Oggi, nel 2021, chi non vorrebbe impugnare una spada e scendere in battaglia contro orde di orribili mostri mentre lancia le più psichedeliche delle magie? A giudicare dal numero di fantasy che invadono i cataloghi di giochi, libri e film si può dire che la risposta sia “davvero tanti”. A pensarci un po’ il fantasy è uno specchio su un mondo passato, un mondo dove non si è tempestati da compiti scolastici da fare o noiose riunioni di lavoro a cui prendere parte. Il fantasy ha il fascino della semplicità di un mondo dove i valori erano più sentiti e le situazioni più dirette, un mondo dove lontano dove le preoccupazioni giornaliere che ci attanagliano non esistono e dove non si viene bombardati di informazioni ad ogni click: un mondo dove si ha l’illusione di conoscere, a grandi linee, ciò che lo popola e di avere tutto sotto controllo.
Disciples: Liberation è l’ennesimo gioco fantasy messo a disposizione per noi nerd che non ci stufiamo mai di spade e magie, ma non si può certo dire che sia un titolo figlio di una moda passeggera: la serie Disciples vanta una lunga storia editoriale. Il debutto del primo capitolo risale al 1999, successivamente poi sono arrivati Disciples II e Disciples III. La serie è rimasta ancorata al mondo del pc-gaming per tutti i tre capitoli usciti e più che un nuovo capitolo la serie è stata supportata con delle espansioni che hanno ampliato il mondo e la storia della serie, fino ad arrivare a Liberations, il capitolo che dal 21 ottobre 2021 è disponibile anche su console. La nuova avventura di Frima Studio e Kalypso Media saprà stupire i giocatori su console come ha fatto su Pc?
Avyanna e Orion sono amici da una vita. Nati e cresciuti nello stesso villaggio, i due hanno sviluppato una grande amicizia al punto che Orion ha giurato di seguire la compagna d’armi in tutte le sue scelte e avventure. Dopo tanti anni passati insieme come mercenari al soldo del migliore offerente, un giorno il duo viene assoldato per un compito dal grande impatto morale: assassinare un prete in cambio di una grande somma di denaro. Il prete viene dipinto come un viscido che sfrutta la sua carica per accrescere il proprio potere, ma vere o false che siano le accuse i due protagonisti sono certi di due cose: se non saranno loro ad accettare il lavoro saranno altri e che, buono o malvagio che sia il prete, puntare la spada contro una figura chiave dell’Impero significa che in caso di fallimento o di testimoni si verrà bollati come traditori e quindi ricercati a vita.
La missione non va esattamente come previsto dai due amici e messi all’angolo dalle guardie dell’impero Avyanna, ormai certa di aver condotto l’amico alla morte, brucia dal senso di colpa. In questo momento di disperazione, un portale si apre e permette ai due di fuggire, finendo in un luogo tanto magico quanto inaspettato: la leggendaria città del Cielo e del Metallo, deserta e disponibile per loro.
Avyanna e Orion sanno che non potranno rimanere rintanati nella città per sempre e iniziano così il loro viaggio verso le terre circostanti nella speranza di stringere alleanze con i nemici dell’Impero perché, come hanno imparato lavorando per loro, l’unico modo per sopravvivere alla furia imperiale è diventare sufficientemente forti da resistergli. Terminato così il breve prologo, il giocatore sceglie in quale territorio andare a cercare un’alleanza e questo è sola la prima delle innumerevoli scelte che, nei panni di Avyanna, si dovranno prendere. Come nei più classici giochi di ruolo occidentali, ogni scelta ha delle conseguenze più o meno grandi, tal volta futili come la risposta diversa di un npc, altre volte potrebbero determinare l’andamento di una quest.
