Toukiden: Kiwami
Come sicuramente molti sanno, il lancio della PlayStation Vita nel 2011 non fu particolarmente esaltante per la Sony, che, come da tradizione, mise sul mercato una console dal potenziale incredibile, senza però premurarsi di affiancarle giochi dello stesso livello.
Proprio per ovviare a tale situazione, la Sony, con colpevole ritardo, scelse quindi di avviare una serie di collaborazioni con diversi produttori, tra cui Koei Tecmo, cui fondamentalmente venne chiesto di creare per la PlayStyation Vita un gioco in grado di colmare il vuoto derivante dall'assenza di un'ip importante come Monster Hunter e, soprattutto, capace di sfruttare a pieno un hardware che, almeno nelle promesse, doveva essere in grado di replicare la potenza di una PlayStation 3.
Creato nel 2013 per PlayStation Vita e PlayStation Portable, "Toukiden: The Age of Demons" ha dunque segnato il debutto in grande stile della Koei Tecmo nel mondo degli hunting game, con una collaborazione tra Omega Force e Team Ninja, due dei team di sviluppo controllati dalla Koei, subito premiata con vendite importanti, oltre 550,000 copie a livello globale, e il PlayStation Award 2013 come titolo per PlayStation Vita più venduto in Giappone.
Tanto successo non poteva passare inosservato agli occhi della Koei Tecmo, ed ecco quindi che nell'estate 2014 il produttore nipponico ha lanciato sul mercato "Toukiden: Kiwami", versione riveduta ed espansa del gioco originale, ora giunta anche sul mercato italiano grazie alla Halifax, che, nel segnare l'approdo della serie sulla nuova ammiraglia di casa Sony, la PlayStation 4, è riuscita peraltro ad ottenere sulla rivista Famitsu una valutazione di 37 su 40, superiore di due punti rispetto a quella ottenuta da "Toukiden: The Age of Demons".
Come il gioco originale, "Toukiden: Kiwami" è ambientato in una realtà parallela caratterizzata da elementi ripresi da diversi periodi della storia giapponese, in cui, otto anni prima degli eventi narrati nel gioco, il tempo e il cielo improvvisamente subirono una distorsione, portando all'emersione dalle profondità della Terra di un gigantesco demone che diede inizio a un'invasione di oni su vasta scala, in seguito denominata "Il Risveglio" (Oomagadoki), che solo gli Slayers, una casta di potenti guerrieri benedetti dal potere dei Mitama, riuscirono a stento a contenere.
Dopo anni di infinite battaglie, una nuova generazione di Slayers è chiamata a combattere contro le infinite orde demoniache, e il giocatore, in particolare, assume proprio le vesti di un giovane guerriero giunto nel villaggio di Utakata, posto sulla linea di confine che separa il mondo degli umani (Nakatsu Kuni) dalle terre ormai invase e devastate dai demoni, con il compito di difendere l'ultimo baluardo dell'umanità, la Sacra Montagna. Tra mille scontri, la trama prosegue quindi seguendo passo passo l'evoluzione dell'ultima e disperata battaglia del genere umano, spiegando progressivamente gli eventi che portarono al Risveglio, e illustrando la storia personale dei vari personaggi che accompagnano il giocatore nella sua lotta contro i demoni.
Pur non essendo l'elemento centrale di questa particolare tipologia di giochi, l'ambientazione della storia è nel complesso molto curata, e l'evoluzione della trama, anche se piuttosto lenta (di solito è necessario completare varie missioni prima di assistere a qualche sviluppo di rilievo), è alquanto affascinante, con alcuni colpi di scena arricchiti da una caratterizzazione dei personaggi secondari decisamente interessante. I contenuti di questa nuova versione espansa hanno poi ulteriormente migliorato la buona base di partenza, con l'introduzione, a partire dal capitolo 8, di una nuova storyline dedicata al villaggio di confine del nord (Hiranui), in cui l'improvvisa comparsa di potente nemico porta il giocatore a incontrare nuovi personaggi secondari, e in particolare gli Slayers Reki, Sōma, Horō, e Rinne - la cui caratterizzazione mostra la stessa cura riposta nella realizzazione del cast originale -, e ad affrontare ulteriori sviluppi narrativi, a partire da quelli legati all'Hundred Demon Corps.
