Trauma Team
“Trauma Team”, uscito nel 2010 su Nintendo Wii, è il quinto gioco della serie “Trauma Center”.
Dopo quattro giochi fondamentalmente molto simili tra loro e collegati a vari livelli, questo quinto capitolo si differenzia di molto dai suoi predecessori portando tante e gradite novità.
Trama
La storia di “Trauma Team” ha per protagonisti sei diversi dottori, ognuno esperto in un diverso campo della medicina. I sei personaggi all’inizio del gioco sono impegnati con il proprio lavoro e i propri problemi personali, ma nel corso del dipanarsi degli eventi, le storie dei sei s’intrecciano, quando vengono coinvolti nella lotta a un nuovo e pericoloso virus mortale.
È da segnalare inoltre che, a differenza dei precedenti videogame, nella trama di “Trauma Team” sono presenti degli elementi fantastici. Certo, anche nei “Trauma Center”, alcuni virus avevano sviluppi e conseguenze fantasiose, ma era tutto più o meno verosimile. In “Trauma Team” invece, parliamo di gente che vola, di fantasmi, e altri che riescono a sentire le voci dei morti.
Gameplay
Come per i quattro giochi precedenti, anche “Trauma Team” è diviso in capitoli, e la storia è narrata in stile visual novel, con disegni in stile manga/anime e moltissimo testo da leggere. La novità più grossa del gioco è data dalla possibilità di controllare i sei personaggi nel corso del lavoro che svolgono come dottori.
Tuttavia non si sceglie un dottore tra i sei presenti e si fa la storia con quello, bensì ogni dottore ha la sua storia personale, e tutte le sei storie vanno completate per poter accedere alla settima storia, la fase finale del gioco. Il giocatore è libero di passare in ogni momento da uno all’altro dei sei protagonisti e decidere in che ordine giocare i capitoli. Si può ad esempio giocare a una storia per intero o saltare tra i sei personaggi e portare avanti tutte le storie. Questa sarebbe anche la scelta ideale, dato che sono tutte collegate tra loro. È un po’ difficile capire l’ordine giusto dei capitoli, ma l’interfaccia ha una sorta di “linea temporale” che permette ad esempio di capire quando un determinato capitolo di un dottore si svolge, se prima o dopo di quello di un altro.
Nei “Trauma Center” usciti prima di questo, la parte centrale di gioco era quella incentrata sulla simulazione della professione di chirurgo. Bisognava operare sui pazienti e salvare loro la vita curando i mali che li affliggevano. In “Trauma Team” invece, le operazioni, seppur presenti, occupano solo una piccola parte di tutto il gioco, essendo solo una delle sei situazioni giocabili.
Queste sono: diagnosi, chirurgia, ortopedia, endoscopia, primo soccorso, e medicina forense.
In “diagnosi” saremo nel nostro studio a visitare il paziente. Bisogna guardare attentamente il suo aspetto esteriore per notare segni visibili (rossori, segni sulla pelle, tremolii), usare lo stetoscopio per sentire respiro e battito, confrontare lastre ai raggi X… Dopo aver trovato tutti i vari sintomi bisogna poi collegarli tutti alla malattia giusta per avere la diagnosi definitiva e completare il capitolo e passare alla fase successiva. Ovviamente non è possibile sbagliare diagnosi: finché non si fa quella giusta, non si prosegue. La difficoltà in queste sezioni è data dal fatto che i pazienti spesso non sono molto collaborativi e che c’è un numero massimo di errori che si possono commettere. Se si sbaglia a indicare i sintomi si commette un errore, e troppi errori portano al game over.
In “chirurgia” bisogna operare il paziente e tenerlo in vita fino alla fine dell’operazione. Questa sezione è identica a quanto visto nei precedenti “Trauma Center” e funziona tutto esattamente come prima: tramite i soliti strumenti quali bisturi, siringhe, bende, ago e filo e tutto il resto, bisogna intervenire sui vari organi, ad esempio asportando tumori o altri corpi estranei e richiudere tutto con dei punti di sutura. Se il paziente muore, è ovviamente game over.
