Recensione
Koizora - Live Action
10.0/10
"Devi cercare di essere sempre felice."
Vi è mai capitato di dimenticare come si fa, e di inseguire ciecamente un desiderio anche se il modo per raggiungerlo non comporta necessariamente la felicità? Molti sono i pensieri che passano per la testa, molti di essi sono semplici capricci a cui non crediamo per davvero. Poi c'è un pensiero che passa e lascia un'immagine forte - forte perché inaspettatamente ti emoziona -, e allora la rievochi, e ogni volta sempre di più è un piacere. Talvolta, quando i tuoi occhi sembrano scorgere la realizzazione in carne e ossa di questo pensiero, allora è probabile che il tuo corpo abbia un fremito, e il tuo cuore perda un battito e il respiro si trattiene. E giù, quel pensiero nato fra tanti insignificanti suoi simili scende giù dritto al cuore, e si ferma lì come un'ossessione, un desiderio da cui dipende la tua felicità. Quel pensiero, quel desiderio, quella cosa, diventa così importante da dimenticare come hai vissuto finora la tua vita. Tanto per cominciare le funzioni vitali hanno degli sbalzi clinicamente straordinari, e mentalmente non è possibile che il tuo stato d'animo ruoti attorno a una cosa o, volendo, una persona. Tutto ciò in cui hai creduto prende una nuova dimensione, e l'unico modo per continuare ad avere contatti con la Terra, è prendere contatto con sé stessi prima che con lui.
Il lui di questa storia, il lui protagonista di Koizora, il lui di Mika, il lui è Hiro. Hiro è un ragazzo semplice, dal sorriso dolce eppure dall'apparenza facilmente giudicabile. Porta i capelli ossigenati, la sua ex ragazza è una teppista e sua sorella una motociclista. Fa paura e non è ciò che cerca Mika, che è una ragazza timida e tranquilla. Ragionevolmente lei ritiene opportuno evitare ragazzi "vivaci"; tutti cerchiamo sicurezze! Ma qualche parte dentro di lei fa di testa sua, e Mika non riesce o non vuole dar retta alla testa e a ciò che crede esser più saggio fare. Si lancia in questa storia d'amore che non perde tempo a decollare nonostante tutti i problemi che la insinuano (persone esterne che interrompono la quiete della coppia con minacce, gelosie, violenza e vendetta) vanno avanti. Proseguono con molta ingenuità. I giovani ragazzi sono così infantili e teneri da ragionare in maniera semplicistica e si crogiolano nelle risatine sciocche tipiche di una coppietta felice. Due facce ebeti che si guardano le mani con i loro anellini di coppia, due volti beati che accelerano e strafanno con la sicurezza nel cuore che le promesse fatte verranno tutte mantenute...
E poi più niente. All'improvviso è tutto morto. Chi ci ha creduto di meno o chi di più, cosa importa? Non è doloroso per entrambi rinunciare ai propri sogni e alle proprie sicurezze? Sia per chi lascia andare o per chi è lasciato c'è qualcosa da perdere. Che sia una fetta di quotidianità, o delle braccia pronte ad abbracciarti, o un sorriso per sostenerti. O una persona che crede in te, sempre e comunque, accompagnandoti in tutte le prove che la vita ti porrà dinanzi. Mika non riesce a sopportarlo, e comincia a mettere in dubbio che Hiro ci abbia mai creduto davvero, alla loro relazione. Si domanda se qualcosa di preciso sia andato storto, senza capire che ci sono circostanze che non vanno prese sul personale: Mika non ha nulla di sbagliato, e tormentarsi non fa cambiare l'esito dell'accaduto.
Allora va avanti. Inizia l'università e tra vecchi e nuovi amici incontra una persona per bene, una persone che la sua mente trova perfetta. Ma il suo cuore? E' la mente o il cuore a determinare la nostra felicità? A quanto pare, per Mika la risposta è il cuore.
Sky of love è un film tratto da una storia autobiografica maneggiata in diversi modi - storie per cellulari, manga e drama inclusi. In questa versione mi pare di individuare la dualità fra sentimento e ragione. Nella prima fase della storia, i protagonisti ancora liceali sembrano mettere del tutto da parte la ragione, riuscendo a scavalcare una serie di problematiche notevoli con la tipica tenacia e sconsideratezza della gioventù - in alcuni punti mi ha anche perplesso questa loro quasi "superficialità". Abbiamo poi un momento critico: la separazione. Da parte di Hiro è un passo lontano dal proprio ego, un gesto altruistico indice di quanto l'affetto per Mika superi le proprie volontà e i propri bisogni. Dall'altra parte, Mika riesce a farsi forza e a spostare l'asse della propria vita su sé stessa, e a convincersi che basti così. L'ultima fase vede la maturazione di loro stessi come persone. I sentimenti sono posti dinanzi alla verità, la più cruda e dolorosa, quella che non lascia speranze. Ma ancor più vero è il legame fra Mika e Hiro, che emerge più forte di prima. Allora è tutto più chiaro: non era un capriccio da incoscienti, o almeno non solo quello visto che questo legame non è stato mai lasciato alle spalle per davvero.
Tutto sommato il lungometraggio non è privo di difetti, vista la sua essenzialità nella realizzazione. Le dinamiche - specialmente quelle iniziali - lasciano qualche dubbio, ma in fondo la prima metà del film si fa seguire facilmente vista la rapidità delle scene. La seconda metà invece, evolve come gli stessi personaggi. E' pregna di emozioni, una narrazione straordinariamente struggente. E' inevitabile che vi si annebbi la vista per quella che giudico essere una storia toccante.