Ad ogni modo, come è logico aspettarsi da un hunting game, la parte principale del gioco è ovviamente costituita proprio dalla 'caccia', che in "Toukiden: Kiwami" è suddivisa in diversi capitoli (di cui sette della versione originale), articolati a loro volta in varie missioni, con subquest secondarie incentrate sulla raccolta dei materiali richiesti dagli abitanti del villaggio di Utakata.
Il giocatore, in particolare, gestisce la sua attività dall'hub di partenza, ovvero proprio il villaggio di Utakata, dove egli può interagire con gli altri personaggi, forgiare armi e armature, riposarsi alle terme, e infine accettare le missioni per la difesa del villaggio, da affrontare insieme agli altri Slayers o, in alcuni casi, completamente da solo. Queste ultime sono poi ambientate in varie mappe suddivise in più settori, che, almeno nella fase iniziale del gioco, sono di dimensioni alquanto ridotte, salvo poi diventare più ampie con il superamento delle limitazioni settoriali e la possibilità per il giocatore di muoversi liberamente all'interno dei vari comparti in cui la mappa è suddivisa (n.b.: non abbiamo comunque a che fare con un open world).
Le missioni, in linea di massima, si possono suddividere in due categorie: quelle ordinarie, in cui il protagonista e i suoi compagni sono chiamati a sconfiggere, senza particolare difficoltà, un certo numero di demoni entro un tempo limite che varia dai quindici ai trenta minuti, e quelle che si potrebbero definire boss fight, in quanto incentrate esclusivamente sulla battaglia contro il boss di turno. Ovviamente, nelle fasi iniziali del gioco le missioni ordinarie sono la stragrande maggioranza di quelle a disposizione del giocatore, ma, andando avanti nella trama e nei capitoli, il rapporto progressivamente si inverte, e, soprattutto nei capitoli successivi alla conclusione della trama principale, il livello di sfida aumenta notevolmente con l'introduzione di un'ulteriore evoluzione costituita da missioni in cui si è costretti ad affrontare più boss contemporaneamente, e da altre in cui, con un sano tocco di follia, il giocatore deve rimboccarsi le maniche per sconfiggere senza l'aiuto dei suoi compagni alcuni potenti demoni, tra cui il boss finale del gioco.
Proprio i boss fight sono chiaramente la parte più divertente del gioco, sia per la mole dei boss (con tutto ciò che ne consegue), sia perché il combattimento si articola in più fasi, in cui per annientare l'avversario si è chiamati innanzitutto a distruggere e purificare le singole parti del corpo dei giganteschi demoni, i quali, oltre ad avere abilità spesso impegnative da gestire (soprattutto i colpi ad area), nel corso del combattimento subiscono diverse trasformazioni, passando dalla stadio normale a quello di esposizione dell'essenza demoniaca (con contestuale cambio delle skill a disposizione), sino ad arrivare a quello di rampage, in cui sfoderano tutta la loro potenza distruttiva.
Come per la trama, anche dal punto di vista delle missioni i contenuti aggiuntivi di "Toukiden: Kiwami" sono alquanto sostanziosi e, oltre alle missioni e ai nemici collegati alla nuova storyline, fanno la loro comparsa le emergency mission (missioni con generose ricompense in cui il giocatore deve affrontare potenti demoni che improvvisamente attaccano il villaggio), e le special mission, ovvero missioni dedicate ai veterani del gioco originale, che, anche in ragione di particolari restrizioni, presentano un livello di sfida decisamente elevato.
I combattimenti di regola sono affrontati con un gruppo scelto dal giocatore e composto da quattro Slayers, su cui, grazie alle novità introdotte in queste nuova versione del gioco, è possibile esercitare maggiore controllo impostando l'atteggiamento sul campo di battaglia. Per il resto, il gameplay varia in funzione dell'arma utilizzata e, pur prevedendo schemi fissi (attacco veloce, attacco potente, attacco speciale, schivata, parata, ecc.), sono presenti differenze tali da influenzare notevolmente lo stile di gioco e, di conseguenza, anche la longevità dello stesso. In tal senso, volendo fare degli esempi alquanto semplici, è sufficiente osservare che se la spada implica uno scontro corpo a corpo, l'arco invece richiede di mantenere sempre un certa distanza rispetto all'avversario; se i guanti corazzati sferrano colpi potenti ma lenti, la falce al contrario fa della velocità d'attacco il suo punto di forza.
