Trauma Center: New Blood
“Trauma Center: New Blood”, uscito per Nintendo Wii nel 2007, è il terzo titolo della serie “Trauma Center”.
Trama
“New Blood” è ambientato nel prossimo futuro, nel 2028 per la precisione, quindi dieci anni dopo gli eventi del primo gioco della serie, “Trauma Center: Under the Knife” e del suo remake “Second Opinion”. Presenta un cast completamente nuovo e una nuova storyline che non ha collegamenti con la precedente, se non per pochi rimandi.
Protagonisti del gioco sono una coppia di dottori: Markus Vaughn e Valerie Blaylock. I due sono medici chirurghi in uno sperduto ospedale dell’Alaska. Dotati entrambi di grandi capacità e del famigerato “tocco curativo”, si trovano alla frontiera degli Stati Uniti spinti da motivazioni diverse. Markus è in fuga dal suo passato, mentre Valerie vuole mettersi alla prova in condizioni estreme per migliorare le sue capacità.
Quando vengono però in contatto con una nuova e pericolosa malattia mortale, la “Stigma”, i due vengono trasferiti alla Caduceus, una grande organizzazione sanitaria all’avanguardia, che i fan della serie ben conoscono, per aiutare a trovare una cura.
Gameplay
Squadra che vince non si cambia. O almeno, non del tutto. Se è vero che il cast dei personaggi è completamente nuovo, non si può dire lo stesso del gameplay del gioco che è rimasto pressoché invariato.
“New Blood” come i suoi predecessori è diviso in una sezione visual novel e una di gioco vero e proprio. Nella parte visual novel, il giocatore assiste allo svolgersi della storia, mediante i tanti e lunghi dialoghi dei personaggi, senza poter interagire in nessun modo. La seconda sezione è quella in cui si svolgono le operazioni sui pazienti. Dotati dei nostri fidati strumenti quali bisturi, laser chirurgico, pinze, siringhe, bende, aspiratore, defibrillatore, ecc. dovremo salvare i pazienti da vari mali. In questo terzo gioco della serie, gli autori hanno migliorato diversi aspetti e soprattutto aumentato la varietà delle operazioni. Oltre a quelle di routine viste anche nei capitoli precedenti, in “New Blood” ad esempio, dovremo operare un paziente al cervello, mentre a un altro ancora dovremo cambiare pacemaker, e a un terzo rimuovere un’appendice infiammata… E questo senza contare le difficoltose operazioni sui vari tipi di Stigma. Anche qua, scopo del gioco sarà tenere vivo il paziente fino alla fine e rimuovere la causa del suo male. Troppi errori o il superamento del tempo limite porteranno alla schermata del game over.
La più grande novità di “New Blood” è la possibilità di giocare in due con un amico. Il secondo giocatore opererà sullo stesso paziente, in uno sforzo congiunto per salvare la vita del malcapitato. La modalità a due giocatori è ben implementata nel gameplay dato che alcune operazioni sono talmente piene di cose da fare che avere due teste e quattro mani dimezza la difficoltà delle stesse. Non che in modalità in singolo siano impossibili, ma alcune sono davvero toste e richiedono grande concentrazione e molto coordinamento cervello-occhio-mano. In due si è indubbiamente facilitati.
Altra novità è quella rappresentata dalle “sfide”, delle operazioni ad alta difficoltà ma slegate dalla trama. Non è necessario completarle in quanto completamente opzionali. Spesso inserite alla fine di un capitolo, presentano in una sola operazione una somma di tutto ciò che si è affrontato nelle precedenti operazioni dello stesso.
È stata inoltre aggiunta una piccola componente online. Dopo aver concluso un’operazione, è possibile mandare il proprio punteggio online ed entrare nella classifica mondiale insieme agli altri giocatori di “New Blood”. O meglio, era possibile, dato che ora i server sono chiusi.
Grafica e audio
Graficamente “New Blood” segue le orme del remake “Second Opinion”. I ritratti dei vari personaggi sono stati realizzati dallo stesso disegnatore che si è occupato del remake, e sono tutti in stile manga/anime.
L’interfaccia nella sezione operazioni ha subito un revamp, e anche se molto simile a quella di “Second Opinion” è più chiara e ordinata. Anche durante le operazioni si notano miglioramenti grafici sui vari effetti (sangue e ferite varie) e sui diversi organi, che sono meno stilizzati rispetto a prima (ma comunque lontani dal realismo).
Grosse novità anche per la parte relativa all’audio. A differenza dei due giochi precedenti, “New Blood” è stato completamente doppiato. Il doppiaggio è in due lingue, l’originale giapponese e quello in inglese. La versione italiana però non da la possibilità di scegliere e l’unica traccia disponibile è quella in inglese, che va detto, è più che buona e ben realizzata.
Le musiche che accompagnano le varie scene e operazioni sono in parte nuove di zecca e in parte dei riarrangiamenti di alcuni brani del primo “Trauma Center”. Si sposano benissimo in tutte le situazioni e sono orecchiabili. Dopo averle ascoltate per tutta la durata del gioco, finiscono inevitabilmente per restare impresse nella mente.