In “ortopedia”, il giocatore deve svolgere delle operazioni incentrate quasi sempre sull’apparato scheletrico dei pazienti. Con i vari strumenti bisogna sistemare e curare fratture di varie entità, ricomporre le ossa e rimetterle a posto con viti e placche varie, aiutandosi con trapano e martello chirurgico. Anche in questa sezione c’è un limite agli errori che si possono fare.
In “endoscopia”, tramite un sofisticato sondino, dotato di vari strumenti all’estremità, bisogna operare alcuni pazienti passando dall’intestino e dallo stomaco. Anche in questo caso, il tutto va fatto tenendo in conto tempo limite e parametri vitali del paziente, più o meno come in “chirurgia”.
In “primo soccorso” si lavora invece “sul campo” e non in ospedale. Bisogna prestare le cure di emergenza a vittime d’incidenti più o meno gravi. In questi livelli il giocatore deve curare più pazienti contemporaneamente, passando da uno all’altro per stabilizzarli tutti. Massaggi cardiaci, trasfusioni, iniezioni, bende, fare tutto il necessario per tenerli in vita e assicurarsi che arrivino in ospedale sani e salvi. Se troppi pazienti muoiono, è game over.
L’ultima sezione del gioco, la più lunga e difficile delle sei è “medicina forense”. In queste fasi, il compito del giocatore è quello di fare delle autopsie e capire le cause della morte dei diversi soggetti. Non si dovranno sezionare dei cadaveri, ma analizzare oggetti, ferite e segni sul corpo e verificare se tutto combacia con la scena del crimine (il luogo del ritrovamento del corpo) e con le testimonianze raccolte dalla polizia, e risolvere alcuni enigmi. Richiede una certa elasticità mentale e un minimo di acume, ma è la parte più interessante di tutto il gioco. Una volta raccolte delle solide prove bisogna ricostruire il delitto. Anche in questo caso c’è un limite agli errori che si possono commettere.
Grafica e audio
Graficamente “Trauma Center” si differenzia di molto dai titoli precedenti della serie, in particolare per quel che riguarda le cutscenes della sezione visual novel. Non ci sono più schermate fisse, ma l’immagine è divisa in vignette, come se fosse un fumetto, al cui interno si trovano i personaggi con tanto di balloon. Inoltre le immagini sono più dinamiche, con delle transizioni e movimenti da una all’altra. Il tutto rende la cosa davvero simile a un manga / anime. Il merito è anche dei disegni molto curati realizzati da Masayuki Doi e dal suo team.
Per quel che invece riguarda la parte di gioco vero e proprio, ogni sezione ha la sua interfaccia, che è più o meno simile per tutte, ma con alcune differenze, in particolare per gli strumenti che si possono usare o per gli indicatori della salute del paziente. Il tutto è molto colorato e molto preciso. La grafica è funzionale nelle varie sezioni, in ortopedia ad esempio vediamo solo uno scheletro, che per quanto ben reso, sempre uno scheletro rimane. Discorso diverso invece per gli altri campi, tipo “medicina forense”, dove a causa del tipo di gameplay, ci sono diversi elementi quali stanze da esaminare piene di dettagli, oppure in “chirurgia” dove abbiamo a che fare con organi e ferite varie. In questo caso, esattamente come nei precedenti giochi della serie, i programmatori hanno scelto di rendere tutto in modo stilizzato, e per tanto non c’è nulla di troppo cruento o impressionante, nemmeno quando operiamo un paziente al cuore.
Per la sezione audio invece, abbiamo un gioco completamente doppiato in ogni sua parte, in inglese. Il doppiaggio è mediamente di buon livello, tranne alcune scene recitate con un po’ troppa enfasi, che per questo perdono un po’ della drammaticità originale. Le musiche invece sono tante e varie, dato che la colonna sonora ha al suo interno più di settanta tracce. I vari brani sono tutti molto belli e si sposano alla perfezione con le scene che accompagnano. Anche durante le operazioni sono lì a gasare il giocatore nelle fasi più concitate della procedura.
