Recensione
Kobato.
7.0/10
Carino, non c’ è che dire, le solite atmosfere collaudate dal gruppo Clamp, la solita protagonista un po’ sulle nuvole ma immancabilmente altruista, il solito lui un po’ burbero ma in fondo dal cuore d’ oro.. il tutto miscelato da un gusto per il fantasy un po’ fiabesco e un filo infantile.
Kobato, la protagonista, deve assolutamente guarire il numero maggiore di cuori umani possibile e, il compito le verrà supervisionato dal suo parlante cagnolino di pezza, Yoryogi però non è solo un oggetto da compagnia, come si scoprirà con l’ avanzare degli episodi, e cercherà in tutti i modi di cacciare costantemente dai guai l’ ingenua Kobato.. un compito piuttosto arduo visto che quest’ ultima sembra avere una naturale capacità a fare pasticci e a sapersi raramente esonerare dall’ aiutare gli altri.
Proprio il carattere espansivo e un po’ frastornato della ragazza mi ha portato a pensare che probabilmente le Clamp lavorino spesso riciclando diversi personaggi delle serie precedenti e, non solo dal punto di vista fisico, ma anche più prettamente caratteriale, Kobato infatti richiama molto, più per il comportamento che le fattezze l’ altra protagonista di “Mi piaci perché mi piaci” che sicuramente, gli appassionati del quartetto di mangaka avranno letto.
Proprio per il suo inesorabile desiderio di aiutare gli altri Kobato si ritroverà a lavorare gratis per la proprietaria di un asilo, la quale le fornirà anche vitto e alloggio presso un’ amica.
Il lavoro della raccolta delle “caramelle”, ovvero i cuori guariti dalla ragazza, andrà paurosamente a rilento, sotto le costanti osservazioni del suo mentore infatti ha tempo solo un misero anno per completare la sua missione e ottenere così ciò a cui agogna di più..
Possiamo dire che la storia sia interessante e fresca, capace di prendere in considerazione principalmente il vissuto quotidiano dei personaggi, mettendone a nudo problemi e gioie, felicità e tormenti con semplicità e dolcezza. Sebbene presenti molti riutilizzi da parte delle autrici che rendendo l’ effetto d’ insieme poco innovativo, l’ anime è di certo da guardare per tutti quelli che adorano le Clamp o che vogliono iniziare a conoscerle.
Tra l’ altro delle opere che sono uscite negli ultimi tempi (ad esempio L’ uomo per me) questa è forse quella che mi sento di consigliare di più, anche se un repertorio di lavoro immenso come quello di queste Mangana non poteva che portare al ripetersi qualche volta.
Per quanto riguardano invece il sound e la grafica non ho quasi niente da ridire, a parte il sopra citato riutilizzo degli stessi personaggi, le sigle di apertura e chiusura sono del tutto in accordo con le tematiche e le atmosfere dell’ anime e, come sempre dal punto di vista dei disegni le Clamp riescono sempre a non tramontare mai, con le loro figure filiformi, qui solo un po’ meno marcate, e i loro colori caldi, vari e sgargianti.
Kobato, la protagonista, deve assolutamente guarire il numero maggiore di cuori umani possibile e, il compito le verrà supervisionato dal suo parlante cagnolino di pezza, Yoryogi però non è solo un oggetto da compagnia, come si scoprirà con l’ avanzare degli episodi, e cercherà in tutti i modi di cacciare costantemente dai guai l’ ingenua Kobato.. un compito piuttosto arduo visto che quest’ ultima sembra avere una naturale capacità a fare pasticci e a sapersi raramente esonerare dall’ aiutare gli altri.
Proprio il carattere espansivo e un po’ frastornato della ragazza mi ha portato a pensare che probabilmente le Clamp lavorino spesso riciclando diversi personaggi delle serie precedenti e, non solo dal punto di vista fisico, ma anche più prettamente caratteriale, Kobato infatti richiama molto, più per il comportamento che le fattezze l’ altra protagonista di “Mi piaci perché mi piaci” che sicuramente, gli appassionati del quartetto di mangaka avranno letto.
Proprio per il suo inesorabile desiderio di aiutare gli altri Kobato si ritroverà a lavorare gratis per la proprietaria di un asilo, la quale le fornirà anche vitto e alloggio presso un’ amica.
Il lavoro della raccolta delle “caramelle”, ovvero i cuori guariti dalla ragazza, andrà paurosamente a rilento, sotto le costanti osservazioni del suo mentore infatti ha tempo solo un misero anno per completare la sua missione e ottenere così ciò a cui agogna di più..
Possiamo dire che la storia sia interessante e fresca, capace di prendere in considerazione principalmente il vissuto quotidiano dei personaggi, mettendone a nudo problemi e gioie, felicità e tormenti con semplicità e dolcezza. Sebbene presenti molti riutilizzi da parte delle autrici che rendendo l’ effetto d’ insieme poco innovativo, l’ anime è di certo da guardare per tutti quelli che adorano le Clamp o che vogliono iniziare a conoscerle.
Tra l’ altro delle opere che sono uscite negli ultimi tempi (ad esempio L’ uomo per me) questa è forse quella che mi sento di consigliare di più, anche se un repertorio di lavoro immenso come quello di queste Mangana non poteva che portare al ripetersi qualche volta.
Per quanto riguardano invece il sound e la grafica non ho quasi niente da ridire, a parte il sopra citato riutilizzo degli stessi personaggi, le sigle di apertura e chiusura sono del tutto in accordo con le tematiche e le atmosfere dell’ anime e, come sempre dal punto di vista dei disegni le Clamp riescono sempre a non tramontare mai, con le loro figure filiformi, qui solo un po’ meno marcate, e i loro colori caldi, vari e sgargianti.