“I giochi in esclusiva sono il motore primo di una console”.
Questa affermazione diventa sempre meno vera ad ogni generazione che passa a causa della quantità di contenuti extra offerti dalle diverse piattaforme, talvolta arrivando anche a distaccarsi molto dal videogioco di per se. Tali differenze sono così importanti da indirizzare una fetta importante di persone verso Playstation piuttosto che Xbox. Un esempio valido per questo genere di feature è la qualità e gestione dei servizi online, le scelte operate dalle case in tal senso possono essere un discrimine più che valido nella scelta della propria piattaforma di gioco.
Detto questo, considerata la natura stessa di una console, i giochi avranno sempre un ruolo fondamentale nelle console war e nel mare di IP famose che vengono reiterate ad ogni generazione, Sucker Punch proprone un nuovo soldato pronto a fare il suo dovere nel metaforico campo di battaglia fra Sony e Microsoft: Ghost of Tsushima.
La battaglia inizia, ma i samurai non possono nulla contro le strategie non convenzionali dei mongoli e nel giro di poco lo scontro si trasforma in massacro. Shimura convoca a sé i guerrieri sopravvissuti e suo nipote Jin Sakai, protagonista del gioco, per guidarli verso il generale mongolo Khotun Khan e porre fine alla guerra. I mongoli sono troppo potenti, Jin cade sotto le frecce nemiche e Shimura viene catturato da Khotun Khan stesso, il quale oltre che un potente e spietato guerriero si rivela essere un fine ed astuto stratega.
Con sua grande sorpresa, Jin si risveglia in un letto di fortuna con le ferite medicate; da lì a breve scoprirà che lo zio è vivo e inizierà quindi la sua avventura per liberarlo e sconfiggere una volta per tutte il brutale esercito mongolo, il quale sta occupando velocemente tutta l’isola di Tsushima.
I mongoli conoscono lo stile dei samurai, sanno come affrontarli e per questo un approccio diretto non può funzionare. La battaglia di Jin non sarà solo un feroce e sanguinolento scontro fisico con l’esercito invasore, ma anche una sentita battaglia interiore fra il proprio giuramento di samurai e ciò che va fatto per ottenere la vittoria, salvando quindi quanti più innocenti possibile.
Ghost of Tsushima pesca a piene mani da tutto ciò che i film di samurai offrono così da ricreare quelle stesse classiche atmosfere: brutali conflitti, tristi realtà e onore saranno il motore primo degli eventi di gioco, il tutto ambientato in paesaggi estremamente folkloristici che, forti dei loro splendidi e accurati dettagli, sapranno trasportare il giocatore in un mondo che emana Giappone da ogni angolazione.
L’isola di Tsushima è stata ricreata con grande cura, così come le animazioni di flora, fauna e persone enfatizzano molto le atmosfere del periodo, tuttavia Sucker Punch non ha optato per una totale fedeltà di luoghi e costumi. Il focus della casa è stato senza dubbio quello di creare un mondo affascinante in cui i giocatori potessero immergersi e sprofondare, lasciandosi cullare dalle sue atmosfere così caratteristiche. Fermarsi al fatto che Jin nel 1274 si metta a comporre gli haiku, forma poetica nata nel diciassettesimo secolo, sarebbe come accusare Assassin’s Creed II di mal rappresentare l’Italia perché durante il carnevale di Venezia i personaggi ballano la tarantella napoletana.
Senza dubbio questo genere di incongruenze storico-culturali fanno ridere, ma esattamente come vedere Ezio gesticolare animatamente mentre disquisisce con Macchiavelli dona alla scena un marcato tono italiano, allo stesso modo movenze, dialoghi ed espressioni dei personaggi di Ghost of Tsushima non fanno che trasmettere un forte senso giapponese ad ogni scena.
Ad aiutare la creazione di questa peculiare atmosfera troviamo, oltre le già citate splendide animazioni e ambientazioni, un doppiaggio giapponese ottimo, un set di inquadrature molto cinematografiche e una colonna sonora che utilizza strumenti tipici dal suono fortemente caratteristico, come ad esempio lo shamisen. Da non dimenticare inoltre la possibilità di impostare la Modalità Kurosawa, perfetta per i fan dei film dell’omonimo regista.
