Accel World e Sword Art Online sono due serie di light novel giapponesi scritte da Reki Kawahara e pubblicate da ASCII Media Works. La prima (d'ora in poi AW) non è molto conosciuta in Italia, al contrario della seconda (d'ora in poi SAO) che ha goduto di traduzioni in italiano sia delle novel, che dei manga, anime e videogiochi. Proprio questi, abbiamo avuto modo di analizzarli durante gli ultimi anni, e così faremo anche per l'ultimo titolo uscito sotto l'etichetta Bandai Namco, ovvero Accel World Vs. Sword Art Online, JRPG in tempo reale crossover tra le due serie sviluppato da Artdink per PlayStation 4 e PlayStation Vita. Vi anticipiamo che questa recensione (basata sulla versione PS4) darà per scontato la conoscenza delle vicende e dei personaggi delle due serie, proprio come fa il gioco stesso!
Accel World Vs. Sword Art Online è ambientato quasi totalmente nell'area Svart ALfheim di ALfheim Online (ALO) che abbiamo già esplorato nel videogioco uscito due anni fa chiamato Sword Art Online: Lost Song (d'ora in poi LS). Qui Kirito, Asuna e Yui stanno facendo una tranquilla escursione, quando all'improvviso la piccola Yui viene rapita dalla misteriosa strega del crepuscolo Persona Vabel. I ragazzi incontreranno anche Black Lotus, ma nemmeno insieme saranno in grado di fronteggiare il mostro gigante che protegge la strega. Oltre a tutto ciò, uno strano messaggio avvisa i giocatori di eseguire il logout da ALO per una manutenzione d'emergenza, ma Kirito e i suoi decidono di continuare a giocare per salvare Yui e scoprire la causa degli strani avvenimenti che li circondano: nella mappa di Svart ALfheim stanno spuntando elementi provenienti da Brain Burst, il gioco a cui partecipano i Burst Linker di AW, che si trovano ora catapultati in quest'altro titolo VR a più di vent'anni nel passato rispetto al loro tempo. La missione di Kirito sarà quella di radunare il suo gruppo di amici e aiutare Kuroyukihime a rintracciare i propri compagni sparsi per ALO per salvare Yui, riportare i Burst Linker alla loro epoca e scoprire cosa si nasconde dietro a Persona Vabel e alla collisione tra i due mondi virtuali.
Le premesse del gioco sono piuttosto interessanti e nettamente migliori rispetto a quelle di LS. Ciò nonostante, una fetta troppo grande delle circa 30 ore di gioco necessarie per completare la trama, è un'inutile lungaggine dedicata al ritrovamento degli oltre 30 personaggi giocabili provenienti dalle due serie, con una trama generale che procede molto a rilento o quasi per nulla. Solamente nella seconda parte le cose cominciano a prendere un ritmo già più adeguato.
Per quanto riguarda il gameplay potremmo copia-incollarvi ciò che venne scritto anni fa nella recensione di LS, perché fondamentalmente è rimasto identico. Cercheremo, invece, di riassumere brevemente e mettere in risalto le poche novità e limature. Ogni personaggio giocabile gode di un attacco leggero e uno pesante, oltre ad una schivata e una parata per la difensiva. Ad ognuno poi si possono assegnare fino a 12 abilità apprese salendo di livello, attivabili combinando R1 o R2 più i vari tasti e la croce direzionale. Queste abilità non consumeranno nessuna barra della magia, ma avranno invece un tempo di cooldown variabile a seconda della potenza. Concatenarle è molto importante per aumentare la percentuale di danni extra inflitti, e in nostro aiuto torna anche la meccanica dello Switch, non presente in LS, ma ripresa dagli altri giochi di SAO. Lo Switch si può attivare una volta riempita l'apposita barra rossa per scambiare di posto due dei tre membri del party e innalzare immediatamente la percentuale di danni extra al 200%, così da sfruttare qualche secondo di stun del nemico per infliggere una enorme quantità di danni.