Longevità e difficoltà
“Trauma Team” è il gioco più lungo della serie “Trauma Center”. La sua durata media è di circa ventidue o ventitré ore. Va detto che la maggior parte di questo tempo la s’impiega nelle sezioni di “diagnosi” e “medicina forense”, i quali capitoli hanno una durata media di un ora l’uno. Le operazioni negli altri campi invece durano al massimo una decina di minuti per capitolo. Anche la storia, inteso come i filmati tra un capitolo e l’altro, ha il suo peso, dato che alcuni di questi durano sei o sette minuti. Alla durata totale si può aggiungere il tempo richiesto dal giocare le operazioni nei diversi livelli di difficoltà, e quello per collezionare le medaglie speciali, dei bonus ottenibili compiendo delle azioni particolari nei diversi capitoli.
La difficoltà invece, rispetto ai giochi precedenti, è stata di molto ridotta. Chiunque abbia un minimo di esperienza come giocatore e sia dotato di riflessi pronti, può portare a termine il gioco al livello di difficoltà base senza particolari sforzi.
Traduzione e localizzazione
Come il videogame precedente (Under the Knife 2), anche “Trauma Team” non è mai uscito sul mercato europeo, pertanto il gioco è disponibile solo in inglese e nell’originale versione giapponese. Per capire la storia basta una conoscenza media della lingua, ma i vari capitoli, specialmente quelli di “diagnosi” e “medicina forense”, sono pieni di termini tecnici e medici. Nulla di troppo complicato, ma se non si capisce ad esempio cosa cercare, può essere difficile proseguire.
Conclusioni
Dopo quattro giochi uguali tra loro, “Trauma Team” si è rivelato essere una vera sorpresa. Gli sviluppatori sono stati coraggiosi a rivoluzionare il gameplay aggiungendo le altre tipologie di gioco oltre alla chirurgia su cui si reggeva l’intera serie. Ciò che ne è venuto fuori è il miglior titolo della serie “Trauma Center”. Oltre al gameplay, anche la storia è generalmente scritta meglio, piena di bei momenti e di colpi di scena vari.
“Trauma Team” è uno di quei giochi che chi ha la consolle su cui è uscito deve assolutamente giocare, ed è un gran bel videogame in generale. Dato che poi non ha collegamenti con i quattro giochi precedenti, è anche ideale per chi non ha mai provato la serie. Consigliatissimo.
Dopo quattro giochi fondamentalmente molto simili tra loro e collegati a vari livelli, questo quinto capitolo si differenzia di molto dai suoi predecessori portando tante e gradite novità.
Trama
La storia di “Trauma Team” ha per protagonisti sei diversi dottori, ognuno esperto in un diverso campo della medicina. I sei personaggi all’inizio del gioco sono impegnati con il proprio lavoro e i propri problemi personali, ma nel corso del dipanarsi degli eventi, le storie dei sei s’intrecciano, quando vengono coinvolti nella lotta a un nuovo e pericoloso virus mortale.
È da segnalare inoltre che, a differenza dei precedenti videogame, nella trama di “Trauma Team” sono presenti degli elementi fantastici. Certo, anche nei “Trauma Center”, alcuni virus avevano sviluppi e conseguenze fantasiose, ma era tutto più o meno verosimile. In “Trauma Team” invece, parliamo di gente che vola, di fantasmi, e altri che riescono a sentire le voci dei morti.
Gameplay
Come per i quattro giochi precedenti, anche “Trauma Team” è diviso in capitoli, e la storia è narrata in stile visual novel, con disegni in stile manga/anime e moltissimo testo da leggere. La novità più grossa del gioco è data dalla possibilità di controllare i sei personaggi nel corso del lavoro che svolgono come dottori.
Tuttavia non si sceglie un dottore tra i sei presenti e si fa la storia con quello, bensì ogni dottore ha la sua storia personale, e tutte le sei storie vanno completate per poter accedere alla settima storia, la fase finale del gioco. Il giocatore è libero di passare in ogni momento da uno all’altro dei sei protagonisti e decidere in che ordine giocare i capitoli. Si può ad esempio giocare a una storia per intero o saltare tra i sei personaggi e portare avanti tutte le storie. Questa sarebbe anche la scelta ideale, dato che sono tutte collegate tra loro. È un po’ difficile capire l’ordine giusto dei capitoli, ma l’interfaccia ha una sorta di “linea temporale” che permette ad esempio di capire quando un determinato capitolo di un dottore si svolge, se prima o dopo di quello di un altro.
