Recensione
Welcome to the N.H.K.
10.0/10
"Welcome to the N.H.K." è un anime del 2006 composto da ventiquattro episodi. La serie è basata sull'omonimo romanzo di Tatsuhiko Takimoto, dal quale è stato tratto anche un manga.
Trama
Tatsuhiro Sato è un NEET. Non studia, non lavora, non esce di casa. Non fa nulla. E' lo spettatore non pagante della propria vita. In una delle classiche giornate ricche di noia e trascorse tra letto, TV e computer, Sato riceve la visita di una vecchietta che fa propaganda... sul problema dei NEET. Quello che lo colpisce è però l'accompagnatrice della vecchia: una ragazza con un parasole bianco. Dopo aver negato l'evidenza e cacciato malamente le due, Sato trova un biglietto dove una certa Misaki, la ragazza col parasole, gli propone il suo aiuto e gli promette di "curarlo" dalla condizione di NEET. Comincia così la storia di Sato e Misaki, all'insegna della follia e dei mali dei nostri tempi.
Punti di forza
- I personaggi: in "Welcome to the N.H.K." le figure di spicco sono poche, tre o quattro, eppure sono la colonna portante dell'opera. Sato è un NEET e un fallito che non vede via d'uscita dalla vita che si è scelto, Misaki è una ragazza gentile, comprensiva, ma con tanti segreti e con un passato difficile, l'amico di Sato, Yamazaki, è un otaku innamorato che ha perso le speranze, rinchiudendosi nel 2D per evitare la crudeltà dell'umanità in tre dimensioni. Sono personaggi fuori dal comune, folli, così strani ma così semplici. Sembrano i classici protagonisti degli anime, irreali e impossibili, eppure sono normali in una società malata, sono gli attori del terzo millennio.
- I temi affrontati: le tematiche di "Welcome to the N.H.K." sono uniche e molto profonde: la solitudine, l'abuso di droghe e farmaci, il fenomeno degli otaku, l'influenza di Internet sulla società, l'amicizia tra reietti. Come si nota dall'assonanza tra i nomi, l'opera è in gran parte un'autobiografia delle esperienze dell'autore, Tatsuhiko Takimoto, il quale ha vissuto da hikikomori, isolato da tutto e tutti. Questo porta l'opera a una grande introspezione, a una caratterizzazione dei personaggi lodevole e a un'analisi del tessuto sociale dura e cruda.
- Il comparto tecnico: devo fare veramente i complimenti allo Studio Gonzo, che è riuscito a dare a quest'opera l'apparato tecnico che si merita. Ottime animazioni e chara, scenari ben costruiti e fantastici dialoghi. La punta di diamante sono però le OST: sublime la scelta di opening ed ending, così come degli altri pezzi musicali, che spaziano dal rock al jazz sino a sigle di ipotetici cartoni animati (Pururin sarà il vostro tormento fino alla fine!).
Punti di debolezza
- Le differenze tra anime, manga e romanzo: chi ha letto il manga avrà notato come, dopo circa dieci-quindici episodi, la storia cambi tra anime e manga. Entrambi i finali sono ottimi, emozionanti e riflessivi, tuttavia avrei apprezzato una totale fedeltà al testo scritto. Ciò non toglie il fatto che le ultime puntate dell'anime siano nel complesso le migliori, con colpi di scena e feel a profusione.
Voto: 10/10
E' qui che tutto è iniziato. Non nascondo che, se ora guardo anime e leggo manga, lo devo a "Welcome to the N.H.K.". E' stata la prima opera che ho visto con la consapevolezza di guardare un anime e il primo manga che ho letto per intero. Non sarò mai abbastanza grato a Tatsuhiko Takimoto per questa perla. Consigliatissimo a tutti, è una di quelle opere da guardare almeno una volta nella vita. Almeno che non pensiate sia tutto un complotto ordito dalla Nihon Hikikomori Kyoukai per farvi diventare otaku e NEET. In quel caso spero voi possiate trovare la vostra Misaki, e ricordate... siete sempre i benvenuti nell'NHK!
