, cosa leggermente sfuggita di mano nel capitolo precedente. La complessità degli ambienti di gioco, della personalizzazione del personaggio, delle abilità ecc. rimangono un cavallo di battaglia fondamentale anche per questo capitolo.
Le uniche cose in cui questo gioco cede il passo rispetto a “Circle of the Moon” sono l’estetica e la qualità sonora. Graficamente il gioco è buono per il GBA, ma le scelte stilistiche non sono state il massimo per questo capitolo. Per sopperire le mancanze dello schermo della console, si scelsero dei colori troppo accesi per meglio definire i personaggi e gli ambienti di gioco, un po’ fuori dalle corde della saga. Le musiche sarebbero buone, almeno come composizioni lo sono, ma la qualità audio è davvero bassa, anche qui a causa delle basse capacità sonore della console.
In definitiva, “Castlevania: Harmony of Dissonance” è un valido capitolo della serie, che rispondeva a pieno titolo a quella che all’epoca era la richiesta più assidua dei fan: un nuovo “Symphony of the Night”, nulla di più e nulla di meno. Il risultato di questa operazione è un gioco godibilissimo, più fluido e corretto del predecessore, ma anche un po’ più bruttino sul piano estetico e con nessuna soluzione o idea davvero memorabile. Ma se siete amanti di questa saga, ciò che fondamentalmente volete da un “Castlevania” è una sfida appagante e divertente, e questo capitolo non delude le aspettative.
Partiamo dicendo che questo capitolo, a differenza del precedente “Circle of the Moon”, cerca di replicare pedissequamente la formala di SOTH in modo quasi sfacciato, evitando ogni compromesso o soluzione originale. Su questo punto bisogna essere chiari, tutto quello che questo gioco ha da offrire, bene o male lo si era già visto in passato. Eppure, i miglioramenti rispetto al predecessore sono comunque tanti.
In primo luogo i controlli, drasticamente migliorati, rendono le battaglie decisamente più avvincenti e spettacolari. In generale l’esperienza che il gameplay offre, riesce a garantire un buon bilanciamento della difficoltà, cosa leggermente sfuggita di mano nel capitolo precedente. La complessità degli ambienti di gioco, della personalizzazione del personaggio, delle abilità ecc. rimangono un cavallo di battaglia fondamentale anche per questo capitolo.
Le uniche cose in cui questo gioco cede il passo rispetto a “Circle of the Moon” sono l’estetica e la qualità sonora. Graficamente il gioco è buono per il GBA, ma le scelte stilistiche non sono state il massimo per questo capitolo. Per sopperire le mancanze dello schermo della console, si scelsero dei colori troppo accesi per meglio definire i personaggi e gli ambienti di gioco, un po’ fuori dalle corde della saga. Le musiche sarebbero buone, almeno come composizioni lo sono, ma la qualità audio è davvero bassa, anche qui a causa delle basse capacità sonore della console.
In definitiva, “Castlevania: Harmony of Dissonance” è un valido capitolo della serie, che rispondeva a pieno titolo a quella che all’epoca era la richiesta più assidua dei fan: un nuovo “Symphony of the Night”, nulla di più e nulla di meno. Il risultato di questa operazione è un gioco godibilissimo, più fluido e corretto del predecessore, ma anche un po’ più bruttino sul piano estetico e con nessuna soluzione o idea davvero memorabile. Ma se siete amanti di questa saga, ciò che fondamentalmente volete da un “Castlevania” è una sfida appagante e divertente, e questo capitolo non delude le aspettative.