Nei “Trauma Center” usciti prima di questo, la parte centrale di gioco era quella incentrata sulla simulazione della professione di chirurgo. Bisognava operare sui pazienti e salvare loro la vita curando i mali che li affliggevano. In “Trauma Team” invece, le operazioni, seppur presenti, occupano solo una piccola parte di tutto il gioco, essendo solo una delle sei situazioni giocabili.
Queste sono: diagnosi, chirurgia, ortopedia, endoscopia, primo soccorso, e medicina forense.
In “diagnosi” saremo nel nostro studio a visitare il paziente. Bisogna guardare attentamente il suo aspetto esteriore per notare segni visibili (rossori, segni sulla pelle, tremolii), usare lo stetoscopio per sentire respiro e battito, confrontare lastre ai raggi X… Dopo aver trovato tutti i vari sintomi bisogna poi collegarli tutti alla malattia giusta per avere la diagnosi definitiva e completare il capitolo e passare alla fase successiva. Ovviamente non è possibile sbagliare diagnosi: finché non si fa quella giusta, non si prosegue. La difficoltà in queste sezioni è data dal fatto che i pazienti spesso non sono molto collaborativi e che c’è un numero massimo di errori che si possono commettere. Se si sbaglia a indicare i sintomi si commette un errore, e troppi errori portano al game over.
In “chirurgia” bisogna operare il paziente e tenerlo in vita fino alla fine dell’operazione. Questa sezione è identica a quanto visto nei precedenti “Trauma Center” e funziona tutto esattamente come prima: tramite i soliti strumenti quali bisturi, siringhe, bende, ago e filo e tutto il resto, bisogna intervenire sui vari organi, ad esempio asportando tumori o altri corpi estranei e richiudere tutto con dei punti di sutura. Se il paziente muore, è ovviamente game over.
In “ortopedia”, il giocatore deve svolgere delle operazioni incentrate quasi sempre sull’apparato scheletrico dei pazienti. Con i vari strumenti bisogna sistemare e curare fratture di varie entità, ricomporre le ossa e rimetterle a posto con viti e placche varie, aiutandosi con trapano e martello chirurgico. Anche in questa sezione c’è un limite agli errori che si possono fare.
In “endoscopia”, tramite un sofisticato sondino, dotato di vari strumenti all’estremità, bisogna operare alcuni pazienti passando dall’intestino e dallo stomaco. Anche in questo caso, il tutto va fatto tenendo in conto tempo limite e parametri vitali del paziente, più o meno come in “chirurgia”.
In “primo soccorso” si lavora invece “sul campo” e non in ospedale. Bisogna prestare le cure di emergenza a vittime d’incidenti più o meno gravi. In questi livelli il giocatore deve curare più pazienti contemporaneamente, passando da uno all’altro per stabilizzarli tutti. Massaggi cardiaci, trasfusioni, iniezioni, bende, fare tutto il necessario per tenerli in vita e assicurarsi che arrivino in ospedale sani e salvi. Se troppi pazienti muoiono, è game over.
L’ultima sezione del gioco, la più lunga e difficile delle sei è “medicina forense”. In queste fasi, il compito del giocatore è quello di fare delle autopsie e capire le cause della morte dei diversi soggetti. Non si dovranno sezionare dei cadaveri, ma analizzare oggetti, ferite e segni sul corpo e verificare se tutto combacia con la scena del crimine (il luogo del ritrovamento del corpo) e con le testimonianze raccolte dalla polizia, e risolvere alcuni enigmi. Richiede una certa elasticità mentale e un minimo di acume, ma è la parte più interessante di tutto il gioco. Una volta raccolte delle solide prove bisogna ricostruire il delitto. Anche in questo caso c’è un limite agli errori che si possono commettere.
Grafica e audio
Graficamente “Trauma Center” si differenzia di molto dai titoli precedenti della serie, in particolare per quel che riguarda le cutscenes della sezione visual novel. Non ci sono più schermate fisse, ma l’immagine è divisa in vignette, come se fosse un fumetto, al cui interno si trovano i personaggi con tanto di balloon. Inoltre le immagini sono più dinamiche, con delle transizioni e movimenti da una all’altra. Il tutto rende la cosa davvero simile a un manga / anime. Il merito è anche dei disegni molto curati realizzati da Masayuki Doi e dal suo team.