Questi sono elementi condivisi sia dai personaggi di AW (gli Avatar da duello) sia da quelli di SAO (le Fate). Ciò che contraddistingue i primi, invece, è il fatto di non poter volare (ad eccezione di Silver Crow ovviamente!) ed essere specializzati nello scontro a terra. Per spostarsi coprendo lunghe distanze in breve tempo sfrutteranno un super-salto caricato che consuma la barra gialla della stamina, mentre per avvicinarsi ai nemici volanti esistono apposite abilità, anche se non sempre efficaci. Le Fate invece hanno la possibilità di librarsi in aria e di lanciare incantesimi (questa volta anche con l'arma sguainata finalmente!) e possono volare a gran velocità consumando la stamina. Purtroppo i controlli rimangono gli stessi di LS, cioè terribili, e serviranno quindi un po' di ore prima di abituarsi.
Le mappe che andremo ad esplorare sono divise in macro-aree liberamente visitabili da cui partono diversi dungeon. Queste aree, purtroppo, sono state riciclate quasi interamente da LS: avremo di nuovo la pianura, il ghiacciaio, il deserto, ecc. con i soliti muri invisibili (morte del level design) a delimitarne i confini. Anche i nemici sono stati completamente ripresi dal vecchio gioco, con tanto di stessi attacchi e stessi modelli. Solo i dungeon sono al 100% inediti, ma soffrono di un aspetto minimale e completamente anonimo da renderli uno degli aspetti di game design peggio riusciti dell'intera produzione. Le aree non sono nemmeno ricche di segreti da scoprire e tesori da trovare, rendendo così le esplorazioni completamente inutili: si ha proprio l'impressione di star perdendo tempo!
Queste terribili scampagnate partiranno dalla città di Ryne, hub centrale del gioco, da cui è possibile organizzare i membri del party, equipaggiamenti e abilità, oppure effettuare acquisti, accettare missioni secondarie, guardare la galleria o collegarsi online ad altri giocatori. I personaggi di AW non potranno equipaggiare armi come quelli di SAO, ma godranno invece di particolari pietre che infonderanno danni di tipo elementale ai loro attacchi. Queste pietre possono essere acquistate tramite Punti Burst (la valuta originale del Mondo Accelerato) che vengono assegnati, in ugual modo agli Yrd (valuta di ALO), sconfiggendo nemici o completando missioni secondarie. I PB possono essere sfruttati anche per aumentare l'attacco degli Avatar da duello e per farli salire velocemente di livello.
Le missioni secondarie vengono accettate presso la bacheca e si possono suddividere in sole due categorie: raccogli i drop dei mostri; uccidi i mostri. Altre tipologie di missione sono: missioni extra, che ripropongono gli scontri contro certi boss in una versione potenziata; missioni improvvise, che compaiono, appunto, all'improvviso durante le esplorazioni e consistono nell'eliminazione di un gruppo di mostri entro un tempo limite; missioni di amicizia, che consistono nel recuperare, spesso in un dungeon, un oggetto per un altro personaggio.
Tecnicamente parlando, Accel World Vs. Sword Art Online si pone su livelli bassissimi. Graficamente ci sono stati dei leggerissimi passi avanti rispetto a LS per quanto riguarda gli ambienti (sulla scia di Hollow Realization uscito lo scorso anno per intenderci), mentre mostri e personaggi hanno ancora troppe spigolature, se non addirittura gli stessi modelli. La qualità dei dettagli è minima e il lavoro di design ambientale è stato fatto sufficientemente bene solo nelle piccole aree di Brain Burst in cui entreremo di rado nel corso dell'avventura, rovinate, però, dagli orribili muri invisibili. Rispetto al passato ci sono anche meno cutscene realizzate con l'ottimo cel shading della opening, a favore delle solite immagini statiche e delle talking heads (riciclate anche queste per quanto riguarda i personaggi di SAO), e quelle poche cutscene realizzate col motore di gioco sono terribilmente legnose e, al momento in cui scriviamo questa recensione, buggate a causa dell'audio che improvvisamente sparisce! Il gioco, infine, dovrebbe girare a 1080p con 60 fps, ma i cali di frame saranno all'ordine del giorno, così come i pop up di NPC.
