Recensione
Kimi to Boku.
10.0/10
Recensione di PiccolaCreamy88
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Confesso che, a parte i primi tempi, è difficilissimo che io dia possibilità a un anime che qui, su AnimeClick.it, abbia come voto meno di 7.8 (voto non random, ma scelto facendomi due conti tra le serie da me droppate e quelle che mi piacevano). Mi vergogno ammetterlo, perché l'ideale sarebbe valutare un prodotto con i propri occhi, siccome ognuno ha i suoi gusti, però d'altra parte so che questa è una community seria e frequentata per una buona percentuale da "anime addicted" obbiettivi, senza contare che ogni anime da me droppato aveva, ripeto, voti non altissimi.
Orbene, "Kimi to Boku" è stato un'eccezione. Sarà che mi sentivo particolarmente buona quel giorno, sarà che, a parte il voto bassino, c'erano troppe poche recensioni per poter dare una sentenza definitiva. Sì, come ha detto già qualcuno, non c'è una vicenda, non c'è la classica struttura novellistica di "inizio", "sviluppo" e "finale". E' uno slice of life e va preso per quello che è: scorci di vita, quotidianità, nella sua più "banale" routine, ma una routine resa speciale da personaggi fatti davvero bene, realistici, assolutamente riusciti e convincenti.
"Kimi to Boku" è un anime divertente, leggero, sempre piacevole, che piazza gli eventi solo al secondo posto, per lasciare in primo piano i personaggi: un gruppo di amici inseriti appositamente in situazioni routinarie per appurarne i comportamenti, le reazioni, le emozioni. Questa è la sua grandezza e questo è quello che mi ha stupito.
Diciamo che, prima di ogni episodio di "Kimi to Boku", non ci si deve dire: "Vediamo che succede oggi, speriamo la serie decolli"; bensì: "Vediamo come si comportano oggi 'sti ragazzi".
Poi per carità, è un genere che può anche non piacere, ma da parte dello spettatore o del commentatore di turno deve esserci almeno la consapevolezza del fatto che quest'anime va considerato per quello che è e non può essere "bastonato" solo perché ci si aspettava qualche scoop o il gran finale, perché, ripeto, gli obbiettivi dell'autore qui sono differenti. E, a mio avviso, è riuscito benissimo!
Orbene, "Kimi to Boku" è stato un'eccezione. Sarà che mi sentivo particolarmente buona quel giorno, sarà che, a parte il voto bassino, c'erano troppe poche recensioni per poter dare una sentenza definitiva. Sì, come ha detto già qualcuno, non c'è una vicenda, non c'è la classica struttura novellistica di "inizio", "sviluppo" e "finale". E' uno slice of life e va preso per quello che è: scorci di vita, quotidianità, nella sua più "banale" routine, ma una routine resa speciale da personaggi fatti davvero bene, realistici, assolutamente riusciti e convincenti.
"Kimi to Boku" è un anime divertente, leggero, sempre piacevole, che piazza gli eventi solo al secondo posto, per lasciare in primo piano i personaggi: un gruppo di amici inseriti appositamente in situazioni routinarie per appurarne i comportamenti, le reazioni, le emozioni. Questa è la sua grandezza e questo è quello che mi ha stupito.
Diciamo che, prima di ogni episodio di "Kimi to Boku", non ci si deve dire: "Vediamo che succede oggi, speriamo la serie decolli"; bensì: "Vediamo come si comportano oggi 'sti ragazzi".
Poi per carità, è un genere che può anche non piacere, ma da parte dello spettatore o del commentatore di turno deve esserci almeno la consapevolezza del fatto che quest'anime va considerato per quello che è e non può essere "bastonato" solo perché ci si aspettava qualche scoop o il gran finale, perché, ripeto, gli obbiettivi dell'autore qui sono differenti. E, a mio avviso, è riuscito benissimo!