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Arashi84

Piattaforma: PlayStation 3 --- Voto 8
“Battere il ferro finché è caldo” sembra essere diventato il motto di casa Gust, almeno per ciò che riguarda la saga Atelier. Negli ultimi anni i fan della famosa serie non sono rimasti certo a bocca asciutta, difatti, mentre la trilogia di Arland è stata interamente resa Plus per PS3 e PSVita, anche la saga Dusk ha ricevuto lo stesso trattamento, con i Plus di Ayesha ed Escha & Logy (il secondo però, non è attualmente disponibile in occidente), mentre il terzo capitolo, Atelier Shallie: Alchemists of the Dusk Sea, chiude il trittico del crepuscolo su PS3. Da segnalare anche la riproposta di Nis America della trilogia di Arland, racchiusa in un unico disco, e la serie animata di Atelier Escha & Logy: Alchemists of the Dusk Sky, andata in onda l’anno scorso sulle tv giapponesi.

Insomma, il fenomeno Atelier non sembra arrestarsi, tanto in oriente quanto in occidente, terra in cui sembra mietere un progressivo e inarrestabile successo. La cosa più importante è che in mezzo a questo marasma, Gust non ha perso di vista l’innovazione e la qualità, riuscendo a mantenere in ogni capitolo le peculiarità alla base della saga e riuscendo al contempo a rinnovarsi tramite tante migliorie. Ogni nuovo Atelier game sembra fare due passi avanti e nessuno indietro.
Atelier Shallie: Alchemists of the Dusk Sea, chiude (in attesa di un eventuale Plus) la saga Dusk in maniera più che degna.

Un male oscuro e misterioso affligge le acque del continente: i mari si prosciugano, i laghi si seccano e i deserti avanzano inesorabili. È quello che tutti chiamano con timore “mare del crepuscolo”. Una giovane e promettente alchimista, Shallistera Argo, detta Shallie, figlia del capo di un piccolo villaggio, si mette in viaggio alla ricerca di una soluzione che possa salvare la sua terra natia dalla siccità. Assieme all’amico d’infanzia nonché guardiano Kortes, e il padre di lui, Teo, giunge in cerca di aiuto a Stellard, un’oasi molto distante da casa. Purtroppo però, gli effetti del mare del crepuscolo non risparmiano nessuno e anche Stellard affronta i primi, gravi problemi dovuti alla siccità. In questa fiorente cittadina, Shallistera incontra un’altra ragazza, una giovane ed energica alchimista di nome Shalotte, anche lei detta Shallie. Quando le vie di queste due fanciulle così diverse s’incrociano, inizia l’avventura più grande della loro vita, un viaggio alla ricerca di qualcosa che possa salvare il mondo dal crepuscolo ma anche alla ricerca di se stesse e del loro posto nel mondo.

Ambientato dieci anni dopo gli eventi di Ayesha e sei da quelli di Escha & Logy, Atelier Shallie segue una narrazione quasi del tutto slegata ai capitoli precedenti, lasciando come elementi comuni solo alcuni personaggi e l'avvento del crepuscolo. La storia delle due Shallie è insomma indipendente da quella della dolce Ayesha e del duo Escha/Logy, quindi pienamente godibile pur non avendo giocato i capitoli precedenti. Certo i riferimenti ci sono, in particolar modo a Escha & Logy, ma ciò non compromette l’esperienza di gioco, al massimo, rende impossibile capire qualche riferimento a eventi passati o personaggi non presenti. I dialoghi abbondano e la maggior parte di essi non sono utili ai fini della trama ma servono soltanto a farci conoscere i personaggi e le relazioni che li legano. Fortunatamente non sono mai troppo lunghi o tediosi e seguirli risulta quindi gradevole nonostante la poca utilità pratica.
L’atmosfera è quella tipica di ogni Atelier: dolce, tranquilla e tenera, la narrazione è lineare e priva di grandi colpi di scena, mentre la caratterizzazione di ogni personaggio è ben inserita nel contesto e perfetta nel suo intersecarsi con le vicende dei compagni.
Forse, rispetto a Escha & Logy, Atelier Shallie ha dei personaggi meno vivaci e briosi, il gruppo di Colseit era in generale più vispo e colorito, mentre i compagni di avventura delle due Shallie sono più compassati e meno peculiari ma non per questo meno funzionali o gradevoli.

