Recensione
Clannad - After Story
9.0/10
Recensione di XanderStrange
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Ho deciso di commentare congiuntamente le due stagioni di Clannad, per portare avanti un discorso coerente.
Clannad fa parte della serie di anime trasposti da visual novel della Key e, in un certo senso, chiude la trilogia aperta con Air e Kanon.
Il protagonista è un diplomando, Tomoya, pigro e delinquente, con una famiglia problematica alle spalle: sua madre morì in un incidente quando lui aveva appena 5 anni e suo padre si diede all'alcol e al gioco d'azzardo.
Coprotagonista è una ragazza di nome Nagisa, diplomanda ripetente e compagna di scuola di Tomoya, dolce ma dalla salute fragile, timida ma da una forza nascosta non indifferente.
L'atmosfera che si respira nella prima serie è quella familiare della commedia sentimentale scolastica, a tratti comica (indimenticabili i siparietti comici di Sunohara), a tratti commovente, a tratti malinconica. Chi si è già visto altre opere della Key non troverà grande originalità né nella trama in sé, né negli attori che la portano avanti. Ci saranno la tsundere Kyou, la timida Ryou, la geniale e svampita Kotomi, l'infantile Fuko. Tomoya si ritroverà quindi con il classico harem a sua disposizione - bisogna comunque ricordare che l'anime era in origine un dating sim.
Gli avvenimenti dell'ultimo anno di superiori saranno in realtà solo un trampolino per raccontare il dopo. Abbandonate le rassicuranti atmosfere scolastiche, la seconda stagione di Clannad, l'After Story, racconta della vita da adulto di Tomoya, non più con quell'innocenza giovanile, ma con tratti spesso duri e aspri, esasperati e malinconici. E qui la vera natura di Clannad viene svelata; non un harem sentimentale, ma un vero e proprio "racconto di formazione" del giovane Tomoya. Tutto acquista una nuova luce. Rivedere la prima stagione alla fine permette di scoprire molti dettagli che prima non si notavano, come la bimba che corre nel campo di fiori nell'opening.
<b>ATTENZIONE, DA QUESTO MOMENTO SONO PRESENTI SPOILER PESANTI</b>
Vorrei inoltre aprire una parentesi su quello che da molti è considerato il punto debole dell'anime: il finale. Pur riconoscendo che su quel frangente si poteva fare di più almeno evitando l'elemento sovrannaturale, un happy ending secondo me era obbligato per chiudere il cerchio di crescita del protagonista. Tomoya parte delinquente e svogliato, cresce e diventa marito amorevole, soffre e cade nella stessa spirale autodistruttiva del padre, la supera grazie a Ushio e inizia a vivere per lei. Se la storia si fosse conclusa con la distruzione di ogni suo affetto - la morte delle due persone che più amava al mondo - il viaggio, e di conseguenza tutte e 50 le puntate, sarebbe stato inutile, di un eroe che infine viene mangiato dal drago; il mondo sarebbe rimasto senza uscita (forse il suicidio?) e il messaggio trasmesso sarebbe stato quello di un mondo crudele e sadico, e di un protagonista incapace di vivere in esso. Ripeto, io avrei preferito una fine più realistica, ma l'happy ending era obbligata, anche per le coronarie.
<b>FINE SPOILER</b>
In definitiva Clannad si è rilevato essere un anime tra i più toccanti che abbia mai visto, in grado di pizzicare le corde più profonde dell'uomo, in primis il concetto di famiglia, elemento cardine dell'opera, lo stesso titolo è un riferimento al clan. Certe scene sono esasperatamente drammatiche, un finale imperfetto e una prima stagione non all'altezza della seconda non lo rendono meritevole del voto perfetto.
Singolarmente, do un 7 e mezzo a Clannad e un 9 e mezzo all'After Story, ma prese nell'insieme, valutando la totalità dell'opera, mi sento di dare un bel 9!
Clannad fa parte della serie di anime trasposti da visual novel della Key e, in un certo senso, chiude la trilogia aperta con Air e Kanon.
Il protagonista è un diplomando, Tomoya, pigro e delinquente, con una famiglia problematica alle spalle: sua madre morì in un incidente quando lui aveva appena 5 anni e suo padre si diede all'alcol e al gioco d'azzardo.
Coprotagonista è una ragazza di nome Nagisa, diplomanda ripetente e compagna di scuola di Tomoya, dolce ma dalla salute fragile, timida ma da una forza nascosta non indifferente.
L'atmosfera che si respira nella prima serie è quella familiare della commedia sentimentale scolastica, a tratti comica (indimenticabili i siparietti comici di Sunohara), a tratti commovente, a tratti malinconica. Chi si è già visto altre opere della Key non troverà grande originalità né nella trama in sé, né negli attori che la portano avanti. Ci saranno la tsundere Kyou, la timida Ryou, la geniale e svampita Kotomi, l'infantile Fuko. Tomoya si ritroverà quindi con il classico harem a sua disposizione - bisogna comunque ricordare che l'anime era in origine un dating sim.
Gli avvenimenti dell'ultimo anno di superiori saranno in realtà solo un trampolino per raccontare il dopo. Abbandonate le rassicuranti atmosfere scolastiche, la seconda stagione di Clannad, l'After Story, racconta della vita da adulto di Tomoya, non più con quell'innocenza giovanile, ma con tratti spesso duri e aspri, esasperati e malinconici. E qui la vera natura di Clannad viene svelata; non un harem sentimentale, ma un vero e proprio "racconto di formazione" del giovane Tomoya. Tutto acquista una nuova luce. Rivedere la prima stagione alla fine permette di scoprire molti dettagli che prima non si notavano, come la bimba che corre nel campo di fiori nell'opening.
<b>ATTENZIONE, DA QUESTO MOMENTO SONO PRESENTI SPOILER PESANTI</b>
Vorrei inoltre aprire una parentesi su quello che da molti è considerato il punto debole dell'anime: il finale. Pur riconoscendo che su quel frangente si poteva fare di più almeno evitando l'elemento sovrannaturale, un happy ending secondo me era obbligato per chiudere il cerchio di crescita del protagonista. Tomoya parte delinquente e svogliato, cresce e diventa marito amorevole, soffre e cade nella stessa spirale autodistruttiva del padre, la supera grazie a Ushio e inizia a vivere per lei. Se la storia si fosse conclusa con la distruzione di ogni suo affetto - la morte delle due persone che più amava al mondo - il viaggio, e di conseguenza tutte e 50 le puntate, sarebbe stato inutile, di un eroe che infine viene mangiato dal drago; il mondo sarebbe rimasto senza uscita (forse il suicidio?) e il messaggio trasmesso sarebbe stato quello di un mondo crudele e sadico, e di un protagonista incapace di vivere in esso. Ripeto, io avrei preferito una fine più realistica, ma l'happy ending era obbligata, anche per le coronarie.
<b>FINE SPOILER</b>
In definitiva Clannad si è rilevato essere un anime tra i più toccanti che abbia mai visto, in grado di pizzicare le corde più profonde dell'uomo, in primis il concetto di famiglia, elemento cardine dell'opera, lo stesso titolo è un riferimento al clan. Certe scene sono esasperatamente drammatiche, un finale imperfetto e una prima stagione non all'altezza della seconda non lo rendono meritevole del voto perfetto.
Singolarmente, do un 7 e mezzo a Clannad e un 9 e mezzo all'After Story, ma prese nell'insieme, valutando la totalità dell'opera, mi sento di dare un bel 9!