Recensione
Ergo Proxy
9.0/10
L'anime Ergo Proxy è un concentrato di studio, analisi, introspezione, speculazione su vicende, personaggi e scenari steampunk ricostruiti a 360° sulla base di una civiltà umana tecnologicamente evoluta, eticamente mutata e moralmente reminescente.
Si tratta altresì di un'opera matura, complessa, ermetica fino all'inverosimile. Non basta (e non è richiesto) disporre di un ampio bagaglio culturale per seguirla, anche se questo potrebbe aiutare a cogliere le varie citazioni storiche, mistiche e filosofiche che sono state inserite in maniera più o meno celata, sebbene esse appariranno quasi sempre sconnesse dal contesto. Sarà soltanto grazie a deduzioni di tipo filo-logiche, maturate nel tempo e dopo diverse visioni, che saremo in grado di comprendere affondo la trama e il rapporto che essa ha con i personaggi e il mondo.
Per chi lo guarda, Ergo Proxy dovrebbe essere preso come un'occasione di ricerca sia esteriore che soprattutto interiore (o anche solo per comprenderne la trama). Non è casuale il fatto che ogni episodio venga chiamato "Meditatio" proprio perché l'opera, nel suo insieme, mira ad essere prima di tutto un percorso di meditazione per tutte quelle persone che si intravedono nei personaggi e ne comprendono i loro tormenti.
Re-l Mayer cerca risposte, pur sapendo che esse potrebbero non corrispondere alla sua felicità. È molto importante capire questo concetto perché sta alla base di ciò che fa di lei un personaggio di spessore. Nonostante sia la nipote del reggente, viva in una città utopistica dove non manca nulla, detenga un lavoro tutto sommato soddisfacente, possieda perfino un Entourage che si prende cura di lei... nonostante tutto questo vuole cercare e percorrere una strada che potrebbe seriamente metterla nei guai, per sua raison d'etre.
Vincent Law cerca la sua identità. All'inizio la identifica nel perfetto cittadino di Romdo, quello tutto pettinato bene, senza personalità e con gli occhi socchiusi, quasi stordito e addormentato dal sistema. Quando arriverà il momento di aprire gli occhi però, quando le sue speranze di diventare il cittadino perfetto andranno meno, quando si renderà conto di emulare qualcuno che non è e che in fondo ripudia, allora comincerà a cercare altrove. Scaverà nel proprio passato per trovare le risposte che la sua mente non riesce da sola a dargli.
Pino cerca l'umanità, quella che gli apatici umani di Romdo sembrano ormai essersi privati. Lei è un'Autoreiv (una macchina) infettata dal virus Cogito (non casuale) che le dona un'anima interiore capace di farle provare sentimenti umani, di reagire come tale. Sebbene rimanga in fondo una bambina da compagnia, è fonte di riflessioni e speculazioni legate proprio al sentimento e al legame profondo tra macchine e umani.
Proprio questo legame tra tecnologia e uomo è uno dei sottotemi dell'anime. Qual è il rapporto tra macchine e umani? Quale quello tra umani e Proxy? Qual è il filo che li lega? La risposta ci viene data in mezzo a questi 23 episodi, in maniera apparentemente sconnessa dalla trama.
I Proxy, per l'appunto, sono i cosiddetti elementi inverosimili che trascendono gli equilibri della vicenda. Sebbene siano alla base stereotipati, possiedono comunque una loro particolare originalità che li discosta dai comuni "antagonisti" delle serie. Osserviamoli e analizziamoli bene durante la visione poiché le loro caratteristiche non sono casuali.
Ergo Proxy non è un anime perfetto perché, nonostante possieda una regia di tutto rispetto, OST eccezionali, disegni e animazioni ben concepite e una serie di altri elementi invidiabili, non è esattamente una passeggiata riuscire a seguirlo. È veramente un percorso in cui si rischia di perdersi dopo una sola puntata: le informazioni che ci vengono date sono troppe, sparse e confuse. È comprensibile che questo il più delle volte scoraggia la visione di un anime che comunque affronta con un certo fascino temi già visti.
