I videogiocatori sono un po’ come i cacciatori di Hunter X Hunter. Sono tanti, sparsi per tutto il mondo, molto diversi per gusti e attitudini: c’è chi si focalizza su un solo genere e chi prova un po’ di tutto, chi vuole collezionare ogni singolo trofeo per avere l’agognato platino e chi molla dopo la prima missione che non lo aggrada, c’è chi segue una certa casa di produzione perché ne adora lo stile e chi magari la evita per lo stesso motivo. Questa enorme accozzaglia di persone, apparentemente radicalmente diverse, sono però tutte accomunate da una cosa: la ricerca di nuovi stimoli.
 
Windbound recensione

5 Lives Studio ha portato Windbound su console e Pc, un’avventura di cui un publisher veterano quale Deep Silver ha riconosciuto la qualità, decidendo di investire sul progetto e distribuirlo. Cos’è Windbound? Cosa offre? Perché in un mare di titoli dovremmo scegliere proprio questo? Se il vostro istinto da Hunter vi ha portati fin qui potrebbe valere la pena continuare a leggere, così poi da avere maggiori informazioni per decidere se imbarcarvi insieme alla muta protagonista verso una nuova e stimolante avventura.

Presentato come una sorta di The Legendo of Zelda: Breath of the Wild, Windbound si dimostra completamente diverso...

La storia di Windbound si apre con una criptica presentazione. Non è chiaro cosa stia succedendo e perché, ma una numerosa flotta di imbarcazioni medio-piccole stanno solcando i mari durante una tempesta quando una enorme bestia inizia a scatenarsi, distruggendo navi e seminando il caos. La nostra protagonista, una apparentemente non troppo giovane ragazza dai tratti un po’ mascolini, viene coinvolta nei disordini e si trova mezza svenuta in mare. Quando tutto sembra perduto, d’un tratto apre gli occhi e si trova sola, in piedi sul mare con davanti un luminoso portale e, dopo averlo attraversato, riacquista i sensi sulla riva di una spiaggia.
 
Windbound recensione

Senza sapere nulla sullo scopo del viaggio, sul personaggio che usiamo o sul mondo in cui ci troviamo, inizia il viaggio verso l’ignoto della protagonista senza nome che, armata solo di un coltello e di un Remo Magico, si lancerà alla ricerca di strane chiavi che aprono misteriosi portali. Man mano che si apriranno portali ci si imbatterà in affascinanti murales riguardanti il mondo e la misteriosa creatura che ha seminati morte e distruzione.

Le aree di Windbound sono un susseguirsi di isole dalla dimensione variabile da raggiungere solcando i mari con la propria barca. Spesso le isole sono ricche di animali, oggetti e piante, tutte potenziali risorse utili per avanzare o magari letali minacce da superare. Prima ancora di essere un action-adventure Windbound è un gioco di sopravvivenza e avanzare significa rimboccarsi le maniche e raccogliere i materiali necessari per… tutto.
 
Windbound recensione

La raccolta e gestione di materie prime è un aspetto fondamentale del gioco così come lo sono costruire gli oggetti e raccogliere il cibo, quest’ultimo fondamentale non tanto per il recuperaro della vita quanto soprattutto per la stamina, barra che rappresenta sia quanto possiamo scattare o nuotare prima di essere stanchi e quanto possiamo resistere prima di morire di fame.

La gestione delle risorse è ben calibrata, infatti dall’inizio alla fine rimane sempre un aspetto di cui tenere conto mentre ci si sposta da un’isola all’altra donando al viaggio un mood particolarmente selvaggio e creando il bisogno concreto di esplorare le numerose aree messe a disposizione in ogni capitolo. Per quanto tale impostazione dia molta personalità a Windbound e lo elevi rispetto ai ‘semplici’ open-world survival dove gli unici oggetti realmente interessanti sono munizioni e cure e spesso si finisce per avere in abbondanza entrambe, è anche vero che alla lunga il ripetersi di certe azioni quali cuocere la selvaggina o deforestare la giungla per raccogliere legno/erba/bambù alla lunga diventi monotono e noioso. Costruire non richiede mai troppi materiali, ma per l’ottenimento di alcuni è obbligatorio sporcarsi le mani o costruirli tramite step, tuttavia è anche possibile limitare al minimo questo aspetto e completare l’avventura senza alcuni tool apparentemente basilari.
 
Windbound recensione

Il giocatore ha la totale libertà nella scelta dell’approccio e apparentemente non vi è uno stile migliore di un altro: se combattere non fa per voi non è un problema, la fuga dagli animali feroci è un’opzione più che valida così come lo è cacciare animali erbivori che non hanno nulla contro di voi o avanzare seguendo una dieta vegetariana. Non è un caso se ci sono diversi trofei legati allo stile e alla dieta della protagonista.

