Recensione
Ecco, questo è quello che io chiamo un prodotto “completo”. Non pensiate a cose profonde o particolari, ma Anedoki è proprio un lavoro a tutto tondo: introduzione, eventi intermedi, climax finale e una conclusione come si deve.
Esso appartiene al genere commedia-ecchi, quindi molti di voi si chiederanno come il sottoscritto faccia a parlare bene di un manga del genere. Domanda assolutamente legittima. Premetto subito che non si tratta di un capolavoro (anzi, è tutto visto e stravisto), però all’interno del suo genere lo pongo molto in alto nella mia classifica personale.
Opera di Kawashita Mizuki - una delle maestre assolute del genere grazie al successo ottenuto con Ichigo 100% - ed edita in Giappone da Shonen Jump, essa è formata soltanto da 26 veloci chapters, lunghezza, a mio parere, perfetta per il tipo di lavoro presentato. Questo rappresenta il primo punto di forza del manga: non di dilunga, come altre commediole-ecchi, in incredibili e lunghissime (scusate il termine) “seghe-mentali” da parte dei protagonisti. Ci sono i dubbi e i ripensamenti, ma alla fin fine i sentimenti del piccolo Kouta sono forti e chiari.
La trama è piena di cliché: protagonista che si ritrova in casa (in assenza del padre per cause lavorative) la classica “bomba-sexy” che, volontariamente o involontariamente, cerca in tutti i modi di provocarlo. Sembra l’introduzione di un gioco hentai, ma non è così, in quanto il character principale ha solo 13 anni ed è, in tutto e per tutto, un bambino. Sulla pochezza della base narrativa c’è poco da dire, nonostante ciò la lettura scorre veloce e fluida; insomma, non ci si annoia mai: il numero limitato di pagine permette alla Kawashita di non ripetersi e di introdurre sempre nuove situazioni e nuove avventure per il piccolo Kouta.
È rappresentato, però, dal finale il “colpo grosso” alla mia votazione. Con le ultime 10-12 slide l’autrice “conclude e non” la vicenda, lasciando all’immaginazione dei lettori una certa libertà sul futuro dei personaggi principali (Kouta, Natsuki e Kanade).
Sull’aspetto artistico nulla da dire: buon tratto non mente, e sicuramente quello della Kawashita è ottimo, forse la leva attrattiva più importante nelle sue opere.
Alla fine non ti rimane niente, però, sinceramente, ho trovato la lettura veloce, piacevole e divertente, e da simili lavori non ci si deve aspettare altro che questo. Consigliato a chi abbia voglia di passare poche ore spensierate.
Esso appartiene al genere commedia-ecchi, quindi molti di voi si chiederanno come il sottoscritto faccia a parlare bene di un manga del genere. Domanda assolutamente legittima. Premetto subito che non si tratta di un capolavoro (anzi, è tutto visto e stravisto), però all’interno del suo genere lo pongo molto in alto nella mia classifica personale.
Opera di Kawashita Mizuki - una delle maestre assolute del genere grazie al successo ottenuto con Ichigo 100% - ed edita in Giappone da Shonen Jump, essa è formata soltanto da 26 veloci chapters, lunghezza, a mio parere, perfetta per il tipo di lavoro presentato. Questo rappresenta il primo punto di forza del manga: non di dilunga, come altre commediole-ecchi, in incredibili e lunghissime (scusate il termine) “seghe-mentali” da parte dei protagonisti. Ci sono i dubbi e i ripensamenti, ma alla fin fine i sentimenti del piccolo Kouta sono forti e chiari.
La trama è piena di cliché: protagonista che si ritrova in casa (in assenza del padre per cause lavorative) la classica “bomba-sexy” che, volontariamente o involontariamente, cerca in tutti i modi di provocarlo. Sembra l’introduzione di un gioco hentai, ma non è così, in quanto il character principale ha solo 13 anni ed è, in tutto e per tutto, un bambino. Sulla pochezza della base narrativa c’è poco da dire, nonostante ciò la lettura scorre veloce e fluida; insomma, non ci si annoia mai: il numero limitato di pagine permette alla Kawashita di non ripetersi e di introdurre sempre nuove situazioni e nuove avventure per il piccolo Kouta.
È rappresentato, però, dal finale il “colpo grosso” alla mia votazione. Con le ultime 10-12 slide l’autrice “conclude e non” la vicenda, lasciando all’immaginazione dei lettori una certa libertà sul futuro dei personaggi principali (Kouta, Natsuki e Kanade).
Sull’aspetto artistico nulla da dire: buon tratto non mente, e sicuramente quello della Kawashita è ottimo, forse la leva attrattiva più importante nelle sue opere.
Alla fine non ti rimane niente, però, sinceramente, ho trovato la lettura veloce, piacevole e divertente, e da simili lavori non ci si deve aspettare altro che questo. Consigliato a chi abbia voglia di passare poche ore spensierate.