Recensione
Eureka Seven
9.0/10
Recensione di Messer_Azzone
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Kōshihen Eureka Sebun, meglio nota come Eureka Seven, è un anime robotico del 2005 di 50 episodi da 25 minuti circa ciascuno, prodotto dallo studio Bones e diretto da Tomoki Kyoda e di cui è stato recentemente realizzato anche un lungometraggio con una storia alternativa (non molto apprezzato a dire il vero).
Questa è un'opera che potremmo collocare tra i figliocci del ben più noto Neon Genesis Evangelion.
Comincio con un assaggio della trama.
Renton Thurston è un ragazzino di 14 anni, figlio del famoso Adrock Thurston, lo scienziato immolatosi da eroe per salvare il mondo. Renton considera la sua vita piuttosto noiosa e come tutti i ragazzi sogna di scappare e vivere fantastiche avventure come il gruppo dei Gekko State, i più grandi reffers (surfisti dell’aria) del mondo, guidato dal leggendario Holland.
Un giorno proprio il Nirvash, il più potente LFO (Light Finding Operation, nome con cui vengono identificati i mecha presenti nell’anime) in mano al gruppo Gekko State, cade sopra la sua casa e dall’interno del robot esce Eureka, una ragazza enigmatica che affascina fin da subito il ragazzino.
Utilizzando con l’intervento del nonno l’Amita Drive, uno speciale componente realizzato e donatogli dal padre defunto, riesce a rimettere in piedi il robot e a utilizzarlo in uno scontro nei cieli, pilotandolo in coppia con Eureka. A questo punto gli stessi membri di Gekko State lo invitano a seguirli e così Renton diventa a tutti gli effetti parte del gruppo. L’eccitazione iniziale si trasforma però ben presto nuovamente in frustrazione, poiché tutti i membri del gruppo sembrano considerarlo solo un bambino, prendendolo continuamente in giro e trattandolo male, e la vita nei cieli per lui perde d’interesse. L’unica cosa che ancora lo spinge a restare è Eureka, per la quale crede di provare un sentimento più forte della mera amicizia.
Preferisco non dirvi niente di più della storia se non che si divide in quattro grandi archi narrativi e in seguito entreranno in gioco altre forze e personaggi, tra cui delle forme di vita extraterrestri, i Corallians, che pian piano ci sveleranno tutti i segreti e i retroscena di una trama decisamente complessa e da non prendere alla leggera.
Prima del commento, le dovute premesse.
Nonostante sia un figlio degli anni ’80 e quindi dei vari robottoni come Goldrake, Jeeg, Mazinga e allegra compagnia, devo dire che i miei gusti con la maturità (se di maturità si può parlare) sono decisamente cambiati e non apprezzo più le serie mecha come un tempo. A mia parziale giustificazione penso che il genere sia stato sviscerato, trasformato, rivoltato in tutti i modi possibili, per cui i prodotti veramente originali sono davvero pochi. Oltre alle infinite serie su Gundam - che seppur belle quanto possono essere hanno un pochino rotto, chiedo perdono ai fan - negli ultimi tempi c’è stato un grande ripescaggio delle vecchie serie con remake e sequel di dubbia qualità, tra cui, ritengo, si salvi solo Koutetsushin Jeeg, che perlomeno ha una trama e il grosso pregio di reggere almeno un pochino.
Su tutte le serie robotiche originali di ultima generazione sicuramente spicca Evangelion, il cui unico grande pregio, secondo me, sta proprio nella ventata di originalità che ha portato, ma che ritengo un anime decisamente sopravvalutato.