I territori che si visitano sono rappresentati da una mappa 3D con visuale isometrica in cui il giocatore è libero di girare, al loro interno si potrà interagire con oggetti, forzieri, dungeon e molti npc pronti a darci informazioni utili, missioni o battaglie. Le fasi di esplorazione sono quindi estremamente stimolanti poiché dietro ogni angolo si potrebbe nascondere una missione, una ricompensa o magari una battaglia. A rendere ancora più piacevole questo aspetto è che i dialoghi sono molti, così come piuttosto variegate sono le scelte, ma anche generalmente brevi, evitando così di annoiare troppo il giocatore annegandolo con fiumi di testo.
Il battle system di Disciples: Liberation riprende il classico sistema della serie, ovvero battaglie a turni su scacchiere esagonali dove disporre e muovere le proprie variegate unità mentre si scatenano potenti effetti attivi e passivi. Forte di più di 80 personaggi giocabili, molti dei quali in realtà “generici” e da “assoldare” nella base, il giocatore è lasciato estremamente libero nel gestire la propria strategia anche grazie all’alto numero di incantesimi disponibili e ai variegati effetti e abilità delle unità. Il vero punto di forza non è però da ricercarsi solo nella grande varietà offerta, bensì dalla semplicità con cui si pone: Avyanna è l’unico personaggio che può usare le magie ed è anche l’unica che può equipaggiarsi con diverse armature, gli altri compagni principali possono invece cambiare solo la propria arma mentre quelli generici possono utilizzare solo uno shard, ovvero una gemma che conferisce dei bonus alle statistiche.
Questo aspetto, apparentemente limitante e sbilanciato nei confronti della protagonista, semplifica moltissimo la gestione del party e rende estremamente fondamentale lo sviluppo di Avyanna, la quale diventa a tutti gli effetti la condottiera che guida il proprio esercito. Avyanna, coerentemente con quanto presentato nella storia, è decisamente più forte degli altri personaggi giocabili non solo perché può migliorare le proprie statistiche con più oggetti, ma soprattutto perché può attingere a potenti magie che ne cambiano radicalmente il modo di giocare: volete una condottiera che guidi l’esercito in prima linea danneggiando pesantemente i nemici ad ogni suo turno? Potete farlo, con la build giusta. Volete una stratega che supporta le sue truppe dalle retrovie, pronta a curare e potenziare i compagni per lasciare a loro il lavoro sporco? Si può fare. Quale che sia l’estremo a cui puntate o qualsiasi variante possa apparire nel mezzo, Disciples: Liberation mette a disposizione tutti gli strumenti per rendere la vostra scelta la migliore possibile grazie ai numerosi personaggi giocabili e alla flessibilità offerta dagli shard. Cambiare assetto non è nemmeno così faticoso perché, appunto, le opzioni di personalizzazione dei compagni sono poche.
Gioco testato su Playstation 5.
Disciples: Liberation è l’ennesimo gioco fantasy messo a disposizione per noi nerd che non ci stufiamo mai di spade e magie, ma non si può certo dire che sia un titolo figlio di una moda passeggera: la serie Disciples vanta una lunga storia editoriale. Il debutto del primo capitolo risale al 1999, successivamente poi sono arrivati Disciples II e Disciples III. La serie è rimasta ancorata al mondo del pc-gaming per tutti i tre capitoli usciti e più che un nuovo capitolo la serie è stata supportata con delle espansioni che hanno ampliato il mondo e la storia della serie, fino ad arrivare a Liberations, il capitolo che dal 21 ottobre 2021 è disponibile anche su console. La nuova avventura di Frima Studio e Kalypso Media saprà stupire i giocatori su console come ha fatto su Pc?
Nonostante siano tutti ambientati a Nevendaar, conoscere gli eventi dei precedenti Disciples non è assolutamente necessario per godersi Liberation!
