Recensione
Kamisama no memo-chou
7.0/10
Per comprendere meglio quest'anime è necessario familiarizzare con il concetto di "NEET"; in inglese è l'acronimo di "Not in Education, Employment or Training" (in italiano si rende con il termine "né-né") e sta a indicare quelle persone, di età variabile tra i 16 e i 60 anni, che non studiano, non lavorano e non svolgono nessun altro tipo di attività formativa o socialmente utile, né tanto meno ne cercano una. Si possono classificare quindi come "inetti cronici" che passano spesso la loro vita come parassiti sulle spalle dei genitori, degli amici o di chi gli capita a tiro.
Alcuni dei personaggi di quest'anime sono dei NEET, e se ne vantano quasi, ma a mio avviso non posso esattamente essere inclusi in questa categoria. Perché? Per saperlo proseguite con la lettura.
Trama
"Kamisama No Memochou" riporta sullo schermo i temi del giallo e dell'investigazione, dopo una pausa alquanto lunga e assolutamente necessaria in seguito al boom causato da "Death Note", senza per fortuna il ricorrere al sovrannaturale, che ultimamente ha invaso il panorama dell'animazione e del manga con troppa irruenza.
Narumi, un normalissimo liceale, s'imbatte per puro caso in un'associazione investigativa alquanto stravagante, i cui componenti sono completamente diversi dal classico ispettore dalla mente brillante: un affascinante host molto bravo nelle relazioni interpersonali, un ex-boxer sempre pieno di energie, un appassionato di soft-air fissato con l'esercito, capeggiati da una ragazzina prodigio che passa le sue giornate a raccogliere dati, attingendo solo alle fonti multimediali e infiltrandosi nei più avanzati sistemi di sicurezza attraverso internet.
Nella prima metà dell'anime il protagonista e la banda con cui si trova a collaborare affrontano casi differenti (circa uno a puntata) e li risolvono mano a mano, in un susseguirsi di episodi autoconclusivi. Dalla metà in poi ci sono solo due casi maggiori, che si protraggono per più puntate, in parallelo con una svolta più drammatica del feel dell'intero anime. La mancanza di una trama di fondo, a parte il classico percorso di crescita interiore del protagonista (che comunque non risulta così risolutivo), fa perdere un po' di punti alla serie, che alla fine appare un po' "campata in aria", ma comunque apprezzabile.
Personaggi
La buffa combriccola protagonista di quest'anime, per quanto molto caricaturale e non molto contestualizzata, presenta una serie di caratteri piacevoli e interessanti. È difficile guardare Alice (Arisu), la "Neet Detective" a capo della banda, senza pensare a L e ai suoi seguaci, anche se a lei manca tutta la collezione di problemi socio-psicologici alla base delle super menti di "Death Note", a eccezione del fatto che vive rinchiusa nella sua stanza, su un lettone pieno di peluche, fissando dei giganteschi monitor mentre sorseggia per l'intera giornata una bevanda ispirata alla Dr. Pepper - che, per coloro che non la conoscono, è una specie di Coca-Cola. Narumi, si troverà a doverle fare da assistente, dovendo affrontare il suo caratterino tsundere, che fa volontariamente a pugni con il character design da lolita colmo di pigiamini decorati a orsetti e pizzi, e come si addice a un protagonista, riuscirà a farsi valere nel gruppo grazie alla sua forza di volontà, spesso risultato di una profonda ingenuità più che di una vera risolutezza d'animo.
Intorno a loro ruotano varie figure: i tre sopracitati collaboratori di Alice, che conferiscono all'anime un tono ironico senza bisogno di ricorrere alle classiche gag dementi che spesso rovinano trame interessanti; Ayaka, la compagna di classe di Narumi responsabile dell'entrata nel gruppo del protagonista, che avrà un ruolo centrale verso la fine; Sou, un capobanda immischiato in affari non del tutto chiari e che spesso aiuta Alice a indagare quando le cose si fanno un po' troppo losche; Min, la bellissima padrona del negozio di ramen presso il quale lavorano Ayaka e Narumi, che si trova nello stesso palazzo dell'agenzia di investigazione Neet e intorno al quale gravitano tutti i protagonisti, più i vari personaggi che spuntano in seguito ai casi ispezionati, che però appaiono e scompaiono come comete, lasciando poco o niente dietro di sé e riapparendo solo saltuariamente in maniera alquanto insignificante. In effetti la parte psicologica e caratteriale dei personaggi non è molto curata, e questo è davvero un peccato, dato che l'anime poi si dilunga sulla storia di personaggi secondari presenti nei casi, ma tralascia in compenso i protagonisti, ai quali non avrebbe fatto male un po' di approfondimento.