Atelier Shallie ripropone alcune vecchie caratteristiche dei capitoli precedenti ma al contempo ne abbandona certune e ne rinnova altre, dando sin dall’inizio una gradevole sensazione di novità e freschezza. Da Escha & Logy eredita la possibilità di poter vivere l’avventura tramite gli occhi due personaggi doversi, Shallistera e Shalotte, ognuna delle quali, pur seguendo una trama di base, proporrà una sua visione della storia, eventi e situazioni diverse. Viene invece eliminato il fattore tempo, che anche nelle saghe precedenti aveva caratterizzato il gameplay: in questo capitolo non vi saranno quindi limiti dovuti al tempo che passa e al dover terminare le missioni entro un determinato giorno, al contrario, sarà possibile esplorare, creare e combattere quanto si vuole, passando al capitolo successivo solo quando il giocatore stesso lo deciderà. Non dovendo più calcolare i tempi per ogni azione da compiere, il gioco risulta molto più semplice e sarà possibile gestire come meglio si preferisce le “life task”, ossia delle missioni che vi verranno affidate ad ogni capitolo. Si tratta di svariatissimi compiti, suddivisi nell’apposito schema per generi: si va dall’intrattenere relazioni con gli altri personaggi, al creare determinati oggetti, al combattere un tot di mostri in determinate zone. La quantità di missioni per ogni capitolo è davvero infinita e sarebbe stato impossibile portarle a termine con dei limiti di tempo, allo stesso modo però, la mancanza di pianificazione delle azioni dà una sensazione di eccessiva facilità per chi era ormai abituato ad agire tenendo sempre conto del fattore tempo. Dal compimento delle missioni dipenderà l’umore della vostra protagonista, difatti, più ne completerà più il suo umore sarà alto, il che porterà a grossi vantaggi in battaglia.

Come nei capitoli precedenti, Atelier Shallie si compone di tre fasi fondamentali: interazione, esplorazione e sintesi alchemica. Interagire con i vari personaggi sbloccherà nuove missioni, obiettivi e scenette varie, molto spesso accompagnate da relativi trofei. Il mondo su cui si muovono le due Shallie è abbastanza ampio e l’esplorazione sarà quindi molto vasta. Durante le vostre incursioni nelle terre attorno a Stellard non mancheranno le battaglie, invero piuttosto frequenti, ma evitabili grazie alla visibilità dei nemici sulla mappa. Il sistema di combattimento riprende alcuni elementi di Escha & Logy, rinnovandoli, creando un sistema di battaglie a turni ancor più dinamico e mai noioso: i personaggi sono divisi in prima e seconda linea e sarà possibile switcharli a proprio piacimento per compiere azioni di difesa o attacchi di supporto. A mano a mano che si procede nell’avventura, il party sbloccherà diverse abilità quali colpi combinati o possibilità di alterare in modo vantaggioso i propri status. La barra “burst”, che si riempie ogni volta che si attacca il nemico, permette inoltre di colpire a piena potenza e fare azioni speciali per tutta la sua durata, e se l’umore di Shallie sarà al top, si riempirà molto più velocemente. Grazie a tutti questi accorgimenti gli scontri non sono mai noiosi e permettono di sperimentare molte combinazioni diverse.

Ultima ma fondamentale fase è quella della sintesi alchemica, che vi permetterà di creare una vasta gamma di oggetti che spaziano dal cibo, alle bombe, all’equipaggiamento. Il livello di alchimia è quindi distinto dall’esperienza data in battaglia e avanzerà man manco che produrrete oggetti sempre più complessi. I negozi che vi permettono di compare materiali per la sintetizzazione sono parecchi, ma armi e oggetti spendibili in battaglia dovrete crearli da voi procurandovi gli appositi ricettari. Anche in questo caso, il sistema di sintesi è più complesso e dinamico di quello di Escha & Logy e permette di scegliere al meglio le caratteristiche da attribuire alla vostra creazione. Produrre oggetti con l’alchimia è un processo semplice ma appassionante e divertente che vi porterà a sperimentare quanto più possibile anche solo per il piacere di vedere tra le vostre mani una nuova creazione.
Da non trascurare inoltre sono le missioni che vi vengono affidate dai cittadini di Stellard, le quali vi permetteranno di accumulare denaro e rispetto dei cittadini, parametro utile per la valutazione che giungerà ad ogni fine capitolo.
Altra novità è il “sistema di crescita”, che una volta raggiunto il livello di esperienza 40, vi permette di utilizzare i punti raccolti ad ogni avanzamento di livello per potenziare determinati parametri quali forza, difesa, supporto, tecniche speciali ecc. Al momento del rilascio il gioco presentava un bug che bloccava il sistema di crescita non appena lo si apriva ma la patch per correggerlo è stata rilasciata appena qualche giorno dopo.
In sostanza, il gameplay di Atelier Shallie è dinamico, divertente e coinvolgente sotto tutti i suoi aspetti, ci sono tantissime cose da fare, tanto da non riuscire a tenerle tutte sott’occhio. L’unico neo è forse il livello di difficoltà, che anche in modalità normale si attesta su di un livello piuttosto basso. Se compirete quante più missioni possibili ed esplorerete ogni zona senza ignorare i nemici, arriverete a fine gioco senza aver affrontato nessun combattimento davvero impegnativo, il che ovviamente, abbassa il livello di sfida e la voglia di impegnarsi in combattimenti random. Le missioni affidatevi e le life task sono tantissime e non vi lasceranno mai modo di stare fermi a grattarvi le ginocchia, ma spesso si ripeteranno da un capitolo all’altro rendendosi così sempre meno interessanti.

