So Blonde: Back to the Island
“So Blonde: Back to the Island” è il remake per Nintendo WII e Nintendo DS dell’originale “So Blonde” uscito per PC qualche anno prima.
Anche questa volta il gioco è di genere “avventura grafica” o “punta e clicca”.
In questa versione, la storia alla base delle vicende è rimasta la stessa del videogame originale ma sono state cambiate molte cose nell'ordine degli eventi, sono state aggiunte parti di storia in più, qualche altra è stata rimossa, sono stati aggiunti nuovi personaggi, e sono stati modificati quasi per intero tutti gli enigmi del gioco.
Protagonista della storia è sempre la diciassettenne Sunny Blonde. Mentre è in crociera ai Caraibi, la ragazza cade in mare finendo naufraga su un isola misteriosa. Su quest’isola infatti il tempo sembra essersi fermato all'era d’oro della pirateria, e i suoi abitanti vivono nel terrore generato da One-Eye, un capitano pirata che comanda con il pugno di ferro. Sunny scopre che sull'isola è stata lanciata una maledizione e che tutto è legato a One-Eye e a Morgane, una bella donna pirata che sull'isola è l’unica ad opporsi al tiranno. Se Sunny vuole tornare a casa sua deve trovare il modo di spezzare la maledizione dell’isola.
Come detto più su, la storia è sostanzialmente identica a quella del “So Blonde” originale, ma grazie alle varie aggiunte fatte, tra cui le interessanti sequenze ambientate nel passato al comando del secondo personaggio giocabile, Nathaniel, il tutto scorre via molto più velocemente rispetto a prima.
Va detto che “Back to the Island” è quasi un nuovo gioco per intero. Ci sono alcune sequenze simili a quelle del videogame originale, ma gli sviluppatori hanno fatto un buon lavoro e sono riusciti a sfruttare le stesse ambientazioni e gli stessi personaggi per creare nuove situazioni e nuovi enigmi da risolvere. Se c’è un difetto forse è che rispetto alla versione per pc questo “Back to the Island” sembra più facile dell’originale, grazie ad enigmi più semplici e una sorta di diario che riassume gli obiettivi da svolgere fornendo dei mezzi suggerimenti su come farlo.
Per quel che riguarda la grafica invece è tutto abbastanza simile all'originale. Abbiamo ancora le ambientazioni disegnate in 2D sulle quali si muovono i modelli poligonali in 3D dei diversi personaggi. Questi sono esattamente gli stessi presi dalla versione pc (per quelli che ovviamente compaiono in entrambi i titoli), mentre invece le ambientazioni pur essendo le stesse sono state ridisegnate da una nuova prospettiva, e ciò da una sensazione di novità al tutto, ma allo stesso tempo di familiarità per chi ha giocato anche il primo gioco della serie.
Anche per la parte audio, non ci sono grosse novità: la colonna sonora è esattamente la stessa, così come pure il cast dei doppiatori inglesi tornato a prestare le voci ai personaggi. Per i dialoghi più importanti sono state usate le campionature del gioco originale, e i doppiatori hanno doppiato solo i nuovi dialoghi.
La durata del videogame si attesta sulla decina di ore scarsa, quindi un paio di ore in meno rispetto alla versione originale per pc. Ciò è dovuto probabilmente al fatto che finalmente in questa versione è stata aggiunta la mappa che permette di spostarsi istantaneamente nei luoghi chiave dell’isola facendo risparmiare al giocatore minuti preziosi evitando di attraversare l’isola per intero per risolvere i vari enigmi.
Essendo poi questo un remake, non c’è bisogno di aver giocato al primo per apprezzarlo, ma in quel caso lo si potrebbe apprezzare anche di più perché ci si rende meglio conto delle migliorie apportate, e si capirebbero anche alcune battute fatte proprio per chi ha giocato entrambi i giochi (ad esempio risolvendo un certo enigma molto simile ad uno del gioco originale la protagonista dirà di provare un senso di dejà-vu).
Due parole brevemente sulla versione per Nintendo DS: il gioco è praticamente identico, fatta eccezione per una grafica dei modelli 3D leggermente inferiore e la mancanza del doppiaggio.
Per concludere dunque, questo “So Blonde: Back to the Island” è la prova che al secondo tentativo le cose riescono meglio. Il primo videogame aveva potenzialità ma erano state mal sfruttate, mentre con questo secondo gioco gli sviluppatori correggono il tiro.
