Le turbolenti (dis)avventure di Vincent Brooks tornano in un’edizione di Catherine ancora più corposa e incisiva, a otto anni di distanza dall’uscita del capitolo originale su PlayStation 3 e Xbox 360.
Che siate familiari o meno alla produzione di Atlus, è sempre bene precisare che non si tratta di un banale gioco in stile anime all’insegna del fanservice, in cui ogni cosa gira attorno alla scelta della propria waifu. Potrebbe anzi esplicare meglio di qualunque altro titolo videoludico la seguente citazione di William Shakespeare: ‘’L’amore è la più saggia delle follie, un’amarezza capace di soffocare, una dolcezza capace di guarire’’.

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Il nostro protagonista, tormentato dall’indecisione di compiere o meno un passo decisivo per la propria storica relazione con Katherine, è il classico adulto che vorrebbe che la propria quotidianità rimanesse per sempre inalterata. Ma volente o nolente, nella sua vita subentra non solo un’affascinante e sensuale ragazza bionda di nome Catherine: Rin, come soprannominata amichevolmente da Vincent, porterà ancora più interrogativi nella mente del pigro trentenne.

Mentre Vince tenta di trovare scappatoie alle complesse situazioni in cui viene catapultato, noi fughiamo invece ogni dubbio sulla qualità di Catherine: Full Body, in uscita il prossimo 3 settembre su PlayStation 4.
 
La scelta del titolo ‘’Full Body’’ non è lasciata al caso. Atlus, e in particolare lo studio interno ad essa, Studio Zero, fecero riferimento al concetto di ‘’vino corposo’’ quando dovettero aggiungere un sottotitolo alla fortunata opera della casa di Persona e di Shin Megami Tensei.
Una scelta azzeccata, considerando che il titolo si propone a tutti gli effetti come ‘’porting avanzato’’ o remake dell’originale, potendo godere di nuovi finali di gioco, stage inediti per la modalità Golden Playhouse (la story mode), e funzioni – come la modalità Safety - che permettono di rendere il titolo un po’ più user-friendly nei confronti dei giocatori particolarmente non avvezzi ai rompicapo.

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Entrando maggiormente nei dettagli, Catherine: Full Body offre cinque finali completamente nuovi, più di venti inedite scene animate, due NPC in più con cui interfacciarsi al bar Stray Sheep (e che potrete scegliere o meno di aiutare nelle loro problematiche amorose e di vita quotidiana), più di 500 stage (il doppio rispetto all’originale) con due differenti modalità di gioco (Standard e Arrange), una modalità online per competere o per cooperare con altri giocatori e, dulcis in fundo (o forse no), nuovi livelli per il minigioco di Rapunzel.

 
Tra realtà e sogno
 
Tra una miriade di modifiche e aggiunte, Catherine preserva nonostante tutto la propria formula di base: il gioco è suddiviso in due fasi, una diurna e una notturna. La prima è dedicata alle attività sociali del protagonista, dalla chiacchierata con gli amici al bar fino ad arrivare alle bevute da soli o in compagnia (da notare la possibilità di bere un bicchiere di vino al posto del whisky). Dal punto di vista narrativo, è proprio questa porzione del gioco, dipinta all’interno dello Stray Sheep, ad essere estremamente rilevante ai fini dell’ottenimento di uno dei tanti finali presenti nel titolo. Le opzioni che compariranno tra un dialogo e l’altro con gli NPC, nonché i messaggi inviati tramite cellulare e le chiamate che riceverete, decreteranno l’avanzamento del ‘’karma’’ positivo e negativo di un’apposita barra, sempre visibile agli occhi dell’utente.
A seconda di dove si troverà la lancetta della barra, la vostra relazione culminerà con Catherine, Katherine o con Qatherine (che burloni questi sviluppatori). E non è detto che troverete un lieto fine al termine del vostro viaggio travagliato.

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A proposito di travagli, la fase notturna di Catherine vi vedrà impersonare un Vincent Brooks sotto forma di pecora mentre tenta di raggiungere la vetta di un puzzle più o meno enorme di cubi. Ciascuno di essi cela delle trappole mortali e starà al giocatore costruire, sfruttando spesso proprio tali trappole, un percorso sicuro per giungere alla salvezza. Fortunatamente, Rin dal secondo livello di un qualsiasi stage e da un preciso momento della storia, vi offrirà praticamente tutto il tempo necessario per riflettere sulla vostra prossima mossa rallentando la caduta dei cubi nell’abisso. Nel caso di eventuali errori, comunque, potrete pur sempre impiegare l’opzione ‘’Undo’’ per tornare sui vostri passi (a meno che non giochiate in Hard), oppure procedere con un riprova assistito, che vi porterà esattamente nel punto in cui vi eravate bloccati posizionando in automatico tutti i cubi nella maniera più corretta possibile.
Ad attendervi pazientemente al termine di ciascuno stage ci sarà un inquietante boss che rappresenta le paure più recondite di Vincent e che, anche a difficoltà normale, potrebbe causarvi qualche fastidio.

La novità più sostanziale del gameplay in stile rompicapo consiste nella scelta, a inizio partita, di due differenti modalità di gioco: Standard e Arrange. La prima mantiene la disposizione dei cubi come la conoscevamo, riprendendo quindi la formula base del capitolo originale; la seconda, invece, aggiunge dei cubi indivisibili, che potranno facilitare o rendere più complessa la costruzione della vostra piramide a seconda di come studierete l’intero progetto.

Catherine Full Body
 
Ma l’interrogativo che probabilmente in molti si staranno ponendo dall’annuncio di tale edizione di Catherine è: tutte queste aggiunte, incluso il personaggio di Rin, sono state adeguatamente inserite e  contestualizzate? La risposta, per quel che ci riguarda, è assolutamente sì.
Studio Zero ha composto magistralmente una sinfonia in cui si alternano momenti di nostalgia, amore, frustrazione e ansia con una nota che non guasta mai la melodia principale.
Le scene che riguardano Rin trovano sempre spazio nei momenti che conoscevamo tra Vincent e una delle sue precedenti uniche contendenti.
 
  
Che siate coinvolti personalmente o meno in una relazione amorosa, difficilmente le tematiche affrontate da Catherine vi lasceranno indifferenti. Tra una conversazione e l’altra con i personaggi di gioco, troverete spesso alcuni quesiti che vi sarà capitato di porvi e pensieri che probabilmente condividerete.

Il viaggio di Vincent Brooks non è strettamente personale: è qualcosa che tutti noi, prima o poi nella nostra vita, dobbiamo compiere. E’ una metafora della vita di un qualsiasi essere umano, anche se non ha mai toccato con mano questioni scottanti e dolorose come il tradimento.

E con l’edizione Full Body, è ancora più corposo e intrigante.