Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty
Se ripenso alle aspettative che avevo prima di giocare “Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty” mi rendo conto di quanto mi fossi fatto un’idea sbagliata di questo gioco. Avevo adorato il primo MGS e forse proprio per questo, ero ingenuamente convinto che difficilmente un capitolo successivo della saga sarebbe stato in grado di catturarmi e coinvolgermi allo stesso modo. Sono davvero contento di poter dire di essermi sbagliato alla grande.
Le motivazioni che mi portarono a sottostimare ciò che MGS2 è stato in grado di offrirmi sono da ricondurre all’idea (errata) che questo capitolo rappresentasse un passo falso per questa saga e che in una certa misura fosse in parte disprezzato anche dai fan. A ripensarci oggi è un’idea folle, ma che ha un piccolo fondo di verità.
Chi, infatti, visse quel periodo storico a cavallo tra la quinta e la sesta generazione di console, ha tramandato l’idea che “MGS2” fu uno dei videogiochi più attesi di sempre. Non è difficile crederlo, vista la qualità del primo capitolo. E da questa attesa epocale, evidentemente per qualcuno nacque la delusione. La delusione di ritrovarsi tra le mani un titolo che, nel bene o nel male, è lontanissimo da quello che chiunque si poteva aspettare dopo MGS1. Naturalmente per me, questo gioco non solo non è stato una delusione, ma anzi una sorpresa completa.
In realtà però, la sensazione dominante nelle prime fasi di gioco è quella di una certa familiarità. Il titolo mostra fin da subito una qualità eccezionale sul piano tecnico e soprattutto artistico. Anche per chi come me non ha vissuto, per motivi anagrafici, quell’epoca videoludica, appare chiaro quanto il gioco fosse innovativo e ricchissimo di dettagli ambientali e non. Il giocatore ha la sensazione di poter fare quello che vuole e la differenza grafica tra il capitolo precedente e questo è abissale. Oggi siamo abituati a salti generazionali poco percettibili e le nuove console mostrano i muscoli rispetto alla generazione precedente solo col passare degli anni. Ma “ MGS2” per chi lo giocò ai tempi, fu probabilmente un dolcissimo assaggio di futuro. Il gameplay è in buona parte quello del capitolo precedente, arricchito da molte nuove funzioni. Per gli amanti dello Stealth è un gioco davvero completo, divertentissimo da affrontare con i più disparati approcci.
La colonna sonora è da panico, le ambientazioni sono spettacolari e ci sarebbero un’infinità di dettagli squisitissimi da sottolineare che dimostrano la cura maniacale che gli sviluppatori hanno avuto nella costruzione del gioco.
Benché “MGS2” sia un gioco riuscito sotto tutti i punti di vista, è palese che la portata principale sia la trama. Ciò che ci viene raccontato in questo gioco è da fuori di testa. Non ricordo quando, in qualunque media, ho avuto a che fare con una storia così complessa e interessante. Nella storia di “Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty” si può trovare di tutto. Post-verità, Fake News, Controllo dell’informazione, Meme, Realtà virtuale, Intelligenza Artificiale, Esistenzialismo, Evoluzionismo e una miriade di altri temi e argomenti complicatissimi che si intrecciano con un’infinità di riferimenti storici e culturali. Credo sia francamente impossibile cogliere tutto ciò che il gioco può raccontare alla prima partita. Non c’è dubbio che il gioco sia di difficile comprensione e restare confusi di fronte agli sviluppi della storia è perfettamente normale. Ma il fascino che “MGS2” sa trasmettere va oltre la nostra semplice comprensione degli eventi.
Tra i tanti e strepitosi personaggi presenti in questo gioco, voglio spezzare una lancia in favore del vero protagonista dell’avventura: Raiden, il simbolo della delusione che molti provarono per questo gioco, dopo anni passati a sognare una nuova avventura completamente incentrata su Snake. Raiden siamo noi. Il ragazzino che aveva amato le gesta di Snake nel primo capitolo, che ha passato una vita intera con la console accesa, che agli sviluppi di questa storia rimane confuso e in balia di eventi che fa fatica a comprendere. Raramente ho provato un’immedesimazione così forte verso un personaggio nei videogiochi. E il gioco non manca di prenderci in giro su questo, sfondando la quarta parete più volte sul finale dell’avventura in modo a dir poco magistrale.
“MGS2” è stata un’esperienza devastante. Dopo averlo finito, non riesco a togliermi un quesito dalla testa. “Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty” è veramente un gioco di vent’anni fa? Tutto ciò che ci viene raccontato è così tremendamente attuale da fare spavento. La quintessenza del postmodernismo. Massimo esempio di ciò che l’arte videoludica sa offrire. “MGS2” è l’opera di chi ha saputo guardare al futuro con una lungimiranza spietata. D’ora in poi quando si parlerà di “opere visionarie” il mio primo pensiero sarà “Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty”.