Tale varietà nel gameplay è poi ulteriormente ampliata dai contenuti originali di "Toukiden: Kiwami", con un potente attacco di gruppo, e l'inserimento di tre nuove armi, ovvero la naginata (attacco veloce), la mazza due mani (attacco potente) e il fucile (attacco potente a distanza), caratterizzate da stili di combattimento che, soprattutto nel caso del fucile, il cui utilizzo con la mira libera permette di colpire i punti deboli dei boss, richiedono anche un certo grado di abilità.
Alle singole armi - che come le armature possono essere rafforzate con l'esperienza accumulata sul campo di battaglia - sono poi legati i Mitama, ovvero spiriti di grandi personaggi della storia giapponese, uccisi dagli Oni e liberati dagli Slayers, cui conferiscono poteri 'magici' essenziali nella lotta contro le orde demoniache. In linea con il sistema previsto per le armi, anche il modo di utilizzo dei Mitama varia in funzione della categoria di appartenenza dello spirito selezionato (attacco, difesa, cura, velocità, supporto, ecc.), cui sono legate quattro abilità speciali, che il giocatore può personalizzare sfruttando i livelli di esperienza guadagnati dai Mitama nel corso delle battaglie (o mediante il pagamento di una somma di denaro), sbloccando così un'ampia gamma di potenziamenti (n.b.: ogni Mitama può avere al massimo tre potenziamenti, quindi spetta al giocatore decidere quali equipaggiare).
Oltre ai combattimenti, nel gioco è peraltro presente anche una parte sostanziosa dedicata all'attività di crafting e gathering, con la possibilità di forgiare e potenziare un buon numero di armi e armature, ognuna delle quali presenta un certo grado di affinità con uno specifico elemento (fuoco, terra, cielo, ecc.), sino ad arrivare alla creazione di potenti armi leggendarie grazie all'uso dei Mitama.
Tenuto conto di quanto esposto, l'esperienza di gioco di "Toukiden: Kiwami" è quindi decisamente appagante, e se si considera che la versione base poteva contare su oltre cinquanta ore di contenuti, la longevità del gioco è veramente impressionante, soprattutto se si alterna al singleplayer la parte multiplayer, ove è possibile affrontare le missioni insieme ad altri giocatori. Per gli amanti dei trofei, infine, oltre al buon numero di traguardi raggiungibili, vi è anche la possibilità di darsi al collezionismo più sfrenato, cercando di ottenere gli oltre 300 Mitama presenti nel gioco.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, a differenza di quanto accaduto nel caso di altre conversioni da console portatili, "Toukiden: Kiwami" ha avuto il non indifferente vantaggio di avere come base di partenza un gioco che dal punto di vista grafico è tuttora uno dei migliori usciti per PlayStation Vita. L'operazione di porting su PlayStation 4 realizzata dalla Omega Force si è quindi innestata su un solido comparto grafico, con un lavoro sulle texture e sulle luci, il cui risultato finale, seppur non equiparabile a un gioco next gen, è veramente di ottimo livello.
In particolare, la resa grafica dei personaggi e dei demoni, soprattutto dei boss, è notevole, e anche le ambientazioni, che di solito sono il punto debole della Omega Force, esercitano un certo fascino, pagando dazio solamente dal punto di vista della varietà. Semplicemente spettacolari, poi, gli effetti grafici che, come da tradizione Omega Force, producono sullo schermo un esaltante turbinio di colori.
Per quel che riguarda l'audio, invece, oltre agli eccellenti effetti sonori delle battaglie troviamo una colonna sonora ritagliata alla perfezione sulle ambientazioni del gioco, con un valido doppiaggio giapponese (con sottotitoli in inglese), che, pur limitato (non tutti i dialoghi sono doppiati), rende molto bene le caratteristiche dei diversi personaggi.
Volendo riassumere il giudizio, "Toukiden: Kiwami" è certamente un ottimo gioco, che, con quasi ottanta ore di contenuti corredate da obbiettivi pressoché infiniti, fa della longevità il suo innegabile punto di forza. Grazie d un comparto tecnico di ottimo livello, sia su PlayStation 4 che su PlayStation Vita, questa nuova versione riveduta ed espansa del gioco originale vale decisamente l'acquisto per chi apprezza o ha sempre voluto provare gli hunting game alla "Monster Hunter", con la saga Capcom che da oggi, a quanto pare, dovrà fare i conti con un nuovo e agguerrito avversario.
