Trauma Center: Under the Knife
“Trauma Center: Under the Knife” è un videogame del 2005, uscito su Nintendo DS. Si tratta di una visual novel a tema medico, dove il focus del gameplay è incentrato sulla simulazione della professione del chirurgo.
Trama
Nei panni di un giovane e talentuoso medico, inizieremo la storia curando i primi pazienti vittime d’incidenti e di malattie comuni, ma man mano che proseguiremo nella trama, dovremo vedercela con nuove e pericolose malattie incurabili create da un’organizzazione bioterroristica che ne ha diffuso i virus. Il tutto porterà il protagonista e i suoi colleghi a mettere in dubbio la loro professione di dottori.
Gameplay
La parte visual novel di “Trauma Center” non offre molta interattività. In pratica, come ogni visual novel, vediamo i disegni dei personaggi su uno sfondo che parlano portando avanti la storia. L’unica cosa che può fare il giocatore è quella di premere il tasto per far scorrere i testi. La parte di gioco vero e proprio inizia quando è il momento di operare i vari pazienti. Bisogna sempre iniziare praticando un’incisione in vari punti del corpo (addome, stomaco, braccia, ecc) e operare sugli organi interni. A nostra disposizione avremo vari strumenti quali bisturi, laser chirurgico, ago e filo, siringa con vari sieri, bende, aspiratore e altri. Con questi strumenti bisogna intervenire sulle cause delle malattie che colpiscono i vari organi. È necessario tagliare, incidere, bruciare, aspirare, suturare, stando sempre attenti ai valori vitali del paziente, che rischia di morire. Perdere il paziente equivale al game over, e inoltre bisogna vedersela anche con un limite di tempo e un altro per gli errori. Anche questi portano al game over se superati.
A fine operazione si ottiene una valutazione in base a quanto tempo si è impiegato, alle condizioni di salute del paziente, gli errori fatti e se si è usato o meno il “tocco curativo”.
Questa non è altro che un’abilità speciale del protagonista, spiegata all’interno del gioco, che gli permette di concentrarsi e operare più velocemente. In pratica una volta attivato fa scorrere il tempo più lentamente per circa venti secondi, permettendo così di avere più tempo per fare le azioni richieste. Può essere usato una sola volta per operazione.
Grafica e audio
La grafica di “Trauma Center” è essenziale e funzionale a quello che è il gioco. La parte in visual novel ha dei bei disegni con i personaggi disegnati in stile manga/anime, non tradendo la sua origine giapponese, mentre il resto degli elementi tra sfondi e una mappa della città con visuale aerea, che indica i vari luoghi in cui i personaggi si muovono, sono abbastanza semplici. Nella parte delle operazioni abbiamo invece degli elementi in 3D curati quanto basta, con i vari organi interni che sembrano quello che rappresentano, ma che sono comunque molto stilizzati.
Per quel che invece riguarda l’audio, va detto subito che il gioco non è doppiato. Le uniche voci si sentono durante le operazioni e sono quelle degli assistenti che dicono cose come”iniziamo”, “stai attento”, “lo stiamo perdendo” o “sta scadendo il tempo”. Il tutto in inglese.
Le musiche invece sono molto belle e orecchiabili, e accompagnano bene tutte le varie scene, sia nella parte di racconto, che durante le operazioni, riuscendo a creare la giusta tensione emotiva quando serve.
Longevità e difficoltà
Questi sono i due aspetti più problematici da considerare riguardo “Trauma Center”. Il gioco ha una durata di circa quattro ore e mezzo. Tanto ci vuole per arrivare ai titoli di coda, considerato il numero di operazioni e il tempo limite entro il quale vanno concluse. Poco, direbbero in molti. È anche troppo invece, vi dico io. Questo perché il gioco ha un livello di difficoltà molto elevato. Ai limiti dell’impossibile. Dopo le prime operazioni, necessarie a prendere confidenza con il sistema di gioco, inizia l’incubo delle malattie incurabili. Queste operazioni vanno concluse quasi sempre senza fare errori, perché anche sbagliare di poco porta al game over. Spesso il gioco non fornisce istruzioni su come agire (sono malattie nuove senza cura) e tocca al giocatore capire che fare andando a tentativi. Altre volte, pur sapendo cosa fare, il gioco inserisce altri elementi di difficoltà (minor tempo, ceppi della malattia più aggressivi, più pazienti da operare in successione). Il tutto in pratica significa perdere anche un’ora per superare una sola operazione. Se prima non avrete lanciato il DS dalla finestra.
Traduzione e localizzazione
La versione europea del gioco è stata tradotta nelle cinque lingue europee maggiori, e tra queste c’è ovviamente anche l’italiano. I testi sono di buona qualità, sempre scorrevoli e facili da capire, anche quando si parla di medicina e si usano termini specifici. Non ho notato neanche un refuso. La nota un po’ dolente riguarda invece l’adattamento. La versione europea di “Trauma Center” è basata su quella americana, dove sono stati modificati tutti i nomi dei personaggi dagli originali giapponesi, dando loro dei nomi inglesi. La storia è rimasta la stessa, ma comunque può dar fastidio ai puristi.
Conclusioni
“Trauma Center: Under the Knife” è un bel gioco, uno dei migliori usciti su Nintendo DS. Ha una storia discretamente appassionante, specialmente se si apprezza il genere medical drama, e un gameplay interessante e assuefacente. L’unico vero difetto è la difficoltà fin troppo punitiva, che rischia di ammazzare il divertimento, oltre che il paziente. Mi viene da pensare che almeno il nome del gioco l’hanno azzeccato: io non me lo dimenticherò mai più. Se però la difficoltà elevata non vi spaventa, merita sicuramente di essere provato.
