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<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>

Otto anni dopo "Il Castello di Cagliostro", in Giappone esce un OAV che riporta in attivo il Lupin III dalla giacca "verde": "La cospirazione dei Fuma".

Lupin ritorna alle sue origini animate, proponendo un evento unico: il matrimonio di Goemon Ishikawa XIII.
Animato e diretto "alla Miyazaki maniera", questo quarto OAV si fa apprezzare per i disegni solari e puliti da cui è composto, nonché per la sua ironia. La vicenda è ambientata in Giappone, Fujiko ritorna ad avere i capelli rossi della prima serie, mentre il vecchio Zenigata, che qui ritroviamo monaco buddista all'inizio, è solo un funzionario della polizia metropolitana giapponese e non un ispettore dell'I.C.P.O. La bella di turno è una simpatica ragazza, di nome Murasaki, di cui il samurai s'innamora a tal punto da chiederla in sposa al nonno della suddetta, il vecchio Suminawa, custode di un prezioso vaso, tramandato da generazioni nella sua famiglia, che permette di accedere a un immenso tesoro preso di mira da una setta ninja: i Fuma. Si parte subito col "botto": le sequenze iniziali della vicenda mostrano la cerimonia di unione tra Goemon e Murasaki, interrotta dai ninja, allo scopo di rubare il vaso che il vecchio Suminawa stava cedendo a Goemon come dono di nozze. L'immagine di Murasaki in kimono bianco riassume dolcezza e innocenza, la vittima ideale per gli uomini della famiglia Fuma, che la rapiscono proprio davanti agli occhi del futuro sposo e la utilizzano come merce di scambio, non essendo riusciti a sottrarre il vaso grazie all'intervento di Lupin & Co. (Fujiko in questa scena è un passo avanti a tutti).

Con il Lupin III dalla giacca verde, torna la Fiat 500 gialla, questa volta guidata dal sempre presente Daisuke Jigen, protagonista di simpaticissimi inseguimenti con le auto della polizia, dove si entra in case altrui interrompendo la quotidianità di chi vi abita (o di chi vi fa il bagno). L'ispettore Zenigata in versione buddista è un vero e proprio colpo di genio: appena venuto a conoscenza che Lupin III è ancora vivo (ritenuto morto in un'esplosione, vista nel precedente OAV), abbandona il suo lutto e gli abiti da monaco, per rituffarsi alla caccia del suo rivale; il tutto avviene tramite Kazami, un funzionario della polizia che poi si scoprirà in combutta con i Fuma (curiosità: alla fine della canzone introduttiva, si può notare una tomba con su scritto "QUI GIACE LUPIN III", che nella versione italiana si vede solo di sfuggita). Zenigata, chiamato anche 'Zazzà' con tono affettuoso da Lupin, passa dalle inusuali vesti del monaco buddista rasato, con tanto di cappello da pescatore e intento a pregare per accompagnare l'anima del suo rivale fino in paradiso (?), alla sua classica veste con tanto di impermeabile e set di manette, fumando una montagna di sigarette mentre attende notizie su Lupin dai suoi sottoposti. Zenigata viene infine comunque rappresentato come il modello dell'uomo giapponese, coraggioso e leale, riuscendo a salvare Lupin & Co. dalla frana della montagna.

Fujiko Mine, "centauro" dalla moto, tuta e capelli "rosso", rimane la gatta ladra di sempre: astuta soprattutto per il suo modo di uscire da situazioni complicate (cattura e prigionia), appena si trova davanti agli occhi la città dorata sotterranea dei Suminawa esplode letteralmente di gioia; la sequenza in cui prende parte all'inseguimento fra Lupin e Zenigata la rende molto dinamica, con la sua moto che atterra prima sopra un'auto della polizia e poi affianca la cinquecento di Lupin. Vestita con il kimono rosa, invece, mette in risalto la sua avvenenza, il suo sguardo da furba doppiogiochista, e i suoi capelli raccolti la rendono comunque molto femminile. Nella vicenda è lei che scopre il tesoro nascosto, evitando gli ultimi trabocchetti.

Goemon e Murasaki, i "veri" protagonisti della storia, sono di fatto una coppia: lui è ben predisposto nei confronti della ragazza a tal punto da disobbedire a Suminawa senior, per andarla a salvare decidendo di sacrificare il bene più importante della famiglia (il vaso) e chiedendo anche l'aiuto di Lupin & Co.; lei è dolcissima quando interagisce con il samurai, ma molto scaltra quando svela i trabocchetti nascosti nella montagna e per nulla arrendevole. E' una giapponese moderna (tipica della fine degli anni '80), dal carattere vispo e quasi per niente servile. Più di una volta mette in imbarazzo il suo fidanzato abbracciandolo affettuosamente. I loro avversari, i Fuma, sono deludenti, fatta eccezione per il capo della famiglia, che tenta di contrastare Goemon.
Se Goemon riassume l'idea dell'eroe senza macchia e senza paura, qua Lupin III ne riassume gli aspetti più scanzonati e infantili, rimane l'antieroe e uomo dalle mille risorse che tutti conosciamo. Sono grandi i cinque soci quando si danno una mano l'un con l'altro nella ricerca del tesoro, evitando trappole, salvandosi la vita vicendevolmente e combattendo uniti i Fuma. Usciti dalle grotte, il gruppo si separa; Lupin e Jigen fuggono sulla 500, superati da Fujiko che ha potuto prendere qualche pezzo d'oro; Goemon, sentendosi incapace di badare a Murasaki, la scoglie dal vincolo nuziale e se ne va; Murasaki, dapprima triste, viene consolata dal nonno, secondo cui Goemon tornerà a prenderla quanto si sentirà pronto; Zenigata, nonostante le proteste e le suppliche di nonno e nipote, si rimette all'inseguimento, motivando la decisione così: "Lupin fa sempre qualcosa, caro signore! Lupin ha violato le norme del traffico!".

Nel complesso, il film non urla al miracolo, ma rimane godibile, scorre bene anche se i colpi di scena sono prevedibili; i disegni dei personaggi e degli sfondi sono in linea con lo stile classico dell'anime, anche se si può notare una ricercatezza un po' più curata sulle scene d'azione (inseguimenti e combattimenti); è il primo OAV di Lupin ad essere ambientato completamente in Giappone e, nonostante fossero passati sedici anni dalla prima serie e otto anni dal film "Il castello di Cagliostro", Lupin in questo film indossa la giacca verde. Tuttavia ci viene mostrata anche la giacca rossa, che viene prestata a Murasaki.