Proprio per ovviare a tale situazione, la Sony, con colpevole ritardo, scelse quindi di avviare una serie di collaborazioni con diversi produttori, tra cui Koei Tecmo, cui fondamentalmente venne chiesto di creare per la PlayStyation Vita un gioco in grado di colmare il vuoto derivante dall'assenza di un'ip importante come Monster Hunter e, soprattutto, capace di sfruttare a pieno un hardware che, almeno nelle promesse, doveva essere in grado di replicare la potenza di una PlayStation 3.
Creato nel 2013 per PlayStation Vita e PlayStation Portable, "Toukiden: The Age of Demons" ha dunque segnato il debutto in grande stile della Koei Tecmo nel mondo degli hunting game, con una collaborazione tra Omega Force e Team Ninja, due dei team di sviluppo controllati dalla Koei, subito premiata con vendite importanti, oltre 550,000 copie a livello globale, e il PlayStation Award 2013 come titolo per PlayStation Vita più venduto in Giappone.
Tanto successo non poteva passare inosservato agli occhi della Koei Tecmo, ed ecco quindi che nell'estate 2014 il produttore nipponico ha lanciato sul mercato "Toukiden: Kiwami", versione riveduta ed espansa del gioco originale, ora giunta anche sul mercato italiano grazie alla Halifax, che, nel segnare l'approdo della serie sulla nuova ammiraglia di casa Sony, la PlayStation 4, è riuscita peraltro ad ottenere sulla rivista Famitsu una valutazione di 37 su 40, superiore di due punti rispetto a quella ottenuta da "Toukiden: The Age of Demons".
Come il gioco originale, "Toukiden: Kiwami" è ambientato in una realtà parallela caratterizzata da elementi ripresi da diversi periodi della storia giapponese, in cui, otto anni prima degli eventi narrati nel gioco, il tempo e il cielo improvvisamente subirono una distorsione, portando all'emersione dalle profondità della Terra di un gigantesco demone che diede inizio a un'invasione di oni su vasta scala, in seguito denominata "Il Risveglio" (Oomagadoki), che solo gli Slayers, una casta di potenti guerrieri benedetti dal potere dei Mitama, riuscirono a stento a contenere.
Dopo anni di infinite battaglie, una nuova generazione di Slayers è chiamata a combattere contro le infinite orde demoniache, e il giocatore, in particolare, assume proprio le vesti di un giovane guerriero giunto nel villaggio di Utakata, posto sulla linea di confine che separa il mondo degli umani (Nakatsu Kuni) dalle terre ormai invase e devastate dai demoni, con il compito di difendere l'ultimo baluardo dell'umanità, la Sacra Montagna. Tra mille scontri, la trama prosegue quindi seguendo passo passo l'evoluzione dell'ultima e disperata battaglia del genere umano, spiegando progressivamente gli eventi che portarono al Risveglio, e illustrando la storia personale dei vari personaggi che accompagnano il giocatore nella sua lotta contro i demoni.
Pur non essendo l'elemento centrale di questa particolare tipologia di giochi, l'ambientazione della storia è nel complesso molto curata, e l'evoluzione della trama, anche se piuttosto lenta (di solito è necessario completare varie missioni prima di assistere a qualche sviluppo di rilievo), è alquanto affascinante, con alcuni colpi di scena arricchiti da una caratterizzazione dei personaggi secondari decisamente interessante. I contenuti di questa nuova versione espansa hanno poi ulteriormente migliorato la buona base di partenza, con l'introduzione, a partire dal capitolo 8, di una nuova storyline dedicata al villaggio di confine del nord (Hiranui), in cui l'improvvisa comparsa di potente nemico porta il giocatore a incontrare nuovi personaggi secondari, e in particolare gli Slayers Reki, Sōma, Horō, e Rinne - la cui caratterizzazione mostra la stessa cura riposta nella realizzazione del cast originale -, e ad affrontare ulteriori sviluppi narrativi, a partire da quelli legati all'Hundred Demon Corps.
