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Fabbrizio_on_the_Road

Piattaforma: NES --- Voto 7,5
I motivi per recuperare il primo storico “The Legend of Zelda” sono molteplici. Non solo è il punto di partenza di una saga che si è reinventata continuamente regalandoci perle ad ogni generazione, ma è più in generale uno dei giochi più importanti storicamente della sua epoca e viene ricordato come uno dei titoli più memorabili del NES. Questa recensione offre però un punto vista che cerca di unire quello che rappresentò il gioco nel suo periodo di uscita e quello che rappresenta ancora oggi. Purtroppo, devo ammettere che non è invecchiato bene quanto sperassi, almeno su alcuni aspetti, mentre su altri risulta ancora un’esperienza memorabile.

In primo luogo, il gioco si rivela tremendamente immersivo. La schermata d’avvio, che contiene praticamente da sola tutti i più importanti elementi di trama, è magia pura, con delle musiche fuori categoria ancora in grado di emozionare. In generale il titolo offre delle atmosfere davvero coinvolgenti trasmettendo quel sapore di avventura e scoperta che si è ottimamente conservato fino ai giorni nostri. La mappa di gioco è piuttosto variegata e nel corso del nostro percorso avremo a che fare con un numero di nemici e oggetti abbastanza ragguardevole. Raccogliere gli strumenti che ci renderanno più facile il nostro percorso è una soddisfazione enorme ed è uno degli aspetti più belli da riscoprire in retrospettiva, visto che ovviamente è un elemento anche degli Zelda più recenti. Il gameplay è piuttosto vario e si arricchisce con lo scorrere delle ore.

Ci sono però anche degli aspetti meno entusiasmanti che credo sia giusto riportare. La cosa che più mi ha fatto storcere il naso di questo primo Zelda è l’assidua ricorrenza di segreti ed enigmi totalmente anti-intuitivi che non hanno alcun tipo di indizio all’interno del gioco. Anche altri giochi per NES oggi risultano un po’ dispersivi in quanto necessitano di informazioni indispensabili per proseguire che tuttavia i giocatori devono acquisire altrove o scoprire da soli accumulando un numero di ore spropositate. Questo naturalmente per quanto riguarda i giochi non lineari come poteva essere questo primo Zelda, piuttosto che “Metroid” o “Castlevania II”. Tutti validi titoli, che però giocati oggi senza guide gettano il giocatore nello sconforto abbastanza spesso. C’è da dire che “The Legend of Zelda” aveva all’interno della confezione una mappa cartacea che sicuramente aiutava e in generale credo che anche molti altri giochi avessero nei propri libretti di istruzioni consigli utili per proseguire. Rimane il fatto che oggi questi giochi vengono approcciati di per loro e risulta molto più facile andarsi a cercare direttamente qualche guida in rete piuttosto che la mappa o i libretti originali. Insomma, credo che i giochi invecchiati meglio di quel periodo siano quelli che non necessitavano di informazioni particolari per giocare e che basavano la loro difficoltà sull’abilità del giocatore piuttosto che sulla perspicacia nel risolvere enigmi a volte incomprensibili. Considerazione totalmente soggettiva ovviamente. Un altro aspetto un po’ frustrante oggi sono i comandi. Difficile descrivere a parole ciò che si nota solo col controller tra le mani, ma durante i combattimenti risulta troppo scomodo colpire i nemici con la spada. Viene infatti richiesta una precisione millimetrica, Link per colpire deve essere esattamente davanti a nemici che però possono volare, sparire, girarsi all’improvviso ecc. Insomma, anche questo è un problema comune per tanti giochi del NES: avere nemici che si muovono con ritmi e direzioni che ci faranno sentire parecchio impediti.

In generale, questo primo capitolo di “The Legend of Zelda” è chiaramente un gioco che va quantomeno provato per la sua importanza, ma attenzione perché l’approccio ultra-criptico di certi enigmi e la ricorrenza a dovere scovare segreti per proseguire potrebbe scoraggiare i giocatori meno pazienti. Il mio consiglio, se non si vogliono passare settimane su questi giochi, è di mettere da parte un po’ di orgoglio e armarsi quantomeno di una mappa che possa dare una vaga idea di cosa fare e quando. I giocatori che probabilmente lo apprezzeranno di più saranno i fan della saga che ancora non l’avevano provato, riscoprendo una serie di miti, luoghi, nemici, oggetti e tanti altri elementi che si sono tramandati nei capitoli successivi. Personalmente non sono riuscito ad apprezzarlo quanto gli Zelda moderni, ma in generale mi è comunque piaciuto e la soddisfazione di averlo finito, dungeon dopo dungeon, è stata tanta.