La Modalità Kurosawa non è un banale filtro che permette di giocare in bianco&nero, bensì un’attenta serie di chicche che donano al gioco un mood da film degli anni ‘40 grazie ad alterazioni audio e leggeri disturbi video che ricreano la sensazione di guardare un film su pellicola. Opzione decisamente molto interessante che rende alcuni eventi decisamente più epici, ma che fanno perdere molta magia alle fasi di esplorazione, durante le quali è possibile imbattersi in maestosi panorami impreziositi dagli splendidi giochi di colore ottenuti da luci e piante.
Come ogni open world che si rispetti, l’esplorazione è uno degli aspetti principali del gioco e Ghost of Tsushima riesce effettivamente a catturare il giocatore non solo ammaliandolo con i sopracitati panorami, quanto piuttosto fornendo costanti input da tenere sott’occhio.
Oltre ai classici oggetti da raccogliere, da intendersi sia come collezionabili che come materiale da crafting, gli animali di Tsushima offrono un grande supporto al giocatore guidandolo verso eventi secondari, luoghi segreti o personaggi importanti. Viaggiare per l’isola non si traduce nel seguire una mappa, bensì nel seguire i segnali che il mondo stesso mette a disposizione del giocatore: sarà il vento a guidare il protagonista verso il suo obiettivo e saranno gli animali a portarlo verso gli angoli più angusti, sebbene riuscire a stare dietro a certi uccellini potrebbe non essere sempre un’impresa così semplice.
Per quanto concerne il sistema di combattimento, l’ultima fatica di Sucker Punch pone teatralità e immediatezza come elementi principali, questi costituiscono la base su cui viene costruito un sistema decisamente più profondo. Nei combattimenti all’arma bianca troviamo quadrato per i colpi veloci, triangolo per quelli più pesanti che sfondano le difese nemiche, cerchio per schivare e L1 per parare gli attacchi. Sconfiggendo gli ufficiali mongoli è possibile sbloccare nuove posture che cambiano in modo più o meno marcato lo stile di combattimento di Jin, dando più enfasi a certi aspetti e risultando quindi più adatte contro determinate tipologie di nemici.
Fatta eccezione per i boss, i nemici non hanno molta resistenza perciò le battaglie tendono ad essere per lo più veloci e spettacolari; questo aspetto, unito all’assenza di una qualche barra che impedisca al giocatore di spammare senza sosta i propri attacchi, permette anche ai giocatori meno avvezzi agli action di riuscire a farsi valere senza troppo sforzo… a patto ovviamente di selezionare un livello di difficoltà più basso e rinunciare a qualche obiettivo secondario.
Uno degli aspetti più affascinanti di Ghost of Tsushima è la libertà lasciata al giocatore nell’affrontare gli scontri. Sorvolando sulle peculiarità d’ambiente con le quali è possibile interagire mediante l’arco, ad esempio scoccando una freccia infuocata su di una prateria per scatenare un incendio che abbrustolirà i mongoli al suo interno, Jin potrà sempre decidere se combattere seguendo l’onorevole e diretto stile dei samurai oppure se piegare il suo credo e colpire furtivamente i nemici alle spalle.
In caso di attacco i mongoli uccidono i propri ostaggi dunque un approccio stealth rende più semplice salvare vite innocenti o liberare villaggi, tuttavia per Jin non è affatto facile scostarsi dalla via del samurai e a questo il gioco da molto peso, enfatizzando in svariati modi le scelte prese dal giocatore. Non c’è una scelta giusta e una sbagliata, sarà il giocatore che dovrà vestire i panni della coscienza di Jin e decidere cosa è meglio fare per il bene dell'isola: rimanere un Nobile Samurai senza macchia o diventare il famigerato Fantasma di Tsushima?
Gioco testato su Playstation 4. Se siete interessati, vi segnaliamo che sul nostro canale Youtube è disponibile la Mini Videorecensione di Ghost of Tsushima.
Questa affermazione diventa sempre meno vera ad ogni generazione che passa a causa della quantità di contenuti extra offerti dalle diverse piattaforme, talvolta arrivando anche a distaccarsi molto dal videogioco di per se. Tali differenze sono così importanti da indirizzare una fetta importante di persone verso Playstation piuttosto che Xbox. Un esempio valido per questo genere di feature è la qualità e gestione dei servizi online, le scelte operate dalle case in tal senso possono essere un discrimine più che valido nella scelta della propria piattaforma di gioco.