Parlando dell'audio, al di là delle cutscene attualmente buggate, si possono solo spendere parole positive. Le musiche di gioco non saranno certo memorabili, ma risultano orecchiabili e azzeccate. Il doppiaggio in giapponese è di alto livello, con tutti i seiyuu originali delle due serie animate, per non parlare della bellissima opening realizzata appositamente per questo titolo.
Di buona fattura anche la traduzione italiana, che ha fatto sicuramente dei passi da gigante rispetto ai giochi scorsi.
Nel complesso siamo di fronte ad un titolo appena sufficiente, rivolto esclusivamente ai fan di una o di entrambe le serie. Più che un gioco inedito sembra un'enorme espansione di LS in collaborazione con AW: l'enorme riciclo di materiali già usati e la forte preponderanza di SAO rispetto ad AW ne sono la conferma. È palesemente un gioco sviluppato sia con un enorme risparmio sia con una cattiva gestione del budget: che senso ha spendere fior di quattrini nel doppiare centinaia di righe di dialogo inutili, quando graficamente il titolo è orribile e i comandi super-legnosi? Una migliore distribuzione dei fondi avrebbe potuto fare la differenza in un gioco che sta in piedi per miracolo. Il peggio è proprio il fatto che, certi problemi, il gioco se li porta dietro dal predecessore, come il terribile sistema di targeting dei nemici, criticato all'unanimità e riproposto ora tale e quale! A salvare la produzione vi è, in particolare, la grande varietà di personaggi e la possibilità di usare, per la prima volta qui in Occidente, quelli di AW. Apprezzabile è anche lo sforzo di implementare delle modalità online per svolgere missioni extra in cooperativa o lottare in PvP nell'arena, ma rimangono elementi di contorno che non impreziosiscono più di tanto il cuore dell'esperienza.
Accel World Vs. Sword Art Online è ambientato quasi totalmente nell'area Svart ALfheim di ALfheim Online (ALO) che abbiamo già esplorato nel videogioco uscito due anni fa chiamato Sword Art Online: Lost Song (d'ora in poi LS). Qui Kirito, Asuna e Yui stanno facendo una tranquilla escursione, quando all'improvviso la piccola Yui viene rapita dalla misteriosa strega del crepuscolo Persona Vabel. I ragazzi incontreranno anche Black Lotus, ma nemmeno insieme saranno in grado di fronteggiare il mostro gigante che protegge la strega. Oltre a tutto ciò, uno strano messaggio avvisa i giocatori di eseguire il logout da ALO per una manutenzione d'emergenza, ma Kirito e i suoi decidono di continuare a giocare per salvare Yui e scoprire la causa degli strani avvenimenti che li circondano: nella mappa di Svart ALfheim stanno spuntando elementi provenienti da Brain Burst, il gioco a cui partecipano i Burst Linker di AW, che si trovano ora catapultati in quest'altro titolo VR a più di vent'anni nel passato rispetto al loro tempo. La missione di Kirito sarà quella di radunare il suo gruppo di amici e aiutare Kuroyukihime a rintracciare i propri compagni sparsi per ALO per salvare Yui, riportare i Burst Linker alla loro epoca e scoprire cosa si nasconde dietro a Persona Vabel e alla collisione tra i due mondi virtuali.
Le premesse del gioco sono piuttosto interessanti e nettamente migliori rispetto a quelle di LS. Ciò nonostante, una fetta troppo grande delle circa 30 ore di gioco necessarie per completare la trama, è un'inutile lungaggine dedicata al ritrovamento degli oltre 30 personaggi giocabili provenienti dalle due serie, con una trama generale che procede molto a rilento o quasi per nulla. Solamente nella seconda parte le cose cominciano a prendere un ritmo già più adeguato.