Una curatissima e strabiliante grafica non è certo il punto di forza delle produzioni Gust, ma Atelier Shallie presenta comunque dei miglioramenti rispetto ai suoi predecessori. La novità più importante, magari scontata per molti ma non per chi segue la saga Atelier, è l’introduzione della telecamera che ruota a 360°: una vera manna dal cielo che permette sia di individuare al meglio i nemici sulla mappa (comunque segnalati nella minimappa presente in ogni zona) che soprattutto di godere delle splendide ambientazioni in cui vi muovete. Se la cura di queste ultime e degli sfondi non è, neanche stavolta al massimo, i personaggi sono curati nei minimi dettagli, dai particolari del volto a quelli dell’abbigliamento, allo stesso tempo anche le animazioni e i movimenti sono stati resi più fluidi. Il chara è dolce e armonioso, quasi sempre ben proporzionato e ben variegato, non manca il tipico tocco moe che caratterizza le ragazze, mentre i ragazzi (pochi invero) seguono la via del bishounen. Le due Shallie sono caratterizzate nella loro estetica in modo molto diverso e trasmettono al meglio la diversità dei loro caratteri: più minuta e timida Shallistera, più corposa ed energica Shalotte.
Come per Ayesha ed Escha & Logy, al chara e alle illustrazioni ritroviamo il medesimo character, Hidari, che anche stavolta compie un egregio lavoro sulle bellissime immagini che corredano gli eventi. Peccato soltanto per la poca varietà di nemici.

Se la grafica non raggiunge l'eccellenza, si può tranquillamente dire l’opposto per quanto riguarda il comparto sonoro, sempre al top. La mano è quella degli stessi compositori di altre saghe Atelier, nonché di Ar Tonelico e Ar Nosurge. La colonna sonora di Atelier Shallie si compone di tre dischi ricchi di tracce, le quali si inseriscono perfettamente nelle varie fasi di gioco, passando da quelle più allegre e vispe a quelle più cupe o pompose. Il biglietto da visita di questa bella colonna sonora è l’evocativa e malinconica opening "Rusty Sky”, splendidamente musicata e animata, mentre la seconda intro, di tutt’altro tipo ma comunque gradevole, è “Asymmetry”.
Purtroppo, anche questo Atelier manca della traduzione italiana dei sottotitoli ed è possibile scegliere tra doppiaggio giapponese o inglese, il primo, decisamente superiore, rimette in scena i doppiatori di Escha & Logy sui rispettivi personaggi e al nuovo cast si aggiungono nomi eccellenti tra i nuovi giovani talenti quali Yoshitsugu Matsuoka e Sumire Uesaka.

Atelier Shallie: Alchemists of the Dusk Sea chiude nel modo migliore la bella trilogia Dusk dando termine agli eventi di una saga che ha saputo trovare il suo spazio all’interno del mercato occidentale, migliorandosi di volta in volta. L’esperienza è divertente e appagante, il gioco è dinamico e attivo nonostante una trama lenta e non propriamente emozionante. Come al solito, Atelier si discosta lievemente dagli rpg intesi nel senso più comune del termine e propone alcuni elementi tipici delle visual novel, i quali, dopo un potenziale spaesamento iniziale, non arrecano nessun problema di sorta, e anzi, immergono al meglio nella trama e nelle relazioni tra i personaggi. Una bellissima ambientazione, ottimo chara, combattimenti dinamici, sintesi alchemica divertente, infinite missioni e un’ ottima colonna sonora sono i punti di forza di questo titolo, senza contare che, l’uso di due protagoniste diverse invoglia a rigiocarlo per godere dei diversi punti di vista e delle differenti quest e finali a disposizione, a fronte di una longevità che si attesta sulle 25 ore di gioco (minime) per ognuno dei due personaggi giocabili.
Consigliatissimo a chi è già seguace di Atelier ma al contempo anche a chi lo scopre per la prima volta e ai fan della moderna animazione nipponica, dalla quale prende parecchi spunti. Leggero nei suoi intenti, dolce, tenero, divertente e mai noioso, degna conclusione della trilogia degli alchimisti del crepuscolo.