Quando si parla di videogiochi dedicati a Star Trek si reagisce come il famoso meme di John Travolta in Pulp Fiction, alla ricerca di un punto di riferimento che però, non c'è.
Questo perché essenzialmente la saga “trekkiana” funziona benissimo come serie TV o lungometraggio, meno quando si parla di videogioco visto che di “azione” in senso stretto, si trova molto poco. Tuttavia non mancano scontri a fuoco, puntate ricche di spettacolarizzazione e distruzione, oltre a sani combattimenti spaziali in cui la nave stellare protagonista deve districarsi tra attraverso le famose manovre evasive. Rispetto il mood dell'opera ideata da Gene Roddenberry però, queste sezioni ricoprono un ruolo marginale rispetto tutto il resto, incentrato sui personaggi e su una narrazione che vede molto spesso mettere alla prova un'umanità ideale di fronti a temi etici che si pensava superati, anche se problemi esistenziali o semplici gag hanno sempre fatto parte del plot.
L'essenza di Star Trek dunque è molto difficile da cogliere e lo vediamo anche con le nuove trasposizioni televisive quali Discovery e Picard, serie che faticano a trovare una vera e propria identità (riuscita forse a Strange New Worlds), con un disequilibrio nel peso dei personaggi ed errori grossolani come il “taglio” del viaggio della serie con protagonista Michael Burnham. È qui che Dramatic Labs ha cercato di inserirsi con il suo Star Trek: Resurgence, un'opera che predilige il dialogo e la caratterizzazione dei personaggi piuttosto che cercare a tutti i costi un'azione fuori luogo.
Nuova nave e nuovo cast cercano di inserirsi in un canovaccio di “Telltelliana” memoria, con risposte a scelta multipla e soluzioni in grado di modificare il rapporto con gli altri personaggi e la direzione che sceneggiatura deve prendere. In un contesto che ci vede a bordo della USS Resolute, con l'equipaggio che cerca di riprendersi da una terribile tragedia, vestiamo i panni del Primo Ufficiale Jara Rydek e dell'ingegnere Carter Diaz, con eventi che possiamo collegare subito dopo a quelli di The Next Generation.
Con sullo sfondo una misteriosa minaccia galattica, le vicende si svolgono a episodi introdotti in stile televisivo, con tanto di titolo della puntata, con eventi che possono passare dal semplice riparare all'investigazione, oltre ovviamente a intrecciare legami, anche amorosi, con il resto dell'equipaggio.
È interessante il taglio dato all'opera, con un susseguirsi di cambi di scena e punti di vista in grado di mostrare il tema del giorno da diversi angoli, mettendo il punto sulla simbiosi tra le gerarchie presenti sulla Resolute. L'equipaggio funziona solo se i rapporti tra i suoi elementi sono saldi e nonostante le diverse specie, l'”umanità” è sempre dietro l'angolo. Ci si troverà infatti davanti a tutto il canovaccio "trekkiano", da elementi all'apparenza futili e di contorno, a situazioni in cui bisognerà decidere il destino di qualcuno, il tutto contornato da un discreto taglio registico e sonoro. Queste scelte vengono determinate da un classico schema di risposte selezionabili attraverso un corrispondente numero di tasti ma più che vertere su un sistema gerarchico di stampo etico (a là Mass Effect per intenderci) ci si sposta verso gli aspetti emotivi e caratteriali (sempre a là Mass Effect ma Andromeda), con un timer in bella vista.
Bisogna rispondere di impulso e questo cambia drasticamente l'approccio a questa tipologia di opera, il che ovviamente può portare a conseguenze che ci sentiamo ancor più nostre. Del resto nella vita non possiamo aspettare in eterno per dare una risposta. Da questo punto di vista dunque, Star Trek: Resurgence funziona, sfruttando tutto quello che Star Trek ha da offrire e volendo, ciò che racconta non è neanche male. Ma non si parla solamente.
Può capitare infatti di prendere il controllo del personaggio in questione ed esplorare un po' ma non mancano sezioni in cui si andrà di stealth o pilotare in qualche modo una navetta e persino sparare qualche colpo. Il più delle volte queste parti divertono discretamente mentre altre, come quelle dedicate all'ingegneria, lasciano davvero il tempo che trovano (come le sezioni con il Tricorder). C'è un po' di varietà dunque ed è interessante affrontare i problemi quotidiani presentati in Star Trek da un punto di vista decisamente più diretto.
Dal punto di vista tecnico appare discreto ma con buone espressioni facciali il più delle volte che sicuramente aiutano in questo tipo di opere. Il resto delle animazioni tuttavia non risultano particolarmente fluide o quantomeno credibili e questo qualche volta spezza un po' l'immedesimazione. Nonostante una modellazione poligonale non propriamente eccelsa e una qualità di illuminazione e shader piuttosto altalenante, alcuni scorci sono davvero mozzafiato, ispirati dalle scene più belle che Star Trek ha da offrire, così come il doppiaggio (Star Trek: Resurgence non è tradotto in italiano, né testi né audio) in grado di restituire tutte le sfumature delle scelte. Non sarebbero state disprezzate un paio di opzioni in più per il comparto tecnico, davvero scarne da questo punto di vista (anzi, praticamente assenti), senza contare qualche piccola imprecisione qua e là come la sparizione improvvisa dei sottotitoli, a volte fastidiosa.
