Fine anni settanta. Tohru Iwatani stava cenando con alcuni amici ed osservando la sua pizza, a cui aveva tolto uno spicchio, pensò che sarebbe stato simpatico trasformarla in unpersonaggio di un videogame. Nemmeno lui avrebbe mai pensato che dopo oltre 35 anni quel personaggio alquanto bizzarro sarebbe stato non solo una delle icone del settore, ma soprattutto il protagonista una saga che sembra non avere mai fine (giusto in questi giorni è stato annunciato anche Pac­Man Championship Edition 2 in uscita il prossimo autunno). Il primo Pac­Man (o Puck­Man come si chiamava in Giappone) era piuttosto basilare, aveva un solo schema e si basava sul classico sistema del record da battere. Pulisci lo stage evitando i nemici, passa al successivo, identico in tutto e per tutto al precedente, finché non termini le vite. E questo lo sanno quasi tutti. Ciò che molti non sanno è che il gioco era buggato, al livello 255 lo stage si riempiva di artefatti (o meglio, caratteri ascii, visti i tempi) rendendolo ingiocabile a meno di non saperlo a memoria. E le leggende narrano che in tempi recenti qualcuno ci sia pure riuscito...
 

È proprio pensando a questo bug che gli sviluppatori di Bandai Namco hanno iniziato lo sviluppo di Pac-­Man 256, stravolgendo il gameplay originario pur mantenendo come unico obiettivo il raggiungimento del punteggio più alto possibile. Nato inizialmete per i dispositivi mobile il titolo è finalmente giunto su PC, PlayStation 4 ed Xbox One la scorsa settimana al prezzo di 4,99 euro.
Nella unica modalità a disposizione (giocabile anche in cooperativa locale fino a 4 persone) il gioco inizia col famoso labirinto inquadrato in una nuova visuale isometrica, ma ben presto si capisce che qualcosa non va. Il bug del livello 255 inizia ad attaccare dal basso l’area di gioco, e Pac­Man non solo deve cercare di incrementare il più possibile il suo punteggio raccogliendo le classiche pillole e sconfiggendo i fantasmi, ma soprattutto deve fuggire verso l’alto per non farsi inghiottire dai glitch. Più si sale (il livello non ha una fine, ma cambia continuamente durante la partita) e più diventa difficile sfuggire ai nemici, che risultano sempre più aggressivi e propensi a bloccarvi il passaggio e, complice la velocità di propagazione del glitch, al giocatore non rimane tempo di poter rimediare ad una scelta di percorso sbagliata. In parole povere, entrare in una zona in cui Blinky & fratelli sono numerosi spesso significa scegliere tra farsi uccidere da uno di loro o dal bug che incombe. A meno di non avere a portata di mano qualche bonus che ci possa aprire la via...
 

Sparsi per il livello di gioco troveremo infatti dei power up da raccogliere che, per pochi secondi, permettono di farsi strada più agevolmente durante la scalata verso una vetta comunque irraggiungibile. Si va dal laser brucia­fantasmi al tornado, dalla modalità stealth alla possibilità di far muovere i nemici molto lentamente e così via. Tali power up vengono sbloccati con l’incremento delle pillole raccolte dal giocatore durante il totale delle partite effettuate e possono essere upgradati dal menu principale, aumentandone la durata o il punteggio ricevuto in caso di utilizzo, spendendo pillole­moneta presenti sull’area di gioco o donate come ricompensa per aver superato alcune sfide (ad esempio la raccolta di cinque power pellet o aver sconfitto un determinato numero di fantasmi utilizzando un power up specifico). Proprio in merito ai power up Pac­-Man 256 svela una sua minima componente strategica visto che se ne possono scegliere soltanto 3 dal vasto elenco disponibile. Diventa dunque importante decidere quali vogliamo trovare nel labirinto, sia in base allo stile di gioco preferito, sia ad eventuali sfide in quel momento in corso.
Inoltre randomicamente compariranno anche piccole zone colpite dai glitch dove appariranno ulteriori oggetti, solitamente il prossimo power up che sarà sbloccato o semplicemente denaro. I power up non sono cumulabili, quando uno di questi è attivo non se ne può attivare un altro e passandoci sopra viene perso per sempre.
 

Graficamente il titolo è ben realizzato, niente di incredibile come del resto nessuno si aspetta da questa serie, ma decisamente piacevole da vedere e molto stiloso. Sono selezionabili una decina di temi grafici alternativi, che vanno dalle grafiche di Pac­Mania e di Championship Edition a temi meno canonici come uffici con sedie o piste con go­kart al posto dei soliti fantasmi. Anche gli effetti sonori sono quelli che ormai classici della saga, e pur non brillando in modo particolare per fantasia svolgono perfettamente il loro dovere. Degna di nota la distorsione audio e video che si manifesta quando il glitch inizia ad essere molto vicino al giocatore, con fruscii ad interrompere il canonico waka­waka che sottolineano la comparsa dei codici ascii colorati sull’area di gioco.
 
 
L’essenza di Pac-­Man 256 è tutta qua, nella sua estrema semplicità. È uno di quei titoli che può diventare il classico “un’altra partita e poi smetto” come annoiare dopo poche ore, in base fondamentalmente ai gusti personali. Visto il costo veramente esiguo per i fan della saga ed i giocatori di vecchia data è assolutamente imprescindibile, per gli altri beh... Una colazione al bar potrebbe costare di più e questo gioco potrebbe regalare ore ed ore di divertimento alla ricerca del proprio record personale.