Recensione
Ecco un anime che impersona la massima espressione della parola "forse" della concezione di Leopardi: non è fine a sé stessa, ma apre le possibilità all'infinito.
L'infinito, per l'appunto, in questo anime è una sorta di norma: nulla viene definito, a parte l'amicizia tra i protagonisti. Nel mezzo c'è di tutto: i divertimenti, i battibecchi, le relazioni sentimentali verso il protagonista "affetto dalla sindrome della seconda media" (molto deliziosa) e le battaglie.
In fin dei conti, manca solo l'effettivo sviluppo del tutto poiché le basi son state gettate: i superpoteri ci sono, gli antagonisti trepidano, la guerra è in corso, tutte le ragazze sono 'cotte a puntino' da Ju-kun (dalla bambina alla senpai).
Il protagonista, tra l'altro, ha delle idee tremendamente spettacolari e delle riflessioni così profonde ed incantevoli che riesce a catturare tutti: non è presente infatti il motto di sempre "Mai Arrendersi"; piuttosto è presente la straordinarietà dell'ordinaria vita quotidiana, che riesce a spiazzare l'ennesimo stereotipo dei super ragazzini fortunati.
A dar vivacità al tutto si aggiunge la frizzante grafica, la trasportante sigla d'apertura e i nomi (e le relative premesse) che il protagonista attribuisce ad ogni singolo potere: "Dark and Dark of the end" è tanto pittoresco quanto memorabile.
Nell'attesa del proseguo, lascia ben sperare.
L'infinito, per l'appunto, in questo anime è una sorta di norma: nulla viene definito, a parte l'amicizia tra i protagonisti. Nel mezzo c'è di tutto: i divertimenti, i battibecchi, le relazioni sentimentali verso il protagonista "affetto dalla sindrome della seconda media" (molto deliziosa) e le battaglie.
In fin dei conti, manca solo l'effettivo sviluppo del tutto poiché le basi son state gettate: i superpoteri ci sono, gli antagonisti trepidano, la guerra è in corso, tutte le ragazze sono 'cotte a puntino' da Ju-kun (dalla bambina alla senpai).
Il protagonista, tra l'altro, ha delle idee tremendamente spettacolari e delle riflessioni così profonde ed incantevoli che riesce a catturare tutti: non è presente infatti il motto di sempre "Mai Arrendersi"; piuttosto è presente la straordinarietà dell'ordinaria vita quotidiana, che riesce a spiazzare l'ennesimo stereotipo dei super ragazzini fortunati.
A dar vivacità al tutto si aggiunge la frizzante grafica, la trasportante sigla d'apertura e i nomi (e le relative premesse) che il protagonista attribuisce ad ogni singolo potere: "Dark and Dark of the end" è tanto pittoresco quanto memorabile.
Nell'attesa del proseguo, lascia ben sperare.