Final Fantasy XV
Ho finito Final Fantasy XV ed ecco il mio pensiero su questo splendido gioco!
La storia della quindicesima fantasia finale è un racconto formativo che ti porterà a prendere i panni del principe Noctis in viaggio per incontrare Luna, la sua futura sposa. Prima di scrivere questa review ho rivisto tutti Trailer del gioco (compresi quelli di quando di chiamava ancora Versus XIII) e, come era intuibile, nel gioco non sono presenti neppure il 20% di tutti i filmati mostrati nei vari video promozionali. Probabilmente, quando Tabata prese le redini del progetto nel 2014, ridimensionò i grandi progetti di Nomura tagliando molte scene e stravolgendo il concetto iniziale. Il problema è proprio questo: i tagli si sentono e proprio per questo motivo molti personaggi secondari non sono approfonditi a dovere. Inoltre si ha la sensazione che la prima parte dell'avventura sia del tutto inutile ai fini della trama (per poi avere una seconda parte del gioco più lineare e spedita). Un'altra critica va poi alla necessità di visionare il film Kingsglaive per comprendere fatti che altrimenti nel gioco non sarebbero stati ben chiari. Nonostante tutti questi difetti (che possono far sembrare la trama un disastro totale) mi va comunque di elogiare il gioco per una storia istruttiva e con una grande morale, arrivando ad essere perfino commovente alla fine. Il Gameplay, vero punto forte del gioco, per la prima volta nella saga, ha un sistema di combattimento in tempo reale (alla Kingdom Hearts per intenderci) che ti farà divertire per tutto il tempo per la sua semplicità e immediatezza. Il sonoro poi è veramente sublime: la compositrice di Kh, Yoko Shimomura, ha preso parte allo sviluppo di FF XV creando delle OST veramente memorabili e incredibilmente eccitanti durante i boss. La grafica del gioco è veramente ben fatta: tranne qualche raro caso di cali di dettagli in alcuni filmati minori, che mi hanno fatto un po storcere il naso, il grande ambiente circostante è uno spettacolo visivo! Purtroppo non posso dire la stessa cosa per i frequenti cali di frame durante tutti i combattimenti più caotici e per i bug ambientali (nemici e compagni d'avventura che si bloccano tra le rocce...) che rendono l'esperienza talvolta un po frustrante. Concludo con la longevità della storia principale, che ha una durata di 25 ore (non di 40 come dichiarato da Tabata in varie interviste). Ovviamente la durata aumenta considerevolmente se si svolgono tutte le missioni secondarie. Nonostante questi difetti, mi va comunque di promuovere ampliamente Final Fantasy XV perchè è un gioco che mi ha divertito e fatto riflettere (era da tanto tempo che non mi capitava con un videogame). Quindi, se siete in dubbio se comprarlo o meno, fatelo, perché è uno dei migliori giochi rilasciati sul mercato da tanti anni a questa parte.
La storia della quindicesima fantasia finale è un racconto formativo che ti porterà a prendere i panni del principe Noctis in viaggio per incontrare Luna, la sua futura sposa. Prima di scrivere questa review ho rivisto tutti Trailer del gioco (compresi quelli di quando di chiamava ancora Versus XIII) e, come era intuibile, nel gioco non sono presenti neppure il 20% di tutti i filmati mostrati nei vari video promozionali. Probabilmente, quando Tabata prese le redini del progetto nel 2014, ridimensionò i grandi progetti di Nomura tagliando molte scene e stravolgendo il concetto iniziale. Il problema è proprio questo: i tagli si sentono e proprio per questo motivo molti personaggi secondari non sono approfonditi a dovere. Inoltre si ha la sensazione che la prima parte dell'avventura sia del tutto inutile ai fini della trama (per poi avere una seconda parte del gioco più lineare e spedita). Un'altra critica va poi alla necessità di visionare il film Kingsglaive per comprendere fatti che altrimenti nel gioco non sarebbero stati ben chiari. Nonostante tutti questi difetti (che possono far sembrare la trama un disastro totale) mi va comunque di elogiare il gioco per una storia istruttiva e con una grande morale, arrivando ad essere perfino commovente alla fine. Il Gameplay, vero punto forte del gioco, per la prima volta nella saga, ha un sistema di combattimento in tempo reale (alla Kingdom Hearts per intenderci) che ti farà divertire per tutto il tempo per la sua semplicità e immediatezza. Il sonoro