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Nel 1982 Isao Takahata dirige un piccolo gioiello di rara finezza visivo-narrativa: 'Goshu il violoncellista' è un breve film tratto da una fiaba dello scrittore Kenji Miyazawa, dalle atmosfere lievi e delicate. Lontano anni luce dal buonismo insulso e speculativo tipicamente Americano, "Goshu il violoncellista" è un prodotto culturalmente elevato e non scontato.
Goshu è un giovane violoncellista dell'orchestra locale. L'inesperto ragazzo non sente il ritmo e viene spesso rimproverato dal maestro. Costretto ad allenarsi prima del concerto, Goshu riceve la visita di una serie di animali (un gatto, un cuculo, un tasso e un topolino) che lo aiutano a imparare a suonare.
Al di là dei toni fiabeschi, capaci di creare empatia fra Goshu, gli animali e lo spettatore, questo film è un capolavoro di tecnica: Takahata dirige mostrando una competenza registica straordinaria, alternando primi piani a campi lunghi che valorizzano l'ambientazione bucolica; e creando momenti onirici che esaltano i pezzi musicali. Un esercizio di stile, non fine a se stesso, ma teso a fare arte.