Ad ogni modo, come è logico aspettarsi da un hunting game, la parte principale del gioco è ovviamente costituita proprio dalla 'caccia', che in "Toukiden: Kiwami" è suddivisa in diversi capitoli (di cui sette della versione originale), articolati a loro volta in varie missioni, con subquest secondarie incentrate sulla raccolta dei materiali richiesti dagli abitanti del villaggio di Utakata.
Il giocatore, in particolare, gestisce la sua attività dall'hub di partenza, ovvero proprio il villaggio di Utakata, dove egli può interagire con gli altri personaggi, forgiare armi e armature, riposarsi alle terme, e infine accettare le missioni per la difesa del villaggio, da affrontare insieme agli altri Slayers o, in alcuni casi, completamente da solo. Queste ultime sono poi ambientate in varie mappe suddivise in più settori, che, almeno nella fase iniziale del gioco, sono di dimensioni alquanto ridotte, salvo poi diventare più ampie con il superamento delle limitazioni settoriali e la possibilità per il giocatore di muoversi liberamente all'interno dei vari comparti in cui la mappa è suddivisa (n.b.: non abbiamo comunque a che fare con un open world).
Le missioni, in linea di massima, si possono suddividere in due categorie: quelle ordinarie, in cui il protagonista e i suoi compagni sono chiamati a sconfiggere, senza particolare difficoltà, un certo numero di demoni entro un tempo limite che varia dai quindici ai trenta minuti, e quelle che si potrebbero definire boss fight, in quanto incentrate esclusivamente sulla battaglia contro il boss di turno. Ovviamente, nelle fasi iniziali del gioco le missioni ordinarie sono la stragrande maggioranza di quelle a disposizione del giocatore, ma, andando avanti nella trama e nei capitoli, il rapporto progressivamente si inverte, e, soprattutto nei capitoli successivi alla conclusione della trama principale, il livello di sfida aumenta notevolmente con l'introduzione di un'ulteriore evoluzione costituita da missioni in cui si è costretti ad affrontare più boss contemporaneamente, e da altre in cui, con un sano tocco di follia, il giocatore deve rimboccarsi le maniche per sconfiggere senza l'aiuto dei suoi compagni alcuni potenti demoni, tra cui il boss finale del gioco.
Proprio i boss fight sono chiaramente la parte più divertente del gioco, sia per la mole dei boss (con tutto ciò che ne consegue), sia perché il combattimento si articola in più fasi, in cui per annientare l'avversario si è chiamati innanzitutto a distruggere e purificare le singole parti del corpo dei giganteschi demoni, i quali, oltre ad avere abilità spesso impegnative da gestire (soprattutto i colpi ad area), nel corso del combattimento subiscono diverse trasformazioni, passando dalla stadio normale a quello di esposizione dell'essenza demoniaca (con contestuale cambio delle skill a disposizione), sino ad arrivare a quello di rampage, in cui sfoderano tutta la loro potenza distruttiva.
Come per la trama, anche dal punto di vista delle missioni i contenuti aggiuntivi di "Toukiden: Kiwami" sono alquanto sostanziosi e, oltre alle missioni e ai nemici collegati alla nuova storyline, fanno la loro comparsa le emergency mission (missioni con generose ricompense in cui il giocatore deve affrontare potenti demoni che improvvisamente attaccano il villaggio), e le special mission, ovvero missioni dedicate ai veterani del gioco originale, che, anche in ragione di particolari restrizioni, presentano un livello di sfida decisamente elevato.
I combattimenti di regola sono affrontati con un gruppo scelto dal giocatore e composto da quattro Slayers, su cui, grazie alle novità introdotte in queste nuova versione del gioco, è possibile esercitare maggiore controllo impostando l'atteggiamento sul campo di battaglia. Per il resto, il gameplay varia in funzione dell'arma utilizzata e, pur prevedendo schemi fissi (attacco veloce, attacco potente, attacco speciale, schivata, parata, ecc.), sono presenti differenze tali da influenzare notevolmente lo stile di gioco e, di conseguenza, anche la longevità dello stesso. In tal senso, volendo fare degli esempi alquanto semplici, è sufficiente osservare che se la spada implica uno scontro corpo a corpo, l'arco invece richiede di mantenere sempre un certa distanza rispetto all'avversario; se i guanti corazzati sferrano colpi potenti ma lenti, la falce al contrario fa della velocità d'attacco il suo punto di forza.