poi è veramente sublime: la compositrice di Kh, Yoko Shimomura, ha preso parte allo sviluppo di FF XV creando delle OST veramente memorabili e incredibilmente eccitanti durante i boss. La grafica del gioco è veramente ben fatta: tranne qualche raro caso di cali di dettagli in alcuni filmati minori, che mi hanno fatto un po storcere il naso, il grande ambiente circostante è uno spettacolo visivo! Purtroppo non posso dire la stessa cosa per i frequenti cali di frame durante tutti i combattimenti più caotici e per i bug ambientali (nemici e compagni d'avventura che si bloccano tra le rocce...) che rendono l'esperienza talvolta un po frustrante. Concludo con la longevità della storia principale, che ha una durata di 25 ore (non di 40 come dichiarato da Tabata in varie interviste). Ovviamente la durata aumenta considerevolmente se si svolgono tutte le missioni secondarie. Nonostante questi difetti, mi va comunque di promuovere ampliamente Final Fantasy XV perchè è un gioco che mi ha divertito e fatto riflettere (era da tanto tempo che non mi capitava con un videogame). Quindi, se siete in dubbio se comprarlo o meno, fatelo, perché è uno dei migliori giochi rilasciati sul mercato da tanti anni a questa parte.
Dopo una lunga attesa e uno sviluppo a dir poco travagliato, Square Enix ha finalmente pubblicato il quindicesimo capitolo della sua storica saga, e beh, in tutta sincerità, forse sarebbe stato meglio se quel progetto nato anni fa come costola di Final Fantasy XIII fosse finito nel dimenticatoio, morto ancor prima di nascere.
Per capire perché, a mio avviso, Final Fantasy XV sia un pessimo gioco di ruolo bisogna partire dall'analisi di quello che, prima della nuova era targata Square Enix, era solitamente l'elemento cardine di questa tipologia di giochi, ovvero la trama. Ecco, la trama in Final Fantasy XV diventa una sorta di parte opzionale, che, totalmente assente nei primi otto capitoli, viene portata avanti solo negli ultimi cinque capitoli, in modo oggettivamente incompleto e approssimativo, quasi fosse una componente messa lì controvoglia, perché purtroppo la tradizione così vuole.
Quale sia il motivo del disastro fatto da Hajime Tabata (che farebbe un favore al mondo se tornasse a fare solo giochi per smartphone) lo si può capire da un particolare preciso, che, nella sua apparente irrilevanza, fa comprendere però perfettamente come Final Fantasy XV non sia nato come un prodotto connesso ad una storia concepita nelle fasi iniziali di sviluppo, ma come un prodotto prettamente commerciale che, nel corso del tempo, privo di una sua identità narrativa si è adattato alle esigenze di sviluppo (basti pensare ai protagonisti riciclati dal concept iniziale di Nomura nato per una storia totalmente diversa) e a quelle commerciali.
Ebbene, qual è questo particolare? Semplice, il film Kingslaive, che, concepito come prodotto parallelo del gioco, è in realtà il prequel di un altro gioco, perché, come rivelato successivamente da qualche gola profonda (ed evidente nel gioco stesso), la sceneggiatura di Final Fantasy XV è stata riscritta praticamente da capo dopo la messa in produzione del film (un anno fa circa), ovvero in una fase in cui, in teoria, il gioco avrebbe già dovuto essere in una fase di sviluppo vicina alla post produzione (un altro indizio di tale repentina modifica sono gli artwork di più di un anno fa).
Ora, come può un gioco prossimo alla post produzione cambiare totalmente la trama? Non può, e infatti la trama non c'è, perché quello che Tabata propone a partire dal capitolo 9 (ripeto, prima la trama non è pervenuta) è solo un accozzaglia di eventi più o meno connessi (o sconnessi), cui lo sciagurato director, ben conscio della natura approssimativa del suo lavoro, ha tentato di rimediare inserendo qua e là dei fogli di carta da leggere con parti di trama che in qualsiasi gioco 'normale' sarebbero state giocabili o prodotte in cut-scene. Il risultato finale è una storia raffazzonata, incompleta, breve, e, per quanto possa sembrare assurdo, addirittura piena di contraddizioni (Ravus...), che, nel suo segnare il punto più basso della saga, non manca di 'umiliare' la stessa con le evidenti ed innegabili scopiazzature da Tales of Zestiria (guarda un po' la sceneggiatura del gioco, come detto riscritta un anno fa, è piena di elementi in comune con quella di Zestiria).