Le motivazioni che mi portarono a sottostimare ciò che MGS2 è stato in grado di offrirmi sono da ricondurre all’idea (errata) che questo capitolo rappresentasse un passo falso per questa saga e che in una certa misura fosse in parte disprezzato anche dai fan. A ripensarci oggi è un’idea folle, ma che ha un piccolo fondo di verità.
Chi, infatti, visse quel periodo storico a cavallo tra la quinta e la sesta generazione di console, ha tramandato l’idea che “MGS2” fu uno dei videogiochi più attesi di sempre. Non è difficile crederlo, vista la qualità del primo capitolo. E da questa attesa epocale, evidentemente per qualcuno nacque la delusione. La delusione di ritrovarsi tra le mani un titolo che, nel bene o nel male, è lontanissimo da quello che chiunque si poteva aspettare dopo MGS1. Naturalmente per me, questo gioco non solo non è stato una delusione, ma anzi una sorpresa completa.
In realtà però, la sensazione dominante nelle prime fasi di gioco è quella di una certa familiarità. Il titolo mostra fin da subito una qualità eccezionale sul piano tecnico e soprattutto artistico. Anche per chi come me non ha vissuto, per motivi anagrafici, quell’epoca videoludica, appare chiaro quanto il gioco fosse innovativo e ricchissimo di dettagli ambientali e non. Il giocatore ha la sensazione di poter fare quello che vuole e la differenza grafica tra il capitolo precedente e questo è abissale. Oggi siamo abituati a salti generazionali poco percettibili e le nuove console mostrano i muscoli rispetto alla generazione precedente solo col passare degli anni. Ma “ MGS2” per chi lo giocò ai tempi, fu probabilmente un dolcissimo assaggio di futuro. Il gameplay è in buona parte quello del capitolo precedente, arricchito da molte nuove funzioni. Per gli amanti dello Stealth è un gioco davvero completo, divertentissimo da affrontare con i più disparati approcci.
La colonna sonora è da panico, le ambientazioni sono spettacolari e ci sarebbero un’infinità di dettagli squisitissimi da sottolineare che dimostrano la cura maniacale che gli sviluppatori hanno avuto nella costruzione del gioco.
Benché “MGS2” sia un gioco riuscito sotto tutti i punti di vista, è palese che la portata principale sia la trama. Ciò che ci viene raccontato in questo gioco è da fuori di testa. Non ricordo quando, in qualunque media, ho avuto a che fare con una storia così complessa e interessante. Nella storia di “Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty” si può trovare di tutto. Post-verità, Fake News, Controllo dell’informazione, Meme, Realtà virtuale, Intelligenza Artificiale, Esistenzialismo, Evoluzionismo e una miriade di altri temi e argomenti complicatissimi che si intrecciano con un’infinità di riferimenti storici e culturali. Credo sia francamente impossibile cogliere tutto ciò che il gioco può raccontare alla prima partita. Non c’è dubbio che il gioco sia di difficile comprensione e restare confusi di fronte agli sviluppi della storia è perfettamente normale. Ma il fascino che “MGS2” sa trasmettere va oltre la nostra semplice comprensione degli eventi.
Tra i tanti e strepitosi personaggi presenti in questo gioco, voglio spezzare una lancia in favore del vero protagonista dell’avventura: Raiden, il simbolo della delusione che molti provarono per questo gioco, dopo anni passati a sognare una nuova avventura completamente incentrata su Snake. Raiden siamo noi. Il ragazzino che aveva amato le gesta di Snake nel primo capitolo, che ha passato una vita intera con la console accesa, che agli sviluppi di questa storia rimane confuso e in balia di eventi che fa fatica a comprendere. Raramente ho provato un’immedesimazione così forte verso un personaggio nei videogiochi. E il gioco non manca di prenderci in giro su questo, sfondando la quarta parete più volte sul finale dell’avventura in modo a dir poco magistrale.
“MGS2” è stata un’esperienza devastante. Dopo averlo finito, non riesco a togliermi un quesito dalla testa. “Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty” è veramente un gioco di vent’anni fa? Tutto ciò che ci viene raccontato è così tremendamente attuale da fare spavento. La quintessenza del postmodernismo. Massimo esempio di ciò che l’arte videoludica sa offrire. “MGS2” è l’opera di chi ha saputo guardare al futuro con una lungimiranza spietata. D’ora in poi quando si parlerà di “opere visionarie” il mio primo pensiero sarà “Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty”.