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Ritornano i bicipiti, ritornano le ambiguità, ritornano i patemi. Soprattutto i patemi, e come se non bastasse non tutti egualmente plausibili e/o interessanti. Ora, non è che questa seconda stagione di "Free!" sia brutta. Anzi, sotto determinati aspetti può tranquillamente essere considerata superiore alla prima. Mi rendo altresì conto che il mantenimento di una certa continuità comporta delle scelte narrative ben precise, ciononostante rispetto al predecessore "Eternal Summer" mi è sembrato più insicuro, più sfasato, più nervoso, quasi come se risentisse egli stesso dei turbamenti dei suoi protagonisti... o delle aspettative di un fandom forse più ampio di quelle che erano le previsioni iniziali. Se a ciò si aggiunge la solita cattiva gestione delle tempistiche, con tutto ciò che questo ha significato per il povero spettatore per quanto riguarda la telenovela di Haruka e Rin, credo sia anche normale accusare durante la visione vaghi sintomi da crisi del settimo anno, fermo restando che per fortuna la situazione non è così grave da giustificare un repentino e irreversibile disamore nei confronti dell'intero franchise.

Nonostante l'accorata performance ai campionati regionali l'avvio del nuovo anno scolastico vede i ragazzi del club di nuoto della Iwatobi alle prese con la consueta penuria di membri e di risorse. Alla Samezuka, invece, un Rin decisamente più pacato e maturo si ritrova a succedere Mikoshiba come capitano della squadra, alla quale si aggiunge una sua vecchia conoscenza: Sousuke, suo amico d'infanzia e anch'egli promessa di questo sport. Il rapporto viene recuperato velocemente, ma la sensazione è che questo suo ritorno in città, avvenuto peraltro piuttosto in sordina, sia dovuto a un motivo più oscuro di quello addotto. Confuso e urtato da certi suoi comportamenti Rin fa quel che può perché tutti i lembi del suo mondo - nuoto, famiglia, amici - combacino, ma la carriera che ha scelto per sé, non ammette ulteriori sprechi di tempo o passi falsi. Occorre pertanto che ottenga dei buoni risultati alle competizioni interscolastiche e che inizi a guardarsi intorno con grande scrupolo.
Anche Makoto e Haruka, essendo al terzo anno, sono chiamati a decidere cosa fare del proprio futuro, ma mentre l'uno si pone domande e sperimenta l'altro si rifiuta totalmente di pensarci: tutto quello che vuole è essere libero, anche a costo di rinunciare al nuoto, dal quale a causa delle troppe pressioni esterne trae sempre meno piacere. L'anno prima era stato lui - non senza aiuto - a salvare Rin da se stesso; adesso è giunto il momento che l'altro ricambi il favore.

