Wonder Boy in Monster World
“Wonder Boy in Monster World” è il quinto capitolo della serie pubblicato originariamente nel 1991 e inserito recentemente in alcune collection per piattaforme moderne. Personalmente, ho avuto la possibilità di giocarlo attraverso la raccolta “Anniversary” per Switch e ammetto di averlo apprezzato abbastanza, seppur con qualche riserva.
Si tratta sostanzialmente di un action a scorrimento laterale con una spiccata componente platform e con una leggera componente da gioco di ruolo. L’aspetto più sorprendete del titolo, soprattutto considerato il periodo di uscita originale, è la sua immediatezza. Si prende subito confidenza con le meccaniche e i meccanismi di gioco, in modo molto naturale e un po’ inusuale per tanti titoli di quei tempi. Si può dire che il gioco sia abbastanza facile per quell’epoca, il che però non mi è dispiaciuto visto che si tratta comunque di un’esperienza godibile ed equilibrata e che in ogni caso può richiedere impegno al giocatore moderno. L’unica parte frustrante semmai è quella finale, dove si assiste a un’impennata di difficoltà piuttosto evitabile. Per quanto concerne gameplay e level design, direi che il gioco è discreto, seppur non troppo sorprendente, ma la progressione offerta al giocatore è comunque buona. Anche la colonna sonora ci sta, seppur anche questa senza eccellere.
Questo quinto capitolo di “Wonder Boy” non sarà un gioco memorabile, ma complessivamente l’ho trovato un titolo gradevole. La relativa semplicità ed essenzialità dell’esperienza mi ha permesso di staccare da tanti giochi simili di quell’epoca ben più impegnativi, ma non necessariamente migliori. Per chi ama gli action/platform in 2D è sicuramente da provare.
Si tratta sostanzialmente di un action a scorrimento laterale con una spiccata componente platform e con una leggera componente da gioco di ruolo. L’aspetto più sorprendete del titolo, soprattutto considerato il periodo di uscita originale, è la sua immediatezza. Si prende subito confidenza con le meccaniche e i meccanismi di gioco, in modo molto naturale e un po’ inusuale per tanti titoli di quei tempi. Si può dire che il gioco sia abbastanza facile per quell’epoca, il che però non mi è dispiaciuto visto che si tratta comunque di un’esperienza godibile ed equilibrata e che in ogni caso può richiedere impegno al giocatore moderno. L’unica parte frustrante semmai è quella finale, dove si assiste a un’impennata di difficoltà piuttosto evitabile. Per quanto concerne gameplay e level design, direi che il gioco è discreto, seppur non troppo sorprendente, ma la progressione offerta al giocatore è comunque buona. Anche la colonna sonora ci sta, seppur anche questa senza eccellere.
Questo quinto capitolo di “Wonder Boy” non sarà un gioco memorabile, ma complessivamente l’ho trovato un titolo gradevole. La relativa semplicità ed essenzialità dell’esperienza mi ha permesso di staccare da tanti giochi simili di quell’epoca ben più impegnativi, ma non necessariamente migliori. Per chi ama gli action/platform in 2D è sicuramente da provare.