Detto ciò ho apprezzato questo Eureka Seven decisamente di più di quanto abbia apprezzato Eva: sebbene, essendo figlio del suddetto, ne riprenda molti concetti, seppur diversamente elaborati, e addirittura molte inquadrature ricordino le scene del suo illustre papà (mi vengono in mente, p.e., Eureka che cammina nei corridoi, scena molto simile a quella vista con Misato, e il risveglio del Nirvash, che ricorda molto il berserk dello 01 durante l’attacco dell’angelo Leliel), non pecca eccessivamente come pesantezza. Infatti non presenta scene avvicinabili a quelle con le famose “seghe mentali” - passatemi il termine poiché lo trovo molto adatto - di Shinji e delle varie vicissitudini di quello che ritengo un anime dove sono raccolti tutti i pazzi schizofrenici che una mente malata sia in grado di concepire.
Il rischio, in cui sono incorso anch'io, è quello di considerare a prima vista l’opera una "tamarrata" - passatemi anche questo -, poiché sia i robottoni che viaggiano sul surf sia il gruppo di surfisti hip-hop fanno molto “Yo!” (*alza la manina con pollice, indice e mignolo aperti*), per intenderci.
Ma mi sono reso conto quasi subito che è stato un errore fermarsi all’apparenza e che comunque la trama avrebbe retto anche in mancanza di questi elementi, sicuramente inseriti per rendere l’anime più moderno e per sopperire alla parziale mancanza di originalità, assolutamente perdonabile, dovuta al fatto di essere figlio di un tanto illustre padre.
Oltre alla trama il punto forte sono sicuramente le sequenze di combattimento, numerose in tutta l’opera. Questo è un altro punto a favore rispetto a Eva, e inoltre tali sequenze sono davvero spettacolari. Ad addolcire il tutto c’è poi la storia tra Renton ed Eureka, che con l’evolversi degli eventi diventerà il fulcro di tutta l’opera.
Decisamente originale e moderna è la colonna sonora, arricchita da elementi Rap Hip-Hop che, seppur siano dei generi musicali che non sopporto, sono inseriti, in particolar modo nelle sigle, in maniera da creare un buon mix melodico piacevole all’ascolto. La mia preferita è sicuramente la prima opening, “Days”.
Insomma, per concludere, si tratta di un anime che ritengo spicchi in maniera assoluta nel panorama delle moderne serie mecha nipponiche e che deve entrare sicuramente nel bagaglio dell’appassionato di animazione del Sol Levante.
Questa è un'opera che potremmo collocare tra i figliocci del ben più noto Neon Genesis Evangelion.
Comincio con un assaggio della trama.
Renton Thurston è un ragazzino di 14 anni, figlio del famoso Adrock Thurston, lo scienziato immolatosi da eroe per salvare il mondo. Renton considera la sua vita piuttosto noiosa e come tutti i ragazzi sogna di scappare e vivere fantastiche avventure come il gruppo dei Gekko State, i più grandi reffers (surfisti dell’aria) del mondo, guidato dal leggendario Holland.
Un giorno proprio il Nirvash, il più potente LFO (Light Finding Operation, nome con cui vengono identificati i mecha presenti nell’anime) in mano al gruppo Gekko State, cade sopra la sua casa e dall’interno del robot esce Eureka, una ragazza enigmatica che affascina fin da subito il ragazzino.
Utilizzando con l’intervento del nonno l’Amita Drive, uno speciale componente realizzato e donatogli dal padre defunto, riesce a rimettere in piedi il robot e a utilizzarlo in uno scontro nei cieli, pilotandolo in coppia con Eureka. A questo punto gli stessi membri di Gekko State lo invitano a seguirli e così Renton diventa a tutti gli effetti parte del gruppo. L’eccitazione iniziale si trasforma però ben presto nuovamente in frustrazione, poiché tutti i membri del gruppo sembrano considerarlo solo un bambino, prendendolo continuamente in giro e trattandolo male, e la vita nei cieli per lui perde d’interesse. L’unica cosa che ancora lo spinge a restare è Eureka, per la quale crede di provare un sentimento più forte della mera amicizia.