Longevità e difficoltà
Come per i giochi precedenti, anche “New Blood” ha una longevità non molto alta e una curva di difficoltà molto ripida. Per concludere la storia bastano una decina di ore, se ci si accontenta di arrivare ai titoli di coda. Per i perfezionisti però, il gioco può essere molto più lungo dato che ogni operazione andrebbe conclusa tre volte (una con Markus, una con Valerie, e una terza volta giocando in due) perché le valutazioni delle tre modalità sono separate. Inoltre ci sono i tre livelli di difficoltà, anche queste con valutazioni separate, portando così il totale delle volte in cui giocare una singola operazione a dodici. Conclusa la storia poi, vengono sbloccate le operazioni “X”, il peggio del peggio. Tutte operazioni in cui affrontare i vari tipi di Stigma in versione potenziata. Insomma, volendo il gioco potrebbe durare anche cinquanta ore, per chi ha la pazienza e i nervi saldi per affrontare il tutto.
La difficoltà in sé questa volta è minore rispetto ai due giochi precedenti, anche perché le varie Stigma sono più facili da affrontare rispetto alla Tilug/Guilt di “Under the Knife” e “Second Opinion”, ma le operazioni richiedono comunque grande concentrazione e una mano ferma ma svelta. Non è frustrante come prima, ma non ci allontaniamo di molto. Non è un gioco facile e arrivare alla fine richiede grande pazienza.
Traduzione e localizzazione
Come detto più su, il gioco è stato doppiato solo in inglese, mentre almeno per i testi, la versione europea è disponibile nelle cinque lingue maggiori, italiano incluso ovviamente. I sottotitoli sono di buona qualità, con pochissimi refusi e sempre chiari, anche durante i vari discorsi medici. Avere un po’ d’infarinatura comunque non guasta, perché alcuni termini non vengono spiegati, ma non è nulla di troppo difficile.
Conclusioni
“Trauma Center: New Blood” mantiene alti gli standard della serie con una buona storia e un gameplay divertente e appassionante. Di contro c’è sempre la difficoltà del gioco, che non è assolutamente per casual gamers. Chi ha già giocato almeno uno dei primi due giochi, non resterà affatto deluso da “New Blood”, che prende tutti i punti di forza dei titoli precedenti e li migliora, limandone anche un po’ i difetti. Allo stesso tempo, avendo comunque pochi rimandi agli eventi passati, è un buon punto d’inizio per appassionarsi alla serie di “Trauma Center”. Dunque, lavatevi per bene le mani, mano ferma sul bisturi, e diamo il via all’operazione.
Trama
“New Blood” è ambientato nel prossimo futuro, nel 2028 per la precisione, quindi dieci anni dopo gli eventi del primo gioco della serie, “Trauma Center: Under the Knife” e del suo remake “Second Opinion”. Presenta un cast completamente nuovo e una nuova storyline che non ha collegamenti con la precedente, se non per pochi rimandi.
Protagonisti del gioco sono una coppia di dottori: Markus Vaughn e Valerie Blaylock. I due sono medici chirurghi in uno sperduto ospedale dell’Alaska. Dotati entrambi di grandi capacità e del famigerato “tocco curativo”, si trovano alla frontiera degli Stati Uniti spinti da motivazioni diverse. Markus è in fuga dal suo passato, mentre Valerie vuole mettersi alla prova in condizioni estreme per migliorare le sue capacità.
Quando vengono però in contatto con una nuova e pericolosa malattia mortale, la “Stigma”, i due vengono trasferiti alla Caduceus, una grande organizzazione sanitaria all’avanguardia, che i fan della serie ben conoscono, per aiutare a trovare una cura.
Gameplay
Squadra che vince non si cambia. O almeno, non del tutto. Se è vero che il cast dei personaggi è completamente nuovo, non si può dire lo stesso del gameplay del gioco che è rimasto pressoché invariato.
“New Blood” come i suoi predecessori è diviso in una sezione visual novel e una di gioco vero e proprio. Nella parte visual novel, il giocatore assiste allo svolgersi della storia, mediante i tanti e lunghi dialoghi dei personaggi, senza poter interagire in nessun modo. La seconda sezione è quella in cui si svolgono le operazioni sui pazienti. Dotati dei nostri fidati strumenti quali bisturi, laser chirurgico, pinze, siringhe, bende, aspiratore, defibrillatore, ecc. dovremo salvare i pazienti da vari mali. In questo terzo gioco della serie, gli autori hanno migliorato diversi aspetti e soprattutto aumentato la varietà delle operazioni. Oltre a quelle di routine viste anche nei capitoli precedenti, in “New Blood” ad esempio, dovremo operare un paziente al cervello, mentre a un altro ancora dovremo cambiare pacemaker, e a un terzo rimuovere un’appendice infiammata… E questo senza contare le difficoltose operazioni sui vari tipi di Stigma. Anche qua, scopo del gioco sarà tenere vivo il paziente fino alla fine e rimuovere la causa del suo male. Troppi errori o il superamento del tempo limite porteranno alla schermata del game over.