Per quanto riguarda il gameplay potremmo copia-incollarvi ciò che venne scritto anni fa nella recensione di LS, perché fondamentalmente è rimasto identico. Cercheremo, invece, di riassumere brevemente e mettere in risalto le poche novità e limature. Ogni personaggio giocabile gode di un attacco leggero e uno pesante, oltre ad una schivata e una parata per la difensiva. Ad ognuno poi si possono assegnare fino a 12 abilità apprese salendo di livello, attivabili combinando R1 o R2 più i vari tasti e la croce direzionale. Queste abilità non consumeranno nessuna barra della magia, ma avranno invece un tempo di cooldown variabile a seconda della potenza. Concatenarle è molto importante per aumentare la percentuale di danni extra inflitti, e in nostro aiuto torna anche la meccanica dello Switch, non presente in LS, ma ripresa dagli altri giochi di SAO. Lo Switch si può attivare una volta riempita l'apposita barra rossa per scambiare di posto due dei tre membri del party e innalzare immediatamente la percentuale di danni extra al 200%, così da sfruttare qualche secondo di stun del nemico per infliggere una enorme quantità di danni.
Questi sono elementi condivisi sia dai personaggi di AW (gli Avatar da duello) sia da quelli di SAO (le Fate). Ciò che contraddistingue i primi, invece, è il fatto di non poter volare (ad eccezione di Silver Crow ovviamente!) ed essere specializzati nello scontro a terra. Per spostarsi coprendo lunghe distanze in breve tempo sfrutteranno un super-salto caricato che consuma la barra gialla della stamina, mentre per avvicinarsi ai nemici volanti esistono apposite abilità, anche se non sempre efficaci. Le Fate invece hanno la possibilità di librarsi in aria e di lanciare incantesimi (questa volta anche con l'arma sguainata finalmente!) e possono volare a gran velocità consumando la stamina. Purtroppo i controlli rimangono gli stessi di LS, cioè terribili, e serviranno quindi un po' di ore prima di abituarsi.
Le mappe che andremo ad esplorare sono divise in macro-aree liberamente visitabili da cui partono diversi dungeon. Queste aree, purtroppo, sono state riciclate quasi interamente da LS: avremo di nuovo la pianura, il ghiacciaio, il deserto, ecc. con i soliti muri invisibili (morte del level design) a delimitarne i confini. Anche i nemici sono stati completamente ripresi dal vecchio gioco, con tanto di stessi attacchi e stessi modelli. Solo i dungeon sono al 100% inediti, ma soffrono di un aspetto minimale e completamente anonimo da renderli uno degli aspetti di game design peggio riusciti dell'intera produzione. Le aree non sono nemmeno ricche di segreti da scoprire e tesori da trovare, rendendo così le esplorazioni completamente inutili: si ha proprio l'impressione di star perdendo tempo!
Queste terribili scampagnate partiranno dalla città di Ryne, hub centrale del gioco, da cui è possibile organizzare i membri del party, equipaggiamenti e abilità, oppure effettuare acquisti, accettare missioni secondarie, guardare la galleria o collegarsi online ad altri giocatori. I personaggi di AW non potranno equipaggiare armi come quelli di SAO, ma godranno invece di particolari pietre che infonderanno danni di tipo elementale ai loro attacchi. Queste pietre possono essere acquistate tramite Punti Burst (la valuta originale del Mondo Accelerato) che vengono assegnati, in ugual modo agli Yrd (valuta di ALO), sconfiggendo nemici o completando missioni secondarie. I PB possono essere sfruttati anche per aumentare l'attacco degli Avatar da duello e per farli salire velocemente di livello.
Le missioni secondarie vengono accettate presso la bacheca e si possono suddividere in sole due categorie: raccogli i drop dei mostri; uccidi i mostri. Altre tipologie di missione sono: missioni extra, che ripropongono gli scontri contro certi boss in una versione potenziata; missioni improvvise, che compaiono, appunto, all'improvviso durante le esplorazioni e consistono nell'eliminazione di un gruppo di mostri entro un tempo limite; missioni di amicizia, che consistono nel recuperare, spesso in un dungeon, un oggetto per un altro personaggio.
