Sviluppato da Compile Heart e pubblicato da Idea Factory International, Dark Rose Valkyrie (in origine Black Rose Valkyrie, trasformato tuttavia in Occidente per motivi di copyright) è una nuova IP nel vasto panorama dei JRPG e una scommessa che vanta due figure chiave dietro il proprio sviluppo: il character designer Kosuke Fujishima e lo sceneggiatore Takumi Miyajima, il primo conosciuto per aver prestato i propri disegni alla longeva saga di Tales of, mentre il secondo per aver scritto la trama di Tales of the Abyss e l’apprezzatissimo Tales of Symphonia.
Con due personalità così ricercate nel mondo dei videogiochi giapponesi, riuscirà Dark Rose Valkyrie a conquistare un posto nel cuore dei fan dei giochi di ruolo?
A seguito di circa 35 ore di gioco per completare la prima partita, personalmente direi che ha tutte le potenzialità per farlo e, se non fosse per alcuni difetti di rilievo, rientrerebbe nella classifica dei miei titoli preferiti di sempre. Ma andiamo con ordine.

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Amicizia, lealtà e qualche dubbio di troppo: fidarsi dei propri compagni di guerra non è semplice

Il Giappone dei primi anni del ‘900 non è più come i libri di storia ci raccontano. Un meteorite schiantatosi sulla Terra, conosciuto come Black Garnet, ha generato con il trascorrere degli anni un virus letale per i suoi abitanti, umani o animali che siano: le Chimera, esseri mutanti che minacciano la sopravvivenza di coloro che non sono stati afflitti dall’improvvisa trasformazione. L’unica speranza per il Giappone è la squadra Special Force Valkyrie, guidata dal nuovo capitano Asahi Shiramine, un ragazzo come tanti altri, ma dal forte senso di giustizia e una brillante carriera accademica alle proprie spalle; ad accompagnarlo nella lotta, troviamo un gruppo di ragazze – ciascuna con la propria personalità e problemi da affrontare ogni giorno – e due ragazzi. Vi chiederete: come mai un party composto quasi del tutto da giovani donne? Questioni di fan-service? Anche, ma la ragione principale è che il gentil sesso si è rivelato capace di controllare meglio l’infezione del virus Chimera, rispetto ai maschi. Ecco perché Asahi è sì un ragazzo prodigio, ma anche estremamente vulnerabile alla trasformazione, così come Kengo e Kazami, la coppia di ragazzi che lo aiuterà nella sua missione di salvezza per il popolo giapponese e l’intera umanità.
Le cose si complicano nel momento in cui le ragazze, precedentemente ‘’invincibili’’ al virus, come Ai, Luna, Coo, Amal e Yue, iniziano ad essere afflitte da uno strano fenomeno: l’affioramento di una doppia personalità, particolarmente pericolosa in quanto capace di manipolare a proprio piacimento la persona che ne è stata colpita, portandola a commettere o a dire cose che non si immaginerebbe mai di fare in vita sua; nel caso di Luna Ichinomiya, ad esempio, vedremo una ragazza sempre pronta a schiavizzare il prossimo, definendolo ‘’peasant’’ o addirittura ‘’insect’’, in quanto lei rappresenta la suprema regina inviolabile. Occhi gialli e capelli grigiastri tendenti all’azzurro appariranno sullo schermo quando meno il giocatore se lo aspetta: un riferimento a Valkyria Chronicles? O forse alla serie di Persona? In ogni caso, il punto forte della trama risiede in ciò, poiché non solo si rivela interessante scoprire gli angoli remoti e nascosti della personalità di quella persona, svelati grazie alla sua ‘’split personality’’, ma anche per merito di una serie di eventi che metteranno decisamente in moto una storia che, se in apparenza può sembrare qualcosa di già visto e vi coinvolgerà solo per conoscere meglio le affascinanti ragazze del cast, è caratterizzata da una propria originalità. Il vero carattere di Dark Rose Valkyrie sopraggiunge nel momento in cui tutto sembra andare per il peggio.
 
