The Legend of Zelda: Twilight Princess
Per me Twilight Princess è stata un’avventura estremamente avvincente e appagante. Non è il mio primo Zelda e sicuramente non sarà l’ultimo, ma dopo aver recuperato i due titoli per nintendo 64, riproposti su 3DS (Ocarina of Time e Majora’s Mask) e il più recente per Switch, Breath of the Wild ho deciso di buttarmi in questa esperienza del primo periodo Wii uscita nel lontano 2006. E da qui nasce forse l’unica grossa critica che potrei muovere al gioco, ovverosia la qualità non molto convincente dei controlli, non tanto di quelli relativi al combat system, bensì soprattutto quelli più generali di movimento. Saltare da un posto all’altro o arrampicarsi su una parete evidenzia spesso l’imprecisione di questi controlli.
Per tutto il resto il gioco è riuscito ottimamente. La storia è abbastanza interessante, i toni cupi e l’estetica generale del gioco sono estremamente affascinanti. Il gameplay convince sia nelle fasi di Link umano, sia in quelle in versione lupo. Le ambientazioni sono molto ispirate e naturalmente brillano gli splendidi Dungeon, spettacolari e divertentissimi da affrontare. So che a una parte di fandom non è piaciuta la maggiore linearità del titolo rispetto agli Zelda precedenti, e io non potendomi dichiarare fan, non posso fare alcun confronto, ma a dire il vero, la struttura del gioco mi è piaciuta e onestamente non mi è parsa così lineare, di certo il titolo riesce nell’intento di non essere mai dispersivo. Un altro punto che ho apprezzato del gioco è la difficoltà, bilanciata bene e discretamente appagante. Anche qui, qualcuno ebbe a preferire i titoli precedenti. Ma sinceramente credo che la costruzione di un buon livello di difficoltà non debba necessariamente puntare verso l’alto. Anche per me Twilight Princess è stato più facile dei titoli per N64 per dire, eppure non lo vedo come un fattore di debolezza. L’importante quando abbassi la difficoltà di un gioco rispetto ai predecessori consiste nel non rendere il gioco troppo facile fino a renderlo noioso, e onestamente questo aggettivo a Twilight Princess proprio non gli si addice.
In conclusione per me questo Zelda è stato un’esperienza veramente divertente ed emozionante, piena di sorprese e costantemente coinvolgente. Uno stimolo maggiore ad approfondire una saga che, da quello che ho visto finora, sembra non invecchiare su nulla.
Per tutto il resto il gioco è riuscito ottimamente. La storia è abbastanza interessante, i toni cupi e l’estetica generale del gioco sono estremamente affascinanti. Il gameplay convince sia nelle fasi di Link umano, sia in quelle in versione lupo. Le ambientazioni sono molto ispirate e naturalmente brillano gli splendidi Dungeon, spettacolari e divertentissimi da affrontare. So che a una parte di fandom non è piaciuta la maggiore linearità del titolo rispetto agli Zelda precedenti, e io non potendomi dichiarare fan, non posso fare alcun confronto, ma a dire il vero, la struttura del gioco mi è piaciuta e onestamente non mi è parsa così lineare, di certo il titolo riesce nell’intento di non essere mai dispersivo. Un altro punto che ho apprezzato del gioco è la difficoltà, bilanciata bene e discretamente appagante. Anche qui, qualcuno ebbe a preferire i titoli precedenti. Ma sinceramente credo che la costruzione di un buon livello di difficoltà non debba necessariamente puntare verso l’alto. Anche per me Twilight Princess è stato più facile dei titoli per N64 per dire, eppure non lo vedo come un fattore di debolezza. L’importante quando abbassi la difficoltà di un gioco rispetto ai predecessori consiste nel non rendere il gioco troppo facile fino a renderlo noioso, e onestamente questo aggettivo a Twilight Princess proprio non gli si addice.
In conclusione per me questo Zelda è stato un’esperienza veramente divertente ed emozionante, piena di sorprese e costantemente coinvolgente. Uno stimolo maggiore ad approfondire una saga che, da quello che ho visto finora, sembra non invecchiare su nulla.
