Recensione
Demon Slayer
6.0/10
Dopo quindici episodi, dichiaro la resa: "Demon Slayer" non fa per me.
Inserito nei canoni del battle shounen, genere che di solito apprezzo, è purtroppo del tutto privo di quella tensione che ti fa temere per la vita del protagonista o dei vari comprimari che si alternano nella vicenda.
All'inizio di ogni scontro, si sa già che si concluderà con la vittoria dei buoni e, da lì, avanti con un altro nemico più forte del precedente, senza colpi di scena, senza imprevisti degni di nota e senza momenti di raccoglimento che potrebbero aiutare lo spettatore a empatizzare con i personaggi.
Fatta eccezione per il protagonista, gli altri personaggi sono macchiette caricaturali che avrebbero potuto dare molto di più.
Nezuko è una grandissima occasione sprecata. Unica superstite della famiglia del protagonista e ragione della sua scelta di diventare un cacciatore di demoni, è di fatto un non-personaggio. Non si sa nulla di lei, a parte qualche sporadico flashback, e i momenti di interazione con il fratello si contano sulle dita di una mano monca. Tramutata in demone suo malgrado, avrebbe potuto essere un buon punto di partenza per costruire un rapporto credibile tra fratelli, mettendo anche in luce le difficoltà di comunicazione tra umani e demoni, invece si limita a stare chiusa in una scatola, anche quando potrebbe essere oggettivamente utile in una situazione critica.
Zen'itsu credo possa vincere il premio come personaggio più irritante che io abbia mai incontrato in un anime. Lui grida. Grida sempre. Per qualsiasi cosa. Non c'è mai un momento in cui si comporti da persona normale, se si esclude quando è in trance. Ammetto che lui è uno dei motivi principali che mi hanno fatto abbandonare l'opera. Non lo reggo, non ce la faccio proprio. Forse, se avessi avuto dodici anni, sarei riuscita a digerirlo, ma non è questo il caso. Per cui, bye bye Zen'itsu, senza troppi rimpianti.
Inosuke è un altro personaggio inutile e demente, per quanto sia comunque più sopportabile di Zen'itsu. Si presenta come un guerriero forte, invincibile e sicuro di sé, in realtà è un ragazzino chiassoso come tanti altri che agisce in modo del tutto incomprensibile. Penso, o forse spero, che abbia un background interessante, ma non ho più la voglia di scoprirlo, né di proseguire. Dopo quindici episodi, e una scena in cui l'ho visto correre in cerchio in una stanza alle spalle del protagonista, inseguito da Zen'itsu, senza alcuna ragione plausibile, non ho trovato un valido motivo per restare aggrappata a questa serie.
Ora che ho demolito tutto ciò che non mi è piaciuto, veniamo ai lati positivi.
Tanjiro è un buon personaggio, è un protagonista equilibrato, ben educato, gentile, generoso e, soprattutto, rispettoso nei confronti degli altri. Mai sopra le righe, mai eccessivo. All'interno di questa storia, in cui ogni reazione è sproporzionata al contesto, lui è una piccola perla e, tutto sommato, almeno un po', porta lo spettatore a empatizzare con lui. Sicuramente un approfondimento del legame con la sorella, o del dolore che la perdita della famiglia gli ha provocato, gli avrebbero dato maggior spessore, ma comunque ho visto solo quindici episodi, quindi comprendo che il suo sviluppo fosse appena agli inizi.
Altro punto di merito a favore di questa serie, forse il principale, è la grafica.
Mai una sbavatura o un frame fuori posto. I disegni sono impeccabili, per non parlare dei fondali, che talvolta sembrano dei dipinti. Con una resa video inferiore, questo anime non avrebbe raggiunto la sufficienza e si sarebbe fermato a un 5, ma per la qualità grafica del prodotto e in virtù del fatto che su un target molto giovane potrebbe comunque fare presa, credo che meriti un 6 stiracchiato.
Non riesco a comprendere il successo dell'opera, forse dovrei dare una chance al manga, dove le urla di Zen'itsu non si possono sentire, nella speranza che trama e personaggi risultino più consistenti e approfonditi.
