L'arrivo di Final Fantasy VII Remake su PC non è una sorpresa: sin dalla sua presentazione infatti, che non si trattasse di un'esclusiva PlayStation al 100% si era intuito e anche se è passato circa un anno e mezzo, continua a essere in piena forma, con un comparto tecnico da fare invidia alle maggiori produzioni occidentali.
Ma quello che abbiamo tra le mani non è semplicemente Final Fantasy VII Remake ma la versione Intergrade, con un DLC che amplia ulteriormente l'offerta ludica del titolo. Anche questa recensione sarà un'"integrazione" a quella già presente e che potete consultare qui.
Nonostante però sia al debutto su personal computer è innegabile come la maggior parte degli appassionati sia a conoscenza di come alcune scelte narrative abbiano creato qualche piccolo grattacapo, soprattutto nella parte finale. Final Fantasy VII Remake è risultato un titolo dal percorso simile alla serie tv Game of Thrones: eccezionale, ma quel finale ne rovina il ricordo.
Per quanto ovviamente la narrazione principale proceda seguendo quanto visto nel Final Fantasy VII originale, questo remake ha comunque il pregio di approfondire tantissimi aspetti legati al contesto non solo dei personaggi ma anche all'ambiente di gioco, che vede una Shinra molto più presente e temibile, come anche i comprimari che accompagnano Cloud in tutte le avventure. Per 4/5 del gioco, procede tutto molto bene con un'interessante integrazione narrativa che rende più comprensibili le scelte dei nostri compagni e credibile l'intero impianto narrativo. Certo, altri interventi non sono inseriti in maniera molto elegante, ma sono comunque minoritari rispetto alla grandiosità che ci si ritrova davanti. La gestione dell'ultimo quinto di gioco infatti sembra avere un colpevole abbastanza preciso, con una sezione sia al lato gameplay sia lato narrativo assolutamente non l'altezza con quanto avvenuto in precedenza. Final Fantasy VII Remake vive di questa spaccatura e di qualche contraddizione, con la volontà di Nomura e Nojima (Director e sceneggiatore) di portare giustamente dei cambiamenti ─ visto anche i tempi che corrono ─ ma entrando come un elefante in una cristalleria. Volendo trovare una controparte occidentale, i lavori di David Cage sono un buon paragone, con titoli come Detroit: Become Human, Heavy Rain o Beyond: Two Souls che vivono di trovate a volte geniali ma in cui si vede in maniera piuttosto evidente la mano dell'autore, quell'elemento che stona forzatamente con tutto il resto.
Dunque anche gli utenti PC potranno constatare questa schizofrenia di fondo, dove si cerca di preservare con rispetto quanto raccontato più di vent'anni fa, ma forse con un eccessivo ego e manie di protagonismo dei due autori. Il paragone con Rebuild of Evangelion è saltato fuori spesso, una rivisitazione di quanto avvenuto in precedenza, portando avanti le idee di base ma stravolgendone nella forma. Qui accade esattamente la stessa cosa ma mentre per Evangelion abbiamo Hideaki Anno che non solo ne è il padre ma anche essenza stessa dell'opera, qui si è portata una visione che ha escluso totalmente la fanbase. Sia ben chiaro, i cambiamenti sono sacrosanti e come detto, in Final Fantasy VII Remake sono tanti quelli che funzionano, ma il modo con cui è stata gestito l'ultimo atto è una grossa macchia per uno dei migliori titoli del 2020, gettando basi in un futuro pieno di insidie.
