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Siamo su Marte, in un futuro neanche molto lontano. La superficie di questo pianeta è ormai ricoperta d’acqua, rendendolo un posto abitabile e soprattutto ricco di risorse. La popolazione marziana vive in delle grandi strutture del tutto simili a città, poste sotto la superficie dell’acqua. La situazione politica ed economica del pianeta non è delle più felici, per via della crisi che lo affligge dovuta allo sfruttamento indiscriminato delle risorse da parte del Governo Terrestre, che controlla Marte. Questa crisi porta ben presto ad una rivolta da parte delle genti, a cui il Governo Terrestre cerca di porre rimedio istituendo un corpo militare apposito, l’Esercito Marziano. Durante uno scontro tra ribelli ed esercito, Gram River, un orfano che vive d’espedienti all’interno di una di queste città –sottomarino, viene coinvolto, rischiando di morire affogato. Sarà salvato da un misterioso Round Buckle, mecha utilizzabile sott’acqua, che sembra avere un certo legame col ciondolo che Gram porta appeso al collo, e in seguito raccolto dagli stessi ribelli che hanno dato il via allo scontro, dei pirati, a cui deciderà di unirsi per sfuggire alle sue condizioni di vita. Da qui iniziano le sue avventure a bordo della nave Aurora, che lo porteranno in giro per il pianeta rosso alla ricerca di tesori e misteri da svelare finché non ne troverà uno legato allo stesso Marte.

Ad opera dello Studio Bones, Kenran Butoh Sai si presenta, almeno visivamente, come un prodotto di buona qualità.
Il character design, di Hiroshi Osaka, qui alla sua prima prova in questo ruolo, è molto buono con personaggi ben realizzati, a cui si è prestata molta attenzione nella realizzazione. Il cast è numeroso, ben caratterizzato e variegato.
Il mecha design di Michiko Sato, è preciso e dettagliato, nonostante non brilli per originalità. Il lavoro svolto è comunque buono, sia nella realizzazione dei mezzi, (navi, sottomarini e veicoli in genere), sia in quella dei mecha (quelli “di serie”, appartenenti all’esercito, e quelli “unici”, appartenenti ai vari protagonisti).
Le varie sequenze degli scontri fra mecha sono rese bene, grazie ad un’animazione, tradizionale con alcuni effetti in CG, fluida e curata.
Le musiche sono nella media, con un’opening ritmata e orecchiabile, un’ending CIPPALIPPA, così come il resto della colonna sonora.

Lo Studio Bones, nel corso degli anni, ci ha abituato ad anime di ottima fattura sotto ogni punto di vista. Non è questo il caso di Kenran Butoh Sai, purtroppo. Se, come già detto, visivamente si presenta come un’anime di buona fattura, i difetti si possono trovare nella sceneggiatura e nella caratterizzazione dei personaggi. L’ambientazione acquatica di Marte, unita ad un’interessante situazione politica che si riusciti a ricreare, è interessante e ben strutturata. Lo stesso non si può dire dei personaggi, non tutti caratterizzati nel modo migliore, e non sfruttati appieno. Il protagonista mostra un carattere molto spesso alternato tra l’istinto tipico degli adolescenti, e la riflessione delle persone più mature, senza riuscire mai ad avere un profilo ben definito.
La trama poi, segue e sviluppa la linea principale, non approfondendo abbastanza però le sottotrame che vengono a crearsi.
Kenran Butoh Sai-The Mars Daybreak, avrebbe potuto essere molto di più di un buon anime, se si fosse prestata un po’ più di attenzione ai dettagli. Sviluppato così invece, risulta si piacevole, ma dando l’impressione di un’opera solo abbozzata e senza il giusto spessore che, magari, avrebbe meritato.