Detto questo, considerata la natura stessa di una console, i giochi avranno sempre un ruolo fondamentale nelle console war e nel mare di IP famose che vengono reiterate ad ogni generazione, Sucker Punch proprone un nuovo soldato pronto a fare il suo dovere nel metaforico campo di battaglia fra Sony e Microsoft: Ghost of Tsushima.
Giappone 1274 - L'isola di Tsushima viene attaccata dai mongoli, come reagiranno i samurai davanti alla brutalità dei loro invasori?
La storia si apre sulle rive di Komoda dove un feroce scontro fra i samurai guidati dal valoroso condottiero Shimura e l’esercito invasore mongolo sta per scoppiare. Lord Shimura invia il più capace dei suoi spadaccini a confrontarsi in duello contro il campione mongolo, così da evitare inutili spargimenti di sangue, tuttavia i vili invasori rifiutano la sfida e uccidono in modo scorretto il giapponese.La battaglia inizia, ma i samurai non possono nulla contro le strategie non convenzionali dei mongoli e nel giro di poco lo scontro si trasforma in massacro. Shimura convoca a sé i guerrieri sopravvissuti e suo nipote Jin Sakai, protagonista del gioco, per guidarli verso il generale mongolo Khotun Khan e porre fine alla guerra. I mongoli sono troppo potenti, Jin cade sotto le frecce nemiche e Shimura viene catturato da Khotun Khan stesso, il quale oltre che un potente e spietato guerriero si rivela essere un fine ed astuto stratega.
Con sua grande sorpresa, Jin si risveglia in un letto di fortuna con le ferite medicate; da lì a breve scoprirà che lo zio è vivo e inizierà quindi la sua avventura per liberarlo e sconfiggere una volta per tutte il brutale esercito mongolo, il quale sta occupando velocemente tutta l’isola di Tsushima.
I mongoli conoscono lo stile dei samurai, sanno come affrontarli e per questo un approccio diretto non può funzionare. La battaglia di Jin non sarà solo un feroce e sanguinolento scontro fisico con l’esercito invasore, ma anche una sentita battaglia interiore fra il proprio giuramento di samurai e ciò che va fatto per ottenere la vittoria, salvando quindi quanti più innocenti possibile.
Ghost of Tsushima pesca a piene mani da tutto ciò che i film di samurai offrono così da ricreare quelle stesse classiche atmosfere: brutali conflitti, tristi realtà e onore saranno il motore primo degli eventi di gioco, il tutto ambientato in paesaggi estremamente folkloristici che, forti dei loro splendidi e accurati dettagli, sapranno trasportare il giocatore in un mondo che emana Giappone da ogni angolazione.
L’isola di Tsushima è stata ricreata con grande cura, così come le animazioni di flora, fauna e persone enfatizzano molto le atmosfere del periodo, tuttavia Sucker Punch non ha optato per una totale fedeltà di luoghi e costumi. Il focus della casa è stato senza dubbio quello di creare un mondo affascinante in cui i giocatori potessero immergersi e sprofondare, lasciandosi cullare dalle sue atmosfere così caratteristiche. Fermarsi al fatto che Jin nel 1274 si metta a comporre gli haiku, forma poetica nata nel diciassettesimo secolo, sarebbe come accusare Assassin’s Creed II di mal rappresentare l’Italia perché durante il carnevale di Venezia i personaggi ballano la tarantella napoletana.
Senza dubbio questo genere di incongruenze storico-culturali fanno ridere, ma esattamente come vedere Ezio gesticolare animatamente mentre disquisisce con Macchiavelli dona alla scena un marcato tono italiano, allo stesso modo movenze, dialoghi ed espressioni dei personaggi di Ghost of Tsushima non fanno che trasmettere un forte senso giapponese ad ogni scena.
