Non giriamoci attorno però, i giochi creati dai ragazzi di Compile Heart sembrano tutti strizzarsi l’occhio a vicenda, tanto che Fairy Fencer F: Advent Dark Force prende a piene mani e senza vergogna alcuna dalla saga di Neptunia, facendo così la gioia di quello zoccolo duro di appassionati delle console moe e di tutti i loro derivati. Intendiamoci, ciò non è un male né una critica, semplicemente, basta sperimentare qualche gioco creato dai Compile per rendersi conto di come essi si indirizzino ad una precisa fetta di pubblico e che forse, non hanno neanche particolare interesse nell’allargare il bacino di utenza. Insomma, pochi ma buoni e fedeli, ed è proprio partendo da questo presupposto che andiamo ad analizzare questo nuovo Fairy Fencer.
Trama
La trama di questo gioco non è niente di particolarmente eccezionale ed è facilmente paragonabile a molte produzioni anime dei giorni nostri, sia per storia, che per narrazione e per caratterizzazione dei personaggi. Se quindi, da amanti dell’animazione, non siete rimasti ancorati agli anni ’90 e avete una predilezione per gli anime con ragazze moe e carine, protagonisti poco eroici e quel pizzico di fanservice che non guasta, Fairy Fencer F: Advent Dark Force potrebbe essere il gioco adatto a voi.
Pur non brillando particolarmente, la trama regala qualche momento di suspance e diversi colpi di scena, mentre la caratterizzazione dei personaggi, seppur stereotipata, è funzionale alla storia, soprattutto i tre protagonisti riescono a dar vita a qualche scenetta molto carina (ammetto di aver riso parecchio durante un particolare incontro tra Fang e la letale Ethel).
Chi ama le storie e i personaggi originali, complessi e dal senso profondo, si tenga alla larga da Fairy Fencer; se invece non siete soliti farvi troppe pare mentali, la sua trama può risultare abbastanza gradevole nonostante tutto.
Gameplay
Guillermo, proprietario del bar locale della nostra base, ci fornirà una serie di missioni di caccia o raccolta di oggetti, permettendoci di guadagnare qualche soldino utile a rimpolpare il nostro equipaggiamento. Tuttavia le missioni sono poche e ripetitive, tanto che con l'andare avanti potreste pure finire con l'ignorarle del tutto causa mancanza di sfida e originalità.
Passando al battle system vero e proprio, le cose iniziano a migliorare. In ogni dungeon i nemici saranno ben visibili sulla mappa e potremo attaccarli anticipatamente per ottenere la prima mossa, in caso vogliate invece evitare lo scontro, potrete premere il tasto L2 che vi farà sfrecciare lontano a tutta velocità (ma attenzione, solo in direzione frontale). La battaglia si svolge in un'arena all'interno della quale il nostro party agirà a turnazione, alternando attacchi magici (sostenuti dai classici SP) e fisici, questi ultimi realizzabili in combo completamente personalizzabili. Al termine di ogni scontro otterremo sia punti esperienza che punti WP, i quali ci permetteranno di aumentare i vari parametri dei nostri personaggi: dalla potenza di attacco alla difesa fisica e magica, dal numero di combo al raggio di attacco ecc.
Ogni personaggio inoltre possiede delle azioni uniche e speciali che possono condizionare positivamente l'esito di ogni scontro.
Ciò che però salta all'occhio è la modalità Fairize, grazie alla quale i nostri personaggi, "unendosi" alle loro fate, si trasformeranno diventando molto più potenti. Per Fairizeizzarsi è necessario riempire a suon di botte un'apposita barra, la quale si esaurirà dopo un certo numero di danni subiti. Colpendo invece il nemico nella sua debolezza elementale potremo usufruire dell'Avalanche Attack ossia una serie di colpi consecutivi.
Al contrario di quanto succedeva nella vecchia versione di Fairy Fencer F, adesso è possibile portare in squadra ben sei personaggi, rendendo le battaglie molto più variegate e divertenti, anche se il fatto che fin troppo spesso i colpi non vadano a segno rende l'esperienza a tratti frustrante.
Come abbiamo detto inizialmente, la storia ci parla di un dio malvagio e di una dea buona intrappolati dalle fury; starà a noi scegliere quale delle due divinità liberare imboccando così route e finali differenti.
Alcuni personaggi saranno poi utilizzabili nel party dopo aver soddisfatto determinate condizioni. Anche in questo caso, rispetto alla vecchia versione, è presente qualche novità e sarà possibile utilizzare nuovi personaggi.
