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<b>[Attenzione: questa recensione presenta un alto contenuto di spoiler sulla trama e i personaggi, se non avete finito la serie non leggete!]</b>

Prima di partire a parlare su questo meraviglioso anime avviso già chiunque leggerà la recensione che scriverò che il mio parere non sarà affatto oggettivo, in quanto questa serie ha toccato profondamente il mio cuore fin dalla prima volta che la vidi, ormai quasi tre anni fa. Questa è la prima recensione che faccio su Animeclick.it, e di solito mi limito solamente a leggere le opinioni altrui o a informarmi su nuovi anime/manga da vedere/leggere. Però, quando ho visto la pagina su "Clannad" e "Clannad After Story" mi sono detta: "No, di quest'anime devo lasciare una recensione". E così è stato, tanto che ora sono qui.

"Clannad After Story" è il sequel della serie animata "Clannad", un anime che nei primi 23 episodi sembrava essere una semplice commedia scolastica - se si guarda agli episodi dedicati a Fuko e Kotomi come due eccezioni, incredibilmente commoventi -, ma nell'After Story la vicenda prende una piega del tutto diversa, diventando tutto un tratto più seria e più incentrata sulla vita privata e personale dei due protagonisti: Tomoya e Nagisa. Nonostante nelle prime puntate venga comunque ripresa ancora la loro vita scolastica, sebbene a un livello nettamente superiore rispetto a quello - comunque ottimo - della prima serie, è dopo la decima puntata circa che la storia ha il suo vero sviluppo, introducendoci a quella che poi sarà la chiave di successo di tutte e due le serie, ciò che ha permesso davvero a "Clannad After Story" di entrare nel cuore di milioni di persone. La scuola finisce, Tomoya comincia a lavorare tra mille difficoltà e Nagisa si diploma un anno dopo a causa della sua salute cagionevole. I personaggi secondari come Kyou, Sunohara, Kotomi, Ryou e tutti gli altri vengono "abbandonati" per così dire, e benché all'inizio io ne sia rimasta delusa, alla fine sono stata d'accordissimo con questa scelta narrativa. Era giusto concentrarsi sulla famiglia Okazaki.

Comunque, alla fine Nagisa e Tomoya aspettano un figlio. Ed è proprio durante il parto, nella sedicesima puntata, che succede quello che credo tutti gli appassionati di "Clannad" avevano sperato non accadesse per tutta la serie: la morte di Nagisa, la protagonista. Impossibile non versare nemmeno una lacrima in quella che, a mio parere, è una delle scene più toccanti di tutti gli anime. Da qui l'anime procede nel dramma: Tomoya non ha più rapporti con la figlia, di nome Ushio, che ormai ha cinque anni, perché troppo sconvolto per la morte della moglie. Ma è quando la madre di Nagisa, attraverso qualche trucchetto architettato da lei e il marito, li manda in gita insieme e da soli che Tomoya ritrova sé stesso e si rende conto che nonostante non sia più un marito, è padre e deve fare il padre per la figlia che aveva sofferto di solitudine tanto quanto lui - se non di più. E' commovente la scena del ritrovo fra padre e figlia (personalmente è quella che ho preferito in assoluto in tutta la storia) e dell'ormai famosa frase "i posti in cui posso piangere sono in bagno e fra le braccia di papà", impossibile non piangere.

Ushio e Tomoya cominciano a vivere insieme e, seppur con molta tristezza addosso per la mancanza di Nagisa, cominciano a essere felici a modo loro. Ma è nelle ultime puntate che arriva il vero e proprio dramma: si scopre che Ushio è di salute cagionevole esattamente come sua madre Nagisa. Tomoya non riesce a crederci, non riesce a credere che siano capitate tutte a lui. Ushio gli chiede, ormai senza forze, di portarla in gita un'ultima volta quasi come se sapesse a cosa stava andando incontro e quando Tomoya si decide a portarla abbiamo l'ultima, drammatica scena: Ushio muore tra le braccia di Tomoya, in mezzo alla neve, dicendogli come ultime parole un "papà, ti voglio bene". Probabilmente questo è il momento più drammatico dell'intera serie, anche di più della morte di Nagisa.

