Little Nightmares
Una piccola gemma che lascia pienamente soddisfatti, dal momento che ormai è uscito il sequel, questa recensione può contenere spoiler, sempre che se ne possano fare per un gioco come quello in oggetto. A fronte di un esperienza che non si aggiri oltre le tre ore, ma forse anche di meno, a lasciare il segno è la componente narrativa strana.
Strana perché in tutto il gioco non c'è nulla che possa definire gli eventi, non sappiamo chi siamo, non sappiamo nulla del mondo, non sappiamo nulla degli avversari.
Questo dal punto di vista strettamente oggettivo, dal lato soggettivo, invece è quanto la nostra mente insieme ai vari eventi, insieme a ciò che vediamo degli ambienti che lascia il segno, senza che ci sia un'effettiva messa in scena oggettiva della trama.
Di certo non una novità, tale forma di "narrazione" è presente in titoli quali "Limbo" ed "Inside" ma se in questi due, la trama si costruisce solo attraverso gli ambienti, qui il personaggio protagonista è delineato maggiormente attraverso alcuni dei momenti di gioco.
La grafica si manifesta molto ispirata allo stile delle opere di Tim Burton ed altre ispirate anche alle opere di Miyazaki (emblematico il penultimo livello) e molto del gameplay fa ampio uso delle luci e delle ombre, noi vestiamo i panni di una bambina con un impermeabile giallo e che ha dalla sua un'accendino utile per illuminare gli ambienti bui che incontreremo. Il gioco parte con il suo risveglio da quella che appare una valigia.
Interessante è anche la natura di alcune zone dei livelli che possono risolversi adottando svariati soluzioni, rendendo in questo modo anche l'esperienza più variegata.
L'aspetto che più mi ha colpito è la descrizione della fame della bambina che comporta con il proseguire dell'avventura una sempre maggiore alienazione da parte del giocatore, in tutto sono poche sequenze ma disseminate con cura e che lasciano decisamente il segno.
La gestione delle ombre, il design dei personaggi antagonisti, l'uso ottimo del sonoro, rendono per quanto non estremamente difficile, l'esperienza godibile, come esordito una piccola perla che merita di essere provata se si è apprezzato giochi quali "Limbo" e "Inside". Forse una durata maggiore avrebbe giovato ma del resto questo contro si supera con il dlc che per quanto non espanda la storia principale ne costituisce un ottimo retroscena, approfondendo un particolare aspetto della "storia".
Strana perché in tutto il gioco non c'è nulla che possa definire gli eventi, non sappiamo chi siamo, non sappiamo nulla del mondo, non sappiamo nulla degli avversari.
Questo dal punto di vista strettamente oggettivo, dal lato soggettivo, invece è quanto la nostra mente insieme ai vari eventi, insieme a ciò che vediamo degli ambienti che lascia il segno, senza che ci sia un'effettiva messa in scena oggettiva della trama.
Di certo non una novità, tale forma di "narrazione" è presente in titoli quali "Limbo" ed "Inside" ma se in questi due, la trama si costruisce solo attraverso gli ambienti, qui il personaggio protagonista è delineato maggiormente attraverso alcuni dei momenti di gioco.
La grafica si manifesta molto ispirata allo stile delle opere di Tim Burton ed altre ispirate anche alle opere di Miyazaki (emblematico il penultimo livello) e molto del gameplay fa ampio uso delle luci e delle ombre, noi vestiamo i panni di una bambina con un impermeabile giallo e che ha dalla sua un'accendino utile per illuminare gli ambienti bui che incontreremo. Il gioco parte con il suo risveglio da quella che appare una valigia.
Interessante è anche la natura di alcune zone dei livelli che possono risolversi adottando svariati soluzioni, rendendo in questo modo anche l'esperienza più variegata.
L'aspetto che più mi ha colpito è la descrizione della fame della bambina che comporta con il proseguire dell'avventura una sempre maggiore alienazione da parte del giocatore, in tutto sono poche sequenze ma disseminate con cura e che lasciano decisamente il segno.
La gestione delle ombre, il design dei personaggi antagonisti, l'uso ottimo del sonoro, rendono per quanto non estremamente difficile, l'esperienza godibile, come esordito una piccola perla che merita di essere provata se si è apprezzato giochi quali "Limbo" e "Inside". Forse una durata maggiore avrebbe giovato ma del resto questo contro si supera con il dlc che per quanto non espanda la storia principale ne costituisce un ottimo retroscena, approfondendo un particolare aspetto della "storia".