Recensione
Pur essendo stata prodotta successivamente alla serie OAV, questa serie TV, intitolata Super Robot Wars OG Divine Wars, narra fatti accaduti in precedenza.
Nell’epoca chiamata Era Spaziale, per via della colonizzazione spaziale, a diversa distanza di tempo cadono sulla Terra tre meteoriti. Analizzando l’ultimo di questi tre, il professor Bian Zoldark, a capo di un’organizzazione chiamata EOTI, viene a conoscenza della presenza nello spazio di una forma di vita extraterrestre, e della sua imminente invasione della Terra. Le organizzazioni di tutto il pianeta, seguendo i suoi annunci, iniziarono lo sviluppo d’armi per contrastare quest'invasione, tra cui delle armi mobili antropomorfe (dei mecha), chiamate Personal Trooper. Durante la presentazione di una nuova arma da parte dell’EOTI, che i governi terrestri usano come paravento per un incontro segreto con gli alieni, proprio l’EOTI da inizio ad una rivolta su scala mondiale, attaccando sia truppe terrestri che aliene. Questo darà via ad una guerra interna sulla Terra, che ha motivi molto più profondi di quello che potrebbe apparire all’apparenza.
Siamo di fronte ad un prodotto di buona qualità. In generale, le qualità degli OAV sono presenti anche qua, con alcune piccole differenze.
Il character design, pur perdendo qualcosa rispetto agli OAV, è buono e riesce a differenziare abbastanza bene il numeroso gruppo di personaggi che compongono il cast. Ma come dice uno stesso personaggio della serie, “… I Classici stereotipi sono inevitabili, no?”, mettendo scherzosamente in evidenza la poca originalità. Sul mecha design c’è poco da dire: questa serie è un tripudio di mecha, o più simpaticamente robottoni, d’ogni forma, modello, dimensione o quant’altro. Dai real ai super, i modelli sono ben variegati e accontentano tutti i gusti. Le animazioni sono buone sia per quanto riguarda la tecnica tradizionale, sia per quanto riguarda la CG, nonostante quest'ultima sia un po’ lenta, anche se non in modo eccessivo. La colonna sonora è di ottima fattura sotto ogni punto di vista, con musiche che riescono a catturare perfettamente ogni momento. Le opening, ovviamente, sono a firma dei JAM Project. Break Out e Rising Force sono due ottimi pezzi, che sfruttano ottimamente le caratteristiche di un gruppo come i JAM Project.
Questa serie, come già detto, è molto buona, pur avendo, purtroppo, un difetto che ne pregiudica la valutazione finale. Si è prestata maggior attenzione al carattere dei personaggi, ognuno ben delineato. In particolare per tre di loro, più precisamente i membri del SRX Team, notiamo una buona definizione del profilo e assistiamo, durante la serie, alla loro crescita. Le esperienze, sul campo di battaglia e nella vita, li portano a maturare sia come piloti che come persone.
La trama, pur soffrendo di un difetto non trascurabile, è ben articolata e coinvolgente. Colpi di scena imprevisti non fanno che aumentarne l’interesse, pur non sviluppando tutte le sottotrame create.
Veniamo ora al punto dolente: la serie si apre con un flashforward che ci mostra un combattimento tra due personaggi, non riconoscibili, all’interno dei propri mecha. Dopo questo flash, inizia la storia vera e propria che dispiega la propria trama per l’arco della sua durata, quasi dimenticandosi dell’espediente usato inizialmente, per poi riproporlo improvvisamente negli ultimi due episodi della serie. Purtroppo però, gli avvenimenti del flashforward e quelli mostrati negli ultimi episodi non coincidono completamente, creando confusione. Uno dei due personaggi appare in un ruolo diverso da quello mostrato in precedenza, senza spiegare chi sia pur avendo un ruolo così importante, e gli avvenimenti non si svolgono esattamente nello stesso modo. Il finale risulta quindi affrettato e confuso, lasciando dei dubbi irrisolti. Oltretutto si fa riferimento ad un personaggio mai visto e neanche mai citato prima (proveniente dai giochi), confondendo di più le idee.
Se questo difetto, presente anche nella serie OAV, era trascurabile, poiché non influiva sull’effettivo svolgimento della trama, in questo caso invece non lo si può ignorare, dato che questo personaggio pare sia fondamentale, svolgendo il ruolo del burattinaio, che da dietro le quinte muove tutti i personaggi.
Abbiamo quindi una serie che, per la maggior parte della sua durata, riesce a catturare l’attenzione di tutti, per la cura che si è posta nella sua realizzazione, per poi nel finale cambiare direzione, divenendo ad uso e consumo esclusivo dei conoscitori della serie di videogiochi.
La serie merita senz’altro una visione, almeno per la quantità e la varietà di mecha presenti, veramente molto alta. Anche la trama è valida, pur perdendosi, come già detto, nel finale.
Questo particolare purtroppo influisce sul giudizio complessivo, che poteva essere certamente più alto. (Dovrebbe essere una via di mezzo tra il 6 e il 7, ma non essendoci i mezzi voti ho arrotondato per eccesso)
(Un grazie particolare a Rhaxs per la consulenza sui videogiochi!)