Tralasciando la moralità delle azioni sopracitate, la differenza più grande che deriva dallo stile di gioco risiede nei materiali che alla fine il giocatore avrà a disposizione e, di conseguenza, agli oggetti che potrà costruire partendo da essi per aiutarsi nel corso dell’avventura. Oltre alle classiche armi e armature, la parte più importante del crafting è legata alla barca e ai suoi potenziamenti: costruire una nave non si riduce ad averne una più bella, veloce o resistente e i potenziamenti non migliorano passivamente le statistiche. La barca viene assemblata pezzo per pezzo, è il giocatore che deve tenere conto di cosa sta facendo sperimentando con le diverse opzioni che ha a disposizione per ottenere un’imbarcazione adatta alle acque che dovrà solcare.
 
Windbound recensione

Le forme che si possono dare alla barca, così come i tanti accessori aggiungibili e componibili, sono molteplici e non influenzano solamente stabilità e velocità: una barca lunga e sottile può essere veloce e difficile da colpire ma delle onde particolarmente alte potrebbero facilmente ribaltarla. Una barca con attaccata sopra una zattera potrebbe migliorare la stabilità e nello spazio extra si potrebbero aggiungere ceste o pentole per portare con sé più oggetti e cuocere la carne durante le traversate più lunghe.

Come si può facilmente dedurre dall’attenzione posta nella creazione della barca, la navigazione gioca un ruolo fondamentale in Windbound e la personalizzazione lasciata nella gestione rende l’avventura interessante e a suo modo più personale, tuttavia non sono poche le scelte di design che peggiorano non poco l’esperienza di gioco sia in mare che sulla terra ferma. Il layout dei tasti non è dei più felici e la gestione dei menù riesce ad essere confusionaria nonostante non ve ne siano molti e il sistema di per sé sia semplice ed intuitivo. Tutte le interazione con oggetti e ambiente avviene tramite la pressione del tasto triangolo, questo significa che l’unica differenza fra ‘Guidare la barca’, ‘Spingere la barca’ e ‘Aprire la cesta sulla barca’ sta nella posizione del nostro personaggio.
 
Windbound recensione

Finché si vuole spingere la barca in mare dopo averla ‘posteggiata’ sulla spiaggia e si perde qualche minuto aprendo ripetutamente e involontariamente le ceste piene di scorte non è un problema, ma quando si è in mare, magari in una situazione di pericolo, e invece di prendere il controllo della barca e mettersi in fuga si inizia a rovistare fra le spezie il fastidio si trasforma in rabbia. Un’altra scelta davvero bizzarra sul fronte navigazione risiede nella gestione del remo. Quando si aggiunge la vela alla propria barca, uno dei primissimi elementi extra che si sbloccano e che migliora sensibilmente la velocità, si perde completamente la possibilità di remare.

La gestione della vela è un aspetto fondamentale nella navigazione su Windbound, come suggerisce anche il titolo. Fare leva sulle correnti di vento per andare più veloce è la base e la differenza di andatura fra vela e remo non è neanche paragonabile, tuttavia remare rende la barca molto più controllabile e quando si è circondati dagli scogli o il vento soffia violentemente nella direzione opposta a quella che vogliamo non sarebbe male poter tirare giù la vela e proseguire con il remo. Per qualche misterioso motivo non si può fare. In quelle situazioni si è costretti a fare mille manovre o, peggio, rimanere fermi finché il vento non cambia direzione. E’ sempre possibile smantellare una o più parti della propria nave, ma il fatto che si debba distruggere l’albero per poter remare è quanto mai stupido.

GIUDIZIO FINALE

Windbound è un gioco di sopravvivenza dalle impostazioni e meccaniche molto classiche e decisamente ben collaudate, l’aspetto che davvero dona lustro e personalità al titolo è la gestione delle fasi in mare. La creazione della barca è ottima e la libertà lasciata nella creazione del proprio vascello rende la navigazione ancora più divertente di quanto già non sia grazie alla realizzazione delle onde, estremamente variegata e precisa.
La parte survival del gioco risulta ben gestita grazie al buon bilanciamento fra risorse da scovare e velocità con cui se ne ha nuovamente bisogno, il tutto viene inoltre enfatizzato dall’impostazione della mappa che costringe il giocatore a intraprendere lunghe traversate, durante le quali si troverà costretto a scendere su qualche isolotto per cercare risorse.
Il sistema di combattimento fin troppo semplice e non proprio preciso non pesa più di tanto sull’esperienza globale, ma la narrazione estremamente blanda insieme alla protagonista senza carisma portano il giocatore a concentrarsi troppo su ciò che fa, cosa che finisce inevitabilmente per mettere in risalto la monotonia generale che pervade le sessioni di Windbound. Questo, insieme alle già citate scelte di design poco felici, portano la noia a vincere sulle tante buone idee che caratterizzano la produzione di 5 Lives Studio. Un vero peccato.

Gioco testato su Playstation 4.