Se in "Free!" il nuoto agiva più che altro da collante fra i protagonisti, da un punto di vista prettamente agonistico "Eternal Summer" risulta senz'altro più ricco, per quanto anche in questa sede la parte del leone tocchi ai sentimenti: si parla di scouting, di tempi, di motivazione, di responsabilità, di dieta, delle conseguenze di un allenamento sbagliato e/o troppo intensivo... si parla, appunto, ma non si ragiona abbastanza. L'unico a farlo è Rin, la cui crescita personale ha davvero dell'incredibile: chapeu, KyoAni, dico davvero. Sousuke, che pure ne avrebbe di cose da raccontare, se ne sta invece perlopiù per i fatti suoi, limitandosi a scambiarsi qualche brofist con l'amico, a terrorizzare il povero Nitori alternando ruvidezza, scherno e genuino interesse e a far saltare i nervi di tutti col suo atteggiamento da volpe con l'uva, e come al solito dovrà passare più di metà serie prima che si inizi a capire a cosa si deve tanta acidità. Eccezion fatta per un paio di fiacchi confronti con Haruka, infine, invero più simili a dei soliloqui dal momento che a quest'ultimo importa ben poco di lui, il suo impatto sui ragazzi della Iwatobi è nullo, e se persino quel ciaccione di Nagisa non prova il benché minimo l'impulso di impicciarsi vuol dire che la situazione è grave.
Ecco, appunto, i ragazzi della Iwatobi. Promossi Makoto e Rei, rimandato a settembre Haruka, non pervenuto Nagisa, al quale viene dedicato quello che è probabilmente il peggior epidosio di tutta la serie (dirò solo questo: hai diciassette anni, ragazzo, non dodici). Il primo, buono com'è, tende sempre un po' a fare lo zerbino della situazione, ma rispetto alla scorsa stagione l'ho trovato decisamente più assertivo, e l'episodio che lo vede protagonista, per quanto aggiunga poco - e male - al filone principale [*], rende finalmente giustizia al suo personaggio senza spingere inutilmente sul pedale dei feels; quanto al secondo, pur risentendo del fatto che bene o male ha già compiuto il suo percorso si conferma una presenza positivissima e molto concreta, oltreché una fonte inesauribile di gag grazie al suo essere, per certi versi, il più sciroccato della banda.
Haruka merita senza dubbio un paragrafo a parte, perché per quanto il suo disagio sia comprensibile trovo che la KyoAni non abbia fatto tutto quello che poteva per assicurarsi di ridurre al minimo i fraintendimenti non tanto fra lui e gli altri personaggi, quanto fra lui e lo spettatore, che potrebbe non sentirsi incentivato a venirgli incontro... di nuovo. In pratica si ha l'impressione che debbano fare tutto i suoi amici, in particolare Rin, che grazie al cielo non ha dimenticato a cosa può portare l'intraprendimento di una certa china. Vale la pena spendersi così tanto per uno come lui? Pur non amandolo molto sono convinta di sì, ciononostante mi sarei aspettata che gli avvenimenti di "Free!" gli avessero insegnato qualcosa di più su se stesso.
Poco da dire suoi comprimari, in particolare sul fronte Iwatobi: la sensei Amakata continua a essere utile come il sale nel budino, Gou continua a sbavare e il coach Sasabe continua a credersi Macklemore, fungendo di tanto in tanto da deus ex machina. E vabbè: abbiamo sempre saputo che per il tipo di dinamiche in essere non avrebbero potuto fare molto per i nostri eroi. Sul fronte Samezuka il vuoto lasciato da Mikoshiba viene egregiamente riempito da suo fratello Momotarou, che oltre a saperci fare in vasca regala al pubblico grasse risate ogniqualvolta c'è di mezzo Gou, della quale anche lui si incapriccia all'istante; quanto a Nitori, rimane sempre il fan numero uno di Rin, ma almeno in questa stagione lo si vede fare anche qualcos'altro.

Come biglietto da visita il comparto tecnico si riconferma di una squisitezza estrema tanto alla visione quanto all'ascolto, per quanto chiaramente l'incertezza che permea l'impianto narrativo ne mini un po' l'efficacia; c'è insomma di che accontentare tutti, dalle fujoshi a chi da un anime chiede solo che non faccia sanguinare occhi e orecchie. Onde evitare di ripetermi, dunque, e solo per questo, mi permetto di archiviare in fretta questa pratica. L'opening, affidata ancora una volta a Tatsuhisa Suzuki, doppiatore di Makoto, illustra molto bene, sia per immagini che per contenuti, gli elementi cardine di questa stagione, mentre l'ending... diciamo che va vista per essere creduta. Preferivo "Splash Free", ma anche questa non si farà dimenticare facilmente.

Voto finale: 7 con rammarico. Ribadisco che come anime è godibilissimo, ma è un fatto che la sceneggiatura presenta sempre i soliti problemi: la prima volta ci poteva anche stare, ma la seconda no. Un po' come quando "lui", dopo sette anni, continua a tenere alzata la tavoletta pur sapendo che "lei" la gradisce abbassata.

[*] Poco nel senso che la rivelazione è sì potente, ma tutt'altro che sfruttata al meglio delle sue potenzialità, un po' perché giunge tardiva, un po' perché pretesto e latore lasciano a desiderare e un po' perché riguarda il personaggio per il quale è più difficile provare simpatia.