Su Playstation 3 e Xbox 360 erano gli sparatutto poi con l’arrivo di Playstation 4 e Xbox One e l’inizio della (ormai non più tanto) nuova generazione erano diventati gli open world. Adesso il genere più in voga di tutti, per il mercato console almeno, è senza dubbio il binomio action-Soulslike. Non solo si è visto un proliferare di titoli più o meno copia-incolla sulla falsa riga dell’ormai leggendario stile From Software, ma soprattutto sono nate varianti sempre più valide e caratteristiche. Nioh, figlio spirituale dell’accoppiata Ninja Gaiden & Dark Souls, è un più che valido prodotto di questa formula ormai assodata.
Nonostante il suo stile fortemente giapponese e il contrasto con il peculiare protagonista occidentale, il primo Nioh riproponeva senza pudore le dinamiche dei Dark Souls con i nemici che infliggevano danni vertiginosamente alti, i pattern da imparare e un generale senso di spartana giustizia dove un errore equivale quasi sempre alla morte. Descrivere Nioh in questo modo è ingiusto e a dir poco riduttivo, ma si è già detto abbastanza sul primo capitolo, quali saranno le novità del secondo?
Ambientato nel Giappone del 1500, l’isola è in tumulto per le numerose guerre territoriali che spingono i generali alla ricerca delle preziose pietre dorate, la Amrita, le quali donano enormi poteri a chi ne fa uso. Tutta la sete di potere e il sangue versato non fa che portare in terra i più spietati Yokai, i quali seminano terrore e morte ai danni dei più deboli. In questo Sengoku mistico e insaguinato, il giocatore vestirà i panni di Hide, un mercenario mezzo-Yokai completamente personalizzabile che entrerà nel conflitto apparenetemente per soldi, ma le cui origini sono in realtà ben più complesse…
L’affascinante folklore giapponese arricchisce le vicende di famosi personaggi storici, i quali danno vita ad un’epica storia che fa della sete di potere, della vendetta, dell'avidità e dell'onore il motore primo degli eventi. Nonostante gli spunti interessanti e la più che suggestiva ambientazione, la storia di Nioh 2 tende a passare in secondo piano poiché i lunghi ed impegnativi livelli frammentano molto la narrazione, la quale lascia spazio a quella che è senza dubbio la vera attrattiva principale: il gameplay.
Il gameplay di Nioh 2 supera di gran lunga quello del suo predecessore, pur non variando di molto la formula, riuscendo nella ardua impresa di trovare il giusto equilibrio fra difficoltà, appagamento e frustrazione. Dimenticate le ingiustizie del primo capitolo, dove danni esageratamente alti portavano ad una morte prematura già nelle prime fasi, o le scorrettezze a cui i Dark Souls devono ricorrere per uccidere il giocatore ad ogni costo, come nemici nascosti in angoli invisibili pronti ad iniziare combo letali. Nioh 2 mette a disposizione un sistema di combattimento estremamente ricco e raffinato attraverso il quale fronteggiare i più temibili nemici; la morte resterà una compagna frequente, soprattutto contro i boss di fine livello, però sarà l’abilità del giocatore a determinare vittoria o sconfitta e non la conoscenza del livello, ottenuta con non poca frustrazione disfatta dopo disfatta.
L’estremamente alto numero di opzioni offensive e difensive a cui il giocatore ha accesso potrebbero disorientare in un primo momento anche i veterani di Ninja Gaiden, tuttavia i più avvezzi agli action impareranno ben presto a padroneggiare le peculiarità delle tre Stance: Cielo, Uomo e Terra. Ognuna delle nove armi disponibili ha uno stile unico e la postura ne cambia radicalmente il moveset. Gli attacchi effettuati nella stance Cielo tendono ad essere più lenti e dispendiosi di stamina (qui chiamata Ki), ma godono di maggior potenza, non vengono interrotti dalle normali parate e danneggiano in modo più o meno pesante l’energia dell’avversario. La posizione Uomo offre generalmente un buon bilanciamento fra velocità, consumo Ki e danno, mentre la Terra è tendenzialmente più veloce e sacrifica danno e raggio d’azione per una migliore mobilità. Come già detto le peculiarità delle stance dipendono dall’arma scelta, soprattutto per quanto concerne il raggio degli attacchi i quali per esempio potrebbero svilupparsi in largo o in lungo, e questo rende estremamente importante saper gestire e utilizzare il più adatto per ogni situazione.