Grafica
Piacevole all'occhio, anche se talvolta un po' approssimativa, la grafica è comunque uno dei punti positivi della serie, sebbene il contributo del 3D sia decisamente mal impiegato nella realizzazione delle auto e le scene di combattimento, che comunque sono poche, risultino poco fluide. Ci sono qua e là alcuni problemi nelle animazioni dei personaggi che camminano, ma i visi appaiono comunque curati e il charter design è buono e coerente. L'animazione è gradevole e non scade, a eccezione di un piccolo particolare: negli ultimi episodi si ricorre per tre volte all'uso degli stessi frame fissi, lasciando un po' d'amaro in bocca.
Sigle e colonna sonora
L'OST è carina, ma non eccelsa, la colonna sonora si nota decisamente di più dalla seconda metà dell'anime in poi, quando i toni si fanno un po' più cupi e drammatici. Entrambe le sigle sono animate con cura e risultano molto fluide - a parte la scena dell'ending "Asunaro" di Ken'ichi Suzumura in cui Narumi corre, che è decisamente un pugno nell'occhio - e le musiche che le accompagnano sono molto graziose e piacevoli.
Se ascoltando le prime note dell'opening "Kawaru Mirai" by Choucho vi sembrerà di ricordare qualcosa, sappiate che probabilmente avete guardato o ascoltato troppe volte l'ending "Bird" di "Kuroshitsuji II" ed è per quello che vi suona familiare!
In conclusione "Kamisama No Memochou" è un anime piacevole che si fa seguire bene senza bisogno di arrovellarsi troppo la mente. I casi sono semplici e li si può osservare passivamente o meno, anche perché arrivare alle loro conclusioni prima dei protagonisti non è così difficile. La serie è breve e divertente, la consiglierei quindi a chiunque abbia voglia di guardare qualcosa di interessante, ma non troppo lungo o impegnativo, senza restrizioni particolari di genere o tematiche.
Piccolo appunto per coloro che studiano il giapponese o se ne interessano: quasi tutti i personaggi parlano un giapponese molto comprensibile, quindi è sicuramente un prodotto consigliato a quelli che guardano anime per esercitarsi nell'ascolto e nella pronuncia. Talune puntate sono anche visibili senza sottotitoli per uno spettatore attento con una media conoscenza della lingua.
Come dire, un prodotto per tutti i palati.
Alcuni dei personaggi di quest'anime sono dei NEET, e se ne vantano quasi, ma a mio avviso non posso esattamente essere inclusi in questa categoria. Perché? Per saperlo proseguite con la lettura.
Trama
"Kamisama No Memochou" riporta sullo schermo i temi del giallo e dell'investigazione, dopo una pausa alquanto lunga e assolutamente necessaria in seguito al boom causato da "Death Note", senza per fortuna il ricorrere al sovrannaturale, che ultimamente ha invaso il panorama dell'animazione e del manga con troppa irruenza.
Narumi, un normalissimo liceale, s'imbatte per puro caso in un'associazione investigativa alquanto stravagante, i cui componenti sono completamente diversi dal classico ispettore dalla mente brillante: un affascinante host molto bravo nelle relazioni interpersonali, un ex-boxer sempre pieno di energie, un appassionato di soft-air fissato con l'esercito, capeggiati da una ragazzina prodigio che passa le sue giornate a raccogliere dati, attingendo solo alle fonti multimediali e infiltrandosi nei più avanzati sistemi di sicurezza attraverso internet.
Nella prima metà dell'anime il protagonista e la banda con cui si trova a collaborare affrontano casi differenti (circa uno a puntata) e li risolvono mano a mano, in un susseguirsi di episodi autoconclusivi. Dalla metà in poi ci sono solo due casi maggiori, che si protraggono per più puntate, in parallelo con una svolta più drammatica del feel dell'intero anime. La mancanza di una trama di fondo, a parte il classico percorso di crescita interiore del protagonista (che comunque non risulta così risolutivo), fa perdere un po' di punti alla serie, che alla fine appare un po' "campata in aria", ma comunque apprezzabile.