Questo perché essenzialmente la saga “trekkiana” funziona benissimo come serie TV o lungometraggio, meno quando si parla di videogioco visto che di “azione” in senso stretto, si trova molto poco. Tuttavia non mancano scontri a fuoco, puntate ricche di spettacolarizzazione e distruzione, oltre a sani combattimenti spaziali in cui la nave stellare protagonista deve districarsi tra attraverso le famose manovre evasive. Rispetto il mood dell'opera ideata da Gene Roddenberry però, queste sezioni ricoprono un ruolo marginale rispetto tutto il resto, incentrato sui personaggi e su una narrazione che vede molto spesso mettere alla prova un'umanità ideale di fronti a temi etici che si pensava superati, anche se problemi esistenziali o semplici gag hanno sempre fatto parte del plot.
L'essenza di Star Trek dunque è molto difficile da cogliere e lo vediamo anche con le nuove trasposizioni televisive quali Discovery e Picard, serie che faticano a trovare una vera e propria identità (riuscita forse a Strange New Worlds), con un disequilibrio nel peso dei personaggi ed errori grossolani come il “taglio” del viaggio della serie con protagonista Michael Burnham. È qui che Dramatic Labs ha cercato di inserirsi con il suo Star Trek: Resurgence, un'opera che predilige il dialogo e la caratterizzazione dei personaggi piuttosto che cercare a tutti i costi un'azione fuori luogo.
Nuova nave e nuovo cast cercano di inserirsi in un canovaccio di “Telltelliana” memoria, con risposte a scelta multipla e soluzioni in grado di modificare il rapporto con gli altri personaggi e la direzione che sceneggiatura deve prendere. In un contesto che ci vede a bordo della USS Resolute, con l'equipaggio che cerca di riprendersi da una terribile tragedia, vestiamo i panni del Primo Ufficiale Jara Rydek e dell'ingegnere Carter Diaz, con eventi che possiamo collegare subito dopo a quelli di The Next Generation.
Con sullo sfondo una misteriosa minaccia galattica, le vicende si svolgono a episodi introdotti in stile televisivo, con tanto di titolo della puntata, con eventi che possono passare dal semplice riparare all'investigazione, oltre ovviamente a intrecciare legami, anche amorosi, con il resto dell'equipaggio.
È interessante il taglio dato all'opera, con un susseguirsi di cambi di scena e punti di vista in grado di mostrare il tema del giorno da diversi angoli, mettendo il punto sulla simbiosi tra le gerarchie presenti sulla Resolute. L'equipaggio funziona solo se i rapporti tra i suoi elementi sono saldi e nonostante le diverse specie, l'”umanità” è sempre dietro l'angolo. Ci si troverà infatti davanti a tutto il canovaccio "trekkiano", da elementi all'apparenza futili e di contorno, a situazioni in cui bisognerà decidere il destino di qualcuno, il tutto contornato da un discreto taglio registico e sonoro. Queste scelte vengono determinate da un classico schema di risposte selezionabili attraverso un corrispondente numero di tasti ma più che vertere su un sistema gerarchico di stampo etico (a là Mass Effect per intenderci) ci si sposta verso gli aspetti emotivi e caratteriali (sempre a là Mass Effect ma Andromeda), con un timer in bella vista.
Bisogna rispondere di impulso e questo cambia drasticamente l'approccio a questa tipologia di opera, il che ovviamente può portare a conseguenze che ci sentiamo ancor più nostre. Del resto nella vita non possiamo aspettare in eterno per dare una risposta. Da questo punto di vista dunque, Star Trek: Resurgence funziona, sfruttando tutto quello che Star Trek ha da offrire e volendo, ciò che racconta non è neanche male. Ma non si parla solamente.
Può capitare infatti di prendere il controllo del personaggio in questione ed esplorare un po' ma non mancano sezioni in cui si andrà di stealth o pilotare in qualche modo una navetta e persino sparare qualche colpo. Il più delle volte queste parti divertono discretamente mentre altre, come quelle dedicate all'ingegneria, lasciano davvero il tempo che trovano (come le sezioni con il Tricorder). C'è un po' di varietà dunque ed è interessante affrontare i problemi quotidiani presentati in Star Trek da un punto di vista decisamente più diretto.
Dal punto di vista tecnico appare discreto ma con buone espressioni facciali il più delle volte che sicuramente aiutano in questo tipo di opere. Il resto delle animazioni tuttavia non risultano particolarmente fluide o quantomeno credibili e questo qualche volta spezza un po' l'immedesimazione. Nonostante una modellazione poligonale non propriamente eccelsa e una qualità di illuminazione e shader piuttosto altalenante, alcuni scorci sono davvero mozzafiato, ispirati dalle scene più belle che Star Trek ha da offrire, così come il doppiaggio (Star Trek: Resurgence non è tradotto in italiano, né testi né audio) in grado di restituire tutte le sfumature delle scelte. Non sarebbero state disprezzate un paio di opzioni in più per il comparto tecnico, davvero scarne da questo punto di vista (anzi, praticamente assenti), senza contare qualche piccola imprecisione qua e là come la sparizione improvvisa dei sottotitoli, a volte fastidiosa.
Star Trek: Resurgence è a conti fatti il miglior gioco dedicato alla saga, capace di restituirne l'essenza senza eccedere. Un cast di personaggi ben scritto e doppiato ci portano su una nave ricca di problemi emotivi ed etici e nonostante incertezze tecniche di varia natura, funziona. Il non essere tradotto in italiano può essere un limite per alcuni, ma per chi è amante del brand non farà fatica ad apprezzarlo.
Pro
- Buone atmosfere "trekkiane"
- Narrativamente tocca le corde giuste
- Buon cast di personaggi
Contro
- Alcune sezioni di gameplay davvero poco esaltanti
- Tecnicamente a tratti discreto
Per quanto riguarda i giochi di Star Trek, sono d'accordo che c'è davvero poco a riguardo. Se è piaciuto Prodigy il gioco dedicato non è male anche se - proprio come la serie da cui è tratto - il target di riferimento è un pubblico molto giovane.
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