Anche in questo caso comunque non si tratta di un titolo imperdibile, ma se siete fan di questo tipo di giochi alla “Monkey Island”, vale la pena buttarci un occhio.
Anche questa volta il gioco è di genere “avventura grafica” o “punta e clicca”.
In questa versione, la storia alla base delle vicende è rimasta la stessa del videogame originale ma sono state cambiate molte cose nell'ordine degli eventi, sono state aggiunte parti di storia in più, qualche altra è stata rimossa, sono stati aggiunti nuovi personaggi, e sono stati modificati quasi per intero tutti gli enigmi del gioco.
Protagonista della storia è sempre la diciassettenne Sunny Blonde. Mentre è in crociera ai Caraibi, la ragazza cade in mare finendo naufraga su un isola misteriosa. Su quest’isola infatti il tempo sembra essersi fermato all'era d’oro della pirateria, e i suoi abitanti vivono nel terrore generato da One-Eye, un capitano pirata che comanda con il pugno di ferro. Sunny scopre che sull'isola è stata lanciata una maledizione e che tutto è legato a One-Eye e a Morgane, una bella donna pirata che sull'isola è l’unica ad opporsi al tiranno. Se Sunny vuole tornare a casa sua deve trovare il modo di spezzare la maledizione dell’isola.
Come detto più su, la storia è sostanzialmente identica a quella del “So Blonde” originale, ma grazie alle varie aggiunte fatte, tra cui le interessanti sequenze ambientate nel passato al comando del secondo personaggio giocabile, Nathaniel, il tutto scorre via molto più velocemente rispetto a prima.
Va detto che “Back to the Island” è quasi un nuovo gioco per intero. Ci sono alcune sequenze simili a quelle del videogame originale, ma gli sviluppatori hanno fatto un buon lavoro e sono riusciti a sfruttare le stesse ambientazioni e gli stessi personaggi per creare nuove situazioni e nuovi enigmi da risolvere. Se c’è un difetto forse è che rispetto alla versione per pc questo “Back to the Island” sembra più facile dell’originale, grazie ad enigmi più semplici e una sorta di diario che riassume gli obiettivi da svolgere fornendo dei mezzi suggerimenti su come farlo.
Per quel che riguarda la grafica invece è tutto abbastanza simile all'originale. Abbiamo ancora le ambientazioni disegnate in 2D sulle quali si muovono i modelli poligonali in 3D dei diversi personaggi. Questi sono esattamente gli stessi presi dalla versione pc (per quelli che ovviamente compaiono in entrambi i titoli), mentre invece le ambientazioni pur essendo le stesse sono state ridisegnate da una nuova prospettiva, e ciò da una sensazione di novità al tutto, ma allo stesso tempo di familiarità per chi ha giocato anche il primo gioco della serie.
Anche per la parte audio, non ci sono grosse novità: la colonna sonora è esattamente la stessa, così come pure il cast dei doppiatori inglesi tornato a prestare le voci ai personaggi. Per i dialoghi più importanti sono state usate le campionature del gioco originale, e i doppiatori hanno doppiato solo i nuovi dialoghi.
La durata del videogame si attesta sulla decina di ore scarsa, quindi un paio di ore in meno rispetto alla versione originale per pc. Ciò è dovuto probabilmente al fatto che finalmente in questa versione è stata aggiunta la mappa che permette di spostarsi istantaneamente nei luoghi chiave dell’isola facendo risparmiare al giocatore minuti preziosi evitando di attraversare l’isola per intero per risolvere i vari enigmi.
Essendo poi questo un remake, non c’è bisogno di aver giocato al primo per apprezzarlo, ma in quel caso lo si potrebbe apprezzare anche di più perché ci si rende meglio conto delle migliorie apportate, e si capirebbero anche alcune battute fatte proprio per chi ha giocato entrambi i giochi (ad esempio risolvendo un certo enigma molto simile ad uno del gioco originale la protagonista dirà di provare un senso di dejà-vu).
Due parole brevemente sulla versione per Nintendo DS: il gioco è praticamente identico, fatta eccezione per una grafica dei modelli 3D leggermente inferiore e la mancanza del doppiaggio.
Per concludere dunque, questo “So Blonde: Back to the Island” è la prova che al secondo tentativo le cose riescono meglio. Il primo videogame aveva potenzialità ma erano state mal sfruttate, mentre con questo secondo gioco gli sviluppatori correggono il tiro.
Anche in questo caso comunque non si tratta di un titolo imperdibile, ma se siete fan di questo tipo di giochi alla “Monkey Island”, vale la pena buttarci un occhio.