Avyanna e Orion sono amici da una vita. Nati e cresciuti nello stesso villaggio, i due hanno sviluppato una grande amicizia al punto che Orion ha giurato di seguire la compagna d’armi in tutte le sue scelte e avventure. Dopo tanti anni passati insieme come mercenari al soldo del migliore offerente, un giorno il duo viene assoldato per un compito dal grande impatto morale: assassinare un prete in cambio di una grande somma di denaro. Il prete viene dipinto come un viscido che sfrutta la sua carica per accrescere il proprio potere, ma vere o false che siano le accuse i due protagonisti sono certi di due cose: se non saranno loro ad accettare il lavoro saranno altri e che, buono o malvagio che sia il prete, puntare la spada contro una figura chiave dell’Impero significa che in caso di fallimento o di testimoni si verrà bollati come traditori e quindi ricercati a vita.
La missione non va esattamente come previsto dai due amici e messi all’angolo dalle guardie dell’impero Avyanna, ormai certa di aver condotto l’amico alla morte, brucia dal senso di colpa. In questo momento di disperazione, un portale si apre e permette ai due di fuggire, finendo in un luogo tanto magico quanto inaspettato: la leggendaria città del Cielo e del Metallo, deserta e disponibile per loro.
Avyanna e Orion sanno che non potranno rimanere rintanati nella città per sempre e iniziano così il loro viaggio verso le terre circostanti nella speranza di stringere alleanze con i nemici dell’Impero perché, come hanno imparato lavorando per loro, l’unico modo per sopravvivere alla furia imperiale è diventare sufficientemente forti da resistergli. Terminato così il breve prologo, il giocatore sceglie in quale territorio andare a cercare un’alleanza e questo è sola la prima delle innumerevoli scelte che, nei panni di Avyanna, si dovranno prendere. Come nei più classici giochi di ruolo occidentali, ogni scelta ha delle conseguenze più o meno grandi, tal volta futili come la risposta diversa di un npc, altre volte potrebbero determinare l’andamento di una quest.
I territori che si visitano sono rappresentati da una mappa 3D con visuale isometrica in cui il giocatore è libero di girare, al loro interno si potrà interagire con oggetti, forzieri, dungeon e molti npc pronti a darci informazioni utili, missioni o battaglie. Le fasi di esplorazione sono quindi estremamente stimolanti poiché dietro ogni angolo si potrebbe nascondere una missione, una ricompensa o magari una battaglia. A rendere ancora più piacevole questo aspetto è che i dialoghi sono molti, così come piuttosto variegate sono le scelte, ma anche generalmente brevi, evitando così di annoiare troppo il giocatore annegandolo con fiumi di testo.
Il battle system di Disciples: Liberation riprende il classico sistema della serie, ovvero battaglie a turni su scacchiere esagonali dove disporre e muovere le proprie variegate unità mentre si scatenano potenti effetti attivi e passivi. Forte di più di 80 personaggi giocabili, molti dei quali in realtà “generici” e da “assoldare” nella base, il giocatore è lasciato estremamente libero nel gestire la propria strategia anche grazie all’alto numero di incantesimi disponibili e ai variegati effetti e abilità delle unità. Il vero punto di forza non è però da ricercarsi solo nella grande varietà offerta, bensì dalla semplicità con cui si pone: Avyanna è l’unico personaggio che può usare le magie ed è anche l’unica che può equipaggiarsi con diverse armature, gli altri compagni principali possono invece cambiare solo la propria arma mentre quelli generici possono utilizzare solo uno shard, ovvero una gemma che conferisce dei bonus alle statistiche.
Questo aspetto, apparentemente limitante e sbilanciato nei confronti della protagonista, semplifica moltissimo la gestione del party e rende estremamente fondamentale lo sviluppo di Avyanna, la quale diventa a tutti gli effetti la condottiera che guida il proprio esercito. Avyanna, coerentemente con quanto presentato nella storia, è decisamente più forte degli altri personaggi giocabili non solo perché può migliorare le proprie statistiche con più oggetti, ma soprattutto perché può attingere a potenti magie che ne cambiano radicalmente il modo di giocare: volete una condottiera che guidi l’esercito in prima linea danneggiando pesantemente i nemici ad ogni suo turno? Potete farlo, con la build giusta. Volete una stratega che supporta le sue truppe dalle retrovie, pronta a curare e potenziare i compagni per lasciare a loro il lavoro sporco? Si può fare. Quale che sia l’estremo a cui puntate o qualsiasi variante possa apparire nel mezzo, Disciples: Liberation mette a disposizione tutti gli strumenti per rendere la vostra scelta la migliore possibile grazie ai numerosi personaggi giocabili e alla flessibilità offerta dagli shard. Cambiare assetto non è nemmeno così faticoso perché, appunto, le opzioni di personalizzazione dei compagni sono poche.
