Recensione
Nazo no Kanojo X
8.0/10
Prendiamo un'idea strampalata, inseriamola in un contesto romantico e vediamo cosa succede!, questo sarà stato più o meno ciò che avrà pensato Riichi Ueshiba, autore di una delle opere più singolari e romantiche che mi sia mai capitato di vedere: Nazo no Kanojo X. Pubblicata dal 2006 al 2014, la serie viene adattata su celluloide nel 2012 da Hoods Entertainment in collaborazione con Starchild Records e Sentai Filmworks.
La storia vede come protagonista Akira Tsubaki, un giovane liceale come tanti, timido con le ragazze e del tutto inesperto in materia amorosa. Un giorno, rimasto da solo in classe e spinto da semplice curiosità adolescenziale, Akira assaggia la saliva lasciata sul banco di scuola da una sua compagna di classe, la misteriosa e indecifrabile Mikoto Urabe. Ciò che però Akira non avrebbe potuto mai considerare è l'inspiegabile legame emotivo e sensoriale che si creerà da quel momento in poi con la ragazza.
Mettiamo le cose in chiaro, la prima impressione data da Nazo no Kanojo X non è decisamente delle migliori e l'idea del legame empatico via saliva non è proprio il massimo per mettere a proprio agio lo spettatore medio - impossibile non considerarla come una becera scusa per fare igrofilia -, ma un libro non va giudicato sola dalla copertina e, superato lo scoglio dell'imbarazzo iniziale, ci ritroveremo dinanzi a una storia con una forte identità, emotivamente coinvolgente e ben curata nell'introspezione psicologica dei personaggi.
A iniziare dai due protagonisti, Akira e Mikoto, entrambi squisitamente impacciati nella loro inesperienza adolescenziale (entrambi hanno fra i sedici e diciassette anni) e alle prese con mille pensieri e indecisioni di chi per la prima volta si affaccia sul complicato mondo delle relazioni sentimentali. Indubbiamente saranno tante le volte in cui rimarremo perplessi dinanzi alle stranezze di Mikoto o alle contorsioni mentali di Akira degne del miglior Jury Chechi, ma è altrettanto vero che saranno tantissimi i momenti in cui ci immedesimeremo in questi due ragazzi e nel loro strampalato modo di amarsi. Chi non ha mai avuto una foto del proprio amato/a nel proprio portafogli? Chi non ha mai fantasticato su come ci si sentisse a toccare per la prima volta il corpo di una persona del sesso opposto al nostro? Sembrano cose banali per chi è già navigato, ma è innegabile che almeno una volta nella nostra vita il pensiero sia ricaduto proprio lì, su quei tasti tanto imbarazzanti quanto emozionanti.
Allo stesso modo anche i pochi personaggi secondari sono ottimamente caratterizzati, tutti dotati di personalità ben definite e distintive, quasi tridimensionali. Fra quelli proposti spicca senza alcun ombra di dubbio Ayuko, peperina inversamente proporzionale alla propria altezza, ma profondamente protettiva e premurosa nei confronti di Mikoto, nonostante spesso e volentieri si diverta a mettere quest'ultima in imbarazzo. Personalmente ho trovato molto ben fatte le vicende che vanno a crearsi fra Akira e la sua ex-fiamma delle medie Aika, ragazza ferita da un rapporto recente andato a male e che pensa di trovare nel protagonista l'amore corrisposto che fino a quel momento non aveva mai avuto.
Tecnicamente la serie è veramente lodevole, il lavoro svolto dai tre studi di produzione è più che ottimo e lascia ben pochi spazi a lamentele di sorta. La regia svolge il proprio compito con mestiere e fa letteralmente volare i tredici episodi che compongono la serie con estrema facilità, concedendosi solo qualche piccolo calo fisiologico durante la narrazione. Un capitolo a parte meriterebbero le splendide musiche di Tomoki Hasegawa, perfette in ogni singola nota e capaci di sottolineare ad arte le vicende di questa serie con melodie struggenti e sognanti. Pensate per un attimo al tema musicale usato durante i sogni di Akira e avrete più o meno idea di cosa sto parlando.
Andiamo ora a fare delle brevi considerazioni sui due argomenti a mio avviso "scomodi" in questa serie: il finale di stagione e il fattore igrofilia.
Sul primo poco da dire, le vicende in esso narrate sono anche di una certa rilevanza narrativa (andatevelo a vedere che altrimenti faccio spoiler), ma il modo in cui vengono presentate è quasi da denuncia. Lungo tutta la durata dell'episodio si ha come la sensazione di avere a che fare con una narrazione arronzata e a tratti abbozzata, buttata lì solo per dare alla produzione modo di poter continuare l'anime in futuro. Le idee c'erano, l'impegno un po' meno.
E poi c'è il discorso sull'igrofilia... mi dispiace ragazzi, ma qui è prendere o lasciare. Il ruolo ricoperto dallo scambio di saliva è troppo importante nell'economia narrativa della serie ed eliminarlo sarebbe equivalso a ridurre il tutto a un banale shounen a sfondo romantico. Indubbiamente l'imbarazzo nel vedere Akira bere la saliva di Mikoto dal dito di quest'ultima è tanto, ma va considerato che proprio questo gesto "singolare" è l'unico modo in cui i due protagonisti riescono a trasmettersi a vicenda le proprie emozioni, paure e sentimenti. Per quanto disturbante va contestualizzato e non condannato.