Ad aiutare la creazione di questa peculiare atmosfera troviamo, oltre le già citate splendide animazioni e ambientazioni, un doppiaggio giapponese ottimo, un set di inquadrature molto cinematografiche e una colonna sonora che utilizza strumenti tipici dal suono fortemente caratteristico, come ad esempio lo shamisen. Da non dimenticare inoltre la possibilità di impostare la Modalità Kurosawa, perfetta per i fan dei film dell’omonimo regista.
La Modalità Kurosawa non è un banale filtro che permette di giocare in bianco&nero, bensì un’attenta serie di chicche che donano al gioco un mood da film degli anni ‘40 grazie ad alterazioni audio e leggeri disturbi video che ricreano la sensazione di guardare un film su pellicola. Opzione decisamente molto interessante che rende alcuni eventi decisamente più epici, ma che fanno perdere molta magia alle fasi di esplorazione, durante le quali è possibile imbattersi in maestosi panorami impreziositi dagli splendidi giochi di colore ottenuti da luci e piante.
Come ogni open world che si rispetti, l’esplorazione è uno degli aspetti principali del gioco e Ghost of Tsushima riesce effettivamente a catturare il giocatore non solo ammaliandolo con i sopracitati panorami, quanto piuttosto fornendo costanti input da tenere sott’occhio.
Oltre ai classici oggetti da raccogliere, da intendersi sia come collezionabili che come materiale da crafting, gli animali di Tsushima offrono un grande supporto al giocatore guidandolo verso eventi secondari, luoghi segreti o personaggi importanti. Viaggiare per l’isola non si traduce nel seguire una mappa, bensì nel seguire i segnali che il mondo stesso mette a disposizione del giocatore: sarà il vento a guidare il protagonista verso il suo obiettivo e saranno gli animali a portarlo verso gli angoli più angusti, sebbene riuscire a stare dietro a certi uccellini potrebbe non essere sempre un’impresa così semplice.
Per quanto concerne il sistema di combattimento, l’ultima fatica di Sucker Punch pone teatralità e immediatezza come elementi principali, questi costituiscono la base su cui viene costruito un sistema decisamente più profondo. Nei combattimenti all’arma bianca troviamo quadrato per i colpi veloci, triangolo per quelli più pesanti che sfondano le difese nemiche, cerchio per schivare e L1 per parare gli attacchi. Sconfiggendo gli ufficiali mongoli è possibile sbloccare nuove posture che cambiano in modo più o meno marcato lo stile di combattimento di Jin, dando più enfasi a certi aspetti e risultando quindi più adatte contro determinate tipologie di nemici.
Fatta eccezione per i boss, i nemici non hanno molta resistenza perciò le battaglie tendono ad essere per lo più veloci e spettacolari; questo aspetto, unito all’assenza di una qualche barra che impedisca al giocatore di spammare senza sosta i propri attacchi, permette anche ai giocatori meno avvezzi agli action di riuscire a farsi valere senza troppo sforzo… a patto ovviamente di selezionare un livello di difficoltà più basso e rinunciare a qualche obiettivo secondario.
Uno degli aspetti più affascinanti di Ghost of Tsushima è la libertà lasciata al giocatore nell’affrontare gli scontri. Sorvolando sulle peculiarità d’ambiente con le quali è possibile interagire mediante l’arco, ad esempio scoccando una freccia infuocata su di una prateria per scatenare un incendio che abbrustolirà i mongoli al suo interno, Jin potrà sempre decidere se combattere seguendo l’onorevole e diretto stile dei samurai oppure se piegare il suo credo e colpire furtivamente i nemici alle spalle.
In caso di attacco i mongoli uccidono i propri ostaggi dunque un approccio stealth rende più semplice salvare vite innocenti o liberare villaggi, tuttavia per Jin non è affatto facile scostarsi dalla via del samurai e a questo il gioco da molto peso, enfatizzando in svariati modi le scelte prese dal giocatore. Non c’è una scelta giusta e una sbagliata, sarà il giocatore che dovrà vestire i panni della coscienza di Jin e decidere cosa è meglio fare per il bene dell'isola: rimanere un Nobile Samurai senza macchia o diventare il famigerato Fantasma di Tsushima?