Il misterioso – quanto divertente - Valkyrie System

Dark Rose Valkyrie si presenta come un JRPG che unisce nuovo a vecchio, moderno e old-school all’interno delle proprie battaglie e fasi di esplorazione. Se vogliamo citare alcuni titoli da cui trae ispirazione, troveremmo soprattutto Tales of e Valkyria Chronicles. Ingaggiando uno scontro con una Chimera verremo catapultati in un classico sistema a turni in cui selezionare il tipo di attacco desiderato (Melee, Ranged o Special), osservando in seguito l’icona del proprio personaggio controllato all’interno di una barra verticale che indica la potenza in base al livello della mossa selezionata. Potendo portare effettivamente in battaglia solo quattro compagni, le retrovie saranno estremamente utili in due casi: qualora il nemico ci attaccasse (apparirà a volte il prompt per difendersi e annullare completamente i danni) o nel momento in cui i nostri attacchi saranno così efficaci e potenti da poter beneficiare di un follow-up costituito da un attacco supplementare di uno dei nostri compagni assegnati alle retrovie. Assestato il proprio colpo, l’alleato vi chiederà se volete effettuare un ulteriore attacco, a patto che decidiate se intendete danneggiare l’avversario con una mossa che si concentri su un singolo bersaglio o su tutti i presenti avversari; partirà così una Synced Art (disponibile anche con i membri del gruppo in campo), anticipata da alcuni artwork racchiusi all’interno di appositi riquadri (vi basterà ricordare l’attivazione di un’Arte Mistica in Tales of o pensare all’All-Out Attack di Persona).

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Non basta tuttavia sfoggiare ‘’mosse fighe’’ per annientare coloro che si pareranno contro di noi: spesso è richiesta una certa dose di strategia, facendo tesoro dei propri turni disponibili, ed eventualmente modificando la propria formazione in-battle. Considerando che la difficoltà normale in Dark Rose Valkyrie è riconosciuta apertamente come ‘’Hard’’, il giocatore dovrà ingegnarsi non poco per uscire superstite da alcune battaglie, specialmente quelle che richiederanno di sbloccare una determinata zona sulla World Map.
Il ciclo notte-giorno avrà inoltre un incredibile impatto sull’aggressività dei nemici, pertanto – come del resto accade in molti altri titoli che adottano una meccanica analoga – è sconsigliabile gettarsi a capofitto nella mischia senza un minimo di preparazione quando il cielo si oscurerà.
Se vi aspettavate di trovare un JRPG accessibile anche ai neofiti del genere, probabilmente fareste meglio a rivalutarlo, a meno che non abbiate già in mente un metodo per sviluppare efficacemente le potenzialità combattive di ciascun personaggio: al termine degli scontri, e una volta effettuato il classico Level-Up!, potremo assegnare determinati punti all’interno di alcune griglie per incrementare – ad esempio – la Stamina (difesa e HP) o l’Agility (la frequenza con cui avverranno i vostri turni e l’evasione).

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L’esplorazione della World Map avverrà attraverso due differenti visuali, che si alterneranno in base alla location in cui vi trovate: una in cui poter ruotare a piacimento la telecamera (visuale standard) e potendo sempre osservare bene i movimenti del personaggio, l’altra in maniera isometrica, riscontrando perciò una visuale sotto certi aspetti più limitata ma non per questo fastidiosa. La mappa di gioco è disseminata di oggetti da trovare, come tesori invisibili e altri decisamente meno, nemici che spawnano in particolare nelle zone più chiuse, e dungeon non sempre accessibili.
Al termine della maggior parte degli eventi relativi alla trama principale, per poter proseguire il giocatore sarà costretto ad affrontare una serie di missioni supplementari assegnatevi dalle ragazze della Valkyrie Force; tra queste, riscontriamo la necessità di raggiungere un certo numero di Marks (il denaro in-game), liberare una zona di controllo soggiogata dalle Chimera, annientare i nemici che si aggirano in una determinata location sia di notte che di giorno e – ultima ma non meno importante – analizzare completamente alcune Chimera al fine di ottenere un file completo di ciascuna loro caratteristica; un peccato che quest’ultime richiedano anche di ricevere i possibili drop di oggetti dal nemico, impresa per nulla facile considerando l’RNG alquanto severo, nonostante per ciascuna Chimera gli item rilasciati siano ‘’solo’’ tre in totale. Armati di pazienza e di una buona dose di volontà, alcune missioni supplementari ci premieranno al pari di quelle principali attraverso delle scenette, visualizzabili nel momento in cui Asahi entrerà – bussando – nella camera di una delle ragazze del gruppo. Ne risulteranno spesso dialoghi spassosi nel caso in cui vi innamoriate di Luna, oppure altri più o meno seri interagendo con Ai. E perché no, a volte potreste persino imbattervi in CG altamente fan-service!