Per quel che invece riguarda la parte di gioco vero e proprio, ogni sezione ha la sua interfaccia, che è più o meno simile per tutte, ma con alcune differenze, in particolare per gli strumenti che si possono usare o per gli indicatori della salute del paziente. Il tutto è molto colorato e molto preciso. La grafica è funzionale nelle varie sezioni, in ortopedia ad esempio vediamo solo uno scheletro, che per quanto ben reso, sempre uno scheletro rimane. Discorso diverso invece per gli altri campi, tipo “medicina forense”, dove a causa del tipo di gameplay, ci sono diversi elementi quali stanze da esaminare piene di dettagli, oppure in “chirurgia” dove abbiamo a che fare con organi e ferite varie. In questo caso, esattamente come nei precedenti giochi della serie, i programmatori hanno scelto di rendere tutto in modo stilizzato, e per tanto non c’è nulla di troppo cruento o impressionante, nemmeno quando operiamo un paziente al cuore.
Per la sezione audio invece, abbiamo un gioco completamente doppiato in ogni sua parte, in inglese. Il doppiaggio è mediamente di buon livello, tranne alcune scene recitate con un po’ troppa enfasi, che per questo perdono un po’ della drammaticità originale. Le musiche invece sono tante e varie, dato che la colonna sonora ha al suo interno più di settanta tracce. I vari brani sono tutti molto belli e si sposano alla perfezione con le scene che accompagnano. Anche durante le operazioni sono lì a gasare il giocatore nelle fasi più concitate della procedura.
Longevità e difficoltà
“Trauma Team” è il gioco più lungo della serie “Trauma Center”. La sua durata media è di circa ventidue o ventitré ore. Va detto che la maggior parte di questo tempo la s’impiega nelle sezioni di “diagnosi” e “medicina forense”, i quali capitoli hanno una durata media di un ora l’uno. Le operazioni negli altri campi invece durano al massimo una decina di minuti per capitolo. Anche la storia, inteso come i filmati tra un capitolo e l’altro, ha il suo peso, dato che alcuni di questi durano sei o sette minuti. Alla durata totale si può aggiungere il tempo richiesto dal giocare le operazioni nei diversi livelli di difficoltà, e quello per collezionare le medaglie speciali, dei bonus ottenibili compiendo delle azioni particolari nei diversi capitoli.
La difficoltà invece, rispetto ai giochi precedenti, è stata di molto ridotta. Chiunque abbia un minimo di esperienza come giocatore e sia dotato di riflessi pronti, può portare a termine il gioco al livello di difficoltà base senza particolari sforzi.
Traduzione e localizzazione
Come il videogame precedente (Under the Knife 2), anche “Trauma Team” non è mai uscito sul mercato europeo, pertanto il gioco è disponibile solo in inglese e nell’originale versione giapponese. Per capire la storia basta una conoscenza media della lingua, ma i vari capitoli, specialmente quelli di “diagnosi” e “medicina forense”, sono pieni di termini tecnici e medici. Nulla di troppo complicato, ma se non si capisce ad esempio cosa cercare, può essere difficile proseguire.
Conclusioni
Dopo quattro giochi uguali tra loro, “Trauma Team” si è rivelato essere una vera sorpresa. Gli sviluppatori sono stati coraggiosi a rivoluzionare il gameplay aggiungendo le altre tipologie di gioco oltre alla chirurgia su cui si reggeva l’intera serie. Ciò che ne è venuto fuori è il miglior titolo della serie “Trauma Center”. Oltre al gameplay, anche la storia è generalmente scritta meglio, piena di bei momenti e di colpi di scena vari.
“Trauma Team” è uno di quei giochi che chi ha la consolle su cui è uscito deve assolutamente giocare, ed è un gran bel videogame in generale. Dato che poi non ha collegamenti con i quattro giochi precedenti, è anche ideale per chi non ha mai provato la serie. Consigliatissimo.