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7.0/10
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Devo essere sincero, mi aspettavo di più da Summer Wars. Pensavo che una pellicola così osannata dai più sarebbe stata di mio gradimento, considerato anche il team che ha partecipato alla realizzazione. Invece no, così non è stato. Summer Wars si è per me rivelata una mezza delusione, forse perché avevo delle aspettative troppo alte per questo titolo. Prodotto dalla celebre Madhouse, si consolida il team - reduce del successo de La ragazza che saltava nel tempo - composto da Mamoru Hosoda alla regia, Satoko Okudera alla sceneggiatura e Yoshiyuki Sadamoto al chara design.

L'incipit della storia sarebbe anche potuto essere interessante, peccato che lo svolgimento delle vicende non mi sia piaciuto tanto.
Protagonista di Summer Wars è un giovane ragazzo, Kenji Koiso, con un unico ma grande talento: egli è infatti bravissimo in matematica, tanto bravo da essere quasi riuscito a rappresentare il Giappone alle ambite "Olimpiadi della Matematica". Kenji ha evidenti problemi relazionali, fa fatica a esprimere i suoi sentimenti e a conversare con i suoi coetanei; è indubbiamente un ragazzo molto timido. La trama prende il via nel momento in cui Natsuki, una delle ragazze più ambite della scuola frequentata da Keiji, lo invita al novantesimo compleanno di sua nonna, alla quale aveva promesso che sarebbe venuta con un accompagnatore. Keiji farà quindi conoscenza dei membri della famiglia di Natsuki, molti dei quali abbastanza egocentrici, ma tutti accomunati da un grande valore: l'amore per la famiglia e per ciò che rappresenta. E se da un lato assisteremo alle simpatiche vicissitudini di casa Jinnouchi - questo il cognome della nonna di Natsuki, la capofamiglia - dall'altro scopriremo l'esistenza di Oz, attorno a cui ruota tutta la storia (e forse è proprio questo il problema). Keiji, infatti, come gran parte della popolazione mondiale, spende molto tempo su Oz, potente realtà virtuale attraverso cui le persone, dopo aver scelto e personalizzato il proprio avatar, hanno la possibilità di vivere le stesse esperienze della realtà anche in un mondo fittizio, dal gioco alle attività più impegnate. Come se sparisse la forte linea di demarcazione presente tra realtà e illusione, in pratica. Tuttavia, Oz è a sua volta profondamente legato al mondo reale; ormai gli individui non se ne rendono conto, ma Oz, in ogni momento, è con loro, loro ne sono succubi.
Dunque, date tali premesse, cosa succederebbe se Oz dovesse essere hackerato? Ci sarebbero ripercussioni sul mondo reale? Se sì, quali? E di quale entità?

Proprio questo è lo spunto di base su cui verte tutta la storia, e, se fosse stato sviluppato in modo adeguato, probabilmente non sarei qui a parlare di delusione. Il fatto è che "Summer Wars", dalla metà del film (nella prima metà succedono grossomodo le cose che ho indicato: si fa conoscenza dei protagonisti, viene spiegato cos'è Oz, ecc.) inizia a degenerare, presentando delle situazioni banali, forzate e al limite dell'assurdo, fino ad arrivare al finale, che ho trovato davvero pessimo nella sua totalità. Per dirne una, vedo difficile per un ragazzino, e per quanto egli possa essere un genio della matematica, riuscire a decriptare codici di un programma in pochi secondi, come viene fatto proprio dal nostro protagonista Keiji verso fine serie… tanto più se il programma in questione permette il controllo di tutti gli apparecchi tecnologici del mondo, dai semafori ai satelliti! La cosa di cui più mi rammarico è che il film sarebbe potuto essere di gran lunga superiore se si fosse messa a fuoco meglio la famiglia matriarcale di Natsuki, piuttosto che puntare principalmente sulla "Summer War", visto che, diciamocelo, il tema della realtà virtuale è già ampiamente abusato, e in questo film non mi è parso di vedere alcunché di innovativo. Difatti, gli spezzoni che ho maggiormente apprezzato di questa pellicola sono proprio i momenti di vita quotidiana del nucleo famigliare.

Nulla da dire sotto il lato tecnico, anzi, qui parliamo di un vero e proprio lavorone. Le animazioni sono fluide e realizzate in modo perfetto; il mondo di Oz così come ci viene presentato è molto affascinante e il chara design di Sadamoto non delude mai. Anche per quanto riguarda il comparto sonoro non ho critiche da muovere, anzi.

In conclusione, penso che questo film rimanga comunque godibile, considerando l'atmosfera generale che si respira, le musiche ottime e la grafica sorprendente. Consigliato? Nonostante tutto sì, ma solo se siete alla ricerca di qualcosa di leggero, magari con una realizzazione tecnica di alto livello.
Ribadisco, per me è un'occasione sprecata, devo dire che ho apprezzato di più "La ragazza che saltava nel tempo", ma di certo il film si lascia guardare. Come voto darei un 6,5 e, considerato il comparto tecnico, arrotondo per eccesso senza troppi problemi.