Trama
Nei panni di un giovane e talentuoso medico, inizieremo la storia curando i primi pazienti vittime d’incidenti e di malattie comuni, ma man mano che proseguiremo nella trama, dovremo vedercela con nuove e pericolose malattie incurabili create da un’organizzazione bioterroristica che ne ha diffuso i virus. Il tutto porterà il protagonista e i suoi colleghi a mettere in dubbio la loro professione di dottori.
Gameplay
La parte visual novel di “Trauma Center” non offre molta interattività. In pratica, come ogni visual novel, vediamo i disegni dei personaggi su uno sfondo che parlano portando avanti la storia. L’unica cosa che può fare il giocatore è quella di premere il tasto per far scorrere i testi. La parte di gioco vero e proprio inizia quando è il momento di operare i vari pazienti. Bisogna sempre iniziare praticando un’incisione in vari punti del corpo (addome, stomaco, braccia, ecc) e operare sugli organi interni. A nostra disposizione avremo vari strumenti quali bisturi, laser chirurgico, ago e filo, siringa con vari sieri, bende, aspiratore e altri. Con questi strumenti bisogna intervenire sulle cause delle malattie che colpiscono i vari organi. È necessario tagliare, incidere, bruciare, aspirare, suturare, stando sempre attenti ai valori vitali del paziente, che rischia di morire. Perdere il paziente equivale al game over, e inoltre bisogna vedersela anche con un limite di tempo e un altro per gli errori. Anche questi portano al game over se superati.
A fine operazione si ottiene una valutazione in base a quanto tempo si è impiegato, alle condizioni di salute del paziente, gli errori fatti e se si è usato o meno il “tocco curativo”.
Questa non è altro che un’abilità speciale del protagonista, spiegata all’interno del gioco, che gli permette di concentrarsi e operare più velocemente. In pratica una volta attivato fa scorrere il tempo più lentamente per circa venti secondi, permettendo così di avere più tempo per fare le azioni richieste. Può essere usato una sola volta per operazione.
Grafica e audio
La grafica di “Trauma Center” è essenziale e funzionale a quello che è il gioco. La parte in visual novel ha dei bei disegni con i personaggi disegnati in stile manga/anime, non tradendo la sua origine giapponese, mentre il resto degli elementi tra sfondi e una mappa della città con visuale aerea, che indica i vari luoghi in cui i personaggi si muovono, sono abbastanza semplici. Nella parte delle operazioni abbiamo invece degli elementi in 3D curati quanto basta, con i vari organi interni che sembrano quello che rappresentano, ma che sono comunque molto stilizzati.
Per quel che invece riguarda l’audio, va detto subito che il gioco non è doppiato. Le uniche voci si sentono durante le operazioni e sono quelle degli assistenti che dicono cose come”iniziamo”, “stai attento”, “lo stiamo perdendo” o “sta scadendo il tempo”. Il tutto in inglese.
Le musiche invece sono molto belle e orecchiabili, e accompagnano bene tutte le varie scene, sia nella parte di racconto, che durante le operazioni, riuscendo a creare la giusta tensione emotiva quando serve.
Longevità e difficoltà
Questi sono i due aspetti più problematici da considerare riguardo “Trauma Center”. Il gioco ha una durata di circa quattro ore e mezzo. Tanto ci vuole per arrivare ai titoli di coda, considerato il numero di operazioni e il tempo limite entro il quale vanno concluse. Poco, direbbero in molti. È anche troppo invece, vi dico io. Questo perché il gioco ha un livello di difficoltà molto elevato. Ai limiti dell’impossibile. Dopo le prime operazioni, necessarie a prendere confidenza con il sistema di gioco, inizia l’incubo delle malattie incurabili. Queste operazioni vanno concluse quasi sempre senza fare errori, perché anche sbagliare di poco porta al game over. Spesso il gioco non fornisce istruzioni su come agire (sono malattie nuove senza cura) e tocca al giocatore capire che fare andando a tentativi. Altre volte, pur sapendo cosa fare, il gioco inserisce altri elementi di difficoltà (minor tempo, ceppi della malattia più aggressivi, più pazienti da operare in successione). Il tutto in pratica significa perdere anche un’ora per superare una sola operazione. Se prima non avrete lanciato il DS dalla finestra.
Traduzione e localizzazione
La versione europea del gioco è stata tradotta nelle cinque lingue europee maggiori, e tra queste c’è ovviamente anche l’italiano. I testi sono di buona qualità, sempre scorrevoli e facili da capire, anche quando si parla di medicina e si usano termini specifici. Non ho notato neanche un refuso. La nota un po’ dolente riguarda invece l’adattamento. La versione europea di “Trauma Center” è basata su quella americana, dove sono stati modificati tutti i nomi dei personaggi dagli originali giapponesi, dando loro dei nomi inglesi. La storia è rimasta la stessa, ma comunque può dar fastidio ai puristi.
Conclusioni
“Trauma Center: Under the Knife” è un bel gioco, uno dei migliori usciti su Nintendo DS. Ha una storia discretamente appassionante, specialmente se si apprezza il genere medical drama, e un gameplay interessante e assuefacente. L’unico vero difetto è la difficoltà fin troppo punitiva, che rischia di ammazzare il divertimento, oltre che il paziente. Mi viene da pensare che almeno il nome del gioco l’hanno azzeccato: io non me lo dimenticherò mai più. Se però la difficoltà elevata non vi spaventa, merita sicuramente di essere provato.