Recensione
Death Parade
7.0/10
Stavo per abbandonare la visione di "Death Parade" dopo il quarto episodio, in quanto non colpito dalla ripetitività dello schemino "arrivano due nuove anime, giocano, vengono giudicate, fine",ad episodi auto-conclusivi. Iniziavo a credere che non si sarebbe visto altro fino all'ultimo episodio ma, fortunatamente, spinto dalla noia ad iniziare il quinto episodio, di lì in poi la situazione è cambiata. La trama ha iniziato a delinearsi, così come ha iniziato a venire approfondita la caratterizzazione dei personaggi principali, dando sempre meno spazio alle vicende dei defunti e ai loro giochi, e sempre più attenzione ai protagonisti.
L'ultima grande storia inerente delle anime da giudicare si sviluppa su due episodi, è maggiormente approfondita e anche, direi, molto più interessante e ben narrata rispetto alle precedenti. Ma è negli ultimi episodi che Death Parade si rivela un anime di buon livello, capace non solo di far riflettere, ma di emozionare e commuovere. La storia di Chiyuki è sceneggiata talmente bene da consentire allo spettatore (e addirittura al glaciale Decim) di empatizzare fortemente con la ragazza. Un finale davvero commovente, grazie anche ad una background music di piano davvero intensa, dai toni malinconici che un po' ricordano "Comptine d'un autre été" di Yann Tiersen, main track de "Il favoloso mondo di Amélie". È infatti proprio l'atmosfera il maggior punto di forza di quest'anime. Oltre alle adattissime musiche, l'ambientazione da vecchio night bar un po' noir è qualcosa che non manca mai di affascinarmi.
Le sigle sono, a mio avviso, stupende. Per quanto non sia un genere che ascolto, ho trovato l'opening particolarmente brillante, in quanto contrasta in modo molto intelligente con i toni seri degli episodi, conferendo un po' di brio e alleggerendo l'atmosfera, ma senza assolutamente snaturarla. La sigla finale è invece molto più in linea con i toni della serie, anche se meno originale di quella iniziale, ma in ogni caso molto bella.
La cosa peggiore di "Death Parade"? Il character design. Non riesce assolutamente a piacermi. Se fosse stato disegnato solo Decim in quel modo, sarebbe stato azzeccatissimo, perché quei lineamenti un po' "appesi" e "cadenti", con la bocca che quasi scivola giù per il mento, si addicono benissimo alla sua inespressività, ma non sono assolutamente gradevoli sugli altri personaggi.
Tirando le somme, non mi sono sentito al cospetto di un capolavoro, ma di un buon anime sicuramente sì. Dal quinto episodio in avanti, "Death Parade" si fa seguire con gusto, interesse e anche qualche brividino di commozione. Se fosse entrato nel vivo un po' prima, data anche la breve durata della serie, forse mi sarei anche sbilanciato verso un 8, ma credo che un 7 ne rispecchi maggiormente il reale valore.
L'ultima grande storia inerente delle anime da giudicare si sviluppa su due episodi, è maggiormente approfondita e anche, direi, molto più interessante e ben narrata rispetto alle precedenti. Ma è negli ultimi episodi che Death Parade si rivela un anime di buon livello, capace non solo di far riflettere, ma di emozionare e commuovere. La storia di Chiyuki è sceneggiata talmente bene da consentire allo spettatore (e addirittura al glaciale Decim) di empatizzare fortemente con la ragazza. Un finale davvero commovente, grazie anche ad una background music di piano davvero intensa, dai toni malinconici che un po' ricordano "Comptine d'un autre été" di Yann Tiersen, main track de "Il favoloso mondo di Amélie". È infatti proprio l'atmosfera il maggior punto di forza di quest'anime. Oltre alle adattissime musiche, l'ambientazione da vecchio night bar un po' noir è qualcosa che non manca mai di affascinarmi.
Le sigle sono, a mio avviso, stupende. Per quanto non sia un genere che ascolto, ho trovato l'opening particolarmente brillante, in quanto contrasta in modo molto intelligente con i toni seri degli episodi, conferendo un po' di brio e alleggerendo l'atmosfera, ma senza assolutamente snaturarla. La sigla finale è invece molto più in linea con i toni della serie, anche se meno originale di quella iniziale, ma in ogni caso molto bella.
La cosa peggiore di "Death Parade"? Il character design. Non riesce assolutamente a piacermi. Se fosse stato disegnato solo Decim in quel modo, sarebbe stato azzeccatissimo, perché quei lineamenti un po' "appesi" e "cadenti", con la bocca che quasi scivola giù per il mento, si addicono benissimo alla sua inespressività, ma non sono assolutamente gradevoli sugli altri personaggi.
Tirando le somme, non mi sono sentito al cospetto di un capolavoro, ma di un buon anime sicuramente sì. Dal quinto episodio in avanti, "Death Parade" si fa seguire con gusto, interesse e anche qualche brividino di commozione. Se fosse entrato nel vivo un po' prima, data anche la breve durata della serie, forse mi sarei anche sbilanciato verso un 8, ma credo che un 7 ne rispecchi maggiormente il reale valore.