Ovviamente, non meglio va la caratterizzazione dei personaggi, e se i protagonisti principali pagano la scelta ridicola di relegare la loro caratterizzazione nella serie anime (perché usare i media collaterali per approfondire, quando si può spezzettare la parte narrativa del gioco in tanti media?), per gli altri personaggi è semplicemente non pervenuta. Con buona pace di Tabata (che l'ha esaltata come personaggio forte), Luna è infatti la peggiore protagonista femminile della serie - e d'altronde, considerando che compare in gioco per circa cinque minuti, non potrebbe essere diversamente -, anche se la palma del vincitore va certamente all'antagonista principale, la cui unica caratterizzazione, in sostanza, consiste nell'essere uno psicopatico poco lucido (notare come Tabata sia persino riuscito con una sola inutile frase ad impedire ai giocatori di dare un senso alle sue azioni con la fantasia), perché sì, se ci si mette un attimino a ragionare, c'è qualcosa che non funziona nel suo modo di agire, e quello che poteva essere un personaggio potenzialmente grandioso nelle sue premesse (le due righe che raccontano la sua storia), diventa semplicemente uno 'strumento' per dare un po' di drammaticità a buon mercato. Unica a salvarsi, per assurdo, è Aranea, che colpisce per il suo carattere, e, considerando che parliamo di un personaggio che compare per un paio di minuti in tutto il gioco, rende alla perfezione il vuoto degli altri.
Sia chiaro, il gioco non è totalmente negativo. A livello grafico parliamo di una vera e proprio perla, e notevole è anche l'open world, che però è sfruttato malissimo a causa del tanto backtracking e dell'assenza di trame secondarie (e figuriamoci non c'è manco quella principale), ma ciò non basta, anche perché, oltre alla trama non pervenuta, persino il sistema di combattimento, pur visivamente spettacolare, si rivela caotico e troppo lineare, e minato da un IA degli alleati molto rozza e primitiva (non ci sono settaggi, non usano gli oggetti, sul campo di battaglia sono sempre indecisi, alcune volte proprio assenti).
Insomma, a partire da Final Fantasy X Square Enix ha iniziato una folle corsa alla grafica e alla rivoluzione del gameplay, e Final Fantasy XV sembra porsi a degna conclusione di questo assurdo progetto, sancendo, forse in modo definitivo, quello che ormai si era intuito da tempo, ovvero che la fantasia finale è morta e sepolta. La triste realtà è che la Square Enix ha perso la voglia, o forse addirittura la capacità, di raccontare una storia per il solo gusto di portare i giocatori in un mondo di fantasia, e quel resta è solo un gioco di azione con una grafica spettacolare, di cui, e questa è una fortuna, nel giro di un paio di mesi probabilmente nessuno si ricorderà.
Per capire perché, a mio avviso, Final Fantasy XV sia un pessimo gioco di ruolo bisogna partire dall'analisi di quello che, prima della nuova era targata Square Enix, era solitamente l'elemento cardine di questa tipologia di giochi, ovvero la trama. Ecco, la trama in Final Fantasy XV diventa una sorta di parte opzionale, che, totalmente assente nei primi otto capitoli, viene portata avanti solo negli ultimi cinque capitoli, in modo oggettivamente incompleto e approssimativo, quasi fosse una componente messa lì controvoglia, perché purtroppo la tradizione così vuole.
Quale sia il motivo del disastro fatto da Hajime Tabata (che farebbe un favore al mondo se tornasse a fare solo giochi per smartphone) lo si può capire da un particolare preciso, che, nella sua apparente irrilevanza, fa comprendere però perfettamente come Final Fantasy XV non sia nato come un prodotto connesso ad una storia concepita nelle fasi iniziali di sviluppo, ma come un prodotto prettamente commerciale che, nel corso del tempo, privo di una sua identità narrativa si è adattato alle esigenze di sviluppo (basti pensare ai protagonisti riciclati dal concept iniziale di Nomura nato per una storia totalmente diversa) e a quelle commerciali.
