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Fabbrizio_on_the_Road

Piattaforma: PlayStation 5 --- Voto 4
Parto da una premessa, l’ultimo “FIFA” che giocai prima di questo capitolo fu “FIFA 19”, titolo che mi piacque abbastanza, ma che mi lasciò con relativamente poca curiosità per i capitoli successivi, a causa forse dei troppi difetti cronici che la serie continuava a portarsi dietro e delle scarse innovazioni all’orizzonte. In questo periodo di pausa l’unico calcistico a cui ho messo mano è stato “eFootball PES 2021”, gioco che mi stupì per il gameplay, ben più realistico e simulativo rispetto alla serie di EA, ma che comunque non mi catturò per un numero esagerato di ore, forse a causa delle relativamente poche modalità e licenze. In questi quattro anni sono cambiate tantissime cose nel mondo dei calcistici. La serie di PES può considerarsi in parte defunta mentre EA ha potuto dominare il mercato con il minimo sforzo. Alla mia voglia di tornare a giocare ad un calcistico non è quindi corrisposta una valida offerta sul mercato. Le cose potrebbero cambiare a breve, ma attualmente, l’unica scelta possibile è “FIFA 23” o niente, e io vi dico tranquillamente che è meglio il niente.

Partiamo dal gameplay. Un aspetto che ha trovato unanime la critica nel definire questo gioco è il definitivo passo avanti verso la simulazione e verso il realismo. Insomma, senza mezzi termini la critica ha parlato esplicitamente di un avvicinamento alla serie di Konami sotto questo profilo. Con tutto il rispetto, è da un mese che mi chiedo a cosa abbiano giocato i recensori per definirlo con queste esatte parole. Il gameplay di “FIFA 23” rimane quello che era esattamente qualche anno fa: un flipper. Le azioni di gioco si sviluppano con una rapidità ridicola, la velocità dei giocatori è grottesca e si passa da un lato all’altro del campo in letteralmente 2/3 secondi. Questo non è calcio. Mi si potrebbe obiettare che, aldilà delle false aspettative, “FIFA” è sempre stata una serie più arcade che simulativa e che la velocità di gioco non compromette il divertimento che è in grado di offrire. In effetti, se il gameplay di “FIFA 23” avesse come unico difetto quello di essere esageratamente veloce, probabilmente il gioco offrirebbe comunque un’esperienza discreta. Ma qui si inserisce forse il problema più grande che questa serie continua a portarsi dietro danni: le fasi skriptate. In “FIFA” ogni cosa che fai sembra in qualche modo decisa dell’intelligenza artificiale, che sia a tuo favore o meno. La tua abilità, la tua tattica, il valore della tua squadra, dei tuoi giocatori, degli avversari contano meno di zero se il gioco decide che certe partite le devi vincere o perdere per forza. Tutto sembra automatizzato e pilotato, la libertà del giocatore è ai minimi termini. Oltre a questi problemi, che ci sono da tanto tempo e che io ora percepisco forse più drasticamente di prima in virtù dei tanti anni passati o dall’esperienza con “PES 2021”, ve ne sono di completamente inediti. Le difese in questo gioco non esistono. Si piazzano sempre male, troppo in alto e in area di rigore il più delle volte niente possono fare con i giocatori avversari. Non mi spreco a parlare dei portieri perché è uno dei pochi aspetti che giustamente anche la critica sembra aver stroncato. Il risultato di questi fattori è che le partite quasi sempre finiscono con risultati tennistici totalmente implausibili.
A questo punto, molti potrebbero farmi notare che molti di questi problemi si possono risolvere smanettando un po’ nelle impostazioni, modificando quello o quell’altro valore. Vi assicuro che ho provato di tutto. Ho cercato in tutti i modi di trovare una configurazione decente per fare sembrare questo un gioco di calcio ma non c’è stato verso. Volendo un gameplay più simulativo ho fatto di tutto per rallentare il gioco, tra modalità lenta, velocità e accelerazione diminuite, precisione di tiri e passaggi abbassata, difese e portieri boostati. Il risultato? Alcuni problemi se ne vanno, come l’effetto flipper. Ma ne emergono di nuovi anche peggiori. Le difese, se possibile, peggiorano ulteriormente, perché in nessun modo riescono a fermare gli attaccati proiettati verso la porta. Il fuorigioco per qualche motivo sparisce con queste impostazioni. Sia io che la CPU riusciamo sempre a scattare sul filo dell’off-side con una facilità disarmante. E alla fine le partite terminano comunque con punteggi tennistici.

Per quanto riguarda la modalità che più mi interessa quando si parla di “FIFA”, la carriera allenatore, c’è da stendere un velo pietoso. Tralasciando il fatto che le innovazioni rasentano lo zero, ma le poche aggiunte in alcuni casi si sono rivelate deleterie e due carriere mi sono ritrovato a buttarle per alcune conseguenze a dir poco comiche. In questo “FIFA” è diventato più facile essere esonerati, cosa che inizialmente mi sembrava pure positiva, ma poi l’ho sperimentata sulla mia pelle e mi sono accorto di quanto fosse tragica. Punto primo, si viene esonerati quasi sempre a fine stagione. Puoi fare i risultati peggiori del mondo, ma nei primi mesi ogni squadra sembra adorarti. La luna di miele tendenzialmente finisce verso metà stagione, quasi in modo sistematico. Ma da cosa dipende la valutazione della dirigenza? Dai risultati sul campo? Dai trofei vinti? Francamente lo devo ancora capire, anche se sarei tentato di rispondere che dipende da fattori che teoricamente dovrebbero avere un peso marginale, come la crescita dei giovani o l’andamento del mercato. Morale della favola: quello che dice il campo non conta quasi niente. Durante una carriera con il “Maestro” Giampaolo alla prima stagione all’Inter ho vinto scudetto e Champions, ma la dirigenza si è dichiarata delusa per il mancato raggiungimento degli obiettivi, molto realistico direi!
Secondo punto, quando vieni esonerato ti costringono a pigliarti l’ultima in classifica. Il tuo curriculum non conta nulla, puoi aver vinto tutte le coppe e i campionati più prestigiosi del mondo, ma se un anno ti va male, riparti dal fanalino di coda. Questo difetto cozza male con il punto precedente e genera un problema enorme: se vieni esonerato, e vieni esonerato solo alla fine della stagione, ti becchi una squadra quasi sicuramente già retrocessa e riparti dalla lega inferiore. Questa cosa ti rovina la carriera nell’immediato perché non hai alternative e per un bel po’ di tempo non ci saranno offerte disponibili. E a proposito di queste ultime, sono gestite con i piedi, guarda caso se vai bene puoi andare ovunque con curriculum molto modesti, ma se passi un brutto periodo non troverai neanche la squadra più marcia del mondo a volerti in panchina. Ci sarebbero una tonnellata di bug e difetti di cui questa modalità è afflitta di cui parlare, ma credo di aver detto quantomeno gli aspetti più deleteri.

“FIFA 23” è una delusione completa. Non è solo una questione di mancato realismo. È legittimo che EA voglia offrire un’esperienza dinamica che possa abbracciare il pubblico più casual possibile. Tuttavia, un gioco arcade, può rinunciare al realismo, ma non al divertimento. In un gioco skriptato e automatizzato, dove non c’è soddisfazione quando si vince e quando si perde sale solo la frustrazione, non c’è spazio per il divertimento. Spero che in futuro possa nascere qualche titolo in grado di rendere giustizia a questo sport che attualmente nel mondo videoludico non gode di una buona rappresentazione.