GIUDIZIO FINALE
Navendaar è un continente bellissimo ed affascinante, popolato da luoghi evocativi e da razze e fazioni ben caratterizzate e credibili, tuttavia è fin troppo ricco di cliché fantasy per entrare davvero nel cuore dei giocatori. Un discorso simile si potrebbe fare anche per la storia, longeva ed epica così come emozionante e ricca di colpi di scena, ma vittima di forte senso di già visto.
Con queste premesse, Disciples: Liberation potrebbe sembrare un titolo da evitare, destinato solo ai fan più sfegatati del fantasy, ma non è affatto così: a rendere il viaggio di Avyanna un must per tutti i giocatori è l’ottima gestione dei tempi e la grande funzionalità dei sistemi che compongono il gameplay del gioco. I giochi di ruolo occidentali offrono spesso avventure dalla narrativa originale ed estremamente plasmabile dal singolo, tuttavia nella ricerca ossessiva del “lasciare il giocatore il più libero possibile” si finisce spesso per scadere in complicati sistemi di gioco con storie frammentate, difficili da seguire e fin troppo lente nel loro sviluppo. Disciples: Liberation riesce nella ardua impresa di coniugare libertà e semplicità gestendo le tempistiche in modo perfetto: ogni evento dura il giusto per non risultare pesante, ogni linea di dialogo è scritta nel modo migliore per rendere al meglio l’atmosfera del momento senza risultare prolissa, riuscendo in tutto questo a strappare ben più di un sorriso grazie a battute sagaci e geniali.
Disciples: Liberation non è certamente il più originale dei fantasy, ma a conti fatti si è rivelato uno dei più divertenti da giocare.
Con queste premesse, Disciples: Liberation potrebbe sembrare un titolo da evitare, destinato solo ai fan più sfegatati del fantasy, ma non è affatto così: a rendere il viaggio di Avyanna un must per tutti i giocatori è l’ottima gestione dei tempi e la grande funzionalità dei sistemi che compongono il gameplay del gioco. I giochi di ruolo occidentali offrono spesso avventure dalla narrativa originale ed estremamente plasmabile dal singolo, tuttavia nella ricerca ossessiva del “lasciare il giocatore il più libero possibile” si finisce spesso per scadere in complicati sistemi di gioco con storie frammentate, difficili da seguire e fin troppo lente nel loro sviluppo. Disciples: Liberation riesce nella ardua impresa di coniugare libertà e semplicità gestendo le tempistiche in modo perfetto: ogni evento dura il giusto per non risultare pesante, ogni linea di dialogo è scritta nel modo migliore per rendere al meglio l’atmosfera del momento senza risultare prolissa, riuscendo in tutto questo a strappare ben più di un sorriso grazie a battute sagaci e geniali.
Disciples: Liberation non è certamente il più originale dei fantasy, ma a conti fatti si è rivelato uno dei più divertenti da giocare.
Gioco testato su Playstation 5.
Pro
- Estremamente immediato e stimolante
- Tantissime abilità, la battaglia si può davvero gestire in moltissimi modi diversi
- Moltissimi personaggi giocabili
- Storia con più di 80 ore di contenuti
- Gestione del party veloce ed intuitiva
Contro
- Molti cliché tipici del fantasy
- I compagni tendono a parlare solo con Avyanna, le interazioni tra loro sono quasi nulle
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