Come nel primo Nioh, le armi equipaggiabili sono quattro, due da vicino più due a distanza, siano essi archi o fucili. Delle nove armi selezionabili in realtà si viene spinti ad usarne solo due poiché i danni di ognuna di esse sono influenzati da una certa statistica. Come nella maggior parte dei soulslike, le statistiche del personaggio aumentano diversi parametri in modo più o meno marcato e questo rende lo sviluppo dell’avatar estremamente libera, tuttavia per forza di cose alcune armi diventeranno ben presto automaticamente più potenti di altre dunque una scelta sbagliata in tal senso all’inizio rischia di compromettere irrimediabilmente la forza del proprio protagonista. Avere a disposizione così tanti stili ed essere virtualmente costretti ad usarne solo due è abbastanza limitante tuttavia bisogna ammettere che, data la complessità e varietà insita dietro ogni arma, difficilmente uno stile che piace verrà a noia.
L’evoluzione del personaggio non è limitata all’aumento di statistiche, continuando ad utilizzare una certa arma infatti si otterranno dei punti abilità legata ad essa che, se spesi nell’apposito albero, permetteranno di ampliare il moveset o di donare particolari effetti o buff a certe mosse. Oltre alle undici armi a rendere ancora più profondo il sistema di Nioh ci pensano i Ninjutsu e le Magie Omnyo, due abilità legate agli oggetti consumabili. Tali abilità permettono la creazione di un certo numero di attrezzi, come shuriken o talismani, che permettono di ottenere potenziamenti o vantaggi di vario tipo.
Come per le armi, maggiore sarà l’utilizzo degli oggetti e maggiori saranno i punti da spendere per potenziarli. Da non dimenticare infine il nuovo sistema di Metamorfosi, abilità che permetterà di fondersi con il proprio Spirito Guardiano e trasformarsi in Yokai per un breve periodo di tempo. La trasformazione rende in un certo senso invincibili e da accesso ad una serie di devastanti abilità che permetteranno di infliggere pesanti danni ai nemici, soprattutto se si riuscirà a portare a segno un contrattacco.
A proposito di questo, sia in forma umana che in forma Yokai è possibile utilizzare delle abilità demoniache, quest’ultime sono ottenibili sconfiggendo gli Yokai ed equipaggiando la loro anima, massimo due, al proprio Spirito Guardiano. Le abilità demoniache sono tre, la prima è una parata speciale che, se eseguita con il giusto tempismo, permette di eseguire un potente contrattacco mentre le altre, selezionabili dal giocatore, cambiano a seconda dello Yokai scelto. Queste potenti mosse donano maggiore varietà al gameplay, ma per utilizzarle sarà necessario spendere un’energia particolare caricabile esclusivamente colpendo i nemici perciò fare troppo affidamento su di esse non porterà troppo lontano.
Nioh 2 abbandona il dispersivo stile open world per un più ordinato sistema ‘ad aree’ dove il giocatore è chiamato a selezionare dalla mappa una certa missione legata ad una zona. All’interno delle stesse zone verranno proposte diverse missioni e la selezione di una di esse cambierà la disposizione e la tipologia di nemici, nonché variando potenzialmente anche la conformazione della mappa: sentieri prima aperti potrebbero essere chiusi e viceversa. Tali modifiche cambieranno non poco le dinamiche di gioco e costringeranno il giocatore a ricorre a nuove strategie e approcci per completare gli obiettivi richiesti.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, Nioh 2 fa enormi passi avanti rispetto al precedente capitolo con animazioni decisamente più fluide e una grafica molto più piacevole. La colonna sonora rimane invece sullo stesso livello della precedente con tracce caratteristiche e ben contestualizzate anche se difficilmente rimaranno in testa data la concentrazione richiesta per superare le sfide proposte. Menzione d’onore alla possibilità di modificare completamente il proprio avatar durante l’avventura senza alcun costo o limitazione, l’editor personaggi d’altronde è così ben fatto che utilizzarlo per la creazione di un solo protagonista sarebbe stato un sacrilegio.
Gioco testato su Playstation 4.
Nonostante il suo stile fortemente giapponese e il contrasto con il peculiare protagonista occidentale, il primo Nioh riproponeva senza pudore le dinamiche dei Dark Souls con i nemici che infliggevano danni vertiginosamente alti, i pattern da imparare e un generale senso di spartana giustizia dove un errore equivale quasi sempre alla morte. Descrivere Nioh in questo modo è ingiusto e a dir poco riduttivo, ma si è già detto abbastanza sul primo capitolo, quali saranno le novità del secondo?
Dal 1600 di Nioh al 1500 di Nioh 2, Team Ninja propone un tuffo nel passato alla (ri)scoperta di un Giappone oscuro e tormentato.
