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Non voglio gridare al capolavoro, avendo oltretutto visto tutta la serie di “Iron Blooded Orphans” (d'ora in poi IBO) dopo la visione di “Gundam 00”. Insomma, posso dire che si tratta di una serie di fantascienza pura dove il Gundam è utilizzato giusto per accaparrarsi i fan della serie e dei modellini. Per il resto ho trovato molto interessante l'intreccio narrativo storico, politico e sociale in cui si muovono tutti i personaggi.

La storia inizia 300 anni dopo la Calamity War, una guerra planetaria che ha sconvolto l'intera Terra e ucciso, se non ricordo male, un terzo dell'umanità, e solo con l'aiuto delle unità Gundam in mano a una piccola corporazione militare d'élite denominata Gjallarhorn, si è riusciti a far finire questa tremenda tragedia. L'ambientazione iniziale è il pianeta Marte, colonizzato dalle varie fazioni politiche terrestri e dove, chiaramente, i Terrestri trapiantati e i loro discendenti vengono sfruttati in miniere per estrarre un metallo particolare, e dove ai bambini “marziani” vengono inseriti nella spina dorsale degli impianti neuro-elettronici per poter comandare più velocemente i mobile worker usati per i lavori nelle miniere e altre applicazioni - anche per guidare, in seguito, i mobile suit. Tra l'altro questi bambini, sfruttati dalle corporazioni e dai pirati spaziali, vengono chiamati “rifiuti umani”, dato che il loro unico ruolo è essere schiavi del padrone di turno, e non hanno un futuro se non quello di servire e, al massimo, morire eseguendo gli ordini violenti e perentori degli adulti. E qui, vediamo, nella serie IBO, il tema del razzismo, tanto ribadito in tutte le serie di Gundam, in questo caso tra Terrestri e Marziani, piuttosto che tra Terrestri e new-type (o anche spazionoidi).
La storia di IBO parla proprio di questi ragazzi sfruttati da una compagnia civile (la CGS) dedita agli scavi in una miniera su Marte, che prende l'incarico di scortare fin sulla Terra la leader del movimento indipendentista dei Marziani. La ragazza, molto giovane ma di ideali forti e onesti, vuole far sì che il popolo marziano riesca, un giorno, a liberarsi dalle catene che lo legano alle nazioni terrestri e potersi amministrare indipendentemente. Kudelia Aina Bernstein, questo il suo nome, sceglie di essere scortata da un plotone ben preciso della CGS, quello dei ragazzi più giovani, perché più vicini alla propria età e perché vuole capire il loro modo di vivere e le sofferenze che hanno subito e i soprusi che hanno sopportato stando su Marte. Il giorno della partenza da Marte, però, l'esercito di Gjallarhorn, quello che 300 anni prima aveva posto fine alla Calamity War e che è dedito al mantenimento dell'ordine e della pace precostituiti, interviene per impedire questo viaggio, e da qui parte tutta la storia del plotone dei ragazzi di IBO che, da quel momento in avanti, si farà chiamare Brigata Tekka (Tekkadan in originale).

Non vi sto a 'spoilerare' i vari eventi, ma vi dico che inizialmente mi è sembrato di trovare parallelismi con “Gurren Lagann” a causa della irruenza e dell'energia dei protagonisti, per non parlare del nome Brigata Tekka che richiama palesemente la Brigata Gurren. Il rapporto tra Mikazuki e Orga pure ricorda il rapporto stretto tra Simon (Mikazuki) e Kamina (Orga) di “Gurren Lagann”. Sicuramente chi, come me, ha una certa età (quarantaquattro anni) e ha visto molti anime e film si ritrova davanti una miriade di citazioni e omaggi continui.
Troveremo anche una novella Yakuza marziana, spietatezza e violenza mai gratuite, e una realistica reazione delle varie corporazioni, delle nazioni e dei vari individui a determinati eventi. Non vedremo mai una guerra vera e propria, ma solo scaramucce e guerriglia, o battaglie spaziali ridotte a scontri tra mobile suit e qualche astronave. Si potrebbe parlare di una serie a misura d'uomo.
Mi è piaciuto il discorso della vendetta, presente fin da subito e fino alla fine della serie: vendette private che vanno a buon fine, per buona pace del cuore dello spettatore. Mentre vedremo anche morti ingiuste e stragi di civili che, però, verranno messe nel novero delle vittime da vendicare... in qualche modo avverrà una sorta di tornaconto, diciamo che tutto avrà una giusta ricompensa alla fine della storia.
L'evoluzione dei personaggi segue l'evoluzione degli eventi e, come sempre accade, la morte di una persona cara provoca un mutamento nell'animo dei protagonisti, fino alla giusta conclusione della serie, nei quali vedremo un cambiamento notevole rispetto ai primissimi episodi.
Non mi è piaciuto francamente, a livello di sceneggiatura, il fatto di approfondire la psicologia di un personaggio (o più di uno) per più di mezzo episodio, perché poi quel personaggio (scusate la ripetizione) andrà a finire male (leggi: morire). E lo hanno fatto diverse volte durante tutti i cinquanta episodi. Credo che alla Sunrise potrebbero osare un po' di più e diluire la psicologia di un personaggio per diversi episodi e poi farlo morire improvvisamente... Altrimenti sa troppo di soap opera - telenovela... Sì, in alcuni momenti mi sembrava di guardare uno shojo, dato che tutti quelli che sono morti hanno sempre avuto quel minuto o due in cui pronunciare le fatidiche “ultime parole”.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, siamo a livelli molto alti: come animazione, musiche e character design posso dare tranquillamente un 8 complessivo.
Non ho apprezzato le opening, tranne la terza (la prima opening della seconda stagione), e mi sono piaciute le sigle finali della seconda stagione.

In complesso, una bella serie da consigliare, anche se ho apprezzato personalmente di più “Gundam 00”.
Vi ricordo che, se cercate newtype o il Gundam classico, non è questo il caso. Si tratta, mi ripeto, di una buona serie di fantascienza, e avrete un Char anche qui, ma non voglio fare spoiler ulteriori.
Buona visione!