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Interagire con i propri compagni di guerra non è solo utile al fine di scoprire tutte le sfaccettature della trama, ma anche per incrementare la vostra affinità nei confronti di questi ultimi. Favorendo certe risposte al posto di altre, vedremo apparire una o più stelline all’interno dell’apposita sezione comprendente il Report dei vari personaggi, potendo addirittura ascoltare alcune brevi battute di dialogo da parte loro, incentrate principalmente sulla visione che hanno nei vostri confronti. Persino la split personality di ciascun personaggio avrà qualcosa da dirvi a tale proposito

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Come immaginerete a questo punto, l’affinità con un determinato personaggio è essenziale qualora puntaste ad ottenere il suo finale, prestando tuttavia attenzione ad un fattore: se desiderate vedere il ‘’true end’’ per quest’ultimo, dovrete portare a cinque stelle il Report relativo al suo identikit. Componente che, a quanto sembra, gioca un ruolo decisamente rilevante nell’ottenimento del finale per eccellenza sono le risposte che darete all’interno delle Interview, una meccanica che vi ricorderà un po’ Danganronpa o Ace Attorney.

Ad un certo punto della trama, Asahi sarà incaricato di intervistare periodicamente i propri alleati al fine di scoprire chi possa mentire su una determinata questione o… chi possa essere il traditore. Ascoltando quanto ha da dire ciascuna ragazza del gruppo, chiedendole anche cosa ne pensa di una determinata persona, arriveremo a dover compilare un report che, se eseguito correttamente, avrà un impatto sull’ottenimento del vero finale e sulle sorti del traditore.
Non sempre tuttavia ci sarà da puntare il dito contro un personaggio: a volte sarà sufficiente semplicemente sapere cosa gli passa per la testa. In questo caso, l’intervista potrà essere conclusa annullando la compilazione del report.

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Il gioco vela la vera importanza delle interviste (non vi dirà che se eseguite correttamente vi garantiranno alcune cose sopramenzionate), pertanto più di una volta vi sembrerà di dover parlare inutilmente ai vostri alleati, rivelandosi una meccanica che poteva essere concepita meglio se integrata ad un tutorial maggiormente esplicativo.

Dal lato colonna sonora, nulla da rimproverare: le OST sono tutte gradevoli, ma una particolare menzione va fatta alla musica sfruttata per gli scontri ‘’standard’’; per qualche ragione, l’ho trovata così accattivante da alleggerirmi il peso di alcune battaglie particolarmente ostiche, in aggiunta a consentirmi di affrontare gli scontri con maggiore frequenza, sfruttando la scusa per riascoltarla. 
 
 
Dark Rose Valkyrie è stata una piacevole sorpresa: un JRPG che unisce nuove meccaniche a vecchie, il cui gameplay riesce a conquistare a pieni voti il giocatore e una trama che brilla non solo per la sua tematica della ‘’split personality’’, ma anche per le sue ragazze, tanto affascinanti quanto umanamente ben costruite. Non è riuscito a rientrare pienamente nella mia lista di giochi preferiti in assoluto tuttavia per i suoi dungeon claustrofobici e per le sue missioni supplementari che integrano un aspetto RNG inutilmente punitivo.