Ambientato nel Giappone del 1500, l’isola è in tumulto per le numerose guerre territoriali che spingono i generali alla ricerca delle preziose pietre dorate, la Amrita, le quali donano enormi poteri a chi ne fa uso. Tutta la sete di potere e il sangue versato non fa che portare in terra i più spietati Yokai, i quali seminano terrore e morte ai danni dei più deboli. In questo Sengoku mistico e insaguinato, il giocatore vestirà i panni di Hide, un mercenario mezzo-Yokai completamente personalizzabile che entrerà nel conflitto apparenetemente per soldi, ma le cui origini sono in realtà ben più complesse…
L’affascinante folklore giapponese arricchisce le vicende di famosi personaggi storici, i quali danno vita ad un’epica storia che fa della sete di potere, della vendetta, dell'avidità e dell'onore il motore primo degli eventi. Nonostante gli spunti interessanti e la più che suggestiva ambientazione, la storia di Nioh 2 tende a passare in secondo piano poiché i lunghi ed impegnativi livelli frammentano molto la narrazione, la quale lascia spazio a quella che è senza dubbio la vera attrattiva principale: il gameplay.
Il gameplay di Nioh 2 supera di gran lunga quello del suo predecessore, pur non variando di molto la formula, riuscendo nella ardua impresa di trovare il giusto equilibrio fra difficoltà, appagamento e frustrazione. Dimenticate le ingiustizie del primo capitolo, dove danni esageratamente alti portavano ad una morte prematura già nelle prime fasi, o le scorrettezze a cui i Dark Souls devono ricorrere per uccidere il giocatore ad ogni costo, come nemici nascosti in angoli invisibili pronti ad iniziare combo letali. Nioh 2 mette a disposizione un sistema di combattimento estremamente ricco e raffinato attraverso il quale fronteggiare i più temibili nemici; la morte resterà una compagna frequente, soprattutto contro i boss di fine livello, però sarà l’abilità del giocatore a determinare vittoria o sconfitta e non la conoscenza del livello, ottenuta con non poca frustrazione disfatta dopo disfatta.
L’estremamente alto numero di opzioni offensive e difensive a cui il giocatore ha accesso potrebbero disorientare in un primo momento anche i veterani di Ninja Gaiden, tuttavia i più avvezzi agli action impareranno ben presto a padroneggiare le peculiarità delle tre Stance: Cielo, Uomo e Terra. Ognuna delle nove armi disponibili ha uno stile unico e la postura ne cambia radicalmente il moveset. Gli attacchi effettuati nella stance Cielo tendono ad essere più lenti e dispendiosi di stamina (qui chiamata Ki), ma godono di maggior potenza, non vengono interrotti dalle normali parate e danneggiano in modo più o meno pesante l’energia dell’avversario. La posizione Uomo offre generalmente un buon bilanciamento fra velocità, consumo Ki e danno, mentre la Terra è tendenzialmente più veloce e sacrifica danno e raggio d’azione per una migliore mobilità. Come già detto le peculiarità delle stance dipendono dall’arma scelta, soprattutto per quanto concerne il raggio degli attacchi i quali per esempio potrebbero svilupparsi in largo o in lungo, e questo rende estremamente importante saper gestire e utilizzare il più adatto per ogni situazione.
Come nel primo Nioh, le armi equipaggiabili sono quattro, due da vicino più due a distanza, siano essi archi o fucili. Delle nove armi selezionabili in realtà si viene spinti ad usarne solo due poiché i danni di ognuna di esse sono influenzati da una certa statistica. Come nella maggior parte dei soulslike, le statistiche del personaggio aumentano diversi parametri in modo più o meno marcato e questo rende lo sviluppo dell’avatar estremamente libera, tuttavia per forza di cose alcune armi diventeranno ben presto automaticamente più potenti di altre dunque una scelta sbagliata in tal senso all’inizio rischia di compromettere irrimediabilmente la forza del proprio protagonista. Avere a disposizione così tanti stili ed essere virtualmente costretti ad usarne solo due è abbastanza limitante tuttavia bisogna ammettere che, data la complessità e varietà insita dietro ogni arma, difficilmente uno stile che piace verrà a noia.
L’evoluzione del personaggio non è limitata all’aumento di statistiche, continuando ad utilizzare una certa arma infatti si otterranno dei punti abilità legata ad essa che, se spesi nell’apposito albero, permetteranno di ampliare il moveset o di donare particolari effetti o buff a certe mosse. Oltre alle undici armi a rendere ancora più profondo il sistema di Nioh ci pensano i Ninjutsu e le Magie Omnyo, due abilità legate agli oggetti consumabili. Tali abilità permettono la creazione di un certo numero di attrezzi, come shuriken o talismani, che permettono di ottenere potenziamenti o vantaggi di vario tipo.