Vi è mai capitato di dimenticare come si fa, e di inseguire ciecamente un desiderio anche se il modo per raggiungerlo non comporta necessariamente la felicità? Molti sono i pensieri che passano per la testa, molti di essi sono semplici capricci a cui non crediamo per davvero. Poi c'è un pensiero che passa e lascia un'immagine forte - forte perché inaspettatamente ti emoziona -, e allora la rievochi, e ogni volta sempre di più è un piacere. Talvolta, quando i tuoi occhi sembrano scorgere la realizzazione in carne e ossa di questo pensiero, allora è probabile che il tuo corpo abbia un fremito, e il tuo cuore perda un battito e il respiro si trattiene. E giù, quel pensiero nato fra tanti insignificanti suoi simili scende giù dritto al cuore, e si ferma lì come un'ossessione, un desiderio da cui dipende la tua felicità. Quel pensiero, quel desiderio, quella cosa, diventa così importante da dimenticare come hai vissuto finora la tua vita. Tanto per cominciare le funzioni vitali hanno degli sbalzi clinicamente straordinari, e mentalmente non è possibile che il tuo stato d'animo ruoti attorno a una cosa o, volendo, una persona. Tutto ciò in cui hai creduto prende una nuova dimensione, e l'unico modo per continuare ad avere contatti con la Terra, è prendere contatto con sé stessi prima che con lui.
Il lui di questa storia, il lui protagonista di Koizora, il lui di Mika, il lui è Hiro. Hiro è un ragazzo semplice, dal sorriso dolce eppure dall'apparenza facilmente giudicabile. Porta i capelli ossigenati, la sua ex ragazza è una teppista e sua sorella una motociclista. Fa paura e non è ciò che cerca Mika, che è una ragazza timida e tranquilla. Ragionevolmente lei ritiene opportuno evitare ragazzi "vivaci"; tutti cerchiamo sicurezze! Ma qualche parte dentro di lei fa di testa sua, e Mika non riesce o non vuole dar retta alla testa e a ciò che crede esser più saggio fare. Si lancia in questa storia d'amore che non perde tempo a decollare nonostante tutti i problemi che la insinuano (persone esterne che interrompono la quiete della coppia con minacce, gelosie, violenza e vendetta) vanno avanti. Proseguono con molta ingenuità. I giovani ragazzi sono così infantili e teneri da ragionare in maniera semplicistica e si crogiolano nelle risatine sciocche tipiche di una coppietta felice. Due facce ebeti che si guardano le mani con i loro anellini di coppia, due volti beati che accelerano e strafanno con la sicurezza nel cuore che le promesse fatte verranno tutte mantenute...
E poi più niente. All'improvviso è tutto morto. Chi ci ha creduto di meno o chi di più, cosa importa? Non è doloroso per entrambi rinunciare ai propri sogni e alle proprie sicurezze? Sia per chi lascia andare o per chi è lasciato c'è qualcosa da perdere. Che sia una fetta di quotidianità, o delle braccia pronte ad abbracciarti, o un sorriso per sostenerti. O una persona che crede in te, sempre e comunque, accompagnandoti in tutte le prove che la vita ti porrà dinanzi. Mika non riesce a sopportarlo, e comincia a mettere in dubbio che Hiro ci abbia mai creduto davvero, alla loro relazione. Si domanda se qualcosa di preciso sia andato storto, senza capire che ci sono circostanze che non vanno prese sul personale: Mika non ha nulla di sbagliato, e tormentarsi non fa cambiare l'esito dell'accaduto.
Allora va avanti. Inizia l'università e tra vecchi e nuovi amici incontra una persona per bene, una persone che la sua mente trova perfetta. Ma il suo cuore? E' la mente o il cuore a determinare la nostra felicità? A quanto pare, per Mika la risposta è il cuore.
Sky of love è un film tratto da una storia autobiografica maneggiata in diversi modi - storie per cellulari, manga e drama inclusi. In questa versione mi pare di individuare la dualità fra sentimento e ragione. Nella prima fase della storia, i protagonisti ancora liceali sembrano mettere del tutto da parte la ragione, riuscendo a scavalcare una serie di problematiche notevoli con la tipica tenacia e sconsideratezza della gioventù - in alcuni punti mi ha anche perplesso questa loro quasi "superficialità". Abbiamo poi un momento critico: la separazione. Da parte di Hiro è un passo lontano dal proprio ego, un gesto altruistico indice di quanto l'affetto per Mika superi le proprie volontà e i propri bisogni. Dall'altra parte, Mika riesce a farsi forza e a spostare l'asse della propria vita su sé stessa, e a convincersi che basti così. L'ultima fase vede la maturazione di loro stessi come persone. I sentimenti sono posti dinanzi alla verità, la più cruda e dolorosa, quella che non lascia speranze. Ma ancor più vero è il legame fra Mika e Hiro, che emerge più forte di prima. Allora è tutto più chiaro: non era un capriccio da incoscienti, o almeno non solo quello visto che questo legame non è stato mai lasciato alle spalle per davvero.
Tutto sommato il lungometraggio non è privo di difetti, vista la sua essenzialità nella realizzazione. Le dinamiche - specialmente quelle iniziali - lasciano qualche dubbio, ma in fondo la prima metà del film si fa seguire facilmente vista la rapidità delle scene. La seconda metà invece, evolve come gli stessi personaggi. E' pregna di emozioni, una narrazione straordinariamente struggente. E' inevitabile che vi si annebbi la vista per quella che giudico essere una storia toccante.