Nell’epoca chiamata Era Spaziale, per via della colonizzazione spaziale, a diversa distanza di tempo cadono sulla Terra tre meteoriti. Analizzando l’ultimo di questi tre, il professor Bian Zoldark, a capo di un’organizzazione chiamata EOTI, viene a conoscenza della presenza nello spazio di una forma di vita extraterrestre, e della sua imminente invasione della Terra. Le organizzazioni di tutto il pianeta, seguendo i suoi annunci, iniziarono lo sviluppo d’armi per contrastare quest'invasione, tra cui delle armi mobili antropomorfe (dei mecha), chiamate Personal Trooper. Durante la presentazione di una nuova arma da parte dell’EOTI, che i governi terrestri usano come paravento per un incontro segreto con gli alieni, proprio l’EOTI da inizio ad una rivolta su scala mondiale, attaccando sia truppe terrestri che aliene. Questo darà via ad una guerra interna sulla Terra, che ha motivi molto più profondi di quello che potrebbe apparire all’apparenza.
Siamo di fronte ad un prodotto di buona qualità. In generale, le qualità degli OAV sono presenti anche qua, con alcune piccole differenze.
Il character design, pur perdendo qualcosa rispetto agli OAV, è buono e riesce a differenziare abbastanza bene il numeroso gruppo di personaggi che compongono il cast. Ma come dice uno stesso personaggio della serie, “… I Classici stereotipi sono inevitabili, no?”, mettendo scherzosamente in evidenza la poca originalità. Sul mecha design c’è poco da dire: questa serie è un tripudio di mecha, o più simpaticamente robottoni, d’ogni forma, modello, dimensione o quant’altro. Dai real ai super, i modelli sono ben variegati e accontentano tutti i gusti. Le animazioni sono buone sia per quanto riguarda la tecnica tradizionale, sia per quanto riguarda la CG, nonostante quest'ultima sia un po’ lenta, anche se non in modo eccessivo. La colonna sonora è di ottima fattura sotto ogni punto di vista, con musiche che riescono a catturare perfettamente ogni momento. Le opening, ovviamente, sono a firma dei JAM Project. Break Out e Rising Force sono due ottimi pezzi, che sfruttano ottimamente le caratteristiche di un gruppo come i JAM Project.
Questa serie, come già detto, è molto buona, pur avendo, purtroppo, un difetto che ne pregiudica la valutazione finale. Si è prestata maggior attenzione al carattere dei personaggi, ognuno ben delineato. In particolare per tre di loro, più precisamente i membri del SRX Team, notiamo una buona definizione del profilo e assistiamo, durante la serie, alla loro crescita. Le esperienze, sul campo di battaglia e nella vita, li portano a maturare sia come piloti che come persone.
La trama, pur soffrendo di un difetto non trascurabile, è ben articolata e coinvolgente. Colpi di scena imprevisti non fanno che aumentarne l’interesse, pur non sviluppando tutte le sottotrame create.
Veniamo ora al punto dolente: la serie si apre con un flashforward che ci mostra un combattimento tra due personaggi, non riconoscibili, all’interno dei propri mecha. Dopo questo flash, inizia la storia vera e propria che dispiega la propria trama per l’arco della sua durata, quasi dimenticandosi dell’espediente usato inizialmente, per poi riproporlo improvvisamente negli ultimi due episodi della serie. Purtroppo però, gli avvenimenti del flashforward e quelli mostrati negli ultimi episodi non coincidono completamente, creando confusione. Uno dei due personaggi appare in un ruolo diverso da quello mostrato in precedenza, senza spiegare chi sia pur avendo un ruolo così importante, e gli avvenimenti non si svolgono esattamente nello stesso modo. Il finale risulta quindi affrettato e confuso, lasciando dei dubbi irrisolti. Oltretutto si fa riferimento ad un personaggio mai visto e neanche mai citato prima (proveniente dai giochi), confondendo di più le idee.
Se questo difetto, presente anche nella serie OAV, era trascurabile, poiché non influiva sull’effettivo svolgimento della trama, in questo caso invece non lo si può ignorare, dato che questo personaggio pare sia fondamentale, svolgendo il ruolo del burattinaio, che da dietro le quinte muove tutti i personaggi.
Abbiamo quindi una serie che, per la maggior parte della sua durata, riesce a catturare l’attenzione di tutti, per la cura che si è posta nella sua realizzazione, per poi nel finale cambiare direzione, divenendo ad uso e consumo esclusivo dei conoscitori della serie di videogiochi.
La serie merita senz’altro una visione, almeno per la quantità e la varietà di mecha presenti, veramente molto alta. Anche la trama è valida, pur perdendosi, come già detto, nel finale.
Questo particolare purtroppo influisce sul giudizio complessivo, che poteva essere certamente più alto. (Dovrebbe essere una via di mezzo tra il 6 e il 7, ma non essendoci i mezzi voti ho arrotondato per eccesso)
(Un grazie particolare a Rhaxs per la consulenza sui videogiochi!)