Come per le armi, maggiore sarà l’utilizzo degli oggetti e maggiori saranno i punti da spendere per potenziarli. Da non dimenticare infine il nuovo sistema di Metamorfosi, abilità che permetterà di fondersi con il proprio Spirito Guardiano e trasformarsi in Yokai per un breve periodo di tempo. La trasformazione rende in un certo senso invincibili e da accesso ad una serie di devastanti abilità che permetteranno di infliggere pesanti danni ai nemici, soprattutto se si riuscirà a portare a segno un contrattacco.
A proposito di questo, sia in forma umana che in forma Yokai è possibile utilizzare delle abilità demoniache, quest’ultime sono ottenibili sconfiggendo gli Yokai ed equipaggiando la loro anima, massimo due, al proprio Spirito Guardiano. Le abilità demoniache sono tre, la prima è una parata speciale che, se eseguita con il giusto tempismo, permette di eseguire un potente contrattacco mentre le altre, selezionabili dal giocatore, cambiano a seconda dello Yokai scelto. Queste potenti mosse donano maggiore varietà al gameplay, ma per utilizzarle sarà necessario spendere un’energia particolare caricabile esclusivamente colpendo i nemici perciò fare troppo affidamento su di esse non porterà troppo lontano.
Nioh 2 abbandona il dispersivo stile open world per un più ordinato sistema ‘ad aree’ dove il giocatore è chiamato a selezionare dalla mappa una certa missione legata ad una zona. All’interno delle stesse zone verranno proposte diverse missioni e la selezione di una di esse cambierà la disposizione e la tipologia di nemici, nonché variando potenzialmente anche la conformazione della mappa: sentieri prima aperti potrebbero essere chiusi e viceversa. Tali modifiche cambieranno non poco le dinamiche di gioco e costringeranno il giocatore a ricorre a nuove strategie e approcci per completare gli obiettivi richiesti.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, Nioh 2 fa enormi passi avanti rispetto al precedente capitolo con animazioni decisamente più fluide e una grafica molto più piacevole. La colonna sonora rimane invece sullo stesso livello della precedente con tracce caratteristiche e ben contestualizzate anche se difficilmente rimaranno in testa data la concentrazione richiesta per superare le sfide proposte. Menzione d’onore alla possibilità di modificare completamente il proprio avatar durante l’avventura senza alcun costo o limitazione, l’editor personaggi d’altronde è così ben fatto che utilizzarlo per la creazione di un solo protagonista sarebbe stato un sacrilegio.
GIUDIZIO FINALE
Nelle svolgimento delle missioni principali Nioh 2 potrebbe apparire più semplice del precedente poiché, come già detto, il danno dei nemici è stato ridimensionato e il design delle mappe è decisamente più onesto, questo significa che con la giusta attenzione anche le situazioni più disperate possono diventare gestibili fin dalla prima volta che le si affronta, riducendo non poco il numero totale di morti. A differenza di quanto si possa pensare, morire meno non significa che il gioco sia semplice, anzi, semplicemente è strutturato meglio e la prova di ciò sta nella sensazione di soddisfazione che si prova a fine livello, ben lontana dalla frustrazione che spesso assale durante le sessioni di giochi di questo genere. Attenzione, freddezza, riflessi e abilità, il tutto condito con un po’ di sana strategia, saranno gli elementi chiave per vincere, ma anche i più hardcore troveranno pane per i propri denti nelle Missioni Eclissi, sfide estremamente più difficili e dal ‘mood’ più simile a quella dei Dark Souls o del precedente Nioh.
Per concludere Nioh 2 è senza dubbio uno dei punti più alti che i soulslike abbia mai raggiunto: dall’alto della sua ambientazione suggestiva e del suo ottimo bilanciamento, impreziosito da un gameplay tanto sofisticato quanto funzionale ed appagante, la nuova avventura di Team Ninja merita di essere giocata da tutti coloro che si professano amanti degli action.
Per concludere Nioh 2 è senza dubbio uno dei punti più alti che i soulslike abbia mai raggiunto: dall’alto della sua ambientazione suggestiva e del suo ottimo bilanciamento, impreziosito da un gameplay tanto sofisticato quanto funzionale ed appagante, la nuova avventura di Team Ninja merita di essere giocata da tutti coloro che si professano amanti degli action.
Gioco testato su Playstation 4.
Pro
- Uno dei migliori action in circolazione
- Gameplay solido, profondo e mai banale
- Atmosfere curate ed evocative
- Difficile al punto giusto, impegnativo e non frustrante
Contro
- Si è spinti ad usare poche armi.
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