In conclusione, Nazo no Kanojo X è una serie che va presa per quello che è con i suoi pro (tanti) e i suoi contro (pochi). Se volete sperimentare qualcosa di insolito dall'alto contenuto di saliva e romanticismo, allora questa serie fa per voi. In caso contrario sappiate che vi state perdendo un gran bel lavoro, animato con i controfiocchi e con un comparto sonoro da far paura. A modo suo, pionieristico.
La storia vede come protagonista Akira Tsubaki, un giovane liceale come tanti, timido con le ragazze e del tutto inesperto in materia amorosa. Un giorno, rimasto da solo in classe e spinto da semplice curiosità adolescenziale, Akira assaggia la saliva lasciata sul banco di scuola da una sua compagna di classe, la misteriosa e indecifrabile Mikoto Urabe. Ciò che però Akira non avrebbe potuto mai considerare è l'inspiegabile legame emotivo e sensoriale che si creerà da quel momento in poi con la ragazza.
Mettiamo le cose in chiaro, la prima impressione data da Nazo no Kanojo X non è decisamente delle migliori e l'idea del legame empatico via saliva non è proprio il massimo per mettere a proprio agio lo spettatore medio - impossibile non considerarla come una becera scusa per fare igrofilia -, ma un libro non va giudicato sola dalla copertina e, superato lo scoglio dell'imbarazzo iniziale, ci ritroveremo dinanzi a una storia con una forte identità, emotivamente coinvolgente e ben curata nell'introspezione psicologica dei personaggi.
A iniziare dai due protagonisti, Akira e Mikoto, entrambi squisitamente impacciati nella loro inesperienza adolescenziale (entrambi hanno fra i sedici e diciassette anni) e alle prese con mille pensieri e indecisioni di chi per la prima volta si affaccia sul complicato mondo delle relazioni sentimentali. Indubbiamente saranno tante le volte in cui rimarremo perplessi dinanzi alle stranezze di Mikoto o alle contorsioni mentali di Akira degne del miglior Jury Chechi, ma è altrettanto vero che saranno tantissimi i momenti in cui ci immedesimeremo in questi due ragazzi e nel loro strampalato modo di amarsi. Chi non ha mai avuto una foto del proprio amato/a nel proprio portafogli? Chi non ha mai fantasticato su come ci si sentisse a toccare per la prima volta il corpo di una persona del sesso opposto al nostro? Sembrano cose banali per chi è già navigato, ma è innegabile che almeno una volta nella nostra vita il pensiero sia ricaduto proprio lì, su quei tasti tanto imbarazzanti quanto emozionanti.
Allo stesso modo anche i pochi personaggi secondari sono ottimamente caratterizzati, tutti dotati di personalità ben definite e distintive, quasi tridimensionali. Fra quelli proposti spicca senza alcun ombra di dubbio Ayuko, peperina inversamente proporzionale alla propria altezza, ma profondamente protettiva e premurosa nei confronti di Mikoto, nonostante spesso e volentieri si diverta a mettere quest'ultima in imbarazzo. Personalmente ho trovato molto ben fatte le vicende che vanno a crearsi fra Akira e la sua ex-fiamma delle medie Aika, ragazza ferita da un rapporto recente andato a male e che pensa di trovare nel protagonista l'amore corrisposto che fino a quel momento non aveva mai avuto.
Tecnicamente la serie è veramente lodevole, il lavoro svolto dai tre studi di produzione è più che ottimo e lascia ben pochi spazi a lamentele di sorta. La regia svolge il proprio compito con mestiere e fa letteralmente volare i tredici episodi che compongono la serie con estrema facilità, concedendosi solo qualche piccolo calo fisiologico durante la narrazione. Un capitolo a parte meriterebbero le splendide musiche di Tomoki Hasegawa, perfette in ogni singola nota e capaci di sottolineare ad arte le vicende di questa serie con melodie struggenti e sognanti. Pensate per un attimo al tema musicale usato durante i sogni di Akira e avrete più o meno idea di cosa sto parlando.
Andiamo ora a fare delle brevi considerazioni sui due argomenti a mio avviso "scomodi" in questa serie: il finale di stagione e il fattore igrofilia.
Sul primo poco da dire, le vicende in esso narrate sono anche di una certa rilevanza narrativa (andatevelo a vedere che altrimenti faccio spoiler), ma il modo in cui vengono presentate è quasi da denuncia. Lungo tutta la durata dell'episodio si ha come la sensazione di avere a che fare con una narrazione arronzata e a tratti abbozzata, buttata lì solo per dare alla produzione modo di poter continuare l'anime in futuro. Le idee c'erano, l'impegno un po' meno.
E poi c'è il discorso sull'igrofilia... mi dispiace ragazzi, ma qui è prendere o lasciare. Il ruolo ricoperto dallo scambio di saliva è troppo importante nell'economia narrativa della serie ed eliminarlo sarebbe equivalso a ridurre il tutto a un banale shounen a sfondo romantico. Indubbiamente l'imbarazzo nel vedere Akira bere la saliva di Mikoto dal dito di quest'ultima è tanto, ma va considerato che proprio questo gesto "singolare" è l'unico modo in cui i due protagonisti riescono a trasmettersi a vicenda le proprie emozioni, paure e sentimenti. Per quanto disturbante va contestualizzato e non condannato.
In conclusione, Nazo no Kanojo X è una serie che va presa per quello che è con i suoi pro (tanti) e i suoi contro (pochi). Se volete sperimentare qualcosa di insolito dall'alto contenuto di saliva e romanticismo, allora questa serie fa per voi. In caso contrario sappiate che vi state perdendo un gran bel lavoro, animato con i controfiocchi e con un comparto sonoro da far paura. A modo suo, pionieristico.