Personaggi
La buffa combriccola protagonista di quest'anime, per quanto molto caricaturale e non molto contestualizzata, presenta una serie di caratteri piacevoli e interessanti. È difficile guardare Alice (Arisu), la "Neet Detective" a capo della banda, senza pensare a L e ai suoi seguaci, anche se a lei manca tutta la collezione di problemi socio-psicologici alla base delle super menti di "Death Note", a eccezione del fatto che vive rinchiusa nella sua stanza, su un lettone pieno di peluche, fissando dei giganteschi monitor mentre sorseggia per l'intera giornata una bevanda ispirata alla Dr. Pepper - che, per coloro che non la conoscono, è una specie di Coca-Cola. Narumi, si troverà a doverle fare da assistente, dovendo affrontare il suo caratterino tsundere, che fa volontariamente a pugni con il character design da lolita colmo di pigiamini decorati a orsetti e pizzi, e come si addice a un protagonista, riuscirà a farsi valere nel gruppo grazie alla sua forza di volontà, spesso risultato di una profonda ingenuità più che di una vera risolutezza d'animo.
Intorno a loro ruotano varie figure: i tre sopracitati collaboratori di Alice, che conferiscono all'anime un tono ironico senza bisogno di ricorrere alle classiche gag dementi che spesso rovinano trame interessanti; Ayaka, la compagna di classe di Narumi responsabile dell'entrata nel gruppo del protagonista, che avrà un ruolo centrale verso la fine; Sou, un capobanda immischiato in affari non del tutto chiari e che spesso aiuta Alice a indagare quando le cose si fanno un po' troppo losche; Min, la bellissima padrona del negozio di ramen presso il quale lavorano Ayaka e Narumi, che si trova nello stesso palazzo dell'agenzia di investigazione Neet e intorno al quale gravitano tutti i protagonisti, più i vari personaggi che spuntano in seguito ai casi ispezionati, che però appaiono e scompaiono come comete, lasciando poco o niente dietro di sé e riapparendo solo saltuariamente in maniera alquanto insignificante. In effetti la parte psicologica e caratteriale dei personaggi non è molto curata, e questo è davvero un peccato, dato che l'anime poi si dilunga sulla storia di personaggi secondari presenti nei casi, ma tralascia in compenso i protagonisti, ai quali non avrebbe fatto male un po' di approfondimento.
Grafica
Piacevole all'occhio, anche se talvolta un po' approssimativa, la grafica è comunque uno dei punti positivi della serie, sebbene il contributo del 3D sia decisamente mal impiegato nella realizzazione delle auto e le scene di combattimento, che comunque sono poche, risultino poco fluide. Ci sono qua e là alcuni problemi nelle animazioni dei personaggi che camminano, ma i visi appaiono comunque curati e il charter design è buono e coerente. L'animazione è gradevole e non scade, a eccezione di un piccolo particolare: negli ultimi episodi si ricorre per tre volte all'uso degli stessi frame fissi, lasciando un po' d'amaro in bocca.
Sigle e colonna sonora
L'OST è carina, ma non eccelsa, la colonna sonora si nota decisamente di più dalla seconda metà dell'anime in poi, quando i toni si fanno un po' più cupi e drammatici. Entrambe le sigle sono animate con cura e risultano molto fluide - a parte la scena dell'ending "Asunaro" di Ken'ichi Suzumura in cui Narumi corre, che è decisamente un pugno nell'occhio - e le musiche che le accompagnano sono molto graziose e piacevoli.
Se ascoltando le prime note dell'opening "Kawaru Mirai" by Choucho vi sembrerà di ricordare qualcosa, sappiate che probabilmente avete guardato o ascoltato troppe volte l'ending "Bird" di "Kuroshitsuji II" ed è per quello che vi suona familiare!
In conclusione "Kamisama No Memochou" è un anime piacevole che si fa seguire bene senza bisogno di arrovellarsi troppo la mente. I casi sono semplici e li si può osservare passivamente o meno, anche perché arrivare alle loro conclusioni prima dei protagonisti non è così difficile. La serie è breve e divertente, la consiglierei quindi a chiunque abbia voglia di guardare qualcosa di interessante, ma non troppo lungo o impegnativo, senza restrizioni particolari di genere o tematiche.
Piccolo appunto per coloro che studiano il giapponese o se ne interessano: quasi tutti i personaggi parlano un giapponese molto comprensibile, quindi è sicuramente un prodotto consigliato a quelli che guardano anime per esercitarsi nell'ascolto e nella pronuncia. Talune puntate sono anche visibili senza sottotitoli per uno spettatore attento con una media conoscenza della lingua.
Come dire, un prodotto per tutti i palati.