Seppur il gioco sia abbastanza longevo, l'escamotage trovato per allungare il brodo rende le cose ancora più ripetitive e alla lunga noiose.
Adesso è inoltre possibile selezionare la difficoltà di gioco, disponiamo infatti di tre modalità: facile (che è davvero fin troppo facile), normale e difficile. Non serve dire che se davvero volete la sfida, dovrete evitare la modalità facile (e diciamo anche la normale).
Ricordiamo pure che il gioco è in parte una vera e propria visual novel per cui i dialoghi saranno davvero molto abbondanti.
Grafica e sonoro
Che il budget a disposizione di Compile Heart non fosse altissimo lo si può intuire a colpo d'occhio: seppur rispetto alla versione PS3 la grafica sia stata migliorata con texture più pulite, frame-rate e risoluzioni migliori, l'aspetto grafico del titolo resta di per sé poco curato e decisamente al di sotto delle possibilità della console che lo ospita. I dungeon sono spogli e scarni, i nemici sono realizzati in maniera abbastanza dozzinale e poco varia. Di contro troviamo le belle illustrazioni di Tsunako (che già aveva lavorato ai vari Neptunia, Date A Live e Cross Edge) e in generale un character design piuttosto gradevole e dalle linee morbide e dolci (e poi c'è Pippin).
Yoshitaka Amano, citato nei credit iniziali, si è occupato di creare alcuni artwork.
Allo stesso modo, Nobuo Uematsu compone una singola theme ma il resto della colonna sonora non è da buttare e anzi, alcuni pezzi, seppur un po' particolari, riescono a far entrare prepotentemente il giocatore dentro l'azione, galvanizzando i combattimenti.
Molto bella l'opening Senko Refrain, cantata dalle StylipS, gruppo jpop di cui hanno fatto parte fino al 2013 Yui Ogura e Kaori Ishihara, rispettivamente doppiatrici di Eryn e Tiara. Nulla da dire sull'ineccepibile doppiaggio giapponese (decisamente superiore a quello inglese) che oltre al duo Ogura/Ishihara mette in scena il bravissimo Ryota Ohsaka su Fang, Nao Toyama, Takuya Eguchi, Yoshitsugu Matsuoka e altri talenti.
I testi del gioco sono tutti in inglese ma la semplicità dei dialoghi non dovrebbe portare problemi neanche a chi mastica poco le lingue straniere, seppur, data la grossa mole di dialoghi, la cosa potrebbe rendere frustrante e meno scorrevole l'esperienza di gioco.
Conclusioni
Pro
- Battle system interessante
- Trama semplice ma con qualche bel guizzo
- Buona colonna sonora e doppiaggio
Contro
- Poca varietà di ambientazioni
- Grafica mediocre
- Alla lunga diventa ripetitivo
Il chara non mi dispiaceva affatto, peccato per la trama che non sa di nulla e che a parte il battle system non ci sia molto altro da salvare.
Neptunia soffriva più o meno degli stessi difetti ma almeno aveva quello humor legato al mondo videoludico che, tutto sommato, era godibile.
Niente da fare, credo che i giochi di Compile Heart non facciano proprio per me XD
Come gioco in sè (gameplay, battle system, ecc) Fairy Fencer è piuttosto valido. Le battaglie, gli attacchi speciali, il Fairize, rendono molto bene e da quel punto di vista il gioco non ha grandi difetti.
Il problema è la storia e i personaggi. La storia è fin troppo semplice, senza particolari colpi di scena e non entra mai nel vivo, mentre i personaggi sona abbastanza piatti. Tolti i tre principali (Fang, Eryn e Tiara) gli altri sono inutili e fanno solo da riempitivo, dicendo tantissime cose inutili che il giocatore (almeno io) vorrebbe solamente skippare.
La versione PS4 mi sembra interessante per le aggiunte che hanno fatto, tipo i nuovi personaggi e il fatto che adesso si possono usarne sei in battaglia (nell'originale erano solo tre), ma graficamente da quel che ho visto sembra identico.
Resta comunque un gioco per gamers otaku appassionati di questo tipo di storie o magari fan dello studio, mentre è sconsiglato agli appassionati di jrpg vecchia scuola perchè questo è davvero troppo semplice (io l'ho fatto tutto senza nemmeno un game over).
Bella recensione che arriva dritto al punto senza perdersi in fronzoli, complimenti.
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