Tale varietà nel gameplay è poi ulteriormente ampliata dai contenuti originali di "Toukiden: Kiwami", con un potente attacco di gruppo, e l'inserimento di tre nuove armi, ovvero la naginata (attacco veloce), la mazza due mani (attacco potente) e il fucile (attacco potente a distanza), caratterizzate da stili di combattimento che, soprattutto nel caso del fucile, il cui utilizzo con la mira libera permette di colpire i punti deboli dei boss, richiedono anche un certo grado di abilità.
Alle singole armi - che come le armature possono essere rafforzate con l'esperienza accumulata sul campo di battaglia - sono poi legati i Mitama, ovvero spiriti di grandi personaggi della storia giapponese, uccisi dagli Oni e liberati dagli Slayers, cui conferiscono poteri 'magici' essenziali nella lotta contro le orde demoniache. In linea con il sistema previsto per le armi, anche il modo di utilizzo dei Mitama varia in funzione della categoria di appartenenza dello spirito selezionato (attacco, difesa, cura, velocità, supporto, ecc.), cui sono legate quattro abilità speciali, che il giocatore può personalizzare sfruttando i livelli di esperienza guadagnati dai Mitama nel corso delle battaglie (o mediante il pagamento di una somma di denaro), sbloccando così un'ampia gamma di potenziamenti (n.b.: ogni Mitama può avere al massimo tre potenziamenti, quindi spetta al giocatore decidere quali equipaggiare).
Oltre ai combattimenti, nel gioco è peraltro presente anche una parte sostanziosa dedicata all'attività di crafting e gathering, con la possibilità di forgiare e potenziare un buon numero di armi e armature, ognuna delle quali presenta un certo grado di affinità con uno specifico elemento (fuoco, terra, cielo, ecc.), sino ad arrivare alla creazione di potenti armi leggendarie grazie all'uso dei Mitama.
Tenuto conto di quanto esposto, l'esperienza di gioco di "Toukiden: Kiwami" è quindi decisamente appagante, e se si considera che la versione base poteva contare su oltre cinquanta ore di contenuti, la longevità del gioco è veramente impressionante, soprattutto se si alterna al singleplayer la parte multiplayer, ove è possibile affrontare le missioni insieme ad altri giocatori. Per gli amanti dei trofei, infine, oltre al buon numero di traguardi raggiungibili, vi è anche la possibilità di darsi al collezionismo più sfrenato, cercando di ottenere gli oltre 300 Mitama presenti nel gioco.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, a differenza di quanto accaduto nel caso di altre conversioni da console portatili, "Toukiden: Kiwami" ha avuto il non indifferente vantaggio di avere come base di partenza un gioco che dal punto di vista grafico è tuttora uno dei migliori usciti per PlayStation Vita. L'operazione di porting su PlayStation 4 realizzata dalla Omega Force si è quindi innestata su un solido comparto grafico, con un lavoro sulle texture e sulle luci, il cui risultato finale, seppur non equiparabile a un gioco next gen, è veramente di ottimo livello.
In particolare, la resa grafica dei personaggi e dei demoni, soprattutto dei boss, è notevole, e anche le ambientazioni, che di solito sono il punto debole della Omega Force, esercitano un certo fascino, pagando dazio solamente dal punto di vista della varietà. Semplicemente spettacolari, poi, gli effetti grafici che, come da tradizione Omega Force, producono sullo schermo un esaltante turbinio di colori.
Per quel che riguarda l'audio, invece, oltre agli eccellenti effetti sonori delle battaglie troviamo una colonna sonora ritagliata alla perfezione sulle ambientazioni del gioco, con un valido doppiaggio giapponese (con sottotitoli in inglese), che, pur limitato (non tutti i dialoghi sono doppiati), rende molto bene le caratteristiche dei diversi personaggi.
Volendo riassumere il giudizio, "Toukiden: Kiwami" è certamente un ottimo gioco, che, con quasi ottanta ore di contenuti corredate da obbiettivi pressoché infiniti, fa della longevità il suo innegabile punto di forza. Grazie d un comparto tecnico di ottimo livello, sia su PlayStation 4 che su PlayStation Vita, questa nuova versione riveduta ed espansa del gioco originale vale decisamente l'acquisto per chi apprezza o ha sempre voluto provare gli hunting game alla "Monster Hunter", con la saga Capcom che da oggi, a quanto pare, dovrà fare i conti con un nuovo e agguerrito avversario.