Non è raro che un titolo già uscito venga riproposto in una nuova edizione dopo un certo periodo, tal volta ‘semplicemente’ comprendendo tutti gli aggiornamenti e i DLC mentre altre espandendo l’esperienza con contenuti inediti. Questa pratica non nasce certo oggi, già su Playstation 2 noi poveri occidentali andavamo a spulciare i video di Youtube alla ricerca dei filmati extra di Kingdom Hearts presi dalle versioni Final Mix.
 
DQ XI rece

Dopo 2 anni dal suo debutto in occidente e 1 dalla riedizione espansa su Nintendo Switch, l’acclamato Dragon Quest XI: Echi di un'Era Perduta torna su Playstation 4, Xbox One e Pc nella sua forma definitiva con tutte le novità introdotte nella versione per la console Nintendo. Aggiunte e migliorie erano troppe e troppo pervasive per venire introdotte via aggiornamento o DLC e la scelta di presentare una nuova edizione potrebbe far storcere il naso a chi ha acquistato il gioco base vista l’incompatibilità fra i salvataggi, ma come sarà questo Dragon Quest XI Echi di un’Era Perduta Definitive Edition S?

Atmosfere calde e impostazione classica per un'avventura epica perfettamente godibile da grandi e piccini

Il grande giorno è arrivato, l’eroe senza nome e la sua migliore amica Gemma sono diventati maggiorenni e, come da tradizione del villaggio, devono andare a pregare sulla cima del monte vicino. Il breve viaggio non è dei più semplici, i mostri sono irrequieti e attaccano il gruppo mettendo Gemma in serio pericolo. E’ proprio in questo momento critico che la natura del protagonista si palesa: un fulmine arriva dal nulla stroncando la minaccia e ciò convince la madre dell’eroe a rivelare un grande segreto. Si scopre così che il protagonista è Il Lucente, colui destinato a salvare il mondo dalle imminenti tenebre che stanno per colpirlo.
 
DRAGON QUEST XI S recensione

Inizia così l’epico viaggio che porterà l’eroe in giro per il vasto e affascinante mondo, popolato da simpatici personaggi e pittoresche creature. La storia è classica il giusto per mettere i giocatori a proprio agio senza però annoiarli. Non mancano colpi di scena davvero inaspettati che rendono la storia intrigante e mai banale, pur non discostandosi mai troppo da mood e impostazioni classiche della serie.

Gli innumerevoli escamotage e passaggi narrativi offerti da Dragon Quest XI faranno senza dubbio la felicità dei fan di vecchia data e la fluidità e naturalezza con cui si susseguono riescono non solo a rendere l’impostazione classica appetibile a nuovi e vecchi giocatori, ma soprattutto palesano ad entrambe le tipologie di pubblico perché Dragon Quest è la serie che ha dettato i canoni dei jrpg fantasy, definendo in modo inequivocabile ciò che per i giapponesi significa “Avventura in un gioco di ruolo fantasy”.
 
DRAGON QUEST XI S recensione

Il mood generalmente allegro e tranquillo non intacca in alcun modo i momenti topici dell’avventura e la storia scorre piacevolmente in tutte le sue fasi, affascinando grandi e piccini con personaggi emblematici, bellissimi panorami ed enormi città da esplorare, il tutto sempre con il caloroso e magico stile di Akira Toriyama. La bellissima grafica è un elemento molto importante nella miscela che ha portato Dragon Quest XI ad essere il capolavoro acclamato dalla critica al suo debutto e sotto questo punto di vista la Definitive Edition compie più di un passo indietro.

L’edizione definitiva di un gioco dovrebbe essere per definizione la migliore in cui esso è disponibile, la più completa e definita... ma qui c’è una S di troppo. Dragon Quest XI Definitive Edition S non è la versione Playstation 4 o Xbox One del gioco con tutte le migliorie della versione Nintendo Switch, quanto piuttosto un porting dell’edizione Nintendo sulle altre piattaforme.
 
DRAGON QUEST XI S recensione

Il risultato di questa scelta è una resa grafica globalmente peggiore rispetto all’originale e ciò intacca non poco la magia con cui Dragon Quest XI ha stregato i giocatori. Se la parte S del titolo non può che far storcere il naso, bisogna ammettere però che le novità introdotte rendono il gameplay decisamente più piacevole rispetto all’originale.

Le migliorie non rivoluzionano il sistema, ma rendono varie fasi del gioco più piacevoli come ad esempio la scelta di mettere direttamente nell’inventario gli oggetti che cadono da un albero dopo averlo scrollato piuttosto che doverli raccogliere uno ad uno oppure la possibilità di forgiare gli oggetti ovunque senza dover necessariamente andare in un accampamento o ancora l’introduzione di un oggetto con cui chiamare la propria cavalcatura ovunque e la modalità ultra-veloce per terminare i combattimenti in poco tempo. Le migliorie introdotte nel gameplay sono tante e per lo più poco appariscenti, ma contribuiscono a rendere l’avventura infinitamente meno tediosa e una volta provate sarà difficile rinunciarvi.
 
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Non mancano poi novità più appariscenti come le missioni extra dedicate ai protagonisti, la possibilità di giocare con il doppiaggio giapponese, la colonna sonora orchestrata o la possibilità di cambiare l’estetica dell’equipaggiamento senza dover effettivamente equipaggiare l’apposito set.

Come non citare poi la possibilità di giocare in modalità 2D, ovvero con la visuale dall’alto e la grafica in 16-bit come nella versione 3DS di Dragon Quest XI. La modalità 2D offre un’esperienza di gioco completamente in vecchio stile con tanto di visuale in prima persona nelle battaglie e l’impossibilità di selezionare obiettivi diversi fra gruppi di nemici dello stesso tipo. Curiosa la scelta di lasciare alcune presentazioni più cinematografiche in grafica 3D, forse proprio per riprodurre quel senso di “wow genuino” che scaturiva quando nei vecchi giochi di ruolo partiva una cutscene animata, ma togliendo il doppiaggio.
 
DRAGON QUEST XI S recensione

La possibilità di giocare in 2D è una chicca estremamente carina, senza dubbio un ottimo modo per appianare la sensazione di deja vu di chi ha già giocato l’originale, ma vuole comunque godersi le novità. Come già detto, la grafica è un aspetto importante nella formula magica di Dragon Quest e il potere della nostalgia difficilmente convincerà i giocatori a rinunciare ai bellissimi panorami per tutta l’avventura; fortunatamente è sempre possibile passare da uno stile all’altro nelle aree dove è possibile salvare il gioco, quindi tipicamente le chiese, tuttavia lo switch grafico non è propriamente indolore. Sebbene si mantengano esperienza e oggetti, quando si cambia grafica si è costretti a partire dall’inizio di uno dei capitoli che si è conclusi.

GIUDIZIO FINALE

Dragon Quest XI: Echi di un’Era Perduta è un tanto classico quanto valido jprg: lo era nella sua versione originale e si riconferma tale in questa sua Edizione Definitiva S. Le migliore introdotte rendono l’esperienza globale più godibile, ma difficilmente saranno abbastanza da giustificare il ricominciare da capo l’intera longeva avventura per chi già una volta l’ha approfondita, se non giusto per la curiosità di riviverla in 2D. Il prezzo da pagare per gli extra della Definitive Edition è una grafica 3D meno definita, ma ne vale la pena ed è per questo che chi si avvicina a Dragon Quest XI per la prima volta dovrebbe puntare a questa versione.

Il voto di questa recensione non è in paragone alla precedente.
Gioco testato su Playstation 4.