Recensione
The World God Only Knows
8.0/10
Manga veramente sorprendente! Ho incominciato la sua lettura spinto da commenti positivi presenti in vari siti e per farmi un’idea sull’anime che sarebbe uscito entro poco tempo, ma mai mi sarei aspettato un lavoro così ben fatto.
Kami no mizo shiru sekai (lett: il mondo che solo Dio conosce) lo si può inserire nel genere commedia/ harem ma con il suo svolgimento prende spesso i tratti classici degli shonen generando un piacevole mix per il lettore. La vera novità presentata in questo manga (come anche il suo punto di forza) è la presenza di un protagonista assolutamente inedito: molti al giorno d’oggi lo definirebbero un “nerd”, ma io lo considero un vero e proprio genio.
Mi spiego meglio: Keima Katsuragi è considerato da tutti un vero Dio dei “galge” e dei “playing sim”, non si stacca mai dalla sua PfP (acronimo per PSP) e considera il mondo in due dimensioni l’autentica perfezione. Tutto per lui sarebbe idilliaco se non facesse irruzione nella sua vita una demone, Elsie, che per un fraintendimento lo costringe a dover liberare il cuore degli umani da spiriti malvagi (grazie al solo potere dell’amore visto che i portatori dei cosiddetti Weiss sono ragazze). Keima pur riluttante incomincia a svolgere questo compito ed è qui che la vera essenza del personaggio emerge. Il protagonista vive nel mondo reale pensando e vivendo la “cattura” del cuore delle varie ragazze come in un videogioco!
Veramente esilaranti i continui riferimenti al mondo dei galge e ad una cosiddetta “etica videoludica” che Keima ha creato negli anni (per lui il mondo e soprattutto l’amore devono seguire i dettami e le strategie classiche dei giochi).
È a dir poco limitato definire Keima un vero e proprio “drogato” dei videogiochi (infatti dopo un periodo relativamente corto di astinenza entra nella fase Otoshigami mode in cui può giocare a sei galge contemporaneamente per recuperare il tempo perso), ma in parallelo a ciò, egli è una persona profonda e intelligente, che riesce sempre a scorgere la verità in ogni situazione.
Sull’aspetto tecnico-grafico bisogna fare davvero i complimenti all’autore: i disegni completano e danno vitalità alla storia. I tratti sono decisi e molto lineari (con un buon uso del chiaro-scuro) nella narrazione, mentre risultano quasi bambineschi in presenza delle moltissime gags che Keima genera (non è un aspetto negativo poiché contribuiscono a creare l’effetto “patetico” che il protagonista mette in luce).
In definitiva, il mio voto non può che essere molto elevato. Opera che vi catturerà e che vi terrà incollati alle sue pagine!
Kami no mizo shiru sekai (lett: il mondo che solo Dio conosce) lo si può inserire nel genere commedia/ harem ma con il suo svolgimento prende spesso i tratti classici degli shonen generando un piacevole mix per il lettore. La vera novità presentata in questo manga (come anche il suo punto di forza) è la presenza di un protagonista assolutamente inedito: molti al giorno d’oggi lo definirebbero un “nerd”, ma io lo considero un vero e proprio genio.
Mi spiego meglio: Keima Katsuragi è considerato da tutti un vero Dio dei “galge” e dei “playing sim”, non si stacca mai dalla sua PfP (acronimo per PSP) e considera il mondo in due dimensioni l’autentica perfezione. Tutto per lui sarebbe idilliaco se non facesse irruzione nella sua vita una demone, Elsie, che per un fraintendimento lo costringe a dover liberare il cuore degli umani da spiriti malvagi (grazie al solo potere dell’amore visto che i portatori dei cosiddetti Weiss sono ragazze). Keima pur riluttante incomincia a svolgere questo compito ed è qui che la vera essenza del personaggio emerge. Il protagonista vive nel mondo reale pensando e vivendo la “cattura” del cuore delle varie ragazze come in un videogioco!
Veramente esilaranti i continui riferimenti al mondo dei galge e ad una cosiddetta “etica videoludica” che Keima ha creato negli anni (per lui il mondo e soprattutto l’amore devono seguire i dettami e le strategie classiche dei giochi).
È a dir poco limitato definire Keima un vero e proprio “drogato” dei videogiochi (infatti dopo un periodo relativamente corto di astinenza entra nella fase Otoshigami mode in cui può giocare a sei galge contemporaneamente per recuperare il tempo perso), ma in parallelo a ciò, egli è una persona profonda e intelligente, che riesce sempre a scorgere la verità in ogni situazione.
Sull’aspetto tecnico-grafico bisogna fare davvero i complimenti all’autore: i disegni completano e danno vitalità alla storia. I tratti sono decisi e molto lineari (con un buon uso del chiaro-scuro) nella narrazione, mentre risultano quasi bambineschi in presenza delle moltissime gags che Keima genera (non è un aspetto negativo poiché contribuiscono a creare l’effetto “patetico” che il protagonista mette in luce).
In definitiva, il mio voto non può che essere molto elevato. Opera che vi catturerà e che vi terrà incollati alle sue pagine!