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6.0/10
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La saga videoludica Megami Tensei è la serie JRPG più famosa in Giappone dopo Final Fantasy e Dragon Quest. Sebbene MegaTen sia ormai collegato al nome della software house Atlus, i primi titoli sono stati prodotti dalla Namco per il NES. Il primo di questi titoli si chiama appunto Digital Devil Story: Megami Tensei ed è ispirato al primo omonimo romanzo della serie horror di Aya Nishitani, pubblicato l'anno precedente. Uscito nel 1987, il videogame viene affiancato nello stesso anno da un OAV di quarantacinque minuti.

Ormai non è difficile trovare gente che segue l'intera stagione anime praticamente in diretta grazie ai fansub e al sempre più dilagante fenomeno dello streaming e del simulcast. Ma una volta le cose erano "leggermente" più difficili, tant'è che c'è un universo di produzioni animate che vanno dalla seconda metà degli anni 80 ai primi anni 90 che è ancora praticamente inesplorato. Producevano con il mitragliatore, e la quantità andava a discapito della qualità. Se in quei anni è uscito un tutto sommato decente Vampire Hunter D, c'è da dire che tutte le restanti opere sono facilmente dimenticabili o addirittura insufficienti da ogni punto di vista come Amon Saga. Digital Devil fa parte di queste opere dimenticabili.

La trama parla di Akemi, un genio dei computer che scopre come evocare i demoni grazie all'informatica (rappresentata ancora da rumori fantascientifici e mille luci colorate che lampeggiano), e di Yumiko, una nuova studentessa appena trasferitasi. Per una serie di avvenimenti Yumiko scoprirà cosa è capace di fare Akemi e…

Se la sceneggiatura di questo OAV fosse un formaggio, sarebbe l'Emmentaler. Ed è un peccato, perché la sua atmosfera fatta di crudo splatter e di una ridotta palette di colori lo caratterizza e gli dona uno stile particolare. Anche le animazioni non sono male tenuto anche conto che si tratta di una produzione low-budget. Il problema è la dannata sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti. Per tutto il film accadono cose e non si sa né perché né per come, accadono e basta. Troppi avvenimenti vengono lasciati al caso e il finale non solo è aperto, ma getta addirittura le basi per un sequel che ovviamente non ha mai visto la luce. Ovviamente tutto ciò è spiegato dal fatto che questo OAV è basato solo sul primo romanzo della saga: la visione di questo OAV è quindi consigliata unicamente ai fan di MegaTen, tutti gli altri troveranno solo un prodotto monco e confuso. Tra i restanti difetti principali troviamo degli effetti sonori vintage e ripetitivi e una caratterizzazione pressoché nulla. Se del protagonista sappiamo che agisce animato da vendetta nei confronti del bullo che lo tormentava, dei restanti personaggi non sappiamo nulla. Assente giustificato solamente Loki, che in quanto demone ha ragione di essere cattivissimo solo "perché sì".

Concludendo, Digital Devil riesce a relegarsi il suo posto nel fantastico mondo della mediocrità degli OAV anni 80, unendo un comparto grafico personale a una trama fumosa e confusionaria. L'idea di unire l'informatica e i demoni, il razionale e l'occulto, è uno spunto interessante ma gestito male in questa produzione. A conti fatti, se il demone fosse stato evocato tramite un "normalissimo" rituale demoniaco, non sarebbe cambiato nulla ai fini della trama.