Tecnicamente parlando, Accel World Vs. Sword Art Online si pone su livelli bassissimi. Graficamente ci sono stati dei leggerissimi passi avanti rispetto a LS per quanto riguarda gli ambienti (sulla scia di Hollow Realization uscito lo scorso anno per intenderci), mentre mostri e personaggi hanno ancora troppe spigolature, se non addirittura gli stessi modelli. La qualità dei dettagli è minima e il lavoro di design ambientale è stato fatto sufficientemente bene solo nelle piccole aree di Brain Burst in cui entreremo di rado nel corso dell'avventura, rovinate, però, dagli orribili muri invisibili. Rispetto al passato ci sono anche meno cutscene realizzate con l'ottimo cel shading della opening, a favore delle solite immagini statiche e delle talking heads (riciclate anche queste per quanto riguarda i personaggi di SAO), e quelle poche cutscene realizzate col motore di gioco sono terribilmente legnose e, al momento in cui scriviamo questa recensione, buggate a causa dell'audio che improvvisamente sparisce! Il gioco, infine, dovrebbe girare a 1080p con 60 fps, ma i cali di frame saranno all'ordine del giorno, così come i pop up di NPC.
Parlando dell'audio, al di là delle cutscene attualmente buggate, si possono solo spendere parole positive. Le musiche di gioco non saranno certo memorabili, ma risultano orecchiabili e azzeccate. Il doppiaggio in giapponese è di alto livello, con tutti i seiyuu originali delle due serie animate, per non parlare della bellissima opening realizzata appositamente per questo titolo.
Di buona fattura anche la traduzione italiana, che ha fatto sicuramente dei passi da gigante rispetto ai giochi scorsi.
Nel complesso siamo di fronte ad un titolo appena sufficiente, rivolto esclusivamente ai fan di una o di entrambe le serie. Più che un gioco inedito sembra un'enorme espansione di LS in collaborazione con AW: l'enorme riciclo di materiali già usati e la forte preponderanza di SAO rispetto ad AW ne sono la conferma. È palesemente un gioco sviluppato sia con un enorme risparmio sia con una cattiva gestione del budget: che senso ha spendere fior di quattrini nel doppiare centinaia di righe di dialogo inutili, quando graficamente il titolo è orribile e i comandi super-legnosi? Una migliore distribuzione dei fondi avrebbe potuto fare la differenza in un gioco che sta in piedi per miracolo. Il peggio è proprio il fatto che, certi problemi, il gioco se li porta dietro dal predecessore, come il terribile sistema di targeting dei nemici, criticato all'unanimità e riproposto ora tale e quale! A salvare la produzione vi è, in particolare, la grande varietà di personaggi e la possibilità di usare, per la prima volta qui in Occidente, quelli di AW. Apprezzabile è anche lo sforzo di implementare delle modalità online per svolgere missioni extra in cooperativa o lottare in PvP nell'arena, ma rimangono elementi di contorno che non impreziosiscono più di tanto il cuore dell'esperienza.
Accel World Vs. Sword Art Online di Bandai Namco e Artdink per PlayStation 4 e PlayStation Vita è un titolo rivolto esclusivamente a chi è già fan di almeno una delle due serie. Non solo perché il titolo dà per scontate molte nozioni, ma anche perché i fan dei JRPG in tempo reale hanno ben altre alternative a cui rivolgersi. A causa di un enorme riciclo di elementi già visti un paio di anni fa in Lost Song, e a fronte dei quasi inesistenti passi avanti compiuti, il gioco si ferma ad una valutazione poco più che sufficiente.
Pro
- Tanti personaggi giocabili, tra cui quelli inediti di AW
- Ottimo comparto audio
- Opzioni multiplayer gradite
Contro
- Eccessivo riciclo di elementi da Lost Song
- Comandi di volo e telecamera ancora da rivedere
- Graficamente pessimo
- Dungeon troppo anonimi e ripetitivi
- Trama che, nonostante i miglioramenti, continua a non convincere
Comunque, utilizzare questi personaggi mi è piaciuto molto. Se anche voi siete fan della serie magari vi conviene recuperarlo a seguito di un forte sconto.
Aspetterò degli sconti pesanti allora, tanto più è solo digitale su PSV, nel frattempo riprendo HR.
Anche se sinceramente non so cosa si aspettasse riguardo alle pesanti sezioni di dialogo in stile VN, presenti da Infinity Moment e in altri giochi dello stesso tipo. Pienamente d'accordo con il resto, soprattutto al riguardo verso gli asset riusati.
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