Trama
Tatsuhiro Sato è un NEET. Non studia, non lavora, non esce di casa. Non fa nulla. E' lo spettatore non pagante della propria vita. In una delle classiche giornate ricche di noia e trascorse tra letto, TV e computer, Sato riceve la visita di una vecchietta che fa propaganda... sul problema dei NEET. Quello che lo colpisce è però l'accompagnatrice della vecchia: una ragazza con un parasole bianco. Dopo aver negato l'evidenza e cacciato malamente le due, Sato trova un biglietto dove una certa Misaki, la ragazza col parasole, gli propone il suo aiuto e gli promette di "curarlo" dalla condizione di NEET. Comincia così la storia di Sato e Misaki, all'insegna della follia e dei mali dei nostri tempi.
Punti di forza
- I personaggi: in "Welcome to the N.H.K." le figure di spicco sono poche, tre o quattro, eppure sono la colonna portante dell'opera. Sato è un NEET e un fallito che non vede via d'uscita dalla vita che si è scelto, Misaki è una ragazza gentile, comprensiva, ma con tanti segreti e con un passato difficile, l'amico di Sato, Yamazaki, è un otaku innamorato che ha perso le speranze, rinchiudendosi nel 2D per evitare la crudeltà dell'umanità in tre dimensioni. Sono personaggi fuori dal comune, folli, così strani ma così semplici. Sembrano i classici protagonisti degli anime, irreali e impossibili, eppure sono normali in una società malata, sono gli attori del terzo millennio.
- I temi affrontati: le tematiche di "Welcome to the N.H.K." sono uniche e molto profonde: la solitudine, l'abuso di droghe e farmaci, il fenomeno degli otaku, l'influenza di Internet sulla società, l'amicizia tra reietti. Come si nota dall'assonanza tra i nomi, l'opera è in gran parte un'autobiografia delle esperienze dell'autore, Tatsuhiko Takimoto, il quale ha vissuto da hikikomori, isolato da tutto e tutti. Questo porta l'opera a una grande introspezione, a una caratterizzazione dei personaggi lodevole e a un'analisi del tessuto sociale dura e cruda.
- Il comparto tecnico: devo fare veramente i complimenti allo Studio Gonzo, che è riuscito a dare a quest'opera l'apparato tecnico che si merita. Ottime animazioni e chara, scenari ben costruiti e fantastici dialoghi. La punta di diamante sono però le OST: sublime la scelta di opening ed ending, così come degli altri pezzi musicali, che spaziano dal rock al jazz sino a sigle di ipotetici cartoni animati (Pururin sarà il vostro tormento fino alla fine!).
Punti di debolezza
- Le differenze tra anime, manga e romanzo: chi ha letto il manga avrà notato come, dopo circa dieci-quindici episodi, la storia cambi tra anime e manga. Entrambi i finali sono ottimi, emozionanti e riflessivi, tuttavia avrei apprezzato una totale fedeltà al testo scritto. Ciò non toglie il fatto che le ultime puntate dell'anime siano nel complesso le migliori, con colpi di scena e feel a profusione.
Voto: 10/10
E' qui che tutto è iniziato. Non nascondo che, se ora guardo anime e leggo manga, lo devo a "Welcome to the N.H.K.". E' stata la prima opera che ho visto con la consapevolezza di guardare un anime e il primo manga che ho letto per intero. Non sarò mai abbastanza grato a Tatsuhiko Takimoto per questa perla. Consigliatissimo a tutti, è una di quelle opere da guardare almeno una volta nella vita. Almeno che non pensiate sia tutto un complotto ordito dalla Nihon Hikikomori Kyoukai per farvi diventare otaku e NEET. In quel caso spero voi possiate trovare la vostra Misaki, e ricordate... siete sempre i benvenuti nell'NHK!