Ebbene, qual è questo particolare? Semplice, il film Kingslaive, che, concepito come prodotto parallelo del gioco, è in realtà il prequel di un altro gioco, perché, come rivelato successivamente da qualche gola profonda (ed evidente nel gioco stesso), la sceneggiatura di Final Fantasy XV è stata riscritta praticamente da capo dopo la messa in produzione del film (un anno fa circa), ovvero in una fase in cui, in teoria, il gioco avrebbe già dovuto essere in una fase di sviluppo vicina alla post produzione (un altro indizio di tale repentina modifica sono gli artwork di più di un anno fa).
Ora, come può un gioco prossimo alla post produzione cambiare totalmente la trama? Non può, e infatti la trama non c'è, perché quello che Tabata propone a partire dal capitolo 9 (ripeto, prima la trama non è pervenuta) è solo un accozzaglia di eventi più o meno connessi (o sconnessi), cui lo sciagurato director, ben conscio della natura approssimativa del suo lavoro, ha tentato di rimediare inserendo qua e là dei fogli di carta da leggere con parti di trama che in qualsiasi gioco 'normale' sarebbero state giocabili o prodotte in cut-scene. Il risultato finale è una storia raffazzonata, incompleta, breve, e, per quanto possa sembrare assurdo, addirittura piena di contraddizioni (Ravus...), che, nel suo segnare il punto più basso della saga, non manca di 'umiliare' la stessa con le evidenti ed innegabili scopiazzature da Tales of Zestiria (guarda un po' la sceneggiatura del gioco, come detto riscritta un anno fa, è piena di elementi in comune con quella di Zestiria).
Ovviamente, non meglio va la caratterizzazione dei personaggi, e se i protagonisti principali pagano la scelta ridicola di relegare la loro caratterizzazione nella serie anime (perché usare i media collaterali per approfondire, quando si può spezzettare la parte narrativa del gioco in tanti media?), per gli altri personaggi è semplicemente non pervenuta. Con buona pace di Tabata (che l'ha esaltata come personaggio forte), Luna è infatti la peggiore protagonista femminile della serie - e d'altronde, considerando che compare in gioco per circa cinque minuti, non potrebbe essere diversamente -, anche se la palma del vincitore va certamente all'antagonista principale, la cui unica caratterizzazione, in sostanza, consiste nell'essere uno psicopatico poco lucido (notare come Tabata sia persino riuscito con una sola inutile frase ad impedire ai giocatori di dare un senso alle sue azioni con la fantasia), perché sì, se ci si mette un attimino a ragionare, c'è qualcosa che non funziona nel suo modo di agire, e quello che poteva essere un personaggio potenzialmente grandioso nelle sue premesse (le due righe che raccontano la sua storia), diventa semplicemente uno 'strumento' per dare un po' di drammaticità a buon mercato. Unica a salvarsi, per assurdo, è Aranea, che colpisce per il suo carattere, e, considerando che parliamo di un personaggio che compare per un paio di minuti in tutto il gioco, rende alla perfezione il vuoto degli altri.
Sia chiaro, il gioco non è totalmente negativo. A livello grafico parliamo di una vera e proprio perla, e notevole è anche l'open world, che però è sfruttato malissimo a causa del tanto backtracking e dell'assenza di trame secondarie (e figuriamoci non c'è manco quella principale), ma ciò non basta, anche perché, oltre alla trama non pervenuta, persino il sistema di combattimento, pur visivamente spettacolare, si rivela caotico e troppo lineare, e minato da un IA degli alleati molto rozza e primitiva (non ci sono settaggi, non usano gli oggetti, sul campo di battaglia sono sempre indecisi, alcune volte proprio assenti).
Insomma, a partire da Final Fantasy X Square Enix ha iniziato una folle corsa alla grafica e alla rivoluzione del gameplay, e Final Fantasy XV sembra porsi a degna conclusione di questo assurdo progetto, sancendo, forse in modo definitivo, quello che ormai si era intuito da tempo, ovvero che la fantasia finale è morta e sepolta. La triste realtà è che la Square Enix ha perso la voglia, o forse addirittura la capacità, di raccontare una storia per il solo gusto di portare i giocatori in un mondo di fantasia, e quel resta è solo un gioco di azione con una grafica spettacolare, di cui, e questa è una fortuna, nel giro di un paio di mesi probabilmente nessuno si ricorderà.