Si tratta altresì di un'opera matura, complessa, ermetica fino all'inverosimile. Non basta (e non è richiesto) disporre di un ampio bagaglio culturale per seguirla, anche se questo potrebbe aiutare a cogliere le varie citazioni storiche, mistiche e filosofiche che sono state inserite in maniera più o meno celata, sebbene esse appariranno quasi sempre sconnesse dal contesto. Sarà soltanto grazie a deduzioni di tipo filo-logiche, maturate nel tempo e dopo diverse visioni, che saremo in grado di comprendere affondo la trama e il rapporto che essa ha con i personaggi e il mondo.
Per chi lo guarda, Ergo Proxy dovrebbe essere preso come un'occasione di ricerca sia esteriore che soprattutto interiore (o anche solo per comprenderne la trama). Non è casuale il fatto che ogni episodio venga chiamato "Meditatio" proprio perché l'opera, nel suo insieme, mira ad essere prima di tutto un percorso di meditazione per tutte quelle persone che si intravedono nei personaggi e ne comprendono i loro tormenti.
Re-l Mayer cerca risposte, pur sapendo che esse potrebbero non corrispondere alla sua felicità. È molto importante capire questo concetto perché sta alla base di ciò che fa di lei un personaggio di spessore. Nonostante sia la nipote del reggente, viva in una città utopistica dove non manca nulla, detenga un lavoro tutto sommato soddisfacente, possieda perfino un Entourage che si prende cura di lei... nonostante tutto questo vuole cercare e percorrere una strada che potrebbe seriamente metterla nei guai, per sua raison d'etre.
Vincent Law cerca la sua identità. All'inizio la identifica nel perfetto cittadino di Romdo, quello tutto pettinato bene, senza personalità e con gli occhi socchiusi, quasi stordito e addormentato dal sistema. Quando arriverà il momento di aprire gli occhi però, quando le sue speranze di diventare il cittadino perfetto andranno meno, quando si renderà conto di emulare qualcuno che non è e che in fondo ripudia, allora comincerà a cercare altrove. Scaverà nel proprio passato per trovare le risposte che la sua mente non riesce da sola a dargli.
Pino cerca l'umanità, quella che gli apatici umani di Romdo sembrano ormai essersi privati. Lei è un'Autoreiv (una macchina) infettata dal virus Cogito (non casuale) che le dona un'anima interiore capace di farle provare sentimenti umani, di reagire come tale. Sebbene rimanga in fondo una bambina da compagnia, è fonte di riflessioni e speculazioni legate proprio al sentimento e al legame profondo tra macchine e umani.
Proprio questo legame tra tecnologia e uomo è uno dei sottotemi dell'anime. Qual è il rapporto tra macchine e umani? Quale quello tra umani e Proxy? Qual è il filo che li lega? La risposta ci viene data in mezzo a questi 23 episodi, in maniera apparentemente sconnessa dalla trama.
I Proxy, per l'appunto, sono i cosiddetti elementi inverosimili che trascendono gli equilibri della vicenda. Sebbene siano alla base stereotipati, possiedono comunque una loro particolare originalità che li discosta dai comuni "antagonisti" delle serie. Osserviamoli e analizziamoli bene durante la visione poiché le loro caratteristiche non sono casuali.
Ergo Proxy non è un anime perfetto perché, nonostante possieda una regia di tutto rispetto, OST eccezionali, disegni e animazioni ben concepite e una serie di altri elementi invidiabili, non è esattamente una passeggiata riuscire a seguirlo. È veramente un percorso in cui si rischia di perdersi dopo una sola puntata: le informazioni che ci vengono date sono troppe, sparse e confuse. È comprensibile che questo il più delle volte scoraggia la visione di un anime che comunque affronta con un certo fascino temi già visti.