Preferisco non dirvi niente di più della storia se non che si divide in quattro grandi archi narrativi e in seguito entreranno in gioco altre forze e personaggi, tra cui delle forme di vita extraterrestri, i Corallians, che pian piano ci sveleranno tutti i segreti e i retroscena di una trama decisamente complessa e da non prendere alla leggera.
Prima del commento, le dovute premesse.
Nonostante sia un figlio degli anni ’80 e quindi dei vari robottoni come Goldrake, Jeeg, Mazinga e allegra compagnia, devo dire che i miei gusti con la maturità (se di maturità si può parlare) sono decisamente cambiati e non apprezzo più le serie mecha come un tempo. A mia parziale giustificazione penso che il genere sia stato sviscerato, trasformato, rivoltato in tutti i modi possibili, per cui i prodotti veramente originali sono davvero pochi. Oltre alle infinite serie su Gundam - che seppur belle quanto possono essere hanno un pochino rotto, chiedo perdono ai fan - negli ultimi tempi c’è stato un grande ripescaggio delle vecchie serie con remake e sequel di dubbia qualità, tra cui, ritengo, si salvi solo Koutetsushin Jeeg, che perlomeno ha una trama e il grosso pregio di reggere almeno un pochino.
Su tutte le serie robotiche originali di ultima generazione sicuramente spicca Evangelion, il cui unico grande pregio, secondo me, sta proprio nella ventata di originalità che ha portato, ma che ritengo un anime decisamente sopravvalutato.
Detto ciò ho apprezzato questo Eureka Seven decisamente di più di quanto abbia apprezzato Eva: sebbene, essendo figlio del suddetto, ne riprenda molti concetti, seppur diversamente elaborati, e addirittura molte inquadrature ricordino le scene del suo illustre papà (mi vengono in mente, p.e., Eureka che cammina nei corridoi, scena molto simile a quella vista con Misato, e il risveglio del Nirvash, che ricorda molto il berserk dello 01 durante l’attacco dell’angelo Leliel), non pecca eccessivamente come pesantezza. Infatti non presenta scene avvicinabili a quelle con le famose “seghe mentali” - passatemi il termine poiché lo trovo molto adatto - di Shinji e delle varie vicissitudini di quello che ritengo un anime dove sono raccolti tutti i pazzi schizofrenici che una mente malata sia in grado di concepire.
Il rischio, in cui sono incorso anch'io, è quello di considerare a prima vista l’opera una "tamarrata" - passatemi anche questo -, poiché sia i robottoni che viaggiano sul surf sia il gruppo di surfisti hip-hop fanno molto “Yo!” (*alza la manina con pollice, indice e mignolo aperti*), per intenderci.
Ma mi sono reso conto quasi subito che è stato un errore fermarsi all’apparenza e che comunque la trama avrebbe retto anche in mancanza di questi elementi, sicuramente inseriti per rendere l’anime più moderno e per sopperire alla parziale mancanza di originalità, assolutamente perdonabile, dovuta al fatto di essere figlio di un tanto illustre padre.
Oltre alla trama il punto forte sono sicuramente le sequenze di combattimento, numerose in tutta l’opera. Questo è un altro punto a favore rispetto a Eva, e inoltre tali sequenze sono davvero spettacolari. Ad addolcire il tutto c’è poi la storia tra Renton ed Eureka, che con l’evolversi degli eventi diventerà il fulcro di tutta l’opera.
Decisamente originale e moderna è la colonna sonora, arricchita da elementi Rap Hip-Hop che, seppur siano dei generi musicali che non sopporto, sono inseriti, in particolar modo nelle sigle, in maniera da creare un buon mix melodico piacevole all’ascolto. La mia preferita è sicuramente la prima opening, “Days”.
Insomma, per concludere, si tratta di un anime che ritengo spicchi in maniera assoluta nel panorama delle moderne serie mecha nipponiche e che deve entrare sicuramente nel bagaglio dell’appassionato di animazione del Sol Levante.