GIUDIZIO FINALE
Days Gone ha preso tutto ciò che la narrativa a tema zombie aveva di bello da offrire e lo ha unito in uno splendido gioco, rinunciando alla possibilità di aggiungere nuovi elementi al genere pur di mettere a proprio agio i fan e offrire loro un’esperienza di gioco capace di soddisfare a pieno chiunque cercasse una storia zombie. Ghost of Tsushima fa esattamente la stessa cosa con la tematica dei samurai, figura altamente inflazionata nelle opere di intrattenimento ma che, almeno nel mondo dei videogiochi, raramente viene gestita in modo realistico.
Il titolo di Sucker Punch plasma e piega meccaniche e sistemi collaudati, amalgamando il tutto con ottime e folkloristiche idee, così da creare ed enfatizzare l’atmosfera tipica del Giappone più classico, riuscendo in definitiva ad offrire tutto ciò che un amante del genere possa volere.
Ghost of Tsushima è un titolo più che valido e se quella che state cercando è una storia di spada e onore allora si trasforma nel gioco perfetto per voi.
Il titolo di Sucker Punch plasma e piega meccaniche e sistemi collaudati, amalgamando il tutto con ottime e folkloristiche idee, così da creare ed enfatizzare l’atmosfera tipica del Giappone più classico, riuscendo in definitiva ad offrire tutto ciò che un amante del genere possa volere.
Ghost of Tsushima è un titolo più che valido e se quella che state cercando è una storia di spada e onore allora si trasforma nel gioco perfetto per voi.
Gioco testato su Playstation 4. Se siete interessati, vi segnaliamo che sul nostro canale Youtube è disponibile la Mini Videorecensione di Ghost of Tsushima.
Pro
- Atmosfere fantastiche
- Mondo di gioco ricco e variegato
- Gameplay semplice e appagante che lascia libertà al giocatore
Contro
- Nulla di particolarmente innovativo
*stare at the pc*
Premetto che Sekiro non l'ho (ancora) giocato, ma da quello che ho visto ti direi che non c'entrano nulla dal lato gameplay. Ok, sono entrambi action a tema Giappone però i focus sono molto diversi.
Se proprio dovessi paragonare qualcosa a Sekiro lo metterei sullo stesso piano di Nioh 2, ma Ghost of Tsushima punta proprio ad un tipo di intrattenimento completamente diverso.
Comunque ti consiglio di guardare il nostro video di gameplay per farti un'idea di cosa ha da offire GoT e, nel caso avessi ancora dei dubbi, oggi o domani dovrebbe uscire anche la videorecensione
Io invece non vedo l'ora di giocarlo proprip perché più semplice do sekiro e compagnia soul like... molto bello e profondo, non c'è che dire, ma altamente frustrante come tutti i soul like se uno vuole giocare per rilassarsi... io spero che il combat system sia simile a quello visto in jedi fallen order, quindi tecnico ma non impossibile e frustrante se lo si vuole giocare in maniera rilassata ?
Non ho giocato neanche quello, ma posso dire che in Ghost of Tsushima si può sempre cambiare il livello di difficoltà e in facile non c'è bisogno di particolare abilità, in medio bisogna stare attenti perchè i danni inflitti e subiti sono molto alti (2-3 colpi e sei fuori) e in difficile c'è spesso bisogno di molta cautela e fermezza. Secondo me qui puoi andare tranquillo
Comunque segnalo a tutti che è disponibile la videorecensione sul canale Youtube del sito, trovate il link a fine notizia ma per comodità lo metto anche qui:
https://www.youtube.com/watch?v=HQv_SPdbi6k&feature=emb_title
Invece mi hanno detto che manca un sistema di lock sui nemici, è vera questa cosa?
Me lo stavo chiedendo anch'io, se c'è non l'ho ancora visto, né come tasto né come abilità da sbloccare.
Grazie per il chiarimento, non mi era molto chiaro, onestamente.
grazie mille
Ghost of Tsushima è molto lontano dai soulslike, i danni inflitti/subiti sono effettivamente alti e per questo (soprattutto a medio e difficile) buttandosi in una numerosa mischia a testa bassa la possibilità di morire è concreta però lungi dall'essere snervante come i Dark Souls o affini.
Questo è reso ancora più vero dal fatto che, dopo la morte, il gioco ti fa ricominciare nel punto in cui è iniziato lo scontro e se ad ucciderti sono stati dei nemici di passaggio è facile che non ci siano più
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