La più grande novità di “New Blood” è la possibilità di giocare in due con un amico. Il secondo giocatore opererà sullo stesso paziente, in uno sforzo congiunto per salvare la vita del malcapitato. La modalità a due giocatori è ben implementata nel gameplay dato che alcune operazioni sono talmente piene di cose da fare che avere due teste e quattro mani dimezza la difficoltà delle stesse. Non che in modalità in singolo siano impossibili, ma alcune sono davvero toste e richiedono grande concentrazione e molto coordinamento cervello-occhio-mano. In due si è indubbiamente facilitati.
Altra novità è quella rappresentata dalle “sfide”, delle operazioni ad alta difficoltà ma slegate dalla trama. Non è necessario completarle in quanto completamente opzionali. Spesso inserite alla fine di un capitolo, presentano in una sola operazione una somma di tutto ciò che si è affrontato nelle precedenti operazioni dello stesso.
È stata inoltre aggiunta una piccola componente online. Dopo aver concluso un’operazione, è possibile mandare il proprio punteggio online ed entrare nella classifica mondiale insieme agli altri giocatori di “New Blood”. O meglio, era possibile, dato che ora i server sono chiusi.
Grafica e audio
Graficamente “New Blood” segue le orme del remake “Second Opinion”. I ritratti dei vari personaggi sono stati realizzati dallo stesso disegnatore che si è occupato del remake, e sono tutti in stile manga/anime.
L’interfaccia nella sezione operazioni ha subito un revamp, e anche se molto simile a quella di “Second Opinion” è più chiara e ordinata. Anche durante le operazioni si notano miglioramenti grafici sui vari effetti (sangue e ferite varie) e sui diversi organi, che sono meno stilizzati rispetto a prima (ma comunque lontani dal realismo).
Grosse novità anche per la parte relativa all’audio. A differenza dei due giochi precedenti, “New Blood” è stato completamente doppiato. Il doppiaggio è in due lingue, l’originale giapponese e quello in inglese. La versione italiana però non da la possibilità di scegliere e l’unica traccia disponibile è quella in inglese, che va detto, è più che buona e ben realizzata.
Le musiche che accompagnano le varie scene e operazioni sono in parte nuove di zecca e in parte dei riarrangiamenti di alcuni brani del primo “Trauma Center”. Si sposano benissimo in tutte le situazioni e sono orecchiabili. Dopo averle ascoltate per tutta la durata del gioco, finiscono inevitabilmente per restare impresse nella mente.
Longevità e difficoltà
Come per i giochi precedenti, anche “New Blood” ha una longevità non molto alta e una curva di difficoltà molto ripida. Per concludere la storia bastano una decina di ore, se ci si accontenta di arrivare ai titoli di coda. Per i perfezionisti però, il gioco può essere molto più lungo dato che ogni operazione andrebbe conclusa tre volte (una con Markus, una con Valerie, e una terza volta giocando in due) perché le valutazioni delle tre modalità sono separate. Inoltre ci sono i tre livelli di difficoltà, anche queste con valutazioni separate, portando così il totale delle volte in cui giocare una singola operazione a dodici. Conclusa la storia poi, vengono sbloccate le operazioni “X”, il peggio del peggio. Tutte operazioni in cui affrontare i vari tipi di Stigma in versione potenziata. Insomma, volendo il gioco potrebbe durare anche cinquanta ore, per chi ha la pazienza e i nervi saldi per affrontare il tutto.
La difficoltà in sé questa volta è minore rispetto ai due giochi precedenti, anche perché le varie Stigma sono più facili da affrontare rispetto alla Tilug/Guilt di “Under the Knife” e “Second Opinion”, ma le operazioni richiedono comunque grande concentrazione e una mano ferma ma svelta. Non è frustrante come prima, ma non ci allontaniamo di molto. Non è un gioco facile e arrivare alla fine richiede grande pazienza.
Traduzione e localizzazione
Come detto più su, il gioco è stato doppiato solo in inglese, mentre almeno per i testi, la versione europea è disponibile nelle cinque lingue maggiori, italiano incluso ovviamente. I sottotitoli sono di buona qualità, con pochissimi refusi e sempre chiari, anche durante i vari discorsi medici. Avere un po’ d’infarinatura comunque non guasta, perché alcuni termini non vengono spiegati, ma non è nulla di troppo difficile.
Conclusioni
“Trauma Center: New Blood” mantiene alti gli standard della serie con una buona storia e un gameplay divertente e appassionante. Di contro c’è sempre la difficoltà del gioco, che non è assolutamente per casual gamers. Chi ha già giocato almeno uno dei primi due giochi, non resterà affatto deluso da “New Blood”, che prende tutti i punti di forza dei titoli precedenti e li migliora, limandone anche un po’ i difetti. Allo stesso tempo, avendo comunque pochi rimandi agli eventi passati, è un buon punto d’inizio per appassionarsi alla serie di “Trauma Center”. Dunque, lavatevi per bene le mani, mano ferma sul bisturi, e diamo il via all’operazione.