Inserito nei canoni del battle shounen, genere che di solito apprezzo, è purtroppo del tutto privo di quella tensione che ti fa temere per la vita del protagonista o dei vari comprimari che si alternano nella vicenda.
All'inizio di ogni scontro, si sa già che si concluderà con la vittoria dei buoni e, da lì, avanti con un altro nemico più forte del precedente, senza colpi di scena, senza imprevisti degni di nota e senza momenti di raccoglimento che potrebbero aiutare lo spettatore a empatizzare con i personaggi.
Fatta eccezione per il protagonista, gli altri personaggi sono macchiette caricaturali che avrebbero potuto dare molto di più.
Nezuko è una grandissima occasione sprecata. Unica superstite della famiglia del protagonista e ragione della sua scelta di diventare un cacciatore di demoni, è di fatto un non-personaggio. Non si sa nulla di lei, a parte qualche sporadico flashback, e i momenti di interazione con il fratello si contano sulle dita di una mano monca. Tramutata in demone suo malgrado, avrebbe potuto essere un buon punto di partenza per costruire un rapporto credibile tra fratelli, mettendo anche in luce le difficoltà di comunicazione tra umani e demoni, invece si limita a stare chiusa in una scatola, anche quando potrebbe essere oggettivamente utile in una situazione critica.
Zen'itsu credo possa vincere il premio come personaggio più irritante che io abbia mai incontrato in un anime. Lui grida. Grida sempre. Per qualsiasi cosa. Non c'è mai un momento in cui si comporti da persona normale, se si esclude quando è in trance. Ammetto che lui è uno dei motivi principali che mi hanno fatto abbandonare l'opera. Non lo reggo, non ce la faccio proprio. Forse, se avessi avuto dodici anni, sarei riuscita a digerirlo, ma non è questo il caso. Per cui, bye bye Zen'itsu, senza troppi rimpianti.
Inosuke è un altro personaggio inutile e demente, per quanto sia comunque più sopportabile di Zen'itsu. Si presenta come un guerriero forte, invincibile e sicuro di sé, in realtà è un ragazzino chiassoso come tanti altri che agisce in modo del tutto incomprensibile. Penso, o forse spero, che abbia un background interessante, ma non ho più la voglia di scoprirlo, né di proseguire. Dopo quindici episodi, e una scena in cui l'ho visto correre in cerchio in una stanza alle spalle del protagonista, inseguito da Zen'itsu, senza alcuna ragione plausibile, non ho trovato un valido motivo per restare aggrappata a questa serie.
Ora che ho demolito tutto ciò che non mi è piaciuto, veniamo ai lati positivi.
Tanjiro è un buon personaggio, è un protagonista equilibrato, ben educato, gentile, generoso e, soprattutto, rispettoso nei confronti degli altri. Mai sopra le righe, mai eccessivo. All'interno di questa storia, in cui ogni reazione è sproporzionata al contesto, lui è una piccola perla e, tutto sommato, almeno un po', porta lo spettatore a empatizzare con lui. Sicuramente un approfondimento del legame con la sorella, o del dolore che la perdita della famiglia gli ha provocato, gli avrebbero dato maggior spessore, ma comunque ho visto solo quindici episodi, quindi comprendo che il suo sviluppo fosse appena agli inizi.
Altro punto di merito a favore di questa serie, forse il principale, è la grafica.
Mai una sbavatura o un frame fuori posto. I disegni sono impeccabili, per non parlare dei fondali, che talvolta sembrano dei dipinti. Con una resa video inferiore, questo anime non avrebbe raggiunto la sufficienza e si sarebbe fermato a un 5, ma per la qualità grafica del prodotto e in virtù del fatto che su un target molto giovane potrebbe comunque fare presa, credo che meriti un 6 stiracchiato.
Non riesco a comprendere il successo dell'opera, forse dovrei dare una chance al manga, dove le urla di Zen'itsu non si possono sentire, nella speranza che trama e personaggi risultino più consistenti e approfonditi.