Dopo questo io non sapevo più che cosa pensare, aprendo l'ultima puntata di "Clannad After Story" sentivo l'ansia addosso per Tomoya e per la sua vita... Un uomo così sfortunato non si meritava nessuna di quelle sciagure. Ma la fine, se all'inizio mi ha lasciata interdetta, alla fine invece mi ha davvero fatta piangere dalla gioia: Tomoya in realtà era il robot del mondo nascosto e la ragazzina era Ushio, la quale grazie alla bontà d'animo di Tomoya che aveva raccolto le sfere di luce di cui raccontava la loro città (che ho scoperto chiamarsi Mizuho) avvera il suo desiderio di riavere Nagisa. E non sappiamo se si tratti semplicemente di mondi diversi, universi paralleli o altro... Sappiamo che, alla fine, Nagisa Tomoya e Ushio sono riusciti a vivere quella vita che tutti e tre meritavano.

Ci sono varie interpretazioni del finale, ma io sono fermamente convinta che quello che ha vissuto Tomoya - la morte di entrambe - non era un sogno. Lui le aveva vissute davvero, tanto che poi si ricorda della morte di Nagisa nel momento in cui la rivede davanti ai suoi occhi, tornando indietro di cinque anni. E ho sempre creduto che la famosa scena in cui sono con l'uniforme scolastica in cui ripetono il loro primo incontro, fosse come un verificare se Tomoya meritava sul serio di riavere Nagisa con sé. La prima volta, dopo la morte di Nagisa e quando si ripresenta la scena del loro primo incontro, lui afferma che non avrebbe dovuto incontrarla... E infatti dopo non succede niente. Ma dopo la morte di Ushio è come se capisse qualcosa, e si slancia ad abbracciarla, dicendole che non si pentirà mai di ciò che ha fatto. E' solo allora che è in grado di riaverla al suo fianco. Questo è quello che ho sempre visto io.

Passando alle musiche e all'animazione, sono ottime entrambe, secondo il mio punto di vista. L'animazione va semplicemente a gusti, ma io la trovo armoniosa e dolce, perfetta per un anime del genere, oltretutto i colori sono sempre forti e decisi, mai spenti, ed è ciò che adoro in un anime. Le musiche, oltre che ottime, sono perfette: benché all'inizio della serie sembrino non entrarci quasi niente con il contesto, più si prosegue e più ci si affeziona. Indimenticabili sono "Dango Daikazoku", "Nagisa Farewell At The Foot of a Hill" e "Place Where Wishes Come True". Ascoltatele, e vedrete...

Ora finalmente la mia opinione personale: questo non è soltanto un anime per me, è una lezione di vita. Mostra i drammi familiari, l'amore, l'amicizia, la famiglia. Ti insegna ad amare il posto in cui sei nato, ad amare il tuo prossimo, non porta solo un messaggio ed è proprio per questo che "Clannad" non poteva avere un finale triste. Clannad fin dal principio era nato per portare con sé un messaggio positivo. Un messaggio di speranza, di seconde possibilità, un messaggio d'amore. Se fai del bene per le persone, esattamente come ha fatto Tomoya, in un modo o nell'altro riavrai quel bene indietro. E' ciò che nessuno dovrebbe mai perdere di vista, è ciò che "Clannad" vuole dirci attraverso le sue 40 puntate. Se qualcuno non è soddisfatto del finale - come è successo a varie persone che conosco - gli consiglio vivamente di riguardare l'anime con altri occhi, perché allora significa che non è stato capito a pieno.
"Clannad" insegna ad amare la famiglia, insegna ad amare un padre e una madre, insegna ad amare un/a compagno/a di vita, insegna ad amare un amico o un'amica, insegna ad amare un figlio e anche ad amare e rispettare chi non si conosce davvero. Ci mostra che, per quanto si possa essere sfortunati, le seconde occasioni ci saranno sempre. Ci insegna a sperare e a credere che nonostante tutto la vita è bella.

Quindi, come si sarà capito, io do un 10 a quest'opera secondo me irraggiungibile. Se non l'avete ancora vista ma state leggendo questa recensione (nonostante gli spoiler) guardatela, perché sono sicura che l'amerete.