Se dal lato narrativo dunque per la maggior parte delle volte funziona e anche molto bene, sul lato gameplay si fa un enorme salto avanti da quanto iniziato con Final Fantasy XV, un travagliato capitolo che ha cercato di fondere uno stile action alle classiche meccaniche del JRPG. Nomura ha spinto tanto per avere questo combat system, un ibrido praticamente perfetto che sposa il combattimento a turni ATB con uno stile che cambia totalmente l'approccio agli scontri. La frenesia delle battaglie assume tutt'altro valore, con la possibilità di intercambiare i personaggi in tempo reale o scegliendo quale tipo di azione far compiere a un altro compagno mentre si sta colpendo il nemico con tutta la forza possibile. Questo combat system è estremamente stratificato e porta il giocatore a sperimentare diverse combinazioni tra attacchi e Materia che possono trasformare radicalmente le abilità di ogni personaggio. È chiaro come tutto ciò venga esaltato maggiormente dagli scontri contro i boss, tutti diversi e quasi tutti appaganti, almeno per 4/5 dell'avventura. La teatralità degli scontri trova maggiore contestualizzazione rispetto al gioco originale dove effettivamente, erano presenti molti boss che sembravano saltar fuori un po' a caso. Qui si è fatta molta attenzione e per gli appassionati sarà una gioia rincontrare vecchie conoscenze.
Final Fantasy VII Remake si chiama Intergrade per un motivo: oltre a possedere un DLC, Episode INTERmission, possiede tutti i miglioramenti apportati alla versione PlayStation 5. Uno degli elementi che ha colpito infatti, è stato ovviamente il comparto tecnico, capace di realizzare un sogno quasi impossibile qualche anno fa. Sembra di trovarsi in Advent Children in tempo reale, ma su PC, tutto questo assume un'altra valenza. Nonostante le impostazioni siano veramente risicate, con classico cambiamento di risoluzione e qualità delle texture, il colpo d'occhio è davvero notevole con tutti quei piccoli ma trascurabili difetti presenti nella versione PS4 qui letteralmente spariti. Niente texture sgranate, modelli praticamente impeccabili e una ricostruzione di Midgar che a 4K nativo e 60 frame al secondo (ma supporta anche i 120fps) lascia semplicemente a bocca aperta. Sul lato artistico si è già discusso, ma la ricostruzione degli ambienti e delle varie sezioni della città rispecchiano un amore per il titolo originale davvero rimarchevole; è un continuo viaggio nei ricordi anche se questi, sono molto diversi.
Anche il sistema d'illuminazione è stato ulteriormente migliorato e anche se purtroppo non presenta tecnologia ray-tracing, l'impatto generale rende la versione PC simile alla versione PlayStation 5, anche se la maggiore risoluzione e fluidità si sentono parecchio. I 60 frame al secondo sono una manna e da questo punto di vista, questo porting, si presenta ben ottimizzato anche con schede video non al passo coi tempi: provato su una AMD RX580, riesce a tenere la massima risoluzione a un frame rate vicino alla fatidica soglia senza cali o interruzioni significativi.
A colpire è l'utilizzo di effetti volumetrici in grado di rendere il tutto molto più teatrale ma soprattutto realistico, in combinazione con screen space reflection che è sì distante da quanto il ray-tracing può produrre, ma fa comunque la sua bella figura. Ma se c’è un elemento che cambia parecchio l’approccio al titolo, è il supporto completo all’SSD NVME che, come per PS5, trasforma i lunghi caricamenti presenti al suo debutto con fugaci occhiate alle schermate di caricamento. Una feature utile come il pane in Bloodborne, qualora arrivasse su PC.
Tutto questo si unisce all'incredibile colonna sonora che potrete sentire al Teatro Arcimboldi di Milano, se siete tra i fortunati che avranno l'opportunità di assistere all'incredibile lavoro svolto da Masashi Hamauzu, con un riarrangiamento delle musiche originali che rendono Final Fantasy VII Remake un'opera teatrale a tutto tondo, così com'era immaginato nella mente dello storico autore Yoshinori Kitase.
Ma quello che abbiamo tra le mani non è semplicemente Final Fantasy VII Remake ma la versione Intergrade, con un DLC che amplia ulteriormente l'offerta ludica del titolo. Anche questa recensione sarà un'"integrazione" a quella già presente e che potete consultare qui.
Nonostante però sia al debutto su personal computer è innegabile come la maggior parte degli appassionati sia a conoscenza di come alcune scelte narrative abbiano creato qualche piccolo grattacapo, soprattutto nella parte finale. Final Fantasy VII Remake è risultato un titolo dal percorso simile alla serie tv Game of Thrones: eccezionale, ma quel finale ne rovina il ricordo.
Per quanto ovviamente la narrazione principale proceda seguendo quanto visto nel Final Fantasy VII originale, questo remake ha comunque il pregio di approfondire tantissimi aspetti legati al contesto non solo dei personaggi ma anche all'ambiente di gioco, che vede una Shinra molto più presente e temibile, come anche i comprimari che accompagnano Cloud in tutte le avventure. Per 4/5 del gioco, procede tutto molto bene con un'interessante integrazione narrativa che rende più comprensibili le scelte dei nostri compagni e credibile l'intero impianto narrativo. Certo, altri interventi non sono inseriti in maniera molto elegante, ma sono comunque minoritari rispetto alla grandiosità che ci si ritrova davanti. La gestione dell'ultimo quinto di gioco infatti sembra avere un colpevole abbastanza preciso, con una sezione sia al lato gameplay sia lato narrativo assolutamente non l'altezza con quanto avvenuto in precedenza. Final Fantasy VII Remake vive di questa spaccatura e di qualche contraddizione, con la volontà di Nomura e Nojima (Director e sceneggiatore) di portare giustamente dei cambiamenti ─ visto anche i tempi che corrono ─ ma entrando come un elefante in una cristalleria. Volendo trovare una controparte occidentale, i lavori di David Cage sono un buon paragone, con titoli come Detroit: Become Human, Heavy Rain o Beyond: Two Souls che vivono di trovate a volte geniali ma in cui si vede in maniera piuttosto evidente la mano dell'autore, quell'elemento che stona forzatamente con tutto il resto.
Dunque anche gli utenti PC potranno constatare questa schizofrenia di fondo, dove si cerca di preservare con rispetto quanto raccontato più di vent'anni fa, ma forse con un eccessivo ego e manie di protagonismo dei due autori. Il paragone con Rebuild of Evangelion è saltato fuori spesso, una rivisitazione di quanto avvenuto in precedenza, portando avanti le idee di base ma stravolgendone nella forma. Qui accade esattamente la stessa cosa ma mentre per Evangelion abbiamo Hideaki Anno che non solo ne è il padre ma anche essenza stessa dell'opera, qui si è portata una visione che ha escluso totalmente la fanbase. Sia ben chiaro, i cambiamenti sono sacrosanti e come detto, in Final Fantasy VII Remake sono tanti quelli che funzionano, ma il modo con cui è stata gestito l'ultimo atto è una grossa macchia per uno dei migliori titoli del 2020, gettando basi in un futuro pieno di insidie.
Se dal lato narrativo dunque per la maggior parte delle volte funziona e anche molto bene, sul lato gameplay si fa un enorme salto avanti da quanto iniziato con Final Fantasy XV, un travagliato capitolo che ha cercato di fondere uno stile action alle classiche meccaniche del JRPG. Nomura ha spinto tanto per avere questo combat system, un ibrido praticamente perfetto che sposa il combattimento a turni ATB con uno stile che cambia totalmente l'approccio agli scontri. La frenesia delle battaglie assume tutt'altro valore, con la possibilità di intercambiare i personaggi in tempo reale o scegliendo quale tipo di azione far compiere a un altro compagno mentre si sta colpendo il nemico con tutta la forza possibile. Questo combat system è estremamente stratificato e porta il giocatore a sperimentare diverse combinazioni tra attacchi e Materia che possono trasformare radicalmente le abilità di ogni personaggio. È chiaro come tutto ciò venga esaltato maggiormente dagli scontri contro i boss, tutti diversi e quasi tutti appaganti, almeno per 4/5 dell'avventura. La teatralità degli scontri trova maggiore contestualizzazione rispetto al gioco originale dove effettivamente, erano presenti molti boss che sembravano saltar fuori un po' a caso. Qui si è fatta molta attenzione e per gli appassionati sarà una gioia rincontrare vecchie conoscenze.
Final Fantasy VII Remake si chiama Intergrade per un motivo: oltre a possedere un DLC, Episode INTERmission, possiede tutti i miglioramenti apportati alla versione PlayStation 5. Uno degli elementi che ha colpito infatti, è stato ovviamente il comparto tecnico, capace di realizzare un sogno quasi impossibile qualche anno fa. Sembra di trovarsi in Advent Children in tempo reale, ma su PC, tutto questo assume un'altra valenza. Nonostante le impostazioni siano veramente risicate, con classico cambiamento di risoluzione e qualità delle texture, il colpo d'occhio è davvero notevole con tutti quei piccoli ma trascurabili difetti presenti nella versione PS4 qui letteralmente spariti. Niente texture sgranate, modelli praticamente impeccabili e una ricostruzione di Midgar che a 4K nativo e 60 frame al secondo (ma supporta anche i 120fps) lascia semplicemente a bocca aperta. Sul lato artistico si è già discusso, ma la ricostruzione degli ambienti e delle varie sezioni della città rispecchiano un amore per il titolo originale davvero rimarchevole; è un continuo viaggio nei ricordi anche se questi, sono molto diversi.
Anche il sistema d'illuminazione è stato ulteriormente migliorato e anche se purtroppo non presenta tecnologia ray-tracing, l'impatto generale rende la versione PC simile alla versione PlayStation 5, anche se la maggiore risoluzione e fluidità si sentono parecchio. I 60 frame al secondo sono una manna e da questo punto di vista, questo porting, si presenta ben ottimizzato anche con schede video non al passo coi tempi: provato su una AMD RX580, riesce a tenere la massima risoluzione a un frame rate vicino alla fatidica soglia senza cali o interruzioni significativi.
A colpire è l'utilizzo di effetti volumetrici in grado di rendere il tutto molto più teatrale ma soprattutto realistico, in combinazione con screen space reflection che è sì distante da quanto il ray-tracing può produrre, ma fa comunque la sua bella figura. Ma se c’è un elemento che cambia parecchio l’approccio al titolo, è il supporto completo all’SSD NVME che, come per PS5, trasforma i lunghi caricamenti presenti al suo debutto con fugaci occhiate alle schermate di caricamento. Una feature utile come il pane in Bloodborne, qualora arrivasse su PC.
Tutto questo si unisce all'incredibile colonna sonora che potrete sentire al Teatro Arcimboldi di Milano, se siete tra i fortunati che avranno l'opportunità di assistere all'incredibile lavoro svolto da Masashi Hamauzu, con un riarrangiamento delle musiche originali che rendono Final Fantasy VII Remake un'opera teatrale a tutto tondo, così com'era immaginato nella mente dello storico autore Yoshinori Kitase.
La versione PC di Final Fantasy VII Remake Intergrade è un bel regalo di Natale per tutti i fan che hanno aspettato per lungo tempo l'approdo su macchine decisamente più performanti le avventure di Cloud Strife e dei suoi compagni, oltre all'onnipresente ─ fin troppo ─ Sephirot. La versione PC porta avanti tutti i miglioramenti arrivati sulla versione PlayStation 5, con caricamenti rapidissimi e qualità e streaming delle texture che non hanno nulla a che vedere con la versione di una generazione fa. L'effetto di trovarsi in scene in computer grafica è davvero grande, capace di impressionare chiunque poggi lo sguardo su qualunque scena del gioco.
Pro
- Tecnica e Sonoro tra i migliori su piazza
- Combat System praticamente perfetto
- Approfondimento narrativo necessario e funzionale
Contro
- Qualche impostazione tecnica in più non avrebbe guastato
- Parte finale come crimine